B&A: La non strana coppia
Con un governo pronto a mettere la fiducia come aveva fatto alla Camera. Dopo un anno di ininterrotta moral suasion, dopo aver messo in allerta Fini e Schifani, il presidente della Repubblica ha compiuto il passo definitivo, ha chiamato al Quirinale il Guardasigilli Alfano. Che arriva lesto lesto. Poco meno di un'ora di colloquio, accanto i suoi esperti giuridici, un esordio che non consente spiragli di trattativa: "Sono molto preoccupato e turbato per la tensione che si sta creando nel mondo della giustizia e della stampa su questa legge. I miei consiglieri mi spiegano che se dovesse passare così al Senato i vizi di palese incostituzionalità mi costringerebbero a fare un passo che di certo non vi sarebbe gradito". Il ministro della Giustizia, che si è sempre mostrato rispettoso del Colle, non tenta neppure una difesa. Alla fin fine sa che al premier questa legge non è mai piaciuta perché lui ne avrebbe voluta una molto più dura, con gli ascolti autorizzati solo per mafia e terrorismo. Nel rinviarla, soprattutto in ore in cui, per le voci su procure in azione, non vuole scontri con toghe, polizie, servizi, non soffrirà troppo. Napolitano prosegue: "È vero che avete intenzione di mettere la fiducia?".
Alle orecchie di Alfano risuonano le tante insistenze di Giulia Bongiorno, la presidente della commissione Giustizia della Camera e alter ego di Fini per la giustizia, che si è battuta nella sua maggioranza per "limitare i danni". Ma anche lei, di fronte ai falchi ghediniani e alfaniani che insistevano, ha dovuto piegare la testa sugli "evidenti indizi di colpevolezza" che adesso diventeranno "evidenti indizi di reato". E infine il capitolo sulla stampa, dal carcere (fino a un anno) per i giornalisti che pubblicano intercettazioni da distruggere e che fanno protestare anche il Garante della privacy Pizzetti, alle supermulte contro gli editori, ai testi delle telefonate che non si potranno pubblicare neppure per riassunto, creando così una marchiana e irragionevole differenza tra una prova, gli ascolti, e un'altra, una lettera, un verbale d'interrogatorio che invece, quelli sì per riassunto, potranno essere pubblicati.
Non prende appunti Alfano, ma il terremoto che si abbatte sul suo ddl è intensissimo. Non di modifiche formali si tratta, ma di cambiamenti sostanziali. A Napolitano non era affatto piaciuto il grido dell'Anm, "sarà la morte della giustizia", ma i suoi rilievi sono la riprova che la legge stoppa indagini e cronaca giudiziaria. Il Guardasigilli se ne va tranquillizzando il presidente: "Non abbiamo fretta, seguiremo i lavori del Senato". Alfano sa che Berlusconi non vuole spingere l'acceleratore sulla giustizia. La decisione della Consulta sul lodo Alfano è alle viste, le procure incombono, il premier continua ad avere il dubbio che il Bari-gate sia esploso a ridosso del voto della Camera giusto sulle intercettazioni. Questo ddl e la famosa riforma costituzionale della giustizia possono aspettare. Alfano l'ha detto al presidente preoccupato di uno scontro estivo con le toghe: "I prossimi consigli dei ministri saranno dedicati all'economia. Io sono soddisfatto del mio lavoro. Domani (oggi, ndr.) entra in vigore la riforma del processo civile, in cui ho profondamente creduto ed è legge la sicurezza con le norme antimafia più forti da quando è morto Falcone. Che senso avrebbe una riforma costituzionale a metà luglio?". C'è tempo. Magari quando si saprà se la Consulta conferma o boccia il lodo Alfano. (di Liana Milella - Repubblica)
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Questi due "errori di natura" avrebbero potuto risparmiarsi, e risparmiarci, l'ennesima figura di merda. Di Silvio, ormai, sappiamo quasi tutto, nonostante il silenzio al quale si sono condannati due fra i peggiori giornalisti degli ultimi 50 anni: Augusto Minzolini-Scodinzolini, e il Molto Clemente J. Mimun. Sappiamo delle troie, delle "immagini", del priapismo cronico, della totale mancanza di buon gusto e di senso delle istituzioni, della faccenda Mills, e del suo fascicolo pronografico e giudiziario alto come una casa.
Di "Angelino" Alfano, quello che non sappiamo, lo possiamo immaginare. Scuola DC (quella peggiore, transitata di fretta in Forza Italia; oltretutto, DC siciliana. Prono segretario particolare del maialetto di cui al paragrafo precedente, pronto a tutte le porcherie (dal "lodo" omonimo, che autorizzerebbe in teoria il suo padrone a stuprare una suora in Duomo durante la messa di mezzogiorno senza pagar pegno), alla vergognosa "cena promozionale" con due "giudici" della Suprema Corte, che il 7 ottobre sono chiamati a giudicare della costituzionalità del "lodo" che porta proprio il cognome di "Angelino". Osservatela bene, la foto in alto: col patetico servetto pronto persino a "rimpicciolirsi" fisicamente, pur di non fare ombra al suo donatore di poltrone. Povera Italia!
Noi non sappiamo come andrà a finire, questa cosa. Come in altre occasioni, proveranno ad apportare modifiche marginali, che lasceranno intatto l'obiettivo principale: quelllo di salvare il salvabile della faccia di culo di un ceto porno-politico ormai inguardabile. Contro tale evenienza, proponiamo di lasciare intatta la proposta di fermare tutti i blogs il giorno 14 Luglio, in segno di lutto per l'informazione, pubblicando SOLO il manifesto mortuario che porà essere scaricato in calce. Tafanus
Di "Angelino" Alfano, quello che non sappiamo, lo possiamo immaginare. Scuola DC (quella peggiore, transitata di fretta in Forza Italia; oltretutto, DC siciliana. Prono segretario particolare del maialetto di cui al paragrafo precedente, pronto a tutte le porcherie (dal "lodo" omonimo, che autorizzerebbe in teoria il suo padrone a stuprare una suora in Duomo durante la messa di mezzogiorno senza pagar pegno), alla vergognosa "cena promozionale" con due "giudici" della Suprema Corte, che il 7 ottobre sono chiamati a giudicare della costituzionalità del "lodo" che porta proprio il cognome di "Angelino". Osservatela bene, la foto in alto: col patetico servetto pronto persino a "rimpicciolirsi" fisicamente, pur di non fare ombra al suo donatore di poltrone. Povera Italia!
Noi non sappiamo come andrà a finire, questa cosa. Come in altre occasioni, proveranno ad apportare modifiche marginali, che lasceranno intatto l'obiettivo principale: quelllo di salvare il salvabile della faccia di culo di un ceto porno-politico ormai inguardabile. Contro tale evenienza, proponiamo di lasciare intatta la proposta di fermare tutti i blogs il giorno 14 Luglio, in segno di lutto per l'informazione, pubblicando SOLO il manifesto mortuario che porà essere scaricato in calce. Tafanus
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