Ormai Gianfranco Fini è stato messo nel tritacarne dai media del Cavaliere. Oggi il Geniale lancia pesanti allusioni ricattatorie verso Fini. I titoli lasciano intendere che ci siano porcherie da sexual addicted, analoghe a quelle di Berlusconi, a carico di Fini. Poi si legge bene, e si scopre che Feltri riscopre probabilmente l'acqua tiepida, e cioè l'inchiesta di Woodcock del 2006 sul dottor Sottile (non Giuliano Amato, per cariità... solo Salvo Sottile, portavoce di Fini), e la Gregoraci. Roba gravissima, ma che riguarda Sottile, non Fini. E' così? se non è così, Feltri ci dica com'è. Se è così, si scusi. Fini, da parte sua, tragga le conseguenze. Ci eviti l'ennesimo spettacolo del cane che abbaia, ma al momento di mordere preferisce virare verso l'abituale leccatina. Ormai NESSUNO si può più nascondere. Facciano tutti la cortesia di rispondere, possibilmente dando una sola versione dei fatto, o si facciano rispettosamente da parte. Non non ne possiamo proprio più, di questo porcaio.
Ecco cosa emerge dagli interrogatori del giugno 2006 del magistrato Woodcock:
Sottile respinge le accuse, ma la Gregoraci lo smentisce [Repubblica - 22 giugno 2006]
POTENZA - «Non ho mai preso mazzette. Non ho mai avuto rapporti sessuali con la signorina Elisabetta Gregoraci. Ho solo [...] dato una mano alla signorina Gregoraci, per condurre dei programmi televisivi in Rai. Nulla di più, nulla di meno». Salvo Sottile, il portavoce dell' ex vice presidente del consiglio Gianfranco Fini, si difende, dalle accuse di corruzione e «concussione sessuale», contestategli dal pm John Henry Woodcock e dal gip Alberto Iannuzzi, che lo hanno arrestato concedendogli, però, i domiciliari.
La lunga giornata di Sottile comincia ieri mattina poco dopo le sei. Parte da Roma con la sua auto privata diretto a Potenza. Alle 11 arriva a palazzo di giustizia. Comincia l' interrogatorio. Un' ora d'imbarazzo, soprattutto quando gli contestano la «concussione sessuale», i rapporti intimi con la conduttrice del programma Rai «Il Malloppo», Elisabetta Gregoraci, che grazie alle «raccomandazioni» del portavoce di Fini, secondo l'accusa, ha raggiunto il successo e la notorietà. Ma lui nega. «Conoscevo la signorina Gregoraci, è bella, piacente ed anche intelligente. E' vero, l' ho raccomandata, ma non l' ho mai toccata con un dito. Avrei voluto, come quasi tutti gli uomini, farlo, ma credetemi, non l' ho fatto».
Per i magistrati che lo interrogano Sottile mente. Non ci sono soltanto le intercettazioni telefoniche con i suoi amici, con Cristiano Malgioglio e con il suo autista personale, che accompagnava la Gregoraci anche negli uffici di Palazzo Chigi e della Farnesina, dove Sottile avrebbe consumato la «concussione sessuale». I magistrati insistono. Lui, Sottile, continua a negare.
A questo punto i magistrati lo mettono davanti all'evidenza: gli fanno leggere le dichiarazioni della Gregoraci, interrogata in gran segreto un mese e mezzo fa confessando di essere «intima amica» di Sottile. In lacrime la conduttrice de «Il Malloppo», incalzata dalle domande del pm Henry John Woodcock e dalle registrazioni delle intercettazioni telefoniche con il suo «sponsor», prima nega, «non ricordo». Il pm Woodcock alza la voce: «Signorina Gregoraci, lei si formalizza davanti a piccoli fatti che non significano niente. Io le devo ricordare che lei deve dire la verità». «Ma io sto dicendo la verità» risponde la soubrette televisiva che comincia a piangere e confessa. «Ho conosciuto il dottor Salvo Sottile attraverso Cristiano Malgioglio, io volevo sfondare in Rai - dice lentamente e scandendo bene le parole la Gregoraci - l'ho contattato. Sapevo che per raggiungere quell'obiettivo dovevo dare qualcosa in cambio. Ho ceduto, ho avuto rapporti sessuali con il dottor Sottile, alla Farnesina, a Palazzo Chigi ed in altri posti. Ma lui non mi ha mai costretta, minacciata o violentata. Ero consenziente, sapevo quello che facevo». Davanti a queste dichiarazioni, rimaste segrete fino ad ieri, l'imputato Sottile ha un momento d' imbarazzo, ma continua a negare. «Non è vero, non è vero, la signorina Elisabetta Gregoraci mente». Domanda dei magistrati: «Ma come può mentire una persona che confessa episodi così compromettenti per se stessa, per il suo fidanzato e per lei, che è sposato?». Prima di rispondere Sottile, riflette qualche secondo, poi ribadisce: «La signorina Gregoraci non dice la verità».
