15 DOMANDE AL CAV. SILVIO BERLUSCONI
1 – Da dove arrivano i soldi che le hanno permesso di iniziare le sue attività, fermo restando che da suo padre ha certamente avuto un piccolo contributo, ma non la liquidazione, che si dà al momento della pensione?
2 – Ci dice qualcosa della Finanzierungesellschaft fur Residenzen ag di Lugano, la finanziaria svizzera che nel 1963 le permise di fondare la Edilnord s.a.s. di Silvio Berlusconi & C.?
3 – Ci dice qualcosa della Aktiengeseilschaft fur Immobilienlagen in Residenzzentren Ag., altra finanziaria svizzera costituita a Lugano il 19 settembre 1968, appena 10 giorni prima della nascita della nuova società italo-svizzera Edilnord Centri Residenziali S.a.s. di Lidia Borsani & C.?
4 – Lei sa che la Banca Rasini, quella che ha collaborato con un po’ di finanziamenti con le finanziarie svizzere, quella che avuto nei suoi conti parte del denaro di quelle finanziarie svizzere, quella dove ha lavorato suo padre fino a diventarne direttore generale, è stata considerata la banca della mafia dei colletti bianchi?
5 – Ci dice come ha fatto veramente, con l’aiuto del suo avvocato Cesare Previti, a sua volta pro-tutore della controparte, ad acquistare Villa San Martino in quel di Arcore?
6 – Secondo la testimonianza del pentito di mafia Francesco Di Carlo, l’arrivo a Villa San Martino del mafioso Vittorio Mangano fu una concessione amichevole del boss mafioso Stefano Bontade. Lei conferma?
7 – Chi sono i veri proprietari della Fininvest, visto che questa è stata costituita da Servizio Italia e da Saf, società della BNL Holding (BNL era la banca più infiltrata da appartenenti alla P2) che agivano “Per conto di società enti o persone da dichiarare”?
8 – Con sentenza n. 97 del 22/10/1990, n. 215/89 del Registro Generale della Corte d’Appello di Venezia, lei è stato condannato per falsa testimonianza in un processo da lei stesso intentato in merito alla sua appartenenza alla P2. Sentenza passata in giudicato il 13/2/1991. “Ma il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia”. Perché di questa amnistia (dell’89) lei ha sempre accusato, ingiustamente, altri ma non ha mai detto che quella amnistia ha favorito in effetti proprio lei?
9 – In una intervista del 20/10/1993 a Epoca lei dichiarò: “Noi non abbiamo giornali-partito. Noi non teorizziamo né tanto meno pratichiamo l’informazione come strumento di ricatto politico. I nostri sono eccellenti prodotti editoriali, non fabbriche di consenso o, quel che è peggio, di calunnie, di derisione, di disprezzo. Non ho mai usato né userò i miei mezzi di comunicazione per scatenare campagne di aggressione contro un concorrente, né diffamare chi non è d’accordo con me”. Vuole ammettere che quanto è poi successo è l’esatto contrario di quanto affermato?
10 – Lei ha annunciato in tv il 26 gennaio 1994 la sua “Discesa in campo” per “salvare l’Italia, per un nuovo miracolo economico”. Ecco cosa hanno detto alcuni suoi collaboratori molto vicini a lei. Giuliano Ferrara a La Stampa il 25/2/94: “Sì, Berlusconi è entrato in politica per impedire che gli portassero via la roba. Tenta di evitare che gli scippino insieme la sua impresa e la sua libertà di imprenditore”. Marcello Dell’Utri il 28/12/94: “Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende”. Fedele Confalonieri a la Repubblica il 25/6/2000: “La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondatori!”. A questi possiamo aggiungere anche quanto disse lei stesso a Biagi e Montanelli, ovvero che doveva entrare in politica se no rischiava la prigione. A questo punto, ammette che lei è entrato in politica solo per salvare se stesso e le sue aziende?
