Ad ormai meno di una settimana dai ballottaggi, e dal voto sui tre referenda elettorali, è giunto il momento che ognuno di noi entri nel merito degli stessi, e maturi una decisione sul "cosa fare". Io ho maturato la mia scelta, dopo aver approfondito, nei limiti delle mie scarse conoscenze, i quesiti, gli schieramenti, le conseguenze dei quattro possibili esiti referendari:
- Si raggiunge il quorum, e vince il No
- Si raggiunge il quorum, e vince il SI
- Non si raggiunge il quorum, ma prevalgono i Si
- Non si raggiunge il quorum, ma prevalgono i No
Ma prima di valutare questi scenari, vediamo di capire su cosa siamo chiamati a votare:
I TRE QUESITI:
Il primo quesito (scheda verde) riguarda la Camera, e l'abrogazione del diritto dei partiti di presentarsi uniti in coalizione. Anche lo sbarramento resta fermo al 4%. Sembra poco, ma è moltissimo. Vogliamo tradurre? Il partito che prende UN VOTO più del secondo partito, anche se dovesse prendere, ad esempio, il 9% dei voti, riceverebbe il gentile cadeau del 55% dei parlamentari. In pratica, Berlusconi, padrone del PdL, col 37% dei voti potrebbe scaricare la scomoda e ingombrante Lega, e governare il paese da solo.
Anche la soglia di sbarramento farebbe riferimento non già alle coalizioni, ma alle singole liste. Quindi, di fatto, ciò equivarrebbe ad un innalzamento surrettizio delle soglie di sbarramento.
Il secondo quesito (scheda bianca) statuisce le stesse cose, a livello regionale, per il Senato. con l'attenuante che comunque nessuno vincerebbe in tutte le regioni, ma con l'aggravante che la già elevatissima soglia di sbarramento dell'8% dovrebbe essere superata da ogni singolo partito. In altri termini, sulla base delle politiche 2008, solo il PdL e il PD avrebbero espresso senatori, visto che sia alla Camera che al Senato le soglie di sbarramento devono essere superate a livello nazionale.
Il terzo quesito (scheda rossa) statuisce l'impossibilità per i singoli candidati di presentarsi in più circoscrizioni. In altri termini, impedendo a gentiluomini della politica come il signor SB o il signor ADP di presentarsi in più circoscrizioni, toglierebbero loro il diritto di scegliere, di fatto, chi mandare in Parlamento. Di fatto, chi si candida e viene eletto nei collegi A, B e C, a seconda del collegio nel quale, alla fine, sceglierà di essere eletto, sarà lui a decidere la sorte dei primi dei non eletti. Di fatto, è falso che ciò rappresenti un sia pur lieve riavvicinamento al voto di preferenza. Le liste saranno sempre chiuse, e ALL'INTERNO DI LISTE CHIUSE i signori in questione, scegliendo il collegio nel quale saranno proclamati eletti, decideranno LORO, non NOI, quali candidati "primi dei non eletti" saranno beneficiati e quali no.
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Questa legge, se passasse, sarebbe peggiore della legge Acerbo del 1924, che spalancò le porte al fascismo. E' vero che la legge Acerbo prevedeva un premio di maggioranza che assegnava alla lista di maggioranza relativa i due terzi dei seggi (66,7%); ma è altrettanto vero che provava a salvare la faccia fissando, per il premio di maggioranza così elevato, almeno il raggiungimento di una soglia del 25%. Oggi, in teoria (è un caso estremo, di scuola, per far capire) con la soglia di sbarramento del 4% alla Camera, un partito del 4,1%, e 24 partitini sotto il 4%, consegnerebbero il 100% del Parlamento ad un partito del 4,1%. Ipotesi di scuola, ma terrorizzante.
Coi risultati delle recenti europee, il PdL col 37,5% dei voti, prenderebbe 340 deputati. Gli altri 260 andrebbero divisi, pro-quota, fra Il PD, l'IdV, la Lega, e l'UDC. che totalizzano citca il 47% dell'elettorato. Infine, a causa del non superamento della soglia del 4%, il 16% degli italiani non sarebbe rappresentato alla camera. Si tratta di 7/8 milioni di elettori. Però mi verrebbe da dire "peggio per loro". Tutti ricordiamo le schede elettorali dell'anno scorso, formato letto a due piazze, con quasi quaranta simboli.