Ma i magistrati insistono e gli contestano le numerose intercettazioni telefoniche con suoi amici, con il suo autista che accompagna «la bomboniera» (Elisabetta Gregoraci ndr) negli uffici di palazzo Chigi e della Farnesina, non risparmiando commenti sulle «prestazioni» della Gregoraci. «Ma erano tutte vanterie, discorsi di uomini che eccedono nei loro racconti quando parlano di rapporti con donne. Ma non era vero niente». L'unica ammissione che Sottile fa su questa «piccante» vicenda è quella della raccomandazione fatta alla Gregoraci. «E' vero l'ho raccomandata, non soltanto perché era bella ma anche perché aveva delle doti professionali. In Rai è sempre stato così. Ma i giudici non gli credono e passano ad altro argomento...
...se questa è la fuffa di cui dispone Feltri, ce la risparmi. Forse lui si è distratto. Noi no. Di questa roba sappiamo tutto. E tuttavia vorremmo sapere da Fini se, all'epoca di questi fatti, si è disfatto di Sottile, o se Sottile è ancora al suo servizio. Noi non facciamo sconti a Berlusconi, ma neanche a Fini. A la guerre comme à la guerre. Fini decida una volta per tutte se vuole stare con chi fa politica, o con chi si nutre di porcherie...
Questi gli "avvertimenti", in puro stile mafioso, lanciati oggi da Feltri, attraverso un editoriale sul Geniale della famigghia Berlusconi, a Gianfranco Fini. Pardon, a "personaggi di AN": si tratta di un editoriale (non di un trafiletto) apparso oggi sulla prima pagina del Giornale (non a pag.23) dal titolo:
«Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento», Feltri definisce il primo inquilino di Montecitorio «il Signor Dissidente» e afferma: Fini ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso tenere un piede nella maggioranza e uno nell'opposizione. Deve risolversi subito. E si ricordi - avverte ancora Feltri in tono minaccioso - che bocciato un lodo Alfano se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore. Ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano su teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. È sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme»...
...dunque, l'altro giorno l'avvertimento perentorio: Fini si rimetta in riga. Oggi Feltri mostra a Fini PERCHE' deve rimettersi in risa. Gli fa intravedere l'arma. "Un'offerta che non si può rifiutare" Ora, caro Fini, lei non può più fingere di ignorare con chi ha a che fare. Da un lato un tizio che che la ricatta attraverso un suo scherano, dall'altra il capo degli ubriaconi in camicia verde che oggi hanno distrutto un bar di Venezia, e massacrato il personale. Le loro colpe? essere albanesi. Si decida. Tempus fugit, e lei da delfino si sta trasformando in una cartaruga imbolsita dagli anni e dall'immobilismo. Se lo deve mandare affanculo, just do it. Altrimenti tacca, e smetta di far finta di essere uno statista. Tafanus
Per i magistrati che lo interrogano Sottile mente. Non ci sono soltanto le intercettazioni telefoniche con i suoi amici, con Cristiano Malgioglio e con il suo autista personale, che accompagnava la Gregoraci anche negli uffici di Palazzo Chigi e della Farnesina, dove Sottile avrebbe consumato la «concussione sessuale». I magistrati insistono. Lui, Sottile, continua a negare.
