Ferrara, 25 settembre 2005. Una pattuglia della polizia, chiamata da qualcuno, perchè un ragazzo un po' "fatto" sbatteva da tutte le parti, arriva prontamente, e durante il fermo il ragazzo viene ammazzato di botte. Il ragazzo si chiama Federico Aldrovandi. Wikipedia ci informa che "...Il 20 febbraio 2006 vennero depositati i risultati della perizia medico legale disposta dal Pubblico Ministero, secondo la quale “la causa e le modalità della morte risiedono in una insufficienza miocardica contrattile acuta conseguente all'assunzione di eroina, ketamina ed alcool..."
Secondo un'indagine medico–legale, depositata il 28 febbraio dai periti della famiglia, dall'esame autoptico la causa ultima di morte sarebbe stata “un'anossia posturale”, dovuta al caricamento sulla schiena di uno o più poliziotti durante l'immobilizzazione. Per quanto riguarda l'assunzione di droghe, la quantità di sostanze tossiche assunte dal giovane era la medesima rilevata dai periti della Procura, ma assolutamente non sufficiente a causare l'arresto respiratorio: in particolare l'alcool (0,4 g/L) era inferiore ai limiti fissati dal Codice della Strada per guidare, la ketamina era 175 volte inferiore alla dose letale, e l'eroina assunta non poteva essere significativa, stante lo stato di agitazione imputato ad Aldrovandi[". Inoltre sia la perizia che i risultati delle indagini avrebbero evidenziato un contesto di gravi violenze subite dal giovane durante tutto l'intervento della pattuglia." (violenze confermate anche da una testimone oculare. NdR)
Perchè la famiglia viene avvertita solo dopo 5 ore dal decesso? Perchè quattro poliziorri, per arrestare un ragazzetto mezzo fatto, hanno bisogno di picchiare così forte da spezzare due manganelli? Perchè i quattro vengono rinviati a giudizio solo il 10 gennaio 2007? Perchè vengono ionterrogati solo il 26 giugno, più di 5 mesi dopo l'incriminazione? Perchè non viene dato il peso che merita alla contraddizione fra le dichiarazioni rese in fase di interrogatorio ("...stava benissimo" prima dell'arrivo dei sanitari..."), mentre la registrazione della Centrale operativa riporta chiaramente: "... l'abbiamo bastonato di brutto. Adesso è svenuto, non so... È mezzo morto".?
Se picchi un ragazzetto a pugni, calci e manganellate, tanto delicatamente da spaccare due manganelli, e con due energumeni che ti tengono prono con le ginocchia addosso, e menando in quattro botte da orbi, è da escludere a priori che un ragazzetto possa crepare, magari per un infarto?
Il 6 luglio 2009 i quattro vengono condannati a 3 anni e mezzo per "eccesso colposo". Ma nel 2006 c'è stato l'indulto. I quattro omicidi non sconteranno UN SOLO GIORNO di galera. Federico Aldrovandi viene ammazzato per la seconda volta.
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16 Ottobre 2009, Roma - Il 31enne Stefano Cucchi viene fermato nel parco degli acquedotti perché in possesso di venti grammi di droga. Muore nel reparto detentivo dell'ospedale Sandro Pertini giovedì 22, dopo sei giorni dall'arresto, dopo essere passato per il tribunale, il Regina Coeli e il Fatebenefratelli. Durante questi giorni la famiglia ha tentato invano di vedere il loro caro e di parlare con i medici che lo avevano in cura.
Di fronte a questo nuovo episodio di criminalità in divisa, c'è l'indignazione di molti giornali. Troppi. Si indigna persino il giornale di Fini, che ha accuratamente evitato di indignarsi a Genova, nel 2001. Si indigna il Foglietto di Giuliano Ferrara (con moderazione, per carità...) Giuliano si limita a scrivere che quando un ragazzo entra in questura per 20 grammi di erba, vivo, e ne esce dopo una settimana, morto, si dovrebbe sapere perchè. Concordiamo, per la prima volta in vita nostra, con Ferrara, anche lui segnalatosi per il suo servilismo sui fatti di Genova, la celeberrima "macelleria messicana della Diaz e di Bolzaneto.
Noi una risposta l'avremmo. Berlusconi, Fini, Maroni, Ferrara, Alemanno, possono farsi inviare le foto post-autopsia di Stefano Cucchi, il referto dell'autopsia, e "fare un ragggionamendo". Scrive il Manifesto":
"...i genitori si sono recati per tre giorni al Pertini. Parlavano con la polizia penitenziaria: chiedevano di entrare. O almeno di poter parlare con un dottore. Veniva risposto loro che serviva un’autorizzazione del pm, che sarebbe arrivata presto. Nessuno ha mai spiegato ai parenti che erano loro a doverla chiedere. Lo capiscono il martedì, il giorno dopo vanno in Procura e ottengono il benedetto permesso. Ma ormai è tardi: giovedì Stefano muore. Fanno in tempo solo a vedere il suo corpo e a rendersi conto che è successo qualcosa: il viso tumefatto, un occhio rientrato nell’orbita e dimagrito di cinque chili in pochi giorni. E’ vero che i medici non sono mai stati informati della richiesta di colloqui? E’ una posizione della direzione sanitaria per giustificare un comportamento irresponsabile e quanto meno poco umano da parte dei sanitari, oppure dimostra che la polizia penitenziaria ha fatto «muro», cercando di allontanare il momento in cui i genitori si sarebbero trovati di fronte al volto del figlio pieno di ecchimosi? E sulle cause delle tumefazioni e delle fratture ora spunta anche la versione della caduta per le scale..."
Una caduta alquanto anomala. visto che produce ferite sia sul dorso che sulla faccia, Tumefazioni dappertutto. Qualcuno ha mai visto uno che cade dalle scale e viene fuori con la faccia e gli occhi tumefatti, e con uno dei due occhi addirittura rientrato nelle orbite? Ancora:
"...Stefano muore il 22 «morte naturale» (parole testuali del certificato di morte (...insomma, si è spento serenamente nel sonno, dopo una lunga vita, ed una serena vecchiaia... NdR). I risultati dell’autopsia parlano però di molto di più: sangue nella vescica, nello stomaco e un polmone compresso. Chi lo ha visto nel reparto carcerario racconta inoltre di un paziente cateterizzato, che non poteva neanche alzarsi dal letto. Con che codice è entrato Stefano in quella palazzina? Quel reparto non è pensato per le emergenze, non c’è la rianimazione, non c’è la Tac. I detenuti in condizioni gravi vengono normalmente trasferiti nei reparti «civili» delle palazzine A e B. Stefano non si è mai mosso dal reparto carcerario. Ieri il pm titolare dell’indagine, Vincenzo Barba, ha acquisito la cartella clinica, la trascrizione verbale dell’udienza e la sua registrazione. Ma soprattutto ha disposto una consulenza medico legale per fare luce sulle cause della morte.
P.S.: L'Unità contribuisce a suscitare molti dubbi, riassunti nella pubblicazione di un sua [memoria], scaricabile in pdf.
Tafanus
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