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Poichè, come tutti sanno, i referenda sono abrogativi, e dovrebbero essere il frutto (l'unico) di una democrazia diretta, la legge istitutiva impone che i quesiti siano omogenei, che non tocchino certi temi (il fisco, i patti sovrannazionali etc.), e che siano "formulati in maniera chiara ed inequivoca". Insomma, alla portata della casalinga di Voghera. Chi volesse rendersi conto del perchè questo istituto sia agonizzante, e perchè da oltre tre lustri NESSUN referendum raggiunge il quorum, dovrebbe usarmi la cortesia di dare uno sguardo superficiale ai tre quesiti così come sono formulati nelle schede:
Ed ora vi chiederei lo sforzo di credermi sulla parola: questa roba (intendo i quesiti sulle tre schede) trasportata su word, comporta l'uso di 2970 parole. Ma non basta, perchè dovremmo avere al seguito anche "...il Decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, nonchè il Decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive..." Non credo che nessuno, neanche un docente di Diritto Costituzionale, sappia, a occhio, QUANTE siano le "modificazioni ed integrazioni successive" di un decreto del 1993 e di un decreto del 1957.
Se volessimo usare, come da nostro diritto costituzionalmente garantito, la nostra testa per leggere i quesiti, capirli, e decidere di conseguenza, dovremmo entrare in cabina con una carriola di testi di legge, ed una terna di consulenti giuridici: uno scelto dai comitati per il si, uno dai comitati per il no, ed un terzo scelto di comune accordo dai primi due. Se la cosa non fosse comica, sarebbe tragica...
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Le posizioni (vagotoniche) dei partiti. Qui arriviamo a toccare vette assolute di comicità: la voglia di populismo a volte annebbia anche le menti dei migliori. Provo a dare la mia interpretazione:
PdL: Berlusconi scopre all'improvviso che il PdL sarebbe l'unico beneficiario della vittoria del si: avrebbe, col suo solo partito, una forte maggioranza parlamentare, e potrebbe anche permettersi il lusso di scaricare la scomoda Lega. Quindi dice: perchè no? se non votiamo si noi, chi deve farlo? Per cui si fionda sul SI. Poi però cena con Bossi, il quale deve avergli detto, pressappoco: "ma tu sei tutto scemo! se mandi i tuoi a votare si, un momento dopo c'è la crisi di governo, e ti mando a casa".
La Lega: Vedi sopra: una vittoria del SI in casa Lega sarebbe catastrofica, perchè toglierebbe ai patani qualsiasi potere di ricatto o di interdizione.
Pdl componente AN: i fascisti, insieme a Di Pietro, si sono dati da fare molto coi banchetti per la raccolta delle firme. Ora però qualcuno comincia a capire che se domani il Cav. avesse un sondaggio che desse certamente la maggioranza relativa alla fù Forza Italia, Berlusconi potrebbe scaricare con grande vantaggio anche AN, e prendere per la sola componente Forza Italia i 340 deputati. La "dittatura della minoranza, a questo punto, sarebbe compiuta.
il PD: il partito ha preso un mezzo impegno per il SI quando credeva di essere destinato ad una sorta di fusione fredda con Tonino ed Emma. In quel momento, poteva anche sperare di essere in lotta per il ruolo di partito di maggioranza relativa, e quindi per il premio di maggioranza, che avrebbe liberato per sempre il PD dal giogo di scomode alleanze a sinistra. Ora, dopo il tradimento di Tonino, e dopo le cadute di consensi del PD di Veltroni, solo in piccola parte recuperate dalla gestione Franceschini, Il PD dovrebbe capire che per almeno cinque anni c'è un solo partito che potrà aspirare al ruolo di partito di maggioranza relativa, e questo è il PdL. Ma Franceschini, col consenso iniziale (in discesa) del 95% della direzione, ha detto SI. Il SI del PD avrebbe avuto un senso solo se ci fosse stata la speranza di arrivare alla rottura fra Berlusconi e Bossi. Questa ipotesi è svanita, ma il SI di Franceschini rimane. Questo SI servirà solo ad acuire i contrasti fra PD e sinistra.
