Marco Della Gatta, organista della Cattedrale di Lecce, ha cambiato sesso. Alla luce del sole. Pensava che non ci fosse nulla di male a seguire le proprie pulsioni ormonali. Chi cambia sesso non è un ladro, o un assassino, o un pedofilo. E' una persona come migliaia di altre persone, che hanno scelto di vivere in libertà la propria sessualità.
Marco è diventato Luana Ricci. Da Marco, si era diplomato nell'84 al Conservatorio di Lecce, e poi aveva conseguito un secondo diploma in musica jazz al Conservatorio di Bari. Da Marco, si era sposato, e aveva avuto due figli, che oggi hanno 15 e 18 anni. Da Marco doveva essere bravino, visto che dal '91 (e cioè da 18 anni) è responsabile dell'attività musicale liturgica della Cattedrale. Forse, se lo hanno tenuto per 18 anni, Marco, oltre che bravino, era anche onesto, e non è stato mai scoperto a frugare nella cassetta delle elemosine.
Poi, il cambiamento in Luana Ricci. Dev'essere successo qualcosa di irreparabile nelle capacità musicali e/o nella probità di Marco. Luana, infatti, è stata sbattuta fuori dal suo posto, senza una parola di spiegazione. Nè il parroco, don Francesco Leone, nè "le gerarchie", hanno ritenuto di dare spiegazioni. Non a Marco-Luana, e neppure ai giornalisti. Ora la domanda la facciamo anche noi: PERCHE'? E speriamo che don Francesco Leone, seguendo una moda recente, non voglia chiederci due milioni di euro di danni, per aver fatto una domanda.
Sembra che la chiesa più becera stia facendo di tutto, ma proprio di tutto, per rafforzare la propria immagine di intolleranza e di mancanza di carità. Pensate quanto ci avrebbe guadagnato, la chiesa, fra le persone intelligenti, se avesse detto con un sorriso: "...diamo il benvenuto a Luana, che prende il posto di Marco..."
Già... ma io parlavo, stupidamente, di persone intelligenti... Tafanus
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Ed ecco la risposta di don Giorgio, che ho ricevuto ieri sera:
Carissimo, ho raccolto il tuo invito a stendere qualcosa sul caso dell’organista. Ho passato la parola a una mia carissima amica trans, Barbara X, che ha preparato il seguente articolo. Lo ritengo interessante anche perché Barbara sa scrivere, sa riflettere e sa difendere i diritti dei più deboli. Coraggio, avanti nella lotta! Saluti, don Giorgio
(da Barbara X)
“Siamo in democrazia, ognuno è libero di comportarsi come crede, nessuno gli dirà niente, siamo nel 2009, siamo comprensivi, ciascuno ha il diritto di scegliersi il proprio percorso, ecc.”: ma andatevene affanculo!
La società, alle persone che optano per un percorso vitale differente rispetto ai canoni correnti, è solita ripetere le parole che ho scritto fra virgolette; eppure, all’atto pratico, essa si comporta in tutt’altro modo. Ne abbiamo avuto la riprova con il recente caso dell’organista Luana Ricci, persona in transizione dal maschile al femminile, nonostante la desinenza nel titolo del Corsera lasci intendere tutto il contrario: “Cacciato dalla Curia perché cambia sesso.” Luana è stata dunque cacciata dalla Cattedrale di Lecce, dove da diciotto anni svolgeva le mansioni di organista e direttrice del coro, per aver compiuto il grave reato di essere una persona transgender.
