Possiamo stare tranquilli, il Corruttore ha parlato e ha tranquillizzato: nessun problema con il Vaticano e la Chiesa perché i rapporti non sono stati mai così buoni. La colpa semmai è di qualche fessacchiotto di parroco che è «caduto nella trappola della sinistra». Lui, poi, poverino! non ha mai cercato un incontro con il papa perché non ce n’era bisogno. Il bugiardo non perde né il pelo né il vizio: resta bugiardo in aeternum, ma ha paura e ha perso la sicumera di un tempo. L’uomo non può smentirsi, ma credo che lo imbottiscano di psicofarmaci per non farlo sbulaccare come sarebbe suo carisma.
C’è un crescendo inquietante che aumenta d’intensità nell’assuefazione generale e nel silenzio della politica (colla “p” minuscola). L’opposizione, quella che resta, si è liquefatta alla calura estiva ed a governare il rodeo sono rimasti solo il Bossi e i suoi bossolotti. Non avendo idee, straparla e appena vede un bicchierino di «snappa», va fuori di testa, ottenendo purtroppo il risultato voluto: non si parla d’altro che di bandiera e di gabbie salariali, lasciando in ombra le tende in Abruzzo, il Pil che crolla, l’economia che va alla deriva, la militarizzazione dell’Italia con la presenza più che simbolica dei militari che però sono utili idioti per introdurre sempre più il nostro Paese in processo autoritario. Ecco la decadenza: ignoranti e mafiosi al governo!
Berlusconi ha attaccato il tg3 e il PD non ha preteso l’apertura forzata del Parlamento per tempestare di interrogazioni il governo su una ingerenza malefica e maledetta del diretto interessato: è lui, Berluskonijad, parente stretto di Putin e di Amin Dadà che deve dimettersi, non il tg3 che a noi va bene così come è e che vorremmo più libero e aggressivo. Berluskonijad non ha diritto di parola in un Paese che ha svergognato in ogni angolo del mondo. Dopo il tg3 come se fosse una affermazione di passaggio ha attaccato i parroci che per dabbenaggine sarebbero «caduti nella trappola» della sinistra perché lui non ha nulla di che vergognarsi davanti a nessuno e davanti ai figli. Dobbiamo dire che mai il proverbio fu così calzante come quello che dice «tale il padre, tali i figli?».
Posso capire che a figli e figlie interessi il patrimonio arraffato con i soldi (almeno in parte) degli Italiani (frodi fiscali) e con la corruzione (almeno in parte) dei partiti, e con le turbative d’asta e l’esportazione all’estero di valuta. Vorrei sapere dalla figlia Barbara e dal pio Luigi (si dice che sia fervente discepolo di Comunione e Liberazione) che mi parlino ancora della «equità» del loro «papi» e svelino in pubblico quanti miliardi sono depositati all’estero, al sicuro dal fisco italiano e dagli imbecilli idioti che mentre li derubava gli hanno consegnato l’Italia, mani e piedi legata. Se i figli fossero «equi» e non figli di codesto papi di Casoria, dovrebbero restituire tutto al popolo italiano, vero proprietario della mala ricchezza di famiglia e andare a lavorare come fa la gente per bene. Noi non possiamo tollerare che un pirla faccia di noi quello che vuole lui e la sua congrega. Dobbiamo porre in atto una strategia di sopravvivenza, di attacco e di civiltà.
Avete visto il PD in questi mesi? Se ne trovate anche solo l’ombra, fatemelo sapere: così solo per conoscenza, perché a volte mi prende l’illusione che esista un fantasma di opposizione. Che volete sono un utopista! Mi pare che i candidati alla segreteria siano tutti abbronzati, riposati, sereni, teneri, distesi, rilassati; D’Alema poi deve essere infognato in qualche corpo a corpo con qualche squalo marino, perché i suoi baffetti sono silenti e taciturni; ma forse è a pescare con Berluskonijad con cui pianifica la funzione della sinistra nel contesto della destra e di Berluskonijad che ha il diritto di governare a suo piacimento. Si sa, d’estate anche le rivoluzioni fanno una pausa!
La presenza dei militari nelle nostre città è il segno della prova per militarizzare il Paese: dopo il tg3 e i parroci è il turno delle città. A Genova in tre fermano un immigrato ubriaco che non riescono a contenere: chiamano aiuto e ne arrivano altri due. Cinque contro uno e ubriaco. Alla fine tre militari vanno al pronto soccorso e due finalmente vincono la guerra contro l’immigrato e lo portano dentro. Il servizio militare cittadino si svolge di giorno, rigorosamente dalle ore 10 alle ore 18,00, con gelato incorporato. Di notte, però, i soldatini, no, non possono uscire, sia perché la mamma li sgrida sia perché i piccini si spaventano e corrono il rischio di fare il latte cagliato.