Ma almeno servirà a migliorare le relazioni con Di Pietro? Niente affatto! perchè il contadino ha capito che per molti anni ancora solo due partiti, Pd e PdL, possono diventare partiti di maggioranza relativa. E nel gioco dei tradimenti incrociati, Tonino sta al PD, esattamente come Bossi sta al PdL. Se, varata la "legge Acerbo-Guzzetta", vincesse il PD, Tonino sarebbe scaricato il giorno dopo, esattamente come sarebbe scaricato il giorno dopo il Senatur. E allora? dato che Tonino forse non è intelligente, ma certamente è furbo, ha capito, e da strenuo "tavolinaro", sta facendo, sui referenda, una indecorosa, buffa retromarcia. Si sta quindi chiarendo il quadro:
- il PdL "vorrebbe" ma non può, perchè altrimenti si incazza la lega e cade il governo
- il PD non sa come fare una decorosa marcia indietro;
- la Lega ha le idee chiare: piuttosto che farsi emarginare, sarà crisi di governo
- Fini ha finalmente capito che la vittoria del si darebbe a Berlusconi il piatto, e a lui la mancetta: farà finta di lasciare libertà di scelta, e i militanti capiranno che o si va al mare, o si vota no.
- La stessa cosa farà Di Pietro, il Grande Tavolinaro
- TUTTI i partiti minori (di centro, di sinistra e di destra), contrasteranno, apertis verbis, i referenda.
Morale? accetto scommesse: questi referenda stabiliranno il record "all times" di fallimento del quorum. E poco importa, a questo punto, che all'interno dei votanti ci sia una prevalenza dei si o dei no. Credo che i referenda si fermeranno intorno al 25% di votanti. Cosa, e a chi importa, se il 13% degli italiani avrà votato si o no?
E se non si raggiungerà il quorum? Ebbene, dobbiamo prepararci a sfruttare politicamente questo errore politico e finanziario: un bagno di 430 milioni di euro immolato, in un momento di crsi nera, al populismo di Segni, di Fini, di Di Pietro. Di Segni non frega nulla a nessuno, neanche ai suoi figlioli. Ma saremo in grado di far pagare politicamente questo errore a Fini e Di Pietro? Fini è difficile, perchè è rimasto più defilato. Ma a Di Pietro, perdio! uno che ha fatto i tavolini, ha rotto i coglioni coi gazebo, e adesso dice "abbiamo scherzato"? E se cercassimo di riportare al PD i voti che Di Pietro ha portato via prima non rispettando i patti elettorali, e poi facendo campagna sfrenata più contro il PD che contro la Destra?
In teoria potremmo farlo, ma solo prendendo, come PD, NETTAMENTE le distanze dal Di Pietro tavolinaro, e dando una chiara indicazione di non voto, o di voto NO. Non potremmo dare una indicazione di voto positivo, e poi attaccare l'ex entusiasta promotore dei referenda stessi.
Innanzitutto, prendendo per tempo le distanze da chi ha voluto questo enorme sperpero di danaro pubblico, in un momento difficile per il Paese. Il PD è fuori tempo massimo. Limiti i danni riducendo la misura del proprio impegno. Scarichi le colpe su chi ha voluto, fortissimamente voluto questa minchiata.
Infine, si traggano da questo ennesimo fallimento alcuni insegnamenti. L'istituto referendario, nelle forme immaginate dai "padri della Patria", gente in genere perbene, col parterre politico che ci ritroviamo oggi non funzionerà mai più. Vogliamo ancora un istituto di esercizio popolare della volontà politica? se si, dobbiamo riformare profondamente questo istituto, nelle seguenti direzioni:
- Dev'essere ABOLITO il quorum, visto che ormai da 17 anni non lo si raggiunge MAI. Tutti hanno imparato ad usare il 30% di astensionismo fisiologico a proprio vantaggio. Smontiamo il giocattolo. Conta solo chi vota. Chi va al mare, non può sommare il proprio astensionismo volontario a quello fisiologico, per ottenere un risultato. Non si lotta in 20 contro 50.
- Si innalzi contestualmente il numero di firme necessarie, onde evitare che chiunque possa svegliarsi un mattino e proporre 23 referenda. Pannella, con questi comportamenti, ha ucciso la creatura alla quale, col divorzio e l'aborto, aveva contribuito a dare dignità. Ora contribuisca a far ritrovare dignità all'istituto referendario, associandosi a questa battaglia.
- Si vieti ogni operazione di "sartoria legislativa", che produce mostri giuridici incomprensibili, come quelli che troverete nelle schede uno e due. Si sottopongano i quesiti ad una sorta di comitato di garanti, che sottoponga i testi da sottoporre al voto popolare ad un piccolo focus-group di persone di cultura media, per verificarne la comprensibilità
P.S.: nei prossimi giorni, non faremo altri articoli, ma lasceremo ampio spazio a tutte le posizioni, anche a quelle largamente divergenti dalle nostre. Comunque finisca questa buffa storia da 430 milioni, speriamo che il giorno dopo tutti riusciremo a compattarci intorno ad un serio progetto di riforma.
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