A questo punto i magistrati lo mettono davanti all'evidenza: gli fanno leggere le dichiarazioni della Gregoraci, interrogata in gran segreto un mese e mezzo fa confessando di essere «intima amica» di Sottile. In lacrime la conduttrice de «Il Malloppo», incalzata dalle domande del pm Henry John Woodcock e dalle registrazioni delle intercettazioni telefoniche con il suo «sponsor», prima nega, «non ricordo». Il pm Woodcock alza la voce: «Signorina Gregoraci, lei si formalizza davanti a piccoli fatti che non significano niente. Io le devo ricordare che lei deve dire la verità». «Ma io sto dicendo la verità» risponde la soubrette televisiva che comincia a piangere e confessa. «Ho conosciuto il dottor Salvo Sottile attraverso Cristiano Malgioglio, io volevo sfondare in Rai - dice lentamente e scandendo bene le parole la Gregoraci - l'ho contattato. Sapevo che per raggiungere quell'obiettivo dovevo dare qualcosa in cambio. Ho ceduto, ho avuto rapporti sessuali con il dottor Sottile, alla Farnesina, a Palazzo Chigi ed in altri posti. Ma lui non mi ha mai costretta, minacciata o violentata. Ero consenziente, sapevo quello che facevo». Davanti a queste dichiarazioni, rimaste segrete fino ad ieri, l'imputato Sottile ha un momento d' imbarazzo, ma continua a negare. «Non è vero, non è vero, la signorina Elisabetta Gregoraci mente». Domanda dei magistrati: «Ma come può mentire una persona che confessa episodi così compromettenti per se stessa, per il suo fidanzato e per lei, che è sposato?». Prima di rispondere Sottile, riflette qualche secondo, poi ribadisce: «La signorina Gregoraci non dice la verità».
Ma i magistrati insistono e gli contestano le numerose intercettazioni telefoniche con suoi amici, con il suo autista che accompagna «la bomboniera» (Elisabetta Gregoraci ndr) negli uffici di palazzo Chigi e della Farnesina, non risparmiando commenti sulle «prestazioni» della Gregoraci. «Ma erano tutte vanterie, discorsi di uomini che eccedono nei loro racconti quando parlano di rapporti con donne. Ma non era vero niente». L'unica ammissione che Sottile fa su questa «piccante» vicenda è quella della raccomandazione fatta alla Gregoraci. «E' vero l'ho raccomandata, non soltanto perché era bella ma anche perché aveva delle doti professionali. In Rai è sempre stato così. Ma i giudici non gli credono e passano ad altro argomento...
...se questa è la fuffa di cui dispone Feltri, ce la risparmi. Forse lui si è distratto. Noi no. Di questa roba sappiamo tutto. E tuttavia vorremmo sapere da Fini se, all'epoca di questi fatti, si è disfatto di Sottile, o se Sottile è ancora al suo servizio. Noi non facciamo sconti a Berlusconi, ma neanche a Fini. A la guerre comme à la guerre. Fini decida una volta per tutte se vuole stare con chi fa politica, o con chi si nutre di porcherie...
Questi gli "avvertimenti", in puro stile mafioso, lanciati oggi da Feltri, attraverso un editoriale sul Geniale della famigghia Berlusconi, a Gianfranco Fini. Pardon, a "personaggi di AN": si tratta di un editoriale (non di un trafiletto) apparso oggi sulla prima pagina del Giornale (non a pag.23) dal titolo:
«Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento», Feltri definisce il primo inquilino di Montecitorio «il Signor Dissidente» e afferma: Fini ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso tenere un piede nella maggioranza e uno nell'opposizione. Deve risolversi subito. E si ricordi - avverte ancora Feltri in tono minaccioso - che bocciato un lodo Alfano se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore. Ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano su teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. È sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme»...
...dunque, l'altro giorno l'avvertimento perentorio: Fini si rimetta in riga. Oggi Feltri mostra a Fini PERCHE' deve rimettersi in risa. Gli fa intravedere l'arma. "Un'offerta che non si può rifiutare" Ora, caro Fini, lei non può più fingere di ignorare con chi ha a che fare. Da un lato un tizio che che la ricatta attraverso un suo scherano, dall'altra il capo degli ubriaconi in camicia verde che oggi hanno distrutto un bar di Venezia, e massacrato il personale. Le loro colpe? essere albanesi. Si decida. Tempus fugit, e lei da delfino si sta trasformando in una cartaruga imbolsita dagli anni e dall'immobilismo. Se lo deve mandare affanculo, just do it. Altrimenti tacca, e smetta di far finta di essere uno statista. Tafanus
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