ATTENZIONE! Questo è un blog dedicato alla politica pornografica, o alla pornografia politica! Aprire con cautela!
« settembre 2009 | Principale | novembre 2009 »
Scritto il 14 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (33)
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Scritto il 13 ottobre 2009 alle 20:28 nella Leggi e diritto, Politica, Razzismo | Permalink | Commenti (61)
Tag: anna paola concia, Barbara X, omofobia
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Scritto il 13 ottobre 2009 alle 16:02 nella Media , Politica | Permalink | Commenti (27)
Tag: di pietro, feltri, grillo, napolitano, travaglio
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Per adocchiare il presente, la Lega ha commissionato al suo Eisenstein di fiducia, Martinelli, un kolossal sui sogni di gloria lombarda del tedesco Barbarossa contro i comuni e il leggendario Alberto da Giussano, incubo di Legnano. Storia leghista senza emozione né epica, pillole da somministrare in tv, salti narrativi, assoli d’intonati nitriti, comparse rom. Attori pessimi: Rutger Hauer guarda l’infinito, Degan deve riascoltare Gaber: quasi quasi si faccia uno shampoo.
Scritto il 13 ottobre 2009 alle 09:05 | Permalink | Commenti (63)
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Scritto il 13 ottobre 2009 alle 00:31 nella Satira | Permalink | Commenti (19)
Tag: diamole del tu, mara carfagna, punto g
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Il 29 aprile 1993, di buon mattino, i ministri del nuovo governo Ciampi, subentrato ad Amato, giurano davanti al presidente Scalfaro. Nel pomeriggio la Camera deve votare pro o contro cinque richieste di autorizzazione della Procura di Milano contro Bettino Craxi, accusato di corruzione, concussione e finanziamento illecito. La giunta di Montecitorio ha già detto sí, escludendo che le accuse del pool siano viziate da fumus persecutionis. Craxi si difende per 53 minuti. Intona il “così fan tutti”, strilla contro i “processi sommari di piazza”, evoca complotti.
...quando la Lega sventolava cappi...
Perciò intima a Ciampi di “mettere con le spalle al muro il nucleo della sua stessa maggioranza, spingerla a viva forza, con le buone o con le cattive, verso il suicidio politico di se medesima”. Craxi viene bersagliato di monetine e banconote false da una piccola folla riunita dinanzi al Raphael.
...le monetine del Raphael per Craxi...
Da tutto il Paese, un solo urlo: basta impunità. E la classe politica, nel tentativo disperato di salvare la faccia, abolisce l’autorizzazione a procedere, nata per proteggere le opposizioni da processi per reati politici e trasformata in un salvacondotto per coprire i delitti più infami, dalla mafia alla corruzione, giù giù fino agli assegni a vuoto e alle percosse.
Nella legislatura finita nel ’92, il Parlamento ha respinto 186 richieste su 229. E in un anno di quella nuova ne sono piovute ben 540: 107 per corruzione, 89 per concussione, 46 per ricettazione, 116 per finanziamento illecito, 108 per abuso. Così ben 11 gruppi parlamentari propongono l’abrogazione di quello che Fini, Gasparri e La Russa definiscono “un privilegio medievale” e uno “strumento per sottrarsi al corso necessario della Giustizia”, mentre la Lega (che ha appena sventolato un cappio da forca a Montecitorio) lo bolla con Bossi, Maroni e Castelli come “immotivato e ingiustificato privilegio senz’altra giustificazione se non un corporativo interesse di parte”, con “conseguenze aberranti e inaccettabili” (...ora devono aver cambiato idea, visto che ripropongono, papale papale, il privilegio medioevale,,, NdR) Tutti i partiti di maggioranza e opposizione votano a favore. Il 12 ottobre la Camera approva con 525 sí, 5 no (fra cui Sgarbi) e un astenuto. Il Senato fa altrettanto il 27 ottobre, con 224 sí, 7 astenuti e nessun no. Oggi i superstiti sono quasi tutti per l’immunità. Anzi, per l’autoimmunità.
(da "Il Fatto" dell'11 Ottobre)
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Ora, finita l'era del giustizialismo di massa, si torna all'antico. Si torna ai tempi belli dell'impunità parlamentare. In tutta la storia della Repubblica Italiana - la repubblica dei fichidindia, dove anche un mafioso può diventare Governatore - solo a tre disonorevoli è stata negata l'impunità: Longo, Tanassi, Previti. Tutti finiti ai servizi sociali, a fare opera educativa verso il prossimo, mica a pulire i cessi delle carceri (anzi, "dei carceri", come dice la Gelmini, prima autorità culturale italiana).
Bocciato l'ignobile Lodo Alfano (prima legge in assoluto voluta ed approvata dal governo Berlusconi, e varata in pochi nanosecondi dall'incollamento alla poltrona), c'era da rimediare, alla svelta. La storia recente è tanto recente da essere solo definibile come miserabile cronaca. Prima della bocciatura, uno spavaldo Gasparri ci illumina: se bocciano il lodo Alfano, cambiamo due virgole e lo rifacciamo. Poi forse Gasparri parla con "qualcuno che se ne intende", e capisce che il tal caso la bocciatura del Colle, della pubblica opinione, e infine della Corte, sarebbero certe e rumorose. Uno schiaffone la lasciare l'impronta delle dita sul faccione non da Nobel di Gasparri in Marcoré.
Angelino Alfano, che è uno stupido veloce, capisce invece l'antifona, ed assicura: "...non ripresenteremo il lodo...". E dell'immunità parlamentare, della cui reontroduzione qualcuno parla con sempre maggior insistenza? "...non è nei nostri programmi, ma se ci fosse un largo consenso, e il PD fosse d'accordo, se ne potrebbe riparlare.."
Peccato... il largo consenso "non ci fosse", e il PD "non fosse d'accordo". Che fare? Il Padrone vuole garanzie, ma per presentare una proposta di legge e poter dare la colpa non al Governo, ma al Parlamento, serve una testa di legno. Una di quelle senza vergogna, senza coerenza, senza memoria e senza dignità. Detto-fatto, in soccorso del Padrone arriva una figurina Panini della Lega Nord, uno di quei senatori nominati, che se esistesse ancora il voto di preferenza prenderebbe forse 12 voti. Il prode senatore Lucio Malan. Uno di quelli che ci ricorda Caligola. Se qualcuno ha nominato senatore un cavallo, costa osterebbe mai alla nomina di Malan a senatore?
Malan, nella sua incontrollata, agiografica autobiografia, spiega di discendere da un papi antifascita; un papi che descrive con parole toccanti sul suo sito [luciomalan.it] :
"...Mio padre si chiamava Aldo, e fu falegname, operaio, camionista e impiegato in azienda siderurgica. Alpino, arruolato nel febbraio 1940, combatte nella campagna di Francia e dei Balcani, dove lo coglie l’8 settembre; il suo reparto combatte con gravi perdite contro i tedeschi che alla fine fanno i prigionieri i superstiti; deportato in Germania, rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale cosa che gli avrebbe permesso di tornare in Italia; nella primavera del 1945 è liberato dalle truppe americane. Mia madre si chiama Enrica Benech, già apprezzatissima (spero che non legga queste righe perché rifugge le lodi) insegnante elementare, impegnata nelle attività della Chiesa Valdese. Grazie al loro esempio, tra le altre cose, so che è meglio essere in pochi, criticati, ma nel giusto, che in tanti, lodati, ma nell’ignavia. Grazie a loro (e grazie a Dio!) sono cristiano e valdese, e con loro ho militato nel movimento di Testimonianza Evangelica Valdese che si impegnò per un risveglio spirituale e contro la politicizzazione della chiesa..."
Insomma, il Lucio Malox ha ereditato dal padre la cognizione, in corpore vili, delle malefatte del nazi-fascismo". E' per quello che si è alleato, già da 15 anni, cogli eredi del nazifascismo... in memoria di papi. Per controllarli dall'interno. Dalla madre ha ereditato la grande carica morale. Lui non accetta divorzi, priapismi, puttanesimi e la cultura di "più puttane per tutti" perchè questa cultura gli venga in alcun modo imposta dalla "Testimonianza Evangelica Valdese" che si impegnò per un risveglio spirituale. Niente di tutto questo. Lucio Malan ha imparato dall'ambiente altamente spirituale nel quale è cresciuto che uno dei sentimenti più nobili del testimone evangelico dev'essere quello della carità: raccogliere le pecorelle smarrite, ma anche i maiali. Perchè le pecorelle possono smarrirsi ed essere soccorse, e i maiali no?. Questo dev'essersi chiesto, il Malan post-cappista, prima di trasferirsi nel ruolo, scomodo ma indispensabile, di testa di legno, caritatevole verso gli animali smarriti (di tutte le specie).
