Cari Amici e Amiche,
come scrissi, alcuni giorni fa su Facebook, devo correre ai ripari e sopravvivere. Per fare questo devo staccare da internet o quanto meno darmi delle regole ferree. Attualmente ricevo centinaia di richieste al giorno: di discutere su svariati argomenti, chi chiede un parere, chi invita a visitare blog, chi chiede piccoli o grandi interventi da pubblicare su argomenti molto diversificati, quando addirittura non si tratta di intavolare una discussione, ecc. ecc.
Poiché sono educato rispondo a tutti (qualcuno nella massa mi può scappare), ma ora se mantenessi questo ritmo non farei altro che rispondere, rispondere, rispondere. A volte trascorro una intera giornata a rispondere. Io sono solo e ho solo due mani. Il mio lavoro principale sono i colloqui di aiuto, poi viene la preparazione alla liturgia, poi il lavoro di ufficio, poi le mie ricerche, gli articoli già impegnati, poi i libri. Il mio editore chiede che consegni un libro già quasi pronto, ma non riesco a trovare il tempo di rileggerlo. Anche tutto il resto ne risente per cui mi sento un recluso che rischia di morire di pc. Non posso permetterlo.
Ecco quindi le regole che mi do da solo, e spero che nessuno si offenda.
-1) Per alcuni mesi, prenderò atto delle e-mail che arrivano, ma non risponderò, né accetterò inviti di collaborazione perché rischio di diventare ripetitivo e superficiale. Quello che si scrive deve essere pensato. Risponderò solo alle e-mail strettamente personali.
-2) Questo assedio buono, affettivo e di condivisione rischia di banalizzarmi. Non sono un tuttologo.
-3) Scriverò meno e pubblicherò se ritengo giusto farlo.
-4) Mi dedicherò ai miei lavori di ricerca e di tanto in tanto mi affaccerò alla finestra degli internauti.
-5) Continuerò a spedire la liturgia il mercoledì (pomeriggio, forse).
-6) Su Facebook ho raggiunto un livello di amici di quasi 800 persone. Accetterò solo richieste di amicizia dirette, non accetterò inviti di amici e gruppi d’interesse.
-7) Le cose che pubblico io non sono date per suscitare un dibattito accademico, ma sono mie riflessioni che condivido: chi le condivide le tiene, chi non le condivide le cestini.
-8) Voglio mantenere il rapporto con la mia coscienza libero e attento. Devo scrivere quando il cuore preme, non secondo le urgenze della rete o le attese di altri.
-9) Questa mia scelta è un bisogno spirituale, non è dettata da convenienze o timori o interventi esterni. Sarò sempre trasparente e vi informerò senza giri di parole di tutto ciò che può accadere.
-10) Un mio amico mi comunica queste tre lettere pubblicate da «Il Giornale» del padrone. Ogni giorno il «Giornale», Cronaca di Genova, mi onora di citazioni dirette anche con titoli a nove colonne. Se fossi Ruini, risponderei: «Noi non indietreggeremo. Noi non fuggiremo». Siccome sono solo Paolo, rispondo: «Non leggo giornali pornografici» per cui non mi azzardo a perdere tempo. Ciò che distingue la dignità dalla vigliaccheria è la consapevolezza dell’intenzione. Questa gente, assoldata apposta, sceglie di gettare fango sugli altri per pulire la propria sporcizia.
Ecco di seguito le perle del «Giornale» che si possono reperire [al sito] che mi segnalano - ma che io non ho consultato - dal titolo fascista:
«Come i sacerdoti nel Tempio Farinella va cacciato»
(...ma non erano i MERCANTI che dovevano essere cacciati dal tempio? questa, più che una "perla", è un'autentica minchiata, figlia della "qultura" della destra... Tafanus)
L’oltraggio del parroco genovese ai militari morti in Afghanistan unisce atei e credenti.
di Redazione
Egregio direttore, sono credente. Credente in un Dio giusto e misericordioso. Credente in Cristo: in quel Cristo che usò tutto il suo potere soprannaturale, tutte le sue «armi» per cacciare i Sommi Sacerdoti dal Tempio che avevano trasformato quel luogo sacro in un mercato e luogo di mistificazione e bestemmia.