Siamo in un contesto clericale, dunque la cosa non dovrebbe stupire più di tanto; il problema è che questo disprezzo nei nostri confronti viene manifestato anche da chi afferma di avere idee progressiste e una grande apertura mentale. L’ipocrisia, l’ignoranza e la ferocia della gente sono soffocanti, opprimenti. “Tu sei trans, io ti rispetto, ma girami alla larga.” Se tu chiedi loro “Perché?”, non ti sanno rispondere; o meglio, non vogliono risponderti per non ammettere la loro colpa: la colpa di provare ribrezzo per certe persone. E’ inutile che ce la rigiriamo: la realtà è questa. E quel che è successo a Luana, è successo anche a me, come continua a succedere a tante altre persone trans. Molte di noi stanno aggrappate con le unghie all’orlo del precipizio, mentre le suole della gente perbene schiacciano loro le dita per farle cadere nel baratro. Non è raro leggere nei giornali che in certi paesi vengono eseguite condanne a morte nei confronti di persone “colpevoli” di essere omosessuali; il civile Occidente, naturalmente, quando viene a conoscenza di questi fatti, si indigna (o finge di indignarsi), si straccia le vesti e accusa d’inciviltà quel paese dove la legislazione consente simili orrori. Ma - dico io - che si indigna a fare il civile Occidente?
Nel civile Occidente ci sono persone alle quali viene negato un inserimento nella società, persone alle quali viene negato uno straccio di possibilità di impiego: sono le persone transgender. E quando una persona transgender viene privata deliberatamente della dignità di un lavoro, dovrà comunque procurarsi dei soldi per mangiare. Troppo spesso l’unica alternativa a tutte queste porte chiuse è la strada; la strada dove la trans in questione si ritrova ad offrire prestazioni sessuali proprio a quei signori che, di giorno, tutti scandalizzati, le hanno rifiutato un lavoro nella loro ditta. Che infamie! Tornando al civile Occidente che si indigna per la pena di morte per il “reato” di omosessualità, è bene ricordargli che, quando una persona viene costretta a prostituirsi, a stare sul ciglio di una strada, viene praticamente condannata a morte: una morte interiore (“La morte nell’anima”…) e in molti casi anche una morte fisica, per le violenze, le malattie, le coltellate…
Se, invece di guardare certe cazzate in tv, si leggesse Montaigne (è solo un esempio), io penso che le cose in questo sistema infernale andrebbero diversamente. Prendendo spunto dalla vicenda di Luana (alla quale auguro ogni bene), ho dunque voluto porre in risalto lo squallore della maggior parte degli individui di questa società ritardata e razzista, che esclude le persone solo perché transessuali. Questa vergogna schifosa deve avere termine: io ci credo, non è un’utopia.
(Barbara X, 10 settembre 2009)
Carissimo, ho raccolto il tuo invito a stendere qualcosa sul caso dell’organista. Ho passato la parola a una mia carissima amica trans, Barbara X, che ha preparato il seguente articolo. Lo ritengo interessante anche perché Barbara sa scrivere, sa riflettere e sa difendere i diritti dei più deboli. Coraggio, avanti nella lotta! Saluti, don Giorgio
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UN ATROCE INGIUSTIFICATO DISPREZZO(da Barbara X)
“Siamo in democrazia, ognuno è libero di comportarsi come crede, nessuno gli dirà niente, siamo nel 2009, siamo comprensivi, ciascuno ha il diritto di scegliersi il proprio percorso, ecc.”: ma andatevene affanculo!
La società, alle persone che optano per un percorso vitale differente rispetto ai canoni correnti, è solita ripetere le parole che ho scritto fra virgolette; eppure, all’atto pratico, essa si comporta in tutt’altro modo. Ne abbiamo avuto la riprova con il recente caso dell’organista Luana Ricci, persona in transizione dal maschile al femminile, nonostante la desinenza nel titolo del Corsera lasci intendere tutto il contrario: “Cacciato dalla Curia perché cambia sesso.” Luana è stata dunque cacciata dalla Cattedrale di Lecce, dove da diciotto anni svolgeva le mansioni di organista e direttrice del coro, per aver compiuto il grave reato di essere una persona transgender.