Malan ha quindi fatto ciò che neanche Angelino Alfano o Daniele Capezzone avrebbe osato fare: ha presentato un DDL per la reintroduzione della magnifica impunità parlamentare. Si, proprio quella abolita nel '93 col tintinnio di manette fasciste, e con lo sventolio di cappi da forca leghisti. Roma, Ladrona, la Lega non perdona.
Malan non si è sforzato molto, per scrivere un testo suo. Per due ragioni. In primo luogo, molti dubitano che Malan saprebbe scrivere un testo di DDL. Molti sono infatti i provvedimenti di cui è "cofirmatario", mentre non esiste alcuna proposta di legge "Malan" che sia passata alla storia. Che ti fa, il nostro? Potrebbe rivolgersi per un aiutino a Ghedini, o a Pecorella, ma non si fida più. Gente che ha dettato e difeso presso l'Alta Corte una porcheria come il Lodo Alfano... al massimo puoi affidar loro qualche bega condominiale, purchè di portata limitata.
Allora il Lucio da Luserna ha una grande idea: non scrive un DDL. Ne prende in rosticceria uno già pronto. Riscaldare per due minuti in forno a micro-onde. Prende la legge ammazzata nel '93 a furor di Lega, e con un rutto alla bagnacauda prova ad insufflarle una nuova vita. Galan scopre l'art. 68, voluto dai Padri Costituenti nel 47, e scritto nella Carta Fondamentale. Con quale rispetto, questa camicia verde parla dei Padri Costituenti e della Carta Costituzionale! Basta con le minchiate della Padania Libbbera, del tricolore dieci piani di morbidezza... si ritorna all'antico. Si ritorna agli un tempo odiatissimi Padri Costituenti (tutto maiuscolo, nel testo di Galan)
Ed ecco il DDL proposto da Galan per la resurrezione dell'art. 68
"I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e per i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura. Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile". FINE.
Fatto il conto? sono 6/7 righe, copiate dalla odiata Carta Fondamentale. Oddio... non è che Lucio Magliaverde Malan non sarebbe capace di aggiungere una riga di suo, ma perchè rischiare, magari avventurandosi in qualche perla giuridica che nemmeno Niccolò Mavalà Ghedini partorirebbe? Meglio stare sull'usato sicuro. Certamente non si deve dubitare della "qultura" di Lucio Mavaquà Malan. Il suo curriculum è più lungo di quello della Rita Montalcini. Leggere per credere:
"...Istruttore e allenatore di nuoto; corrispondente di vari giornali locali; insegnante; tutor-assistant presso la University of Nevada Las Vegas; Guest Speaker di Italian History and Culture presso la University Studies Abroad Consortium; cambista valutario nella sala cambi internazionali del Sanpaolo; membro della Chiesa Valdese, sono deputato nel Sinodo del 1983; conduttore di trasmissioni sportive in una Tv locale e a Radio Italia Uno di Torino; docente federale di salvamento a nuoto e primi soccorsi e rianimazione, collaboratore scientifico del centro iperbarico dell’Università di Chieti; romanziere; autore di lettura (una) teatrale; coautore di libri; autore di articoli su vari argomenti politici su Giornale, Opinione, Avanti, sito Internet di Forza Italia e altre testate di notevole prestigio internazionale, come le precedenti..."
Ci chiediamo, con forte senso di ammirazione, dove cazzo abbia trovato il tempo per fare copia&incolla di quelle sei righe del '47 e di presentarle come nuove...
Ma ecco le sentite parole con le quali il Senatore Mavaquà Malan razionalizza la riproposizione dell'ex Art. 68 sull'impunità parlamentare, affossato nel '93 col contributo della culturale della Lega di cappio armata (...altri tempi. Allora Malan discendeva eroico dalle valli che dal Monviso portavano verso Roma Ladrona. Roma delenda est. Ora il senatore mavaquà risale la valle del Tevere in direzione del Billionaire. Ogni epoca ha i suoi eroi e i suoi guitti. Lega Deridenda Est.
LA PERORAZIONE DI LUCIO MAVAQUA' MALAN
"Onorevoli Senatori!, Il presente disegno di legge esprime la volontà di riportare l’equilibrio e l’armonia tra le istituzioni. La stessa volontà che animò i membri dell’Assemblea Costituente nel 1947 quando scrissero l’articolo 68 della Carta Fondamentale della Repubblica (...il maiuscolo è di Malan, ma non osa dire "Italiana"... a Monte Pellice sono tosti, potrebero accoglierlo, al rientro al paesello, armati di forconi... NdR)
Modificarlo sull’onda della piazza nel 1993 fu un errore, determinato da una temperie che non deve tornare. Come era stato un errore, negli anni precedenti, farne quell’uso indiscriminato che contribuì al determinarsi di tale temperie. È venuta l’ora di cancellare quell’errore. Coloro che intendessero opporsi a questa iniziativa dando fondo all’arsenale del becero antiparlamentarismo e del giustizialismo forcaiolo, sono invitati ad andare a rileggere gli atti del dibattito in Assemblea Costituente e i nomi di coloro che approvarono l’articolo 68. (Caro mavaquà, sul "becero antiparlamentarismo e sul giustizialismo forcaiolo non rileggeremo nulla. Tutto è stampato nella nostra mente. Sia il "becero antiparlamentarismo, sia i trecentomila "armati" bossiani delle valli bergamasche, sia il cappio sventolato dal suo compagno di merende, l'Onorevole (si fa sempre per dire) Luca Leoni Orsenigo - da cui la esatta allocuzione di "giustizialismo forcaiolo". Questa era roba sua, Mavaquà, non roba nostra... NdR)
Per questo si propone qui, senza alcuna modifica, il medesimo testo di allora. Se fosse possibile, lo si vorrebbe stampare sulla stessa carta e negli stessi caratteri usati allora. Ma credo sia possibile e doveroso provare a tornare allo spirito di quei tempi, preoccupandosi non di ciò che nell’immediato può parere conveniente all’una o all’altra parte politica, ma di ciò che è bene per la Repubblica. (Italiana, mavaquà, Italiana... NdR)
I senatori che lo sosterranno e lo voteranno, a cominciare dal proponente, assumono contestualmente l’impegno a vigilare in ogni modo affinché questo strumento sia usato esclusivamente a salvaguardia delle istituzioni democratiche". Lucio Mavaquà Malan
(...non dimentichi di aggiungere un emendamento che spieghi che le alte cariche sono autorizzate ad andare a puttane, anche con l'uso di scorte, escort, aerei ed elicotteri di status - più che di stato. Punto... due punti! Ma sì, faccia vedere che abbondiamo..., adbondandis adbondandum. NdR e del Principe Antonio De Curtis)
Con la consueta disistima, Tafanus
Scritto il 12 ottobre 2009 alle 14:00 nella Leggi e diritto, Politica | Permalink | Commenti (14)
Tag: immunità parlamentare, lodo alfano, lucio malan
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Scritto il 12 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (53)
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Quando si dice "grande giornalismo d'inchiesta": la gaffe siciliana del duo Feltri-Pivetti
[dall'articolo di Valter Rizzotutti - l'Unità]
Dossier Sicilia con copertina Schifanosa
Scritto il 11 ottobre 2009 alle 23:00 nella Politica | Permalink | Commenti (1)
Tag: dossier sicilia, feltri, mafia, pivetti
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Anton ed Alisha
Scritto il 11 ottobre 2009 alle 13:08 | Permalink | Commenti (22)
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Scritto il 11 ottobre 2009 alle 07:00 nella Musica | Permalink | Commenti (0)
Tag: caramel, chiara civello
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Scritto il 10 ottobre 2009 alle 20:30 nella Politica | Permalink | Commenti (13)
Tag: berlusconi, bertone, farinella, lodo
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Scritto il 10 ottobre 2009 alle 19:53 nella Politica | Permalink | Commenti (6)
Tag: berlusconi, le figaro, populismo, stampa estera
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La Banda Bassotti
...si comincia sempre col dire così, da quelle parti... ricordate il Tremonti del "mai più condoni"? Infatti non è arrivato un "condono, ma uno "scudo": cioè un condom...
