Domenica 21 giugno, su richiesta di lettori e amici, pubblico su la Repubblica/Il Lavoro (locale di Genova) una nota sul referendum che qui esplicito.
Siamo chiamati ad esercitare la democrazia diretta attraverso l’istituto del referendum che la Costituzione italiana prevede solo nella forma «abrogativa»: un mostro diabolico per confondere le persone, costrette a dire «sì» per affermare il «no» e a dire «no» per dire «si». Il contrario del Vangelo: sia il vostro dire: sì, sì; no, no perché il resto viene dal maligno, cioè dalla coscienza cattiva (Mt 5,37).
-1) Berlusconi è molto interessato al referendum perché con gli attuali equilibri, egli governerebbe anche oltre la sua morte (che spero non tardi). La Lega non vuole il referendum perché cesserebbe di essere l’ago della bilancia del governo. Il PD non sa che peschi prendere e sbanda senza un programma né un ideale: le anime morte si scannano per l’ultimo osso da rosicchiare. Franceschini ha fatto una buona opposizione, ma era solo, è solo è rimasto. mentre gli ex degli ex si preparano a smembrarlo come si conviene in un partito di mezze calzette. Di Pietro prima ha raccolto le firme, poi si astiene. Non vedo il nesso della logica grammaticale.
.2) Personalmente non accetto ordini di scuderia e quindi decido in base alla situazione data, alle possibilità, al fine raggiungibile e alla mia coscienza.
-3) Il referendum è un dato. E’ un diritto. E’ uno strumento principe di democrazia. Boicottarlo quando conviene prima o poi si ritorce contro: anche in politica la via più breve tra due punti è sempre la linea retta.
-4) Coloro che hanno deciso di non andare a votare fanno male e forse nel 2004 hanno contestato l’intervento irrituale del card. Camillo Ruini, all’epoca presidente della Cei e anima nera della politica-atea-clerico-fascista dell’Italia degli ultimi 20 anni et ultra. Egli per fare fallire la legge sulla procreazione assistita, ordinò ai cattolici da sacrestia di disertare le urne. Tanti ubbidirono, abdicando da un loro diritto e riconoscendo a Ruini un’autorità che non aveva né poteva avere perché in materia di referendum egli valeva solo il suo voto/non voto. Invece compì una ingerenza indebita e una violazione del concordato e indebolì la democrazia italiana. Non si può abdicare dal referendum che è il vero strumento della democrazia popolare. Chi non vota, per qualsiasi motivo, indebolisce lo stato di diritto e rafforza gli approfittatori e manipolatori.
Questioni serie
Il referendum riguarda l’abrogazione di alcune parti della legge elettorale attuale che lo stesso autore, il genio Calderoli, il costituzionalista illuminato, l’uomo dai densi pensieri, ha definito «una porcata» perché ha tolto ai cittadini il diritto alla democrazia: i deputati e i senatori sono scelti dalle segreterie dei partiti e l’elettore serve solo a convalidare lo scempio degli immorali. Il referendum concede la maggioranza solo al partito che ha preso un voto più degli altri, costituendo di fatto la dittatura di un solo partito. In questo momento storico, Berlusconi torna alle elezioni e governa per altri cinque anni, trovandosi da solo col suo partito. Alla scadenza della presidenza di Napolitano, può fare il bello e il cattivo tempo anche per la Magistratura più alta dello Stato. Oggi invece, la legislatura scade prima della fine del mandato presidenziale e quindi per il prossimo presidente della Repubblica si deve raggiungere un accordo in parlamento. Molti dicono che con il referendum ci avviciniamo alla democrazia anglosassone. Peccato che qui non siamo in Sassonia, ma solo in Italia, dove sgoverna e allupa un uomo malato che vende le cariche dello stato a chi si dichiara per primo schiavo, meglio se schiava.