Siamo in un contesto clericale, dunque la cosa non dovrebbe stupire più di tanto; il problema è che questo disprezzo nei nostri confronti viene manifestato anche da chi afferma di avere idee progressiste e una grande apertura mentale. L’ipocrisia, l’ignoranza e la ferocia della gente sono soffocanti, opprimenti. “Tu sei trans, io ti rispetto, ma girami alla larga.” Se tu chiedi loro “Perché?”, non ti sanno rispondere; o meglio, non vogliono risponderti per non ammettere la loro colpa: la colpa di provare ribrezzo per certe persone. E’ inutile che ce la rigiriamo: la realtà è questa. E quel che è successo a Luana, è successo anche a me, come continua a succedere a tante altre persone trans. Molte di noi stanno aggrappate con le unghie all’orlo del precipizio, mentre le suole della gente perbene schiacciano loro le dita per farle cadere nel baratro. Non è raro leggere nei giornali che in certi paesi vengono eseguite condanne a morte nei confronti di persone “colpevoli” di essere omosessuali; il civile Occidente, naturalmente, quando viene a conoscenza di questi fatti, si indigna (o finge di indignarsi), si straccia le vesti e accusa d’inciviltà quel paese dove la legislazione consente simili orrori. Ma - dico io - che si indigna a fare il civile Occidente?
Nel civile Occidente ci sono persone alle quali viene negato un inserimento nella società, persone alle quali viene negato uno straccio di possibilità di impiego: sono le persone transgender. E quando una persona transgender viene privata deliberatamente della dignità di un lavoro, dovrà comunque procurarsi dei soldi per mangiare. Troppo spesso l’unica alternativa a tutte queste porte chiuse è la strada; la strada dove la trans in questione si ritrova ad offrire prestazioni sessuali proprio a quei signori che, di giorno, tutti scandalizzati, le hanno rifiutato un lavoro nella loro ditta. Che infamie! Tornando al civile Occidente che si indigna per la pena di morte per il “reato” di omosessualità, è bene ricordargli che, quando una persona viene costretta a prostituirsi, a stare sul ciglio di una strada, viene praticamente condannata a morte: una morte interiore (“La morte nell’anima”…) e in molti casi anche una morte fisica, per le violenze, le malattie, le coltellate…
Se, invece di guardare certe cazzate in tv, si leggesse Montaigne (è solo un esempio), io penso che le cose in questo sistema infernale andrebbero diversamente. Prendendo spunto dalla vicenda di Luana (alla quale auguro ogni bene), ho dunque voluto porre in risalto lo squallore della maggior parte degli individui di questa società ritardata e razzista, che esclude le persone solo perché transessuali. Questa vergogna schifosa deve avere termine: io ci credo, non è un’utopia.
(Barbara X, 10 settembre 2009)
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Ringrazio Barbara X, la cui nota ho letto con disagio, perchè mette noi benpensanti, nudi, di fronte ai nostri piccoli pregiudizi, e ringrazio don Giorgio per la sua sensibilità e la sua prontezza. Penso all'ottimo lavoro che ha svolto in Parlamento Vladimir Luxuria: alla sua moderazione, alla sua serietà, al suo impegno, alla sua intelligenza. E poi, improvvisamente, il mio pensiero corre alla soubrette-parlamentare (una delle tante) Elisabetta Gardini, che ha sollevato a Montecitorio un bordello degno di miglior causa per aver incrociato - orrore!!! - Luxuria che usciva dalla toilette delle donne. Non era Luxuria ad aver sbagliato cesso, andando in quello delle Donne; era la Gardini, che avrebbe dovuto frequentare i cessi riservati alle Donnette. Tafanus
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L'intervista di Antonello Caporale ad Elisabetta Gardini
"AVEVO appena aperto la porta, e oddio..."
Oddio cosa?
"Vedo quello lì che esce dal bagno".
No!
"Sìììììì, guardi è stato terribile. Mi sono sentita mancare".
Mancare quanto?
"Sfibrata"
Addirittura sfibrata.
"Violentata".
Violentata?
"Stuprata. Ecco, stuprata".