Scritto il 10 ottobre 2009 alle 12:00 nella Politica | Permalink | Commenti (18)
Tag: immunità parlamentare, lodo alfano
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Scritto il 10 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (9)
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Scritto il 10 ottobre 2009 alle 07:00 nella Media | Permalink | Commenti (8)
Tag: berlusconi, bindi, concita de gregorio, maleducazione
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Scritto il 09 ottobre 2009 alle 18:30 | Permalink | Commenti (21)
Tag: berlusconi corruttore
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...oggi, causa scarsa disponibilità di rete, e quasi nessuna per la posta, mi limito a dare questa buona novella... forse la diga comincia ad avere qualche crepa molto pericolosa.. Tafanus
I grandi "sgub" del Tafanus": ...surprise!!!... iei ho fatto una mini-ricerca sulla piattaforma del blog, per vedere tutti i commenti corrispondenti all'IP del "Leghista 101", e che ti scopro??? che mi apre tutti i commenti del suddetto e... tutti i commenti di Maria P., da me ribattezzata, per il profondo attaccamento a Natzinger, alla Madonna e al sito "Totustuus", Maria Poretti. Insomma, ormai da noi gli imbecilli viaggiano a coppie. Prima o poi viaggeranno in "trittuglie"..
BERNA - Quattro manager di Mediaset saranno presto oggetto di un'inchiesta formale in Svizzera per riciclaggio. Lo ha reso noto la portavoce del ministero della Giustizia elvetico. I magistrati elvetici avrebbero intenzione di procedere la prossima settimana: l'ipotesi di reato sarebbe riciclaggio di denaro, in collegamento con la compravendita di diritti televisivi per importi 'gonfiati'. Secondo quanto riporta l'Associated Press, dopo anni di indagini su Mediaset, ora i giudici svizzeri potrebbero formalizzare le accuse, e le prove raccolte oltreconfine potrebbero aiutare le inchieste italiane parallele che stanno per ripartire dopo la bocciatura del lodo Alfano.
Scritto il 09 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (55)
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Presidente, senza offesa... ieri sera ha dato l'ennesima dimostrazione di essere un fior di coglione, più alto che intelligente, più alto che dotato di senso dello Stato. Uno spettacolo penoso, che nessun "diversamente onesto", immeritatamente assurto al ruolo di Presidente del Consiglio, aveva offerto. Meno male che Silvio c'è. Speriamo per poco.. Ecco due brani che non avremmo mai voluto vedere, neanche se fossimo stati cittadini della Thailandia di Thaksin:
Scritto il 08 ottobre 2009 alle 12:30 nella Politica | Permalink | Commenti (71)
Tag: alfano, berlusconi, bindi, vespa
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Scritto il 08 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (43)
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ROMA - Il lodo Alfano è illegittimo. Lo hanno stabilito, a maggioranza, i giudici della Corte costituzionale, riuniti in seduta plenaria per deliberare sulla legittimità - rispetto ai principi della nostra Carta fondamentale - della legge che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato.
Scritto il 07 ottobre 2009 alle 18:33 | Permalink | Commenti (64)
Tag: bocciatura, lodo alfano
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Scritto il 07 ottobre 2009 alle 12:00 | Permalink | Commenti (59)
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Scritto il 07 ottobre 2009 alle 11:00 nella Nucleare, Politica, Scienza | Permalink | Commenti (5)
Tag: frane, ponte di messina, scajola, scorie nucleari
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Scritto il 06 ottobre 2009 alle 19:26 nella Media , Razzismo | Permalink | Commenti (8)
Tag: barbara x, fascismo
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Maggio 2009: a casa di un giudice dell'Alta (ma non troppo) Corte - il giudice Mazzella - vengono beccati a cena: un altro giudice (Paolo Maria Napolitano). Una tavolata oscena: i due "giudici", insieme a Berlusconi (maggior beneficiato dal lodo Alfano); l'ineffabile Angelino Alfano, autore della omonima oscenità istituzionale nota come "Lodo Alfano"; infine, l'immancabile Gianni Letta in Richelieu. L'inopportunità di un incontro conviviale fra giudici e "parti in causa", salta agli occhi di qualsiasi persona che conservi un minimo di decenza. Agli occhi di tutti, tranne che a quelli di coloro che partecipano a questa riunione carbonara. Primo della cordata dei ciechi di Breughel un irato Manzella, che non ha nient'altro da dire se non che "a casa mia invito chi voglio io". Stesso stile dei berluscones che difendono il diritto del Cipria di imbottirsi la casa di puttane come crede. Fatti privati. Roba da chiuderli tutti in un carro merci e spedirli a Marcinelle, a scavare carbone.
Riepiloghiamo? Oggi - e non si sa quanto tempo ci vorrà - nell'Alta Corte siederanno, fra gli altri:
Scritto il 06 ottobre 2009 alle 12:23 nella Politica | Permalink | Commenti (23)
Tag: almirante, lodo alfano, matteoli, mazzella napolitano, quaranta
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Scritto il 06 ottobre 2009 alle 10:00 nella Leggi e diritto, Politica | Permalink | Commenti (5)
Tag: lodo alfano, ludovico fraia
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Scritto il 06 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (10)
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Secondo il capogruppo Pdl alla Camera la sentenza sul lodo Mondadori fa parte di una manovra concentrica per ribaltare la vittoria elettorale del 2008 - Pdl: "In piazza per Berlusconi" (vedi articolo Repubblica)
Da quando mi occupo di questo blog - e più in generale da quando so leggere - di minchiate ne ho lette e sentite di tutti i colori, di tutti gli odori, e di tutte le dimensioni. Questa del post-piduista Cicchitto, però, le supera tutte, in dimensioni e in fetore. La condanna di Berlusconi a risarcire i danni a De Benedetti per la sentenza che ha accertato la "corruzione in atti giudiziari" del giudice Metta, grazie alla quale il lodo Mondadori è stato annientato, consegnando la Mondadori a Berlusconi anzichè a De Benedetti, non poteva che avere uno sbocco, in sede civile, di risarcimento danni proporzionato alle dimensioni della posta in gioco. E tanto per capirci: la Fininvest è condannata al pagamento di un risarcimento danni di circa 750 milioni, mentre la capitalizzazione di borsa della Mondadori, a fine 2008, era di 847 milioni. Insomma, gli hanno fatto anche lo sconto.
Qualcuno dimentica che il "lodo Mondadori", capovolto dal giudice Metta per sentenza scritta nello studio Previti e pagata dalla Fininvest, stabiliva che la famiglia Formenton avrebbe consegnato a De Benedetti azioni e controllo della Mondadori entro il 1991. Invece nel 1989 il lodo viene stracciato, e la Mondadori finisce, chissà perchè, in mano a Berlusconi. Quindi oggi a Berlusconi viene imposto (ed è una sentenza molto mite) SOLO il pagamento di ciò che è addirittura meno della capitalizzazione di borsa della Mondadori, senza alcun riguardo al fatto che per quasi 20 anni (dal 1991 ad oggi) Berlusconi si è ficcato nelle capaci tasche sei suoi Caraceni gli utili prodotti dalla Mondadori. Utili che avrebbero dovuto invece finire in tasche d'altri.
Grazie al piduista, la cultura dell'illegalità compie un ulteriore balzo in avanti: piazza contro sentenze. Non se ne sentiva il bisogno.
Viceversa, per il piduista basta una bella manifestazione, magari nella piazzetta di Porto Rotondo, per rovesciare una sentenza della magistratura ed assolovere "per acclamazione" qualsiasi pregiudicato. Perchè la legge è uguale per tutti. O no? L'idea di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, di "una grande manifestazione popolare" per rispondere a quella che considera un'offensiva contro il premier, puzza di Cile lontano un miglio.. "E' evidente - afferma in una nota in riferimento alla sentenza sul lodo Mondadori - che l'attacco al presidente Berlusconi di precisi settori politici e finanziari è concentrico e lungo più direttrici che vanno dal gossip, all'evocazione degli attentati di mafia del '92, ad altro ancora che si prepara e, adesso a questa sentenza civile dalle proporzioni inusitate ben studiata anche nei tempi". [...]
Cicchitto punta il dito contro l'Ingegnere. "Ovviamente il beneficiario è De Benedetti, il vero leader della sinistra editoriale e finanziaria. Infatti la debolezza della sinistra politica è surrogata dalle iniziative giudiziarie, finanziarie e editoriali. Il tutto avviene mentre lo scandalo reale della Regione Puglia è tenuto coperto usando le D'Addario di turno. L'obiettivo è sempre quello: manipolare con manovre di Palazzo la vittoria elettorale del 2008, che evidentemente non è accettata da una serie di ambienti. Rispetto a tutto ciò il governo e la maggioranza devono svolgere il loro ruolo sostenuto dal consenso della maggioranza dei cittadini. La libertà di dibattito interno non deve comunque portarci a rinchiuderci in noi stessi; anzi bisogna cominciare a esaminare l'opportunità di una grande manifestazione popolare".