Ma scopro con amarezza e stupore che di quei Sacerdoti vi è ancora un superstite... o meglio, un seguace: tale don (?) Farinella che, visto il suo farneticante «i soldati morti sapevano...» dovrebbe invece lui sapere che con la tonaca che indossa dovrebbe essere apostolo di Cristo in terra, che dovrebbe sapere che i morti vanno rispettati e onorati, che dovrebbe sapere che le sue dichiarazioni suonano nella città di Genova come una bestemmia.
Attilio Sanna
Egregio direttore, di gente stupida che «gioisce» ogni qualvolta muore un militare italiano all'estero, purtroppo ce n'è tanta, ma mai mi sarei aspettato di ascoltarle da chi invece avrebbe dovuto portare parole di conforto e di umanità nei confronti di chi ha dato la vita per uno scopo di pace. Questo «elemento» (perché non si può definire in altro modo) che ha la faccia tosta di portare l'abito talare, immeritatamente secondo me, è «don» (?) Farinella, che ha perso una chiara occasione per tacere.
Forse non ricorda «don» (?) Farinella che la Chiesa ha fatto molte più vittime, oltre che con le Crociate, anche con quella marea di missionari che in missione di pace, in paesi dove non esisteva la religione cattolica e in nome di quest'ultima, hanno azzerato le loro tradizioni, i loro costumi, il loro credo.
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Adesso basta. Non è possibile vedere a Genova prima i no global appendere un cartello dove manifestano la loro gioia perché sono stati uccisi 6 italiani, ora anche i Preti genovesi si permettono abomini del genere? Bagnasco se ne vada; il mio Cardinale resta Siri. Non è possibile che il presidente della Cei e Vescovo di Genova, il Cardinale Bagnasco, mostri ulteriormente silenzio davanti ad affermazioni del genere.
Il parroco della Chiesa genovese San Torpete, tal Don Paolo Farinella, torna a far sentire la sua voce offendendo i nostri soldati uccisi, chiamandoli mercenari, parlando di assassini, di stupratori (???) spinti dai soldi e dal divertimento nello sparare e addirittura prende in giro il povero bambino Martin Fortunato, orfano del papà Antonio. Il bimbo che ha fatto piangere tutto il mondo accarezzando la bara del papà salutandolo con la manina. (???) Basta, non è possibile che il cardinale taccia davanti a queste offese, non è possibile che a quel prete sia permesso scrivere offese del genere sulla rivista Micromega. Qui non è libertà di stampa, qui sono ingiurie e follie. Ma Gesù non predicava l'amore?
Vergogna e pura vergogna per tutta la Curia genovese, se non vengono presi provvedimenti drastici. Il cardinale Bagnasco nuovamente sta dimostrando un atteggiamento sbagliato e che mi fa vergognare di essere figlio della Curia genovese. Silenzio davanti a don Gallo, l'uso di marjuana e l'aiuto ad abortire le ragazze, silenzio davanti a Don Prospero che mette la moschea nel presepe, silenzio, silenzio e solo silenzio.
Ho scritto un telegramma al cardinale invitandolo ad allontanare immediatamente Don Paolo Farinella o a «dimettersi» lui stesso. Il Cardinale Giuseppe Siri si starà rivoltando nella tomba, nel vedere queste cose e questi silenzi da parte del suo successore.. Silenzi non nuovi. Stessa cosa ho fatto verso il card. Dionigi Tettamanzi, perché a Lecco c'è un altro prete che vergognosamente usa gli stessi toni, Don Giorgio De Capitani. Due elementi che parlano d'odio e che la Chiesa deve immediatamente allontanare.
Il Santo Padre Benedetto XVI deve anch'egli rendersi conto di quali Vescovi e sacerdoti la nostra Chiesa non ha bisogno; queste sono avvisaglie profetiche perché quando S.S. Paolo VI parlava di «nubi nere che si avvicinano nella Chiesa”, quasi sembrava vedesse queste figure.
Presidente "Giovine Italia"
La lettera di Paolo Farinella si ferma qui. Io invece sono sempre molto curioso, ed ho voluto approfondire... Intanto che strane, queste tre lettere... La prima (firmata Attilio Sanna) e la seconda (firmata Luciano Sirighini Garagnani), sono affette dallo stesso, identico "tic" letterario: quel "don (?) Farinella"... Che idem-sentire (come direbbe Bossi) o che telepatia (come diremmo noi persone normodotate... E poi che stranezza... la seconda lettera, che rassomiglia alla prima, è firmata, come ho detto, Luciano Sirighini Garagnani; la terza è firmata "Presidente della "Giovine Italia"... Niente di strano, non fosse per il fatto che il presidente della "Giovine Italia" per caso si chiama Luciano Sirighini Garagnani...
