La gente mi chiede come sto. Come volete che stia? DI MERDA. Stiamo tutti di merda, 70.000 persone stanno di merda.
Senza casa, senza la città, senza tessuto sociale, senza gli uffici.
Molti di noi non rientreranno nella loro casa se non tra molti anni (me
compresa), molti di noi non ci rientreranno più, perché la casa la
hanno già perduta, o perché gliela stanno per abbattere. Tutti non
rivedremo la città ricostruita prima di 7/8 anni, almeno. Le persone
anziane rischiano di non rivederla mai più.
(Tra parentesi: non viene neanche data comunicazione ai proprietari che le case vengono abbattute, ci si aspetta che siano loro ad informarsi. Che so, una cosa tipo: "scusi, che per caso state per abbattermi la casa? ah no? allora che faccio, ripasso tra qualche giorno e magari me lo dite?")
E
intanto che facciamo? Chi può lavora, lavora 100 volte più di prima,
lavora in condizioni disastrate e disperate. Anche perché tutti gli spazi agibili in città sono stati occupati dalla Protezione Civile,
obbligando altri operatori cruciali per la ripresa della città, come
l'Università ad esempio, ad andare altrove. Una Protezione Civile che,
con le [parole del Rettore di Orio] «ha una visione dell’occupazione degli spazi inquietante», parole su cui non posso essere più d'accordo, o anche con quanto scrive il sito del [Campus di Rieti].
Non tutti però riescono a lavorare, neanche in condizioni disastrate. E' il caso dei dipendenti della Transcom, 360 persone poste in mobilità.
La direzione generale spiega di non essere più in grado di pagare gli
stipendi perché non più competitiva anche a causa del terremoto del 6
aprile, che ha reso inagibile la sua sede.
E' il caso dei dipendenti della Technolabs -
uno dei più importanti Centri di Ricerca e Sviluppo del centro-sud
Italia a capitale esclusivamente italiano - 100 (su 160) dei quali
hanno solo la prospettiva di 13 settimane di cassa integrazione a partire dall'inizio di agosto.
A
fronte di questa drammatica situazione, qual è la risposta del governo
per rilanciare l'economia? Ad esempio quella di richiedere ai residenti
del 49 comuni del "cratere", a partire da gennaio 2010, la restituzione dell'IRPEF non versata a seguito del terremoto, da effettuarsi al 100% in 24 rate. Per darvi un parametro di confronto, nei paesi colpiti dal terremoto dell'Umbria, l'Irpef non venne versata per 24 mesi, e viene restituita ADESSO, dopo dieci anni e più, al 40% e in 120 rate (situazione analoga si verificò per gli alluvionati in Piemonte).
Cosa passa invece dai mezzi di comunicazione "istituzionali"? Passa la voce di un Presidente del Consiglio che grida al miracolo per
la costruzione di alloggi per circa 13.000 persone, quando allo stato
attuale solo il 54% delle abitazioni fuori del centro storico è
agibile. Se la stessa percentuale fosse valida anche per il centro
storico i conti sono presto fatti: circa 35.000 sfollati
(tralasciamo poi l'incresciosa situazione del centro storico di cui
posso dare testimonianza diretta: del nostro futuro a tutt'oggi non
sappiamo nulla, nulla di nulla al di là di poche parole del premier: «nel centro storico il tempo sarà contato non in mesi ma in anni»).
E basta. Questo è il suo miracolo. E ad agosto il premier vuole prendere casa all'Aquila per seguire i lavori di queste casette perché, parole sue, «l'occhio del padrone, come si dice, sappiamo cosa produce..» (padrone? Padrone? siamo noi i padroni della nostra città, caro premier).
Racconto queste cose, fuori dal "cratere" e la gente sembra non credermi. Abbiamo tutti la sensazione di essere stati abbandonati.
Ma
anche qui, tranne in rare eccezioni, le informazioni sulla situazione
dei terremotati continuano ad essere condivise solo dai terremotati
stessi. E così continuiamo a parlarci addosso.E il resto d'Italia continua a non sapere niente.
E
voi, che pensate di fare? Continuare a guardarci come poveri animali
allo zoo, che forse stanno anche diventando un po' noiosi a fare e dire
sempre le stesse cose da tre mesi? Beh, temo proprio che la noia
continuerà per qualche anno ...
Laura Tarantino - Università dellìAquila
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Questo post mi era stato segnalato per email dall'amico Andrea. E' pubblicato sul blog di Alessandro Tauro. Mi ha colpito la disperazione al tempo stesso rassegnata e combattiva della professoressa Laura Tarantino. Ho chiesto ad Alessandro e, per suo tramite, a Laura, il permesso di pubblicarlo. Pronta la risposta positiva. Questi amici sconosciuti la loro disperazione non intendono nasconderla. Non plaudono ai trionfalismi del Cipria e di Rambo Bertolaso. Sono felice ed orgoglioso di poter dare loro il mio piccolo contributo. Ecco cosa mi ha scritto Alessandro:
Ciao Antonio,
sono davvero felice che tu abbia ritenuto interessante la
testimonianza. Sono in diretto contatto con la professoressa aquilana che mi ha
fornito la testimonianza ed il suo scopo consiste proprio nel mostrare nel
miglior modo possibile le condizioni alle quali continua a sottostare l'intero
popolo aquilano. Ci tiene davvero tanto ad una più capillare possibile
diffusione della sua testimonianza, pertanto non solo accetto ed accetta la tua
richiesta, ma te ne siamo anche particolarmente grati! Grazie per
l'interessamento.
Alessandro Tauro
Da parte mia, invito tutti coloro che hanno un blog ad aiutare la diffusione di questo post. Coloro che non hanno un blog, potranno contribuire inviando il link ai loro amici. Grazie. Tafanus
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