Ancora qualche giorno, e Cicchitto, seguito dai cicchittoidi, chiederà il giudizio divino. La Prova del Fuoco?
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Lodo Mondadori, le tappe della vicenda giudiziaria
Ecco le tappe principali della vicenda giudiziaria per il Lodo Mondadori che ha visto il Tribunale civile di Milano emettere una provvedimento di condanna contro la Fininvest, che dovrà versare a Cir circa 750 milioni a titolo di risarcimento per danno patrimoniale.
4 ottobre 2001. Davanti ai giudici della quarta sezione del tribunale di Milano comincia il processo per il Lodo Mondadori. Imputati sono Cesare Previti, Attilio Pacifico, Vittorio Metta e Giovanni Acampora. A giugno, i giudici della quinta sezione della Corte d'Appello di Milano hanno ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice e, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, questo reato è stato dichiarato prescritto. (...prescritto, non assolto... NdR)
28 gennaio 2002. Il processo Imi-Sir, cominciato nel 2000, è riunito con quello sul Lodo Mondadori.
29 aprile 2003. La Corte di Appello di Milano condanna a 13 anni Vittorio Metta, 11 anni Cesare Previti e Attilio Pacifico, 8 anni e 6 mesi Renato Squillante, 6 anni Felice Rovelli, 5 anni e 6 mesi Giovanni Acampora, 4 anni e 6 mesi Primarosa Battistella. Assolto Filippo Verde.
7 gennaio 2005. Comincia a Milano, davanti alla seconda Corte d'appello, presieduta da Roberto Pallini, il processo di secondo grado per i casi Imi-Sir e Lodo Mondadori.
23 maggio 2005. I giudici confermano la condanna di Cesare Previti per la sola vicenda Imi-Sir, assolvendolo per quella Lodo Mondadori. Previti e Attilio Pacifico hanno avuto una riduzione della condanna da undici a sette anni. Riduzioni delle pene per gli altri imputati: Vittorio Metta da 13 a 6 anni, Renato Squillante da 8 anni e 6 mesi a 5 anni, Felice Rovelli da 6 a 3 anni, Primarosa Battistella da 4 anni e 6 mesi a 2 anni. Per la vicenda Lodo Mondadori l'avvocato Giovanni Acampora, Metta, Pacifico e Previti sono stati assolti "perché il fatto non sussiste".
4 maggio 2006. Per la vicenda Imi/Sir, la Corte di Cassazione riduce a 6 anni la condanna per Previti e Pacifico, conferma la condanna a 6 anni per Metta, riduce la pena per Acampora a 3 anni e 8 mesi, annulla senza rinvio la condanna per Squillante e Battistella e considera prescritta l'accusa per Felice Rovelli. Per il lodo Mondadori, la Cassazione accoglie il ricorso della Procura Generale di Milano e della parte civile Cir, contro le assoluzioni del maggio 2005.
18 dicembre 2006. Davanti alla terza sezione della Corte d'appello di Milano, comincia il nuovo processo d'appello per il lodo Mondadori.
23 febbraio 2007. I giudici condannano Previti, Acampora e Pacifico ad un anno e 6 mesi, Metta a due anni e otto mesi. Le condanne vanno aggiunte in continuazione con quelle del processo Imi-Sir, ormai diventate definitive.
3 ottobre 2009. La I sezione del Tribunale di Milano ha dichiarato che la Cir ha diritto al risarcimento di 750 milioni da parte di Fininvest per il danno patrimoniale da 'perdita di chance' subito nella vicenda per la 'battaglia di Segrate'. Il provvedimento civile è arrivato alla luce dalla definitiva condanna penale del 2007 per corruzione. [Dalla scheda di Repubblica]
L'ANALISI, di Giuseppe D'Avanzo:.Berlusconi chiama la politica a difesa del suo patrimonio. Metà del Paese chiamata a sostenrlo per un episodio di corruzione. E il premier trasforma in complotto un'ordinaria storia di malaffare
La politica, per Silvio Berlusconi, è nient'altro che il modo più efficace per accrescere e proteggere il suo business. È sempre stato così fin da quando, neolaureato fuori corso in giurisprudenza, si dà agli affari. Forte di legami politici con le amministrazioni locali e regionali - e qualche "assegno in bocca" - diventa promotore immobiliare. La politica gli consente di tenere a battesimo, fuori della legge, il primo network televisivo nazionale. La collusione con la politica - la corruzione d'un capo di governo e il controllo di ottanta parlamentari - gli permette di ottenere, dal presidente del consiglio corrotto, due decreti d'urgenza e, dal parlamento, una legge che impone il duopolio Rai-Fininvest. Non proprio un prometeo dell'economia, nel 1994 è in rotta e fallito (gli oneri del debito della Fininvest - 4000 miliardi di lire - superano l'utile operativo del gruppo).
Ha perso però i protettori travolti dal malaffare tangentocratico e s'inventa "imprenditore della politica" convertendo l'azienda in partito. E' ancora la politica che gli consente di manomettere, con diciassette leggi ad personam, codici e procedure per evitare condanne penali per un variopinto numero di reati (falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita, corruzione) fino all'impunità totale della "legge Alfano" che gli assicura un parlamento diventato bottega sua (domani la Consulta ne vaglierà la costituzionalità).
Non c'è da sorprendersi allora se, condannato oggi al pagamento di un risarcimento di 750 milioni di euro per aver trafugato la Mondadori corrompendo un giudice, Silvio Berlusconi si nasconda ancora una volta dietro il paravento della politica. E' sempre la sua carta jolly per confondere le acque, cancellare i fatti, rendere incomprensibile quel che è accaduto, difendere - dietro le insegne dell'interesse pubblico - il suo interesse personale. Secondo un copione collaudato nel tempo, il premier anche oggi è lì a cantare la favola dell'"aggressione politica al suo patrimonio", dell'"assedio ad orologeria". Evoca, con le parole della figlia Marina (presidente di Mondadori), il "momento politico molto particolare". Piagnucola: "Se è così, chiudo". Minaccia (gli capita sempre quando è a mal partito) che chiamerà alle urne gli elettori, se sarà contrariato. Bisogna dunque dire se c'entra la politica, in questa storia della Mondadori. La risposta è sì, c'entra ma (non è un paradosso) soltanto perché salva Berlusconi dai guai (e non è una novità).
Ricapitoliamo. E' il giugno 2000. Berlusconi è accusato di aver comprato la sentenza che gli ha permesso di mettere le mani sul più grande impero editoriale del Paese scippandolo a Carlo De Benedetti (editore di questo giornale). Per suo conto e nel suo interesse, gliela compra l'avvocato e socius Cesare Previti (poi suo ministro). L'udienza preliminare del "caso Mondadori" ha un esito sorprendente: non luogo a procedere. E' salvo. Il pubblico ministero Ilda Boccassini si appella. La Corte le dà ragione, ma Previti e Berlusconi hanno destini opposti. Per una svista, i legislatori nel 1990 si sono dimenticati del "privato corruttore" aumentando la pena della corruzione nei processi soltanto per il "magistrato corrotto". Correggono l'errore nel 1992, ma i fatti della Mondadori sono anteriori a quell'anno e dunque Berlusconi è passibile della pena meno grave, da due a cinque anni (corruzione semplice), anziché da tre a otto (corruzione in atti giudiziari). Se ottiene le attenuanti cosiddette generiche, può farla franca perché il reato sarebbe estinto. La sentenza del 25 giugno 2001 le concede a Berlusconi, non a Previti che va a processo.
Stravagante la motivazione che libera il premier: è vero, Berlusconi ha corrotto il giudice, ma si è adeguato a una prassi d'un ambiente giudiziario infetto e poi l'attuale suo stato "individuale e sociale" (si è appena insediato di nuovo a Palazzo Chigi) merita riguardi. Diciamolo in altro modo. Per i giudici non si possono negare le attenuanti, e quindi la prescrizione, a quell'uomo che - è vero - è un "privato corruttore" perché è "ragionevole" e "logico" che il mandante della tangente al giudice sia lui, ma santiddio oggi governa l'Italia, è ricco, potente, conduce la sua vita in modo corretto, come si fa a mandarlo a processo? (...insomma, una sentenza di un fetore tale, che farebbe indossare le maschere antigas persino ai peggiori paesi dell'America Latina... NdR)
Berlusconi potrebbe rinunciare alla prescrizione, affrontare il giudizio, dimostrare la sua estraneità, pretendere un'assoluzione piena o almeno testimoniare e dire perché ha offerto a Previti i milioni da cui attinge per pagare il mercimonio del giudice. Non lo fa, tace, si avvale della facoltà di non rispondere e il titolo indecoroso di "privato corruttore" gli resta appiccicato alla pelle.