11 – Lei il 18 aprile 2002 a Sofia, Bulgaria, in conferenza stampa di fronte a 200 giornalisti internazionali, se la prese con Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi perché “L’uso che hanno fatto della televisione pubblica pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga”. A parte che la critica non è un crimine, a meno che sia rivolta a lei, perché non è mai intervenuto quando, nella trasmissione che sostituiva quella di Santoro, Excalibur, la conduzione di Antonio Socci (proveniente da il Giornale di proprietà di suo fratello) fu a senso unico in modo vergognoso a suo favore?
12 – Lei ritiene che in Paese democratico una maggioranza di governo (il suo) possa istituire commissioni parlamentari come la Telekom Serbia e la Mitrokhin al solo scopo di diffamare Romano Prodi e altri usando le sue tv e, particolarmente, i suoi giornali e falsi testimoni poi incriminati dalla magistratura?
13 – Lei ritiene che in un Paese democratico un funzionario del Sismi, tale Pio Pompa, in codice “Pino”, possa costruire centinaia di dossier relativi a giornalisti, magistrati, politici del centrosinistra, ritenuti “nemici” del centrodestra? Certo, per lei quei dati erano irrilevanti. Ma se fosse stato lei in quei dossier (che non si limitavano alla semplice schedatura, ma anche alla previsione di azioni), non avrebbe parlato certamente, e con ragione, di un attentato alla libertà?
14 – Lei ha una fobia per i magistrati “comunisti”. Anche con la recente condanna del suo avvocato inglese Mills lei si è espresso nello stesso modo, dimenticando (volutamente?) che le prove sono state fornite sì dalla magistratura, ma quella inglese. Dovremmo supporre che lei non gradisce i magistrati che fanno il loro dovere, ma solo quelli “buoni” che l’assolvono?
15 – Come mai le fiducie sui decreti legge del governo Prodi lei li considerava attentati contro il Parlamento, contro la democrazia, un colpo di stato, mentre le fiducie sui decreti legge del suo governo ora sono considerate solo una normalità per accelerale l’attività governativa?
Luigino
1 – Da dove arrivano i soldi che le hanno permesso di iniziare le sue attività, fermo restando che da suo padre ha certamente avuto un piccolo contributo, ma non la liquidazione, che si dà al momento della pensione?
2 – Ci dice qualcosa della Finanzierungesellschaft fur Residenzen ag di Lugano, la finanziaria svizzera che nel 1963 le permise di fondare la Edilnord s.a.s. di Silvio Berlusconi & C.?
3 – Ci dice qualcosa della Aktiengeseilschaft fur Immobilienlagen in Residenzzentren Ag., altra finanziaria svizzera costituita a Lugano il 19 settembre 1968, appena 10 giorni prima della nascita della nuova società italo-svizzera Edilnord Centri Residenziali S.a.s. di Lidia Borsani & C.?
4 – Lei sa che la Banca Rasini, quella che ha collaborato con un po’ di finanziamenti con le finanziarie svizzere, quella che avuto nei suoi conti parte del denaro di quelle finanziarie svizzere, quella dove ha lavorato suo padre fino a diventarne direttore generale, è stata considerata la banca della mafia dei colletti bianchi?
5 – Ci dice come ha fatto veramente, con l’aiuto del suo avvocato Cesare Previti, a sua volta pro-tutore della controparte, ad acquistare Villa San Martino in quel di Arcore?
6 – Secondo la testimonianza del pentito di mafia Francesco Di Carlo, l’arrivo a Villa San Martino del mafioso Vittorio Mangano fu una concessione amichevole del boss mafioso Stefano Bontade. Lei conferma?
7 – Chi sono i veri proprietari della Fininvest, visto che questa è stata costituita da Servizio Italia e da Saf, società della BNL Holding (BNL era la banca più infiltrata da appartenenti alla P2) che agivano “Per conto di società enti o persone da dichiarare”?