I quesiti sono tre:
-a) (Scheda Uno, viola): in caso di vittoria dei «sì», la maggioranza alla camera dei deputati va al partito che prende un voto in più degli altri; in caso contrario si resta come adesso: camera e senatori sono designati dai partiti.
-b) (Scheda Due, beige): idem come sopra per il senato della repubblica.
-c) (Scheda Tre, verde): in caso di vittoria dei «sì», nessuno può presentarsi in più di una circoscrizione elettorale, ma è obbligatorio sceglierne una sola.
Il 3° quesito è interessante perché impedisce l’orgia berlusconista di presentarsi in tutte le circoscrizioni, ingannando gli elettori, i quali però si fanno facilmente infinocchiare, visto che sanno che Berlusconi deve dimettersi da tutte le circoscrizioni, tranne una, e al suo posto fa eleggere quelli che vuole perché è sufficiente che li faccia mettere al 2° posto. In questo modo si eleggono prosseneti, peripatetiche, condannati, parenti, amanti, vergini già sacrificate al priapo di Sardegna e via discorrendo.
Tra il sì e il no
Poiché la legge lo consente questa volta, tra il «sì» e il «no», non mi tenzona il cor, come dice Dante, ma prevale il “NI”, austero, solenne anche perché li frega tutti. La situazione è questa:
-1) Se non andiamo a votare, resta l’attuale legge che è sempre una “porcata” e noi non lo vogliamo.
-2) Se andiamo a votare, regaliamo l’Italia Berlusconi e questo ancora meno lo vogliamo.;
-3) Se ci asteniamo, non abbiamo diritto di critica, di politica e di speranza. Siamo solo rassegnati che è la peggiore maledizione che possa colpire una Nazione senza futuro.
Per uscire da questa morsa io eserciterò il mio diritto, smembrandolo e affermando la mia dignità di persona non manovrabile, che non rinuncia a pensare con la propria testa e a decidere secondo la propria coscienza, anche se dovessi sbagliare. E’ meglio una coscienza erronea, ma rigorosa, che una rassegnazione e una sudditanza senza dignità e morale.
Per quanto valga il mio voto che uno solo e quindi per il mio 100%, agirò così, in forza della Legge:
-1) Vado al seggio a votare, portando la scheda e il documento.
-2) Mi faccio iscrivere nelle liste come presente, consegnando il documento.
-3) Mi presento al presidente del seggio, il quale mi consegna le tre schede. Io gli dico:
-a) Rifiuto la 1a e la 2a scheda, ma accetto solo la terza (colore verde).
-b) Prendo la terza scheda (colore verde) e segno in cabina un bel aSIa.
-4) In questo modo ottengo più obiettivi:
-a) Esercito il mio diritto.
-b) Mando «in culibus mundi» tutti quelli che cercano di imbrogliarmi.
-c) Elimino la norma che vieta le pluricandidature.
-d) Affermo con non condivido l’attuale legge porcata e la privo di un suo punto forza, costringendo il parlamento a modificarla.
-e) Affermo che non mi piace nemmeno quella nuova che rischia di portarmi in un regime aziendalista.
-f) Infine, inoculo una piccola dose di moralità pubblica con un atto solenne e austero di autonomia personale.
Non è più tempo di lamentarsi, ma di agire e di resistere con le armi che si hanno: la prima arma da usare è levare il culo dalle morbide poltrone e divani da dove è anche comodo contestare e protestare e andare a votare in nome della dignità. Io mi diverto anche. Non so gli altri, ma questo è un problema loro.
(Paolo Farinella, prete - Genova, 19 giugno 2009)
PS. Fino a qualche giorno fa, la lettera aperta al Cardinale Bagnasco ha avuto sul solo sito di Arcoiris 400.000 contatti; non conosco i dati degli altri blog e diffusioni. Comunico ufficialmente che ancora non ho avuto risposta né dal 50% del cardinale presidente della Cei, né dal 50% del cardinale vescovo di Genova. Appena avrò notizie vi informerò.
SOCIAL
Follow @Tafanus