Dunque, prima conclusione. La politica di ieri e di oggi non c'entra nulla se si esclude il salvataggio del premier, "privato corruttore". Bisogna riprendere il racconto da qui perché la favola dell'"aggressione politica al patrimonio" di Berlusconi si nutre di un sorprendente argomento: "Il processo non ha mai riguardato la Fininvest che si limitò a pagare compensi professionali a Previti".
Occorre allora mettere mano alle sentenze. C'è un giudice, Vittorio Metta, che già è stato corrotto da Previti per un altro affare (Imi-Sir). Viene designato come relatore dell'affare Mondadori. La designazione è pilotata con sapienza. Scrive le 167 pagine della sentenza in un solo giorno, ventiquattro ore, "record assoluto nella storia della magistratura italiana". In realtà, la sentenza è scritta altrove e da chi lo sa chi: "Da un terzo estraneo all'ambiente istituzionale", si legge nella sentenza di primo e secondo grado. Venti giorni dopo il deposito del verdetto (14 febbraio 1991), la Fininvest (attraverso All Iberian, il "gruppo B very discreet") bonifica a Cesare Previti quasi 2 milioni e 800 mila dollari (3 miliardi di lire). Su mandato di chi? Nell'interesse di chi? "La retribuzione del giudice corrotto è fatta nell'interesse e su incarico del corruttore" scrivono i giudici dell'Appello che condannano Cesare Previti non perché concorre al reato di Vittorio Metta (il giudice), ma perché complice del "privato corruttore" (Berlusconi). "E' la Fininvest - conclude infine la Corte di Cassazione - la fonte della corruzione e pagatrice del pretium sceleris", del baratto che consente a Berlusconi da diciotto anni di avere nella sua disponibilità la Mondadori.
Rimettiamo allora in ordine quel che si sa e ha avuto conferma nel lungo percorso processuale, in primo grado, in appello, in Cassazione. Berlusconi è un "privato corruttore". Incarica il socius Previti di corrompere il giudice che decide la sorte e la proprietà della casa editrice. Previti ha "stabilmente a libro paga" Vittorio Metta. Il giudice si fa addirittura scrivere la sentenza. Ottiene "almeno quattrocento milioni" da una "provvista" messa a disposizione dalla Fininvest che "incassa" in cambio la Mondadori.(...OK... il prezzo è giusto... per 200.000 euri, questo bandito di Metta si vende una cosina che oggi capitalizza 847 milioni di euri. Se Metta non fosse stato condannato per corruzione, andrebbe interdetto per coglioneria. Nell'affare, si è accontentato di una mancetta dello 0,024%. Insomma, siamo all'accattonaggio... NdR)
Questi i nudi fatti che parlano soltanto di malaffare, corruzione, baratterie, di convenienze privatissime e non di politica e mai di interesse pubblico. Di politica parla oggi Berlusconi per salvare se stesso. Come sempre, vuole che sia la politica a tutelare business e patrimonio privati. Per farlo, non rinuncia - da capo del governo e "privato corruttore" - a lanciare una "campagna" che spaccherà in due - ancora una volta - un'opinione pubblica frastornata e disinformata. Berlusconi chiede un'altra offensiva di plagio mediatico con il canone orientale delle tv e dei giornali che controlla e influenza: non convincere, non confutare, screditare. Il premier giunge a minacciare le elezioni anticipate, come se il suo destino fosse il destino di tutti e l'opacità della sua fortuna una responsabilità collettiva. Ripete la solita filastrocca che si vuole "manipolare con manovre di palazzo la vittoria elettorale del 2008 ed è ora che si cominci a esaminare l'opportunità di una grande manifestazione popolare". In piazza, metà del Paese. In difesa di che cosa? Si deve rispondere: in difesa della corruzione che ha consentito a Berlusconi la posizione dominante nell'informazione e nella pubblicità. E perché poi dovremmo tornare a votare? In difesa del suo portafoglio. L'Italia esiste, nelle intenzioni del capo del governo, soltanto se si mobilita a protezione delle fortune dell'uomo che la governa.
Stefano D'Avanzo
Scritto il 05 ottobre 2009 alle 20:00 nella Media , Politica | Permalink | Commenti (11)
Tag: berlusconi, cir, corruzione, lodo mondadori, metta, previti
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... una tipica casa del '700...
...è la tragedia che sta virando in farsa, o è la farsa che prende il sopravvento sulla tragedia? forse, per descrivere quanto sta avvenendo, dovremmo plagiare il titolo di un celebre libro di Fruttero & Lucentini: "La Prevalenza del Cretino". E' vero, ogni popolo ha la classe politica che si merita. Se il 55% degli italiani continua ad infliggerci col voto questi dementi, vuol dire che se li meritano. Ma, di grazia, noialtri, l'altro 45%, che cazzo ha fatto di male per meritarseli? Tafanus
Precipitazioni sparse e diffuse con temporali di forte intensità, quantità moderata, rischio idrogeologico a criticità ordinaria, stato di preallerta. Eccolo il bollettino emanato dalla Protezione Civile Regionale giovedì primo ottobre, eccole le previsioni meteo per il pomeriggio nella fascia nord orientale della Sicilia. Nessuna particolare allerta, nessun preavviso. Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi suonano come una beffa alle orecchie di chi spala ancora con le mani nel fango, di chi piange i suoi morti, di chi aspetta ancora notizie dei propri cari, di chi ha perso tutto.
Quel giovedì primo ottobre nessuno diede mai alcun allarme. Nessuna unità di crisi in prefettura, nessuna allerta della Protezione civile, nessun avviso alla popolazione. Lo conferma il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca: "L'unità di crisi - dice - l'ho chiesta io alle 19 di giovedì, quando già il nubifragio era in atto da una mezz'ora, e semplicemente perché alcuni amici, che abitano a Giampilieri, mi hanno chiamato per dirmi che lì stava venendo giù tutto. In dieci minuti abbiamo fatto partire la macchina dei soccorsi e solo perché io, in una città che ha subito ben due terremoti in 100 anni, proprio l'anno scorso ho rifatto il piano della protezione civile".
Il sindaco è un fiume in piena. E' stato accanto a Berlusconi nelle sue tre ore in Sicilia, non ha alcuna intenzione di fare polemica con il premier: "Forse intendeva dire che era noto che ci sarebbe stato il maltempo, ma che non si poteva prevedere uno smottamento di tale proporzioni". Ma poi ci pensa un attimo su e sbotta: "Sa che le dico? E, in ogni caso, che avremmo potuto fare: evacuare centomila persone? E dove? Perché a rischio, qui, continuamente c'è tutta la città e il suo comprensorio, mica solo Giampilieri e Scaletta Zanclea. Sta venendo l'inverno. Chissà quante di queste calamità naturali ci riserveranno i prossimi mesi e io voglio sapere da qualcuno che devo fare: ogni volta evacuare una città e dove le metto le persone? Se quei villaggi dovevano essere evacuati bisognava farlo dopo l'alluvione nel 2007, ma non l'hanno fatto".
Buzzanca, come gli altri amministratori locali oggi sul banco degli imputati per non aver ottemperato alla messa in sicurezza di zone ad altissimo rischio idrogeologico, racconta di aver spiegato a Berlusconi, Bertolaso e al ministro Prestigiacomo che qua, a Messina, l'abusivismo non c'entra nulla: "E non solo perché le case spazzate via erano del '700, ma soprattutto perché basta fare un giro in città e soprattutto leggere le carta per vedere che qui anche le costruzioni sul mare e sui fiumi hanno tutte la licenza. Gliele hanno date trent'anni fa".
Fuori del palazzo della prefettura, tra i manifestanti, comincia a esplodere la rabbia: "Come sarebbe a dire che avevano previsto tutto? - dice Mario, 60 anni, riuscito ad uscire per caso dall'abitacolo della sua macchina ripescata poi sulla riva del mare a Scaletta Zanclea - non sono stati in grado neanche di chiudere la statale che solo una settimana fa era rimasta bloccata per due giorni per una frana dopo un altro temporale. Si dovrebbero vergognare".