Sono le quattro del pomeriggio ed Elisabetta Gardini seduta su una panca nel cortile di Montecitorio sta raccontando l'evento. I toni sono decisamente alterati e purtroppo gli sguardi dei vicini tutti per noi.
Onorevole, adesso deve rilassarsi.
"Mi avevano detto che i problemi con l'onorevole Guadagno...".
... Vladimir Luxuria.
"Io lo chiamo come lo chiama il presidente della Camera: onorevole Guadagno Vladimiro".
Calma, lo chiami pure come crede.
"Dio, Dio!".
Bisogna mantenere i nervi saldi in momenti delicati come questi.
"Ero convinta che avessero trovato una soluzione".
Quale soluzione?
"Ma che ne so! Mi dicono che in alcune palestre hanno messo i bagni per quelli come lui. Questo Palazzo è pieno di bagni, gliene trovino uno per lui".
La percezione che Luxuria ha del proprio corpo è tutta femminile.
"Si faccia tagliare il pisello. Se lo tagli e allora venga pure nel bagno delle donne. Perché non lo fa?".
Onorevole Gardini.
"Ta-glia-te-looooo!".
E' un po' imbarazzante parlare con lei.
"E' stata una cosa schifosa. Fisiologica, non psicologica".
Promette che non se la prende?
"Prometto".
Sembra isterica.
"Disgustata. Ho avuto persino delle difficoltà di ordine fisico a trattenermi in quel bagno".
Vabbè.
"Sono grintosa, ecco".
E poi dicono che il suo cattivo carattere porti Silvio Berlusconi a immaginare per la sua collega Mara Carfagna, più silente ed accomodante, il ruolo di portavoce di Forza Italia che oggi è invece suo.
"Io e Mara siamo amiche".
Amiche amiche?
"Chi lo dice?"
Alla Camera gira questa voce. Sarà spuntata dal solito covo di serpi.
"Covo di serpi, sì".
Purtroppo.
"Sono gli uomini che vogliono metterci l'una contro l'altra. Questo fanno: aizzano e aspettano che ci scanniamo".
Anche se le può apparire ingiurioso, si aggiunge dell'altro. E cioè che la sua scenata sia un tentativo di far dimenticare la magra figura rimediata al microfono delle Iene.
"Cosa?".
Cos'è la Consob? Ricorda? Non rispose.
"Ma se è stato Guadagno a provocare tutto questo can can! Un'alluvione di dichiarazioni, di prese di posizioni, di telefonate. Ancora non riesco a terminare la lettera di protesta che voglio inviare ai deputati questori. Già lo so, i giornali scriveranno a suo favore. Voi giornalisti siete moderni, noi della destra i retrogradi e i razzisti".
Lei si è appunto augurata un busto ortopedico che tenesse dritta la schiena dei giornalisti.
"Non nego che l'immagine sia stata un po' forte".
Ce ne fosse gente con la sua grinta!
"Però voi dovete essere più obiettivi. Lui è maschio? Vada nel bagno dei maschi!".
Vabbè.
"Sono piena di passione per questo lavoro. La politica mi prende tutta".
Si vede.
"Sono spigolosa".
Donna di carattere.
"Forte".
Anche molto corteggiata.
"Sempre tantissimo in vita mia. Ieri come oggi".
Ora però prevalentemente tra i colleghi del centrodestra.
"No, anche quelli del centrosinistra sono galanti".
La sua grinta un po' li mette in soggezione. Si nota che tengono una prudente distanza.
"In effetti è una cosa appena accennata".
Ecco.
"E questo Volontè che dice: "Dio ha fatto l'uomo, la donna e altro". Altro che, secondo lei?".
Non saprei più.
"Altro cos'è? E perché nel bagno delle donne?".
(Repubblica - 28 ottobre 2006)
L'intervista di Antonello Caporale ad Elisabetta Gardini
Oddio cosa?
"Vedo quello lì che esce dal bagno".
No!
"Sìììììì, guardi è stato terribile. Mi sono sentita mancare".