Poi c'è ancora un'altra stranezza (questa volta di carattere editoriale): le "lettere al giornale", in qualsiasi giornale che si rispetti, vanno a finire in un'apposita rubrica di "Posta", graficamente ben distinguibile dal contenuto redazionale del giornale stesso. Invece il Geniale (aprire il link e verificare) "apre" un articolo con grafica, titolo, e persino firma Redazione, e poi ci infila dentro non un articolo, ma tre lettere, che forse sono due, o forse una, del Presidente della "Giovine Italia". Come diceva Andreotti: a pensar male...
Il tutto mi ha fortemente incuriosito, e mi ha spinto ad approfondire la conoscenza di questo figuro che, nell'anno di grazia 2009, presiede un'associazione che si chiama "Giovine Italia". Giovine, non giovane. Attenti a non sbagliare... Mazzini potrebbe offendersi.
Le informazioni che seguono sono tratte dal sito
Riceviamo e pubblichiamo:
Oggi pomeriggio alle 16,30 l'Associazione Giovine Italia ha organizzato un'assemblea aperta alla cittadinanza, presso i locali della Parrocchia di Santa Zita. All'incontro parteciperanno il parlamentare europeo e segretario nazionale Forza Nuova Roberto Fiore, di cui molti hanno avuto modo di farsi un'opinione. Interessante è invece approfondire la conoscenza dell'altro promotore dell'iniziativa, il presidente nazionale della Giovine Italia, Luciano Silighini, la cui biografia offre uno spaccato interessante di cosa vuol dire essere fascisti oggi, sapendo coniugare tradizione reazionaria e modernità spettacolare.
Nato nel quartiere operaio di Cornigliano da una famiglia bolognese il 23 febbraio 1976, a quattro anni, per sua stessa dichiarazione, sa già scrivere e leggere come un piccolo intellettuale. "Fin da bambino dell'asilo" scrive sul suo sito "giravo con disegnata sui quaderni la 'fiamma tricolore' del M.S.I." (...insomma, un predestinato... Taf) [...] Nel 1993 è tra i fondatori di Forza Italia Liguria. A 17 anni è il più giovane dirigente di FI nazionale. A 19 è presidente del "Club Forza Italia Modigliani" e nel 1997 vince il congresso nazionale del partito diventando coordinatore regionale.
Si laurea in Filosofia delle Religioni. La teologia, applicata alla (propria) vita è la sua passione. Dopo un intenso contatto epistolare con il cardinale Luigi Tettamanzi fonda la "Confraternita della Croce Nera". Intanto Silighini continua la sua attività all'interno di Forza Italia con passione e successo, collaborando anche all'organizzazione e sviluppo delle risorse umane della Provincia di Genova. Nel 2001 ha la bella idea di istituire "IL TROFEO DELLA LIBERTA'" e nel 2005 inventa il concorso nazionale "MISS AZZURRA: la più bella di Forza Italia" (insomma, in FI la figa è la figa, fin dalle origini del "movimento"... Taf)
Silighini, come tutti i giovani italiani sani, ama scherzare, divertirsi e viaggiare, come dimostrano le belle pagine personali sul suo sito , ed è anche uno sportivo, ma resta comunque una persona molto seria ed impegnata: nel 2006 entra nel "Comitato per l'Occidente" del sen. Marcello Pera.
Durante l'utlima campagna elettorale lamenta di aver subito diverse aggressioni in cui viene apostrofato come fascista. Una di queste avviene proprio nel suo quartiere d'origine, Cornigliano, da parte di un ex-partigiano ottantunenne; l'altra, stando alle dichiarazioni dello stesso Silighini, da parte di un marocchino (...insomma, insulti bi-partisan...)