Definisce Berlusconi "avvoltoio" Leoluca Orlando, di Italia dei Valori: "Siamo stanchi di questo governo del giorno dopo che prende in giro i cittadini, offende le vittime di Messina e i loro parenti che stanno vivendo una tragedia enorme. Se l'esecutivo aveva previsto il disastro perché allora ci sono state 24 vittime e 40 dispersi?" E Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, osserva: "Berlusconi non sa quello che dice e ottiene il solo risultato di mettere in cattiva luce la protezione civile cui spetta dare l'allerta. Ma nessuna allerta è in grado di prevedere quanti millimetri di pioggia cadranno, in quale zona e meno che mai che conseguenze potranno avere".
-1) TUTTE le case del suo comune sono del '700??? e cosa aspettate a chiedere che Gaimpilieri e Scaletta Zanclea siano proclamate "Patrimonio dell'Umanità". ed affidate alle amorevoli cure dell'UNESCO?
-2) Nel suo comune non c'è una sola casa abusiva. Ne prendiamo atto con piacere. Nella regione che da sola conta il 10% dell'abusivismo di tutta Italia, a Giampilieri e Scaletta Zanclea non c'è una sola casa abusiva. Complimenti vivissimi, e senza ironia.
-3) Poi, in un attimo di distrazione, ci fa capire cosa intende: TUTTE hanno la licenza da almeno trent'anni. Anche quelle del '700 (che sono la totalità)? anche quelle costruite 70, 60, 20, 10 anni fa?
-4) ammesso che per ragioni che non voglio conoscere (insipienza, mazzette?) sia stata data la licenza, trent'anni fa, a case costruite su un costone franoso, o su una faglia sismica, o sull'area golenale di un torrente, cosa vogliamo fare? Lasciare le cose come stanno, perchè "hanno il pezzo di carta"? Oppure esistono, ed esistevano gli strumenti giuridici per cambiare lo status delle cose e delle case, e non se n'è fatto niente - magari per non perdere elettori?
-5) Lei ha straparlato di "evacuare ogni volta 100.000 abitanti. Di quali abitanti parla? di quale zona? Perchè vede, secondo l'Istat Giampilieri conta 1.500 abitanti, e Scaletta Zanclea 2.500. Messi insieme, fanno 4.000 abitanti, cioè mille appartamenti. Quanti sono a rischio? un decimo? 100? Bene, coi 22milioni di € stanziati nel 2007, per ogni appartamento da abbattere e ricostruire altrove, ci sarebbero stati 220.000 € a disposizione. Che fine hanno fatto, quei soldi?
-6) Leggo che gli unici soldi spesi sono stati 45.000 € per sistemare un terrazzamento del terreno che rischiava di franare sulla strada, ed una cifra ignota per stendere una rete da pollaio sulla frana del 2007. E' esatto?
-7) Premesso che B&B (Berlusconi e Bertolaso) sono una delle coppie di comici più esilaranti degli ultimi vent'anni, lei è sicuro di non avere nessuna colpa? neanche quella di non aver preteso, magari per vie legali, che i 22 milioni stanziati per il suo comune non prendessero "altre strade"?
Ci faccia sapere. Tafanus
Scritto il 05 ottobre 2009 alle 14:00 nella Ambiente, Politica | Permalink | Commenti (18)
Tag: berlusconi, bertolaso, buzzanca, giampilieri, scaletta zanclea
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Scritto il 05 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (31)
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Giampilieri, Ottobre 2007
Tutti "annunciano", nessuno fa un cazzo. Lo "sfasciume geologico" di Spallanzani e di Giustino Fortunato continua ad essere sempre più sfasciato. Ora lo stato interverrà nel messinese con qualche elemosina. C'è un'inchiesta che non finirà mai, e per la quale non pagherà nessuno. C'è un'opera diseducativa dello stato, fatto di lodi, amnistie e condoni, che continua. E' di poche settimane fa l'autorizzazione a fare "escrescenze" del 30%" anche su case già abusive e già "sanate" da precedenti condoni. La legge Galasso è stata uccisa e sepolta. E' di due giorni fa l'osceno scudo fiscale, che con un obolo del 5% legalizza esportazioni illegali di capitali, evasioni fiscali miliardarie, falsi in bilancio, distruzione di documenti contabili, e persino la bancarotta fraudolenta.
Lo Stato - se esiste - la smetta. Non si possono legalizzare case abusive, e per sovrappiù essere poi costretti a portare in aree a rischio fogne, acqua, strade, luce, scuole e ospedali. Tutto ciò dovrebbe rientrare in qualche fattispecie di reato collusivo, non in una sorta di obbligo per lo Stato.
Leggo che alcuni di questi disgraziati hanno applaudito calorosamente il maggior responsabile di questa cultura del disastro non solo annunciato, ma favorito, incentivato o tollerato. In Sicilia piove? Piove in molti luoghi, ma dove le case non sono costruite su una frana, o nel letto di una fiumara, non muore nessuno.
Il nano è stato applaudito da alcuni (quelli che volevano fischiare sono stati tenuti, more solito, ben lontani dal palcoscenico). Hanno applaudito perchè il nano ha somministrato loro la fotocopia delle minchiate già promesse agli abruzzesi: le casette tecnologicamente avanzate con "biancaneve e i sette nani" di gesso in giardino, e in casa tutto, persino un mestolo. Anzichè plaudire a questo "kit di cazzate" sempre uguali e sempre ugualmente false, abbiano il coraggio e il buon senso di tirargli addosso dei gavettoni di merda fresca, o vadano anche loro a farsi fottere. Se vogliono, si facciano pure la nuova casa abusiva a valle di una diga lesionata e pericolante. Però, just in case, non chiedano la mia solidarietà. Ho tutto il rispetto per i loro morti, ma giudico correi di queste morti coloro che hanno attivamente o passivamente contribuito a questo sfascio. Mi permetto di fare delle domande:
-1) che abbiano costruito o meno queste case, sapevano trattarsi di case abusive?
-2) e se abusive non erano, non lo erano perchè "sanate", o perchè qualche amministratore criminale ne ha autorizzato la costruzione nell'alveo di un fiume, e/o sottovento ad una montagna che franava già da anni?
-3) prima di applaudire il nano, gli hanno chiesto conto dei 22 milioni stanziati nel 2007, e misteriosamente spariti?
-4) Hanno chiesto CHI si è messo la coscienza in pace, dopo la frana del 2007, poggiando una rete di plastica da pollaio sulla montagna franosa?
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E veniamo a Rambo Bertolaso, questo infettivologo prestato a tutto, tranne che al suo mestiere. Ci siamo spesso chiesti chi sia, e molte risposte ce le siamo cercate e le abbiamo riassunte [in un post] in un post dell'aprile 2009, dal titolo "Guido Berolaso: l'uomo che trasforma le catastrofi in oro zecchino"
Chi vuole rinfrescarsi la memoria, se lo rilegga. Ma su quest'uomo, pupillo, per ragioni ignote (o troppo note?) di Gianni Letta, non si finisce mai di imparare qualcosa di nuovo. Per esempio che questo medico-infettivologo (di cui non sono noti gli achievements scientifici), è una sorta di Mastrolindo "facciotuttoio". Da non credere. Ecco il curriculum di questo tuttofare dei disastri:
Direttore del dipartimento della Protezione Civile; sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Emergenza rifiuti di Napoli; commissario straordinario per le emergenze: terremoto dell'Aquila, vulcani nelle Eolie, rifiuti in Campania, aree marittime di Lampedusa, bonifica del relitto della Haven, rischio bionucleare, mondiali di ciclismo, Commissario delegato per l'emergenza incendi boschivi, presidenza del G8 del 2009; coordinatore dei progetti nei paesi in via di sviluppo della Farnesina, Capo del Dipartimento degli Affari Sociali, Vice Direttore esecutivo dell’Unicef, vice Commissario vicario per il Grande Giubileo del 2000. È stato anche Commissario straordinario del governo per la prevenzione da rischi SARS e Commissario per l'emergenza di Cavallerizzo di Cerzeto (frana del 7 marzo 2005).