8 – Con sentenza n. 97 del 22/10/1990, n. 215/89 del Registro Generale della Corte d’Appello di Venezia, lei è stato condannato per falsa testimonianza in un processo da lei stesso intentato in merito alla sua appartenenza alla P2. Sentenza passata in giudicato il 13/2/1991. “Ma il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia”. Perché di questa amnistia (dell’89) lei ha sempre accusato, ingiustamente, altri ma non ha mai detto che quella amnistia ha favorito in effetti proprio lei?
9 – In una intervista del 20/10/1993 a Epoca lei dichiarò: “Noi non abbiamo giornali-partito. Noi non teorizziamo né tanto meno pratichiamo l’informazione come strumento di ricatto politico. I nostri sono eccellenti prodotti editoriali, non fabbriche di consenso o, quel che è peggio, di calunnie, di derisione, di disprezzo. Non ho mai usato né userò i miei mezzi di comunicazione per scatenare campagne di aggressione contro un concorrente, né diffamare chi non è d’accordo con me”. Vuole ammettere che quanto è poi successo è l’esatto contrario di quanto affermato?
10 – Lei ha annunciato in tv il 26 gennaio 1994 la sua “Discesa in campo” per “salvare l’Italia, per un nuovo miracolo economico”. Ecco cosa hanno detto alcuni suoi collaboratori molto vicini a lei. Giuliano Ferrara a La Stampa il 25/2/94: “Sì, Berlusconi è entrato in politica per impedire che gli portassero via la roba. Tenta di evitare che gli scippino insieme la sua impresa e la sua libertà di imprenditore”. Marcello Dell’Utri il 28/12/94: “Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende”. Fedele Confalonieri a la Repubblica il 25/6/2000: “La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondatori!”. A questi possiamo aggiungere anche quanto disse lei stesso a Biagi e Montanelli, ovvero che doveva entrare in politica se no rischiava la prigione. A questo punto, ammette che lei è entrato in politica solo per salvare se stesso e le sue aziende?
11 – Lei il 18 aprile 2002 a Sofia, Bulgaria, in conferenza stampa di fronte a 200 giornalisti internazionali, se la prese con Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi perché “L’uso che hanno fatto della televisione pubblica pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga”. A parte che la critica non è un crimine, a meno che sia rivolta a lei, perché non è mai intervenuto quando, nella trasmissione che sostituiva quella di Santoro, Excalibur, la conduzione di Antonio Socci (proveniente da il Giornale di proprietà di suo fratello) fu a senso unico in modo vergognoso a suo favore?
12 – Lei ritiene che in Paese democratico una maggioranza di governo (il suo) possa istituire commissioni parlamentari come la Telekom Serbia e la Mitrokhin al solo scopo di diffamare Romano Prodi e altri usando le sue tv e, particolarmente, i suoi giornali e falsi testimoni poi incriminati dalla magistratura?
13 – Lei ritiene che in un Paese democratico un funzionario del Sismi, tale Pio Pompa, in codice “Pino”, possa costruire centinaia di dossier relativi a giornalisti, magistrati, politici del centrosinistra, ritenuti “nemici” del centrodestra? Certo, per lei quei dati erano irrilevanti. Ma se fosse stato lei in quei dossier (che non si limitavano alla semplice schedatura, ma anche alla previsione di azioni), non avrebbe parlato certamente, e con ragione, di un attentato alla libertà?
14 – Lei ha una fobia per i magistrati “comunisti”. Anche con la recente condanna del suo avvocato inglese Mills lei si è espresso nello stesso modo, dimenticando (volutamente?) che le prove sono state fornite sì dalla magistratura, ma quella inglese. Dovremmo supporre che lei non gradisce i magistrati che fanno il loro dovere, ma solo quelli “buoni” che l’assolvono?
15 – Come mai le fiducie sui decreti legge del governo Prodi lei li considerava attentati contro il Parlamento, contro la democrazia, un colpo di stato, mentre le fiducie sui decreti legge del suo governo ora sono considerate solo una normalità per accelerale l’attività governativa?
Luigino
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