“Se vi chiedessero chi sono gli autorevoli controllori dei sondaggi che in questi giorni girano su telegiornali e sulla rete, fareste bene a dare una certa tara prima di rispondere in maniera chiara. Ebbene perché tutto sia chiaro oggi per poter pubblicare un sondaggio risulta necessaria essere “iscritti” (perdonatemi l’espressione) al sito ufficiale dei sondaggi. e cioè [sondaggipoliticoelettorali.it], che garantirebbe sull’affidabilità dei dati derivante da metodologie scientifiche precise. Orbene, vorrei invitarvi a visitare il suddetto sito per valutare quanto possano risultare efficaci dal punto di vista scientifico e statistico questi studi sugli orientamenti dei cittadini.
Per esempio valutiamo
due sondaggi sulla popolarità del premier Berlusconi. [Il primo sondaggio] che trovate
alla pagina
è realizzato da IPSOS (di cui l’amministratore delegato è l’egregio Nando Pagnoncelli) richiede in buona sostanza una
valutazione sull’operato del governo e sul Berlusconi. Ebbene, notate la
metodologia applicata: si richiede in sostanza di attribuire un voto (che va da
zero a 10) sull’apprezzamento, analizzato tramite varie domande. Ora, IPSOS
pubblica il sondaggio dividendo in due tronconi l’apprezzamento: valori sopra
il 6 vengono valutati in maniera positiva, mentre valori sotto in maniera
negativa: procedura che ovviamente non chiarisce quale sia la distribuzione dei
voti, e quindi verosimilmente sarebbe stato alquanto utile capire se la
maggioranza degli intervistati fosse per una sufficienza stiracchiata
(scommettiamo ?) oppure per una valutazione migliore. Nel dubbio, vi comunico
che l’apprezzamento del lavoro svolto da Berlusconi (nonostante i TG osannanti
che vincono per 7 a 1) sia solo del 48%. Segnalo inoltre che nel sito si evita
di segnalare quale distribuzione geografica si è scelta, quale fosse la
distribuzione scolastica del campione e quale fosse la percentuale fra sesso
degli intervistati: sono assolutamente convinto che la metodologia sia
corretta, ma allora forse sarebbe utile dimostrare la propria imparzialità fornendo
tutti i dati necessari alla “valutazione” del sondaggio stesso: ricordo solo
che il sondaggio è stato realizzato dal 4 al 5 settembre 2009. Tenete a mente
questa data e procediamo con un secondo sondaggio, realizzato da una società
diversa, tale [Euromedia Research] . A parte il fatto che vi interesserà sapere che
il sito di questa società, risulta
altamente istruttivo per completezza di argomenti (provare per credere) vi inviterei a visitare [l'indirizzo] ove si presenta il risultato ottenuto ponendo a 1000 cristiani la fatidica
domanda “quanta fiducia le ispira il presidente del consiglio”, giusto giusto
fra il 4 ed il 5 settembre 2009. Tralasciando il fantasmagorico risultato del
68,6% (che peraltro contraddice in maniera evidente il sondaggio di IPSOS) vi
inviterei ad osservare la pletora di informazioni fornite da Euromedia: Età?
Sesso? Distribuzione geografica? Livello di studi? Iscritti al PDL? il
nulla, ma in aggiunta [il sito ufficiale dei sondaggi] (che, per la cronaca, è un sito della presidenza del consiglio dei ministri…)
non ritiene importante nemmeno spiegare a chi legge il sondaggio COME si è
giunti a questa conclusione. In altri termini, quale domanda è stata posta agli
intervistati ?
Faccio due esempi:
1)
La comunità europea ha
valutato in maniera positiva gli sforzi del governo italiano per limitare gli
effetti della crisi. E’ d’accordo su questa comune posizione Europea ?
2) La
comunità europea ha appena valutato negativamente l’andamento dei conti
pubblici Italiani. E’ d’accordo su
questa comune posizione Europea ?
Ritenete per caso che
queste due domande siano sostanzialmente identiche ? Beh, vi faccio un regalo:
il sottoscritto ha posto questa domanda alle stesse 100 persone fra il 10 ed il
15 ottobre 2009 (in date differenti, ovviamente) ed il risultato è stato il
seguente.
Domanda 1: Sì 78%, no
17%, non so 5%.
Domanda 2: Sì 81%, no
11%, non so 8%.
Bene: questo cosa
significa ? principalmente che la domanda influenza pesantemente la risposta,
per cui la mancata pubblicazione della Vexata quaestio rende carta
straccia tutti i “sondaggi”, in particolare quelli commissionati dagli “osservatori
politici” della stessa azienda che effettua il sondaggio. Quello che
francamente lascia stupefatti è che sia la stessa presidenza del consiglio ad
avallare questi “sondaggi” presentandoli come reali benché oggettivamente
discutibili dal punto di vista metodologico.
Appare identicamente
sorprendente che lo stesso Pagnoncelli non esprima perlomeno disappunto nel
leggere questi risultati senza uno straccio di valutazione di attendibilità,
atteso che le metodologie di analisi sono così rigorose da aver convinto l’ISTAT
ad affidare alla sua società l’acquisizione dei dati sull’occupazione in Italia, esternalizzando un servizio che fino ad oggi è stato svolto all’interno della
società statale. [vedi proteste dei rilevatori ISTAT]
Transeat… però sottolineo un’ulteriore interessante contraddizione: nel [sondaggio di Euromedia] svolto fra il 2 ed il 5 ottobre, si evincerebbe che il 57,4% degli intervistati (ben oltre la maggioranza assoluta, dunque) ritengano che non vi siano rischi per la libertà di stampa in Italia. Stranamente IPSOS [in un analogo sondaggio] afferma esattamente il contrario: il 41% ritiene che ci sia un problema di libertà di espressione, con il 22% che segnala comunque la presenza di episodi “discutibili”. Solo il 30% ritiene che non vi sia alcun problema, circa la metà di quanto affermato da Euromedia. Ah, altra stranezza: nel sondaggio di Euromedia in questa caso si citano domande e percentuali ottenute. Buon vecchio Andreotti: diceva che a pensar male spesso ci si indovina…”
Alessandro Cariani
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Caro Alessandro,
grazie per il tuo contributo. Ti segnalo due posts del Tafanus, nei queli mi ero occupato molto di Euromedia, costola della mitica Datamedia di Crespi, fondata da una giovane paleontologa che "nel mezzo del cammin" ha deciso - chissà perchè - di abbandonare il mondo dei foraminiferi, per lanciarsi in quello più impervio dei sondaggi. Finchè non ho scritto un post di insulti, non solo la nostra non forniva alcuna notizia sulla stratificazione del campione e sul questionario, ma non forniva neanche il numero di interviste telefoniche fatte. Adesso ci dice che fa 1000 interviste, ma non ci dice QUANTI accettano di rispondere. Per mia esperienza, in genere poco più della metà. Potresti trarre se non insegnamenti, almeno divertimento dalla lettura dei miei due posts sull'argomento: uno[pubblicato in settembre] , ed un secondo [pubblicato in ottobre]. Sullo stesso argomento, si è esercitata anche Lameduck con un [divertente articolo]
Tafanus
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