Insomma, diamo tempo al tempo, e ce lo ritroveremo anche AD della Società Ponte sullo Stretto, commissatio alla manutenzione dei campi da tennis al Foro Italico, capo-voga dell'otto con, e ballerina di fila alla Scala. Ma dall'aprile del 2009 ad oggi abbiamo fatto altre scoperte interessanti, su Rambo Bertolazzo: per esempio che è figlio di Giorgio, ex Direttore Generale dell'Aeronautica Militare (fu lui a far volare il primo Starfighter della storia dell'Aeronautica italiana - il famoso aereo che si guadagnò l'affettuoso nomignolo di "Bara Volante") e... incredibbbole ma vero, nipote del cardinale Camillo Ruini. Ecco, ora la ragione della potenza dell'infettivologo Mastrolindo comincia ad essere più chiara: forse è potente, perchè è vicino ad un vicino dell'Onnipotente...
Il 4 febbraio 2009 si è appresa la notizia che risulta indagato nell'inchiesta denominata "Rompiballe", uno dei filoni d'indagine più complessi sul disastro rifiuti a Napoli, con l'accusa di traffico illecito di rifiuti e truffa ai danni dello Stato. Il documentario "Biùtiful cauntri", che nessuno vedrà mai in Italia sulle reti RAI, critica la gestione Bertolaso dell'emergenza rifiuti.
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...lo scaricabarile è già iniziato...
Inchiesta per disastro colposo. Gli amministratori locali si difendono: "Siamo stati abbandonati dopo l'alluvione del 2007. Quelle case non erano agibili" - Spariti i soldi della ricostruzione.
(da Alessandra Zini - Rerpubblica.it)
MESSINA - Minate alle fondamenta, dichiarate inagibili, mai messe in sicurezza. Molte delle case che l'altra notte sono state spazzate via a Giampilieri e Scaletta Zanclea non avrebbero dovuto essere abitate. Come quella di Giovanni Falconeri che ora si aggirano tra le macerie alla ricerca di qualche indumento. "Sì, è vero, casa nostra era stata dichiarata inagibile dopo l'alluvione di due anni fa, ma non avevamo dove andare e nessuno è venuto a fare dei controlli o a mandarci via".
Chi doveva controllare, chi doveva garantire la messa in sicurezza di questa collina sbriciolatasi in un'ora di tempesta? È quello che dovrà accertare l'inchiesta per disastro colposo aperta dal procuratore Guido Lo Forte che ieri ha affidato l'incarico per le autopsie e ha nominato un geologo, un meteorologo e un ingegnere civile per studiare le mappe del rischio idrogeologico e degli interventi richiesti, progettati e di quelli effettivamente eseguiti. Ai carabinieri l'incarico di sequestrare le carte degli strumenti urbanistici degli ultimi sei anni. L'iscrizione nel registro degli indagati di amministratori locali e regionali è solo questione di ore.
Ma sindaci e assessori non ci stanno a vedersi addossare tutte le responsabilità del disastro. Ci sono alcune carte che parlano chiaro: innanzitutto le dichiarazioni degli stati di calamità naturali dopo le frane del '94, del '96 e per ultimo del 2007. Dopo l'ultimaalluvione, interventi per 11 milioni erano stati previsti dal piano strutturale elaborato dalla protezione civile regionale ma di quei soldi al Comune di Messina, per Giampilieri, sono arrivati prima 45 mila euro serviti per consolidare un terrazzamento a monte dell'unica strada che giovedì notte ha resistito al nubifragio e poi altri 900 mila euro per lavori che avrebbero dovuto essere consegnati proprio domani (...quando si dice la combinazione... NdR)
"Altri soldi qui non ne sono mai arrivati - dice l'assessore ai lavori pubblici Gianfranco Scoglio - e l'abusivismo non c'entra proprio nulla. A Giampilieri non c'è una sola casa abusiva. Quelle che sono state spazzate via sono tutte case del '700. Il fatto è che in quella montagna il territorio è stato devastato dagli incendi e non si è fatto nessuna opera di rimboschimento. E anche quella spettava allaRegione". Stessa musica a Scaletta Zanclea dove, dopo l'alluvione del 2007, al sindaco Mario Briguglio sono arrivati solo 500 mila euro. A stento sono bastati per ripulire il paese dal fango. "Avevo chiesto 20 milioni di euro - dice - non è arrivato nulla e i progetti per il risanamento si sono persi".
I 20 milioni forse arriveranno ora. È questa la cifra stanziata ieri dalla giunta siciliana. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo annuncia anche l'avvio di un'indagine amministrativa: "Voglio capire perché le risorse hanno imboccato altre strade". Come quella indicata dal deputato regionale del Pd, Filippo Panarello, che punta l'indice contro il ministero dell'Ambiente: "Un anno fa gli enti locali chiesero di finanziare interventi urgenti per un milione di euro per Giampilieri. Non ci hanno dato ascolto e finanziarono interventi per le isole Eolie".
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Uno stato cialtrone, inefficiente. Uno stato che dopo giorni dalla catastrofe non ha ancora aperto un numero verde al quale rivolgersi per richieste di aiuto, informazioni, indicazioni. Uno stato nel quale proprio il sito della Protezione Incivile, alla sezione "Messina", ancora il 2 ottobre metteva le bandierine verdi, e scriveva: "Niente da segnalare".
Ora la notizia, riportata da Repubblica del 3 Ottobre, è sparita dal sito della Protezione Incivile. Ma la toppa è peggiore del buso: Se si va oggi sul sito, e si cerca "Messina", l'ultima notizia di rilievo che si trova risale al 27 maggio. Da non credere:
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27-05-2009
Lieve evento sismico in provincia di Messina - Una scossa sismica è stata lievemente avvertita questa mattina dalla popolazione nella provincia di Messina... (...verificare per credere...)
Un paese dove "...a fare scattare l'allarme è stata la segnalazione di un'auto finita in mare. Ma quando i militari sono giunti sul posto lo spettacolo che si sono trovati davanti è stato ben peggiore..."
Un paese nel quale Bertolazzo fa finta di essere in perfetta sintonia col Presidente Napolitano, dicendo che «...il dissesto idrogeologico è causato dall'abusivismo...», ma fa finta di non cogliere o di dimenticare il monito successivo di Napolitano: ("...invece di sprecare miliardi in inutili opere faraoniche..."). Bertolazzo, vuole che le diciamo a cosa si riferisce, Napolitano? Ci arriva da solo, o le facciamo noi un disegnino a "campata unica"? Tanto per non lasciarle alibi, riportiamo, virgolettate, le parole di Napolitano, che non assomigliano, neanche alla lontana, a quelle di Bertolazzo: «...o c'è un piano serio, che piuttosto che in opere faraoniche investa sulla sicurezza in questo Paese, o si potranno avere altre sciagure...».
Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza. Capirai, la novità... l'Italia vive in perenne stato d'emergenza, perchè la prevenzione, da noi, è una categoria sconosciuta. "...prevenzione??? how do you spell it?..."
Bertolazzo visto da vicino
(Messina News) [...] Fondi e Opere. Passando agli stanziamenti ed al ruolo della Protezione Civile, Bertolaso ha detto che i fondi arriveranno sia dal Governo Regionale che da quello Nazionale. Per mettere in sicurezza l'Italia, secondo il capo della Protezione Civile, ci vogliono almeno 25 miliardi di euro. Bertolaso si è inoltre detto d'accordo con le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Repubblica Napolitano: "Non bisogna fare opere faraoniche ma cose essenziali". E' stato l'ingegner Cocina, responsabile regionale della Protezione Civile, su espressa richiesta dei giornalisti, a fornire la cifra di ben 3 milioni di euro, sufficienti di questi tempi forse appena all'edificazione di due belle ville, che sarebbero stati stanziati per rimediare al dissesto idrogeologico dell'intera zona ionica, da Taormina a Messina.
I nei. Emerge un profilo altissimo di una Protezione Civile che tuttavia non è ancora stata in grado di fornire un numero verde per i familiari di vittime e dispersi. Scarso anche il supporto, soprattutto informativo, fornito alla stampa. Opinione unanime fra i giornalisti era questa mattina il riconoscimento di una sensibile inefficienza dell'ufficio stampa della Prefettura e la consapevolezza della immensamente maggiore tempestività nella divulgazione di notizie da parte della Protezione Civile di Palermo. Nonostante che il disastro sia accaduto solo a pochi chilometri da Messina.
