Leggo sul Sole 24 Ore che Renzo Bossi veterano e reduce di ben tre trombature all’esame di maturità e chiamato con lusinghiero soprannome “la Trota” dallo stesso papà Humbert, è entrato, sicuramente per meriti e curriculum, a far parte della speciale commissione che avrà il delicatissimo compito di sorvegliare per conto delle piccole imprese la realizzazione dell’Expo 2015 a Milano e la distribuzione di fondi e commesse in quel carrozzone che comincia a suscitare le preoccupazioni di Formigoni e a richiamare l’attenzione del magistrati.
E’ una nomina che offre sicure garanzie di attenta e preparata supervisione sullo snodo cruciale del carrozzone - i danèe - e un esempio concreto, fattivo, non parolaio, di come la Lega protegga la famiglia e affermi i valori più autentici della cultura italiana, fondata sulla parentela, già mostrato quando Humbert sistemò al Parlamento Europo (dunque a spese nostre) alcuni dei suoi cari. Lo specchietto del “merito” è per i polli che danno i voti. La famigghia è per noi che l’abbiamo potente e duro. (Full disclosure: sono figlio, purtroppo ormai orfano, di un giornalista, ma almeno superai la maturità a giugno e al primo tentativo, con grande stupore di mia madre e mio padre, stupore superato soltanto dal mio conseguimento di una laurea cum laude alcuni anni più tardi. E mio padre non mi diede mai della trota, semmai del più nobile e colto “asino”)
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