Nell'ottobre del 2007 è tra i promotori, insiema a Forza Nuova, della fiaccolata di protesta contro la proposta di costruzione di una moschea a Cornigliano. Silighini, che nell'azione politica come nella vita è coerente coi suoi radicati principi morali e religiosi, organizza anche un rosario davanti alla madonna posta proprio di fronte all’ingresso delle ex officine Passalacqua, l’edificio di proprietà del centro islamico ligure dove potrebbe sorgere la quarta moschea ligure. "Faremo come fecero i nostri antenati nel 1746", dichiara Silighini al SECOLO XIX di Genova. "Dopo molto pregare davanti a una statua della Madonna videro levarsi le acque del Polcevera e trascinare via mille soldati austriaci". E aggiunge: «per una preghiera che illumini le menti dei politici affinché scaccino i romeni accampati sul fiume, non trasformino l'Italsider in una centrale elettrica e, soprattutto, rinuncino alla possibilità di realizzare qui una moschea».
Sempre nel 2007 interviene nel dibattito politico su sicurezza-criminalità-immigrazione proponendo, come presidente dell'associazione culturale Giovine Italia, la castrazione chimica. Intervistato da Giovanni Buzzatti per Il Giornale, Silighini parla a nome dell'associazione e, a chi gli fa notare che i suoi membri si dichiarano «legati da un’ispirazione dichiaratamente di destra», precisa che «su temi del genere, e in questi tempi, destra e sinistra contano sempre meno. Io vivo a Cornigliano, dove vediamo ogni giorni che effetti deleteri provocano i campi nomadi, siano autorizzati o meno. Le ultime vicende di cronaca (la donna massacrata a Roma, i fidanzatini aggrediti mentre erano in auto) ci dicono che l’Italia è il fulcro del degrado dell’Occidente. Bisogna reagire. Il pacchetto sicurezza del governo? Un contentino di fronte a un’emergenza continua. Su questi temi, lo ripeto, siamo tutti d’accordo: una donna non può girare con l’incubo di essere aggredita. Chi lo fa deve sapere che gli spetta una punizione esemplare».
In occasione di quell'intervista, e precorrendo brillantemente i tempi, propone quella che, per sua stessa ammissione, è una sua vecchia idea: far intervenire l'esercito nei quartieri a rischio delle città italiane. «Mandiamo l’esercito nei quartieri a rischio. Questo non significa militarizzare la città o creare un clima di paura. Al contrario: vedendo qualche divisa in strada tutti si sentiranno più difesi».
Venerdì 18 gennaio 2008 nella federazione genovese di Forza Nuova in Piazza Giusti 1, il segretario nazionale di FN Roberto Fiore, annuncia con gioia la collaborazione con un ex-dirigente di Forza Italia: Luciano Silighini. "Silighini - si legge sul sito di FN - ex responsabile giovani di FI, fondatore del primo Circolo di Forza Italia di Genova, ha guidato la rivolta anti-immigrazione di Cornigliano, quartiere nel quale ha preso 2000 preferenze. Brillante intellettuale, cattolico fervente, carismatica personalità politica vicina ai bisogni della gente comune, Silighini è anche un self-made-man, che ha saputo conquistarsi una posizione di prestigio anche nel campo lavorativo. Dal 1993 si dedica all'attività di ideazione, organizzazione e produzione di format televisivi, specializzandosi nell'organizzazione di meetings e congressi politici, e nella consulenza a parlamentari".
Dopo aver lavorato per le più note ditte del panorama econimico nazionale, dal 2000 inizia ad occuparsi esclusivamente di televisione, collaborando anche come talent-scout, a importanti produzioni televisive e cinematografiche e dimostrando così come di questi tempi fascismo e il cattolicesimo più reazionari vadano più che d'accordo con il mondo della televisione e delle veline. In pochi anni i successi sono molti, tanto che i principali rotocalchi italiani parleranno di lui. Il 14 febbraio 2003, Novella 2000 scrive: "Pare che il noto manager televisivo Luciano Silighini Garagnani dopo aver flirtato prima con Alessia Fabiani, ex letterina e poi con Maddalena Corvaglia, ex velina di "Striscia la notizia" ora s'intrattenga con una ex miss di "La sai l'ultima" e quasi velina bionda Francesca la Gala... " Instancabile, creativo e molto sensibile al mondo femminile, e forse in omaggio ai suoi trascorsi berlusconiani, ha diretto un film dal titolo "21 giugno" dedicato alla leggenda del fantasma Azzurrina. Dal 2007 ha in lavorazione anche un film sul grande Genoa di Skhuravy e Agiuleira, un'altre delle passioni di questo giovane italiano a cui tutti dovremmo appassionarci...
...insomma, un democratico, impregnato di cultura, buoni sentimenti e gusti elevatissimi... Tafanus
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