Oggi è d'obbligo dedicare la rubrica musicale a Carla Boni, che si è spenta, all'età di 84 anni. A quanti questo nome dice ancora qualcosa? A me si, per ragioni anagrafiche. Il "focolare" della casa era la Radio Marelli a onde medie dove, fra un fruscio e un fischio, forse riuscivi, girando la manopola, a trovare qualcosa.
Diciamo la verità: per i nostri gusti musicali di oggi, non è che "Mambo Italiano" o "La casetta in Canadà" fossero proprio nelle nostre corde musicali. Però in quell'epoca (siamo negli anni '50, l'Italia è ancora povera e semidistrutta dalla guerra fortemente voluta dal "nonno") la radio era davvero un'amica, col suo "uccellino" che serviva da stacco, il segnale orario, i palinsesti immutabili per anni. Almeno una volta al giorno partiva la musica di "C'è una chiesetta, amor, nascosta in mezzo ai fior", ed era la sigla, memorabile, della Grande Orchestra del Maestro Cinico Angelini: cantano Gino Latilla, Carla Boni, Flo Sandon's, il Duo Fasano, Achille Togliani (con Gino Latilla avrebbe poi condiviso anche la vita privata).
Anche in quel campo c'erano accese tifoserie, come per Coppi e Bartali. C'erano i fans di Cinico Angelini, ma anche quelli di Pippo Barzizza. Per i più raffinati, sarebbero arrivate le orchestre di Armando Trovajoli, di Lelio Luttazzi... Poi, alle 17,00, partiva la sigla di "Ballate con noi". Niente disk-jockeys coglioni, niente presentatori invadenti del tipo "5 lire a parola". Musica,solo musica. Ogni tre pezzi, l'annuncio dei tre pezzi successivi. Per gli amanti del jazz (che durante il fascismo si chiamava "iazzo", ed era molto disprezzato come genere), una volta alla settimana c'era "L'angolo del Jazz: presenta Nunzio Rotondo".
Un mondo semplice, che provava ancora a leccarsi le ferite della guerra. Il Miracolo Italiano doveva aspettare ancora qualche anno. Per la maturità, mio padre mi regalò una Vespa 125, prezzo Lire 108.000 IGE Inclusa. Un piccolo anticipo, e 12 rate da 7.000 lire. In tutta Napoli c'erano, all'epoca, ben due incroci semaforizzati: uno presso la stazione di Mergellina, l'altro presso l'università (incrocio fra Corso Umberto e Via Mezzocannone).
Carla Boni è legata, nel ricordo di molti italiani, a questo milieu, e ne rappresentava il meglio, per serietà professionale, semplicità umana, simpatia dirompente. Fino all'anno scorso, se le offrivano di fare una comparsata di vecchie glorie in TV, non si tirava indietro, ma partecipava, con lo spirito di chi sa di fare una simpatica zingarata..
Riposa in pace, Carla. Con te se ne va uno degli ultimi pezzetti dell'Italia a Onde Medie.
Tafanus
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