Mancare quanto?
"Sfibrata"
Addirittura sfibrata.
"Violentata".
Violentata?
"Stuprata. Ecco, stuprata".
Sono le quattro del pomeriggio ed Elisabetta Gardini seduta su una panca nel cortile di Montecitorio sta raccontando l'evento. I toni sono decisamente alterati e purtroppo gli sguardi dei vicini tutti per noi.
Onorevole, adesso deve rilassarsi.
"Mi avevano detto che i problemi con l'onorevole Guadagno...".
... Vladimir Luxuria.
"Io lo chiamo come lo chiama il presidente della Camera: onorevole Guadagno Vladimiro".
Calma, lo chiami pure come crede.
"Dio, Dio!".
Bisogna mantenere i nervi saldi in momenti delicati come questi.
"Ero convinta che avessero trovato una soluzione".
"Ma che ne so! Mi dicono che in alcune palestre hanno messo i bagni per quelli come lui. Questo Palazzo è pieno di bagni, gliene trovino uno per lui".
La percezione che Luxuria ha del proprio corpo è tutta femminile.
"Si faccia tagliare il pisello. Se lo tagli e allora venga pure nel bagno delle donne. Perché non lo fa?".
Onorevole Gardini.
"Ta-glia-te-looooo!".
E' un po' imbarazzante parlare con lei.
"E' stata una cosa schifosa. Fisiologica, non psicologica".
Promette che non se la prende?
"Prometto".
Sembra isterica.
"Disgustata. Ho avuto persino delle difficoltà di ordine fisico a trattenermi in quel bagno".
Vabbè.
"Sono grintosa, ecco".
E poi dicono che il suo cattivo carattere porti Silvio Berlusconi a immaginare per la sua collega Mara Carfagna, più silente ed accomodante, il ruolo di portavoce di Forza Italia che oggi è invece suo.
"Io e Mara siamo amiche".
Amiche amiche?
"Chi lo dice?"
Alla Camera gira questa voce. Sarà spuntata dal solito covo di serpi.
"Covo di serpi, sì".
Purtroppo.
"Sono gli uomini che vogliono metterci l'una contro l'altra. Questo fanno: aizzano e aspettano che ci scanniamo".
Anche se le può apparire ingiurioso, si aggiunge dell'altro. E cioè che la sua scenata sia un tentativo di far dimenticare la magra figura rimediata al microfono delle Iene.
"Cosa?".
Cos'è la Consob? Ricorda? Non rispose.
"Ma se è stato Guadagno a provocare tutto questo can can! Un'alluvione di dichiarazioni, di prese di posizioni, di telefonate. Ancora non riesco a terminare la lettera di protesta che voglio inviare ai deputati questori. Già lo so, i giornali scriveranno a suo favore. Voi giornalisti siete moderni, noi della destra i retrogradi e i razzisti".
Lei si è appunto augurata un busto ortopedico che tenesse dritta la schiena dei giornalisti.
"Non nego che l'immagine sia stata un po' forte".
Ce ne fosse gente con la sua grinta!
"Però voi dovete essere più obiettivi. Lui è maschio? Vada nel bagno dei maschi!".
Vabbè.
"Sono piena di passione per questo lavoro. La politica mi prende tutta".
Si vede.
"Sono spigolosa".
Donna di carattere.
"Forte".
Anche molto corteggiata.
"Sempre tantissimo in vita mia. Ieri come oggi".
Ora però prevalentemente tra i colleghi del centrodestra.
"No, anche quelli del centrosinistra sono galanti".
La sua grinta un po' li mette in soggezione. Si nota che tengono una prudente distanza.
"In effetti è una cosa appena accennata".
Ecco.
"E questo Volontè che dice: "Dio ha fatto l'uomo, la donna e altro". Altro che, secondo lei?".
Non saprei più.
"Altro cos'è? E perché nel bagno delle donne?".
(Repubblica - 28 ottobre 2006)
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