La testimonianza: "...sono originario di Giampilieri, paese nel quale ho passato tutte le estati dellla mia infanzia: queste sono alcune foto dell'alluvione del 25 ottobre del 2007. Già all'epoca si parlò di disastro annunciato, ma per fortuna non vi furono vittime, come invece in questocaso. Disastro annunciato perché la situazione morfologica di quelle colline e la speculazione edilizia degli ultimi 20 anni hanno reso la zona drammaticamente simile a quelle già teatro di tragedie in Campania nel recente passato, e perché, nonostante l'alluvione del 2007, la regione non ha predisposto nulla affinché si mettessero in sicurezza le aree più a rischio. Anzi, quelle belle colline di macchia mediterranea che scivolano dolcemente verso il mare dello Stretto, e che costituivano l'inizio della catena montuosa dei Nebrodi, sono state oggetto, proprio in questi due anni, dell'ennesima cementificazione selvaggia. Ovviamente, ogni estate, da che mi ricordo,gli incendi facevano il resto. Che amarezza...
Antonello Micali
Scritto il 04 ottobre 2009 alle 18:00 nella Ambiente, Politica | Permalink | Commenti (30)
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Scritto il 03 ottobre 2009 alle 09:00 nella Media , Politica | Permalink | Commenti (37)
Tag: berlusconi, goebbels, libertà d'informazione, manifestazione
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1) Le case prefabbricate di Onna e frazioni non sono state costruite nè finanziate dal governo, ma sono frutto di donazioni. Della Provincia di Trento per 13 mln di Euro, della Croce Rossa Italiana per 5 mln di Euro, della Caritas e altri organismi.
2) I cittadini di Onna hanno rifiutato il Piano Case del Governo, costituendosi in onlus.Per questo, Onna ed alcune frazioni si sono affidate al Trentino che ha donato 350 case.
3) Il governo è sempre stato contrario ai prefabbricati, tanto che inizialmente, le case donate dal Trentino non avevano ricevuto il permesso di essere costruite.Ne nacquero anche delle polemiche. Quelle casette, infatti, hanno girato mezza provincia de L’Aquila prima di trovare una collocazione e avrebbero potuto essere pronte un mese fa.
4) Il piano c.a.s.e. del governo è in ritardo.La consegna con champagne dei primi moduli abitativi arredati dalla Ikea, tutti nello stesso modo, promessa dal premier per il 15 settembre , deve slittare.
5) Non avendo nulla da consegnare il 15 settembre e approfittando del fatto che la CRI ha finanziato parte del progetto del Trentino, il governo consegnerà case delle quali, di fatto, non si è occupato.(che "il governo consegnerà le case" lo hanno detto da due giorni tutti i TG)
6) Bertolaso continua a dire che quelle di Onna sono le prime case in legno consegnate e che "quelle antisismiche verranno consegnate più avanti"(tg 14/9/09) . Questo fa intendere che quelle del Trentino non siano antisismiche, cosa che invece è falsa: lo sono .
7) Dopo aver disseminato gli aquilani in varie
città, in attesa delle c.a.s.e, la PC si è resa conto che queste non
sarebbero mai bastate, in quanto non erano stati conteggiati i
proprietari delle case non gravemente lesionate (classificate come E ed
F).Siccome i lavori in queste case non sono mai cominciati, i loro
proprietari sono degli sfollati in più da sistemare. Per questo si è
pensato di ricorrere ai prefabbricati in legno. Ne verranno costruiti
diversi nelle prossime settimane.Si chiamano MAP.
8)
Le case prefabbricate o MAP avrebbero evitato agli aquilani una
permanenza nelle tende di 5 mesi.Come mai non si è pensato di
ricorrervi a prescindere?
9) Il fatto che il 15 settembre si consegnino le prime case in legno è una bugia.Le prime sono state già consegnate il 22 agosto.Hanno presenziato all'evento le istituzioni del Trentino e dell'Abruzzo.Di questo si parlò anche in occasione della visita di Napolitano ad Onna, il 6 settembre.
10) Lo smantellamento delle tendopoli si sta attuando in modo piuttosto energico.Nuclei familiari o anziani ricevono un foglio con su scritta la destinazione e pare non possano opporsi.Il problema è che alcuni sono destinati a chilometri di distanza dal posto di lavoro e che degli anziani dovranno andare da soli in alberghi di città che non conoscono.La comunità è stata disgregata. Nei paesi limitrofi,però, gli sfollati sono ancora nelle tende e fa già molto freddo.
11) A Onna si è cercato di costruire i prefabbricati seguendo lo schema originale del centro storico, in modo che ognuno ritrovasse i propri vicini di casa.
12) Da un bell'articolo di qualche giorno fa su Il manifesto, apprendiamo che il premier ha ordinato diverse statue in marmo da sistemare nei girdini delle future c.a.s.e.L'articolo ha questo titolo."Più statue che case".
13) Bertolaso, oggi 15 settembre si dichiara amareggiato per i «distinguo» sollevati sulla realizzazione delle case ad Onna, e dice: «Qui abbiamo un successo del Sistema Italia, di cui dovremmo tutti essere orgogliosi e invece si sollevano dei distinguo fra chi li ha costruiti e chi li ha finanziati. ..."Abbiamo chiesto alla protezione civile del Trentino di realizzare le case e alla Croce Rossa di pagarle».
14) "Non credo che siano possibili paragoni al
mondo". Così Guido Bertolaso ieri al Tg1 delle otto. Tempi da record,
meraviglia mondiale per le casette di Onna, i prefabbricati in legno
costruiti dalla Provincia di Trento.
Sono 162 i giorni trascorsi dal
sisma,ma nel 1981, 122 giorni dopo il sisma dell'Irpinia, a Laviano
furono consegnate 150 case prefabbricate.Se non si fosse ostacolata la
donazione del Trentino, questi prefabbricati sarebbero stati montati
molto prima, anche perchè in 28 anni, si sono fatti diversi
progressi...(fonte Repubblica 15/9/09)
Di seguito articoli, links e dichiarazioni varie:
Massimo D'Alema: "stasera a L'Aquila si dovrebbe festeggiare il dono dei prefabbricati costruiti dalla provincia di Trento, cui siamo grati". Dovrebbe essere protagonista il presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e non, è il riferimento implicito, il presidente del Consiglio. Perchè «le villette che erano state promesse da Berlusconi e che non sono ancora pronte». «Spero intanto - aggiunge D'Alema - che il presidente del Consiglio comunichi la lista dei terremotati ospitati a casa sua visto che aveva preso questo nobile impegno».
Il presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, : «La consegna delle prime case per gli sfollati è un fatto importante e va sottolineato, ma va rigettato un certo tono di enfasi e di autoreferenzialità: questa case non erano previste e sono state individuate dopo una mobilitazione dei cittadini di Onna che non volevano spostarsi, non sono le case del progetto, non è merito del governo». «Continuerò - ha aggiunto la Pezzopane intervistata da "Red Tv" - a chiedere a Berlusconi sobrietà, rigore e interventi concreti, perché se in alcuni momenti siamo stato assecondati, in altri siamo stati usati e strumentalizzati, gente che soffre portata in vetrina per esibire potere e forza di un governo che in molti momenti ha mostrato debolezza». (Corriere della Sera 16 settembre 2009)
Le case di Onna? Berlusconi non c'entra nulla.Nuovo scandalo dell'informazione
Terremoto Abruzzo: Comunità locali contro la ricostruzione affidata al "Gratta e Vinci"
L'Aquila, il premier ha voluto anche le statue
Scritto il 02 ottobre 2009 alle 19:03 nella Ambiente, Media | Permalink | Commenti (4)
Tag: c.a.s.e., casette, l'Aquila, terremoto
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Scritto il 02 ottobre 2009 alle 12:36 | Permalink | Commenti (13)
Tag: bertolaso, frattini, messina
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Scritto il 02 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (34)
Tag: monnezza, off topics, palermo
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Scritto il 01 ottobre 2009 alle 21:02 nella Politica | Permalink | Commenti (14)
Tag: peculato, prestigiacomo
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-1) Molti mi hanno scritto per avere informazioni su quanto è successo domenica 27 settembre 2009 con i fascisti che volevano protestare contro di me. Più sotto vi mando la cronaca di una splendida giornata.
Il fascismo degli schiavi e la Signora Democrazia (cronaca della "manifestazione epocale" dei fascisti contro don Paolo Farinella)
Scritto il 01 ottobre 2009 alle 14:41 nella Politica, Razzismo, Satira | Permalink | Commenti (10)
Tag: farinella, fascisti, papi
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Scritto il 01 ottobre 2009 alle 08:00 | Permalink | Commenti (26)
Tag: cancro, marlane, praia
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"Se un uomo non è disposto ad affrontare qualche rischio per le
sue opinioni, o le sue opinioni non valgono niente o non vale niente
lui".
Scritto il 01 ottobre 2009 alle 00:51 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (6)
Tag: grillo, movimento di liberazione nazionale
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