Il decreto antiumano e antirazzista probabilmente farà svegliare i vescovi che finalmente si sono accorti che vieta anche i matrimoni «misti», creando anche problemi di natura giuridica tra Stato e Chiesa in nome del famigerato concordato. Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Il matrimonio è un diritto fondamentale che viene prima del diritto primario. Nessuno può proibire ad alcuno di sposarsi. Questo governo della vergogna lo fa e si arroga il diritto di violentare la natura. Ora potrebbe accadere un conflitto giuridico tra Stato e Chiesa perché, per i matrimoni concordatari, il prete è anche ufficiale di stato civile: per la Chiesa i matrimoni sarebbero validi, però non lo sarebbero per lo Stato; ma i matrimoni concordatari hanno anche valore civile. Quando governano gli ignoranti, digiuni di diritto e di naturale buon senso.
Boicottare questa legge razzista è il minimo che possiamo fare se vogliamo mantenere la dignità di essere cittadini dell’umanità. In prima fila dovrebbero essere i credenti, i quali in nome di un Dio perseguitato, non possono scendere a compromessi con questi immondi autisti del vapore senza patente e senza bussola. Spero e prego che come presidente di una associazione che si occupa di barboni, io possa essere denunciato e portato in carcere. Non chiederei nemmeno l’avvocato d’ufficio, chiedendo di difendermi da solo. A mia difesa leggerei il vangelo: Beatitudini (Mt 5) Magnificat (Lc 1), Giudizio universale (Mt 25), Padre nostro (Mt 6). Il resto è superfluo.
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Ultim’ora: Intervista a «Chi», giornale addomesticato di famiglia (18-08-2009)Rispondendo alle [critiche dell'Avvenire], che peraltro è stato molto parco e trattenuto, Berlusconi dice: «Sono anche loro caduti nel tranello delle calunnie contro di me, prendendo per vere notizie false». E dunque «io non ho mai intrattenuto “relazioni” con minorenni e non ho mai organizzato “festini”. Ho partecipato soltanto a cene certamente simpatiche, ma assolutamente ineccepibili sul piano della moralità e dell’eleganza. E non ho mai invitato consapevolmente a casa mia persone poco serie».
Il losco, dunque, vuol farci credere che le intercettazioni, le registrazioni e anche la sua voce chiara e forte pubblicate dai giornali di mezzo mondo siano tutte falsità. Da che pulpito! Ora sappiamo che non si chiamano più «festini orge, ammucchiate, prostituzione, scambio di favori, ecc., ma si chiamano «cene certamente simpatiche». Ho provato ad immaginare come possa essere una cena «simpatica, ma per mio difetto non ci sono riuscito. Conosco cene tra amici, di lavoro, di rappresentanza, noiose, schifose, ma non mi sovviene di conoscere il «tipo» della cena «simpatica», a meno che «l’utilizzatore finale» non abbia in mente una cena durante la quale si proiettano filmati sulle sue prodezze all’estero e che sfocia direttamente nel bordello: dalla tavola al dessert di carne fresca e stagionata. Se i vescovi volevano la prova, eccola: non solo Berluskonijad non è pentito per avere mentito agli Italiani, non solo non è pentito per avere spergiurato sulla testa dei figli in tv dal servo Vespa, ma ora è anche recidivo sapendo di esserlo. Nega l’evidenza, nega la realtà.
I frati di Padre Pio si dicono disposti a ricevere l’impenitente, ma aspettano la dichiarazione ufficiale, come se fosse una questione di Stato. Sapevo che Padre Pio è sempre stato ed è uno slogan affaristico per vendere religione scadente a buon mercato, ma che fosse anche un lasciapassare per impenitenti recidivi e spergiuri giulivi, questo doveva ancora avvenire. Forse a settembre si riempie il vuoto. Amen.
Con l’intervista a «Chi», giornaletto della «famiglia», corredato di foto scattate all’uopo, il Berluskonijad ancora una volta ha trasformato la sua famiglia, i suoi figli e i suoi nipoti in affare pubblico e nello stesso tempo rivendica il diritto alla privacy. O c’è o lo fa. Lo fa, lo fa!
Spero solo che i vescovi e Boffo dell’Avvenire ne prendano visione e atto e sappiano agire di conseguenza. Eppure sento ancora fare dei «distinguo» e vedo che la gerarchia e Avvenire lo prendono con le «pinze» e sono circospetti, precisano che non vogliono giudicare e più parlano e più fanno rimpiangere il tempo in cui tacevano. Che si decidano: invece di girarci attorno con mille precauzioni, che stiano zitti oppure dicano: Berlusconi è un porco, è scaduto come uomo e come governante; passerà alla storia come il ricco che comprava prostitute; riteniamo che per il bene del Paese debba dimettersi Le sue leggi su misura personale e l’ultima sul reato di clandestinità, che meglio potrebbe essere definita come .«legge sul reato di esistere». Qualsiasi altra parola è di troppo, anche il tacere perché tutti siamo ormai certi che l’Unto del Signore è diventato il Bisunto d’Italia.
Paolo Farinella, prete
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