...urlava, il cavaliere... come urlava... "...l'Italia è il paese con la più alta pressione fiscale al mondo! Noi ridurremo la pressione fiscale di almeno un punto all'anno! Prodi ha rovinato L'Italia! Meno tasse per Totti!..." Ora, usciamo un attimo dal settore "Pugnette", e rientriamo nel settore "Fatti". Ecco l'andamento della pressione fiscale in Italia negli ultimi anni:
Guardato bene? ha preso il governo nel 2008, e in un anno la pressione fiscale ha toccato i vertici degli ultimi 13 anni: 45,8, con un balzo in avanti, solo negli ultimi 12 mesi, di tre punti. Menoi tasse per tutti esticatzi... Ma ecco cosa dice la UE sul resto del fronte economia: Questa volta si, che siamo la locomotiva d'Europa: la locomotiva di coda, coi motori rotti e i freni azionati:
BRUXELLES - Con la crisi tornano a salire deficit e debito pubblico in Europa. Non è una novità quella che emerge dai dati pubblicati oggi da Eurostat: il debito pubblico raggiunge il 69,3% del Pil nell'area euro, dopo il 66% del 2007, ed il 61,5% nell'Unione Europea (58,7% nel 2007). Quanto al deficit, l'Ufficio di statistica europeo indica un aumento in rapporto al Prodotto interno lordo (Pil) al 2,0% del 2008 rispetto allo 0,6% del 2007 e per l'Ue al 2,3% rispetto allo 0,8% dell'anno precedente. L'Italia, secondo i dati diffusi dall'ufficio di statistica che conferma con una seconda notifica quelli già diffusi in aprile, è passata dall'1,5% del 2007 al 2,7% dell'anno scorso
Per quanto riguarda il debito, l'Italia con un 105,8% (103,5%) detiene ancora il primo posto, seguita dalla Grecia (99,2%) mentre all'ultimo c'è l'Estonia che non supera il 4,6% (...questi komumisti...), seguita dal Lussemburgo (13,5%). Il debito pubblico è in aumento in tutti i principali paesi europei: in Spagna dal 36,1 al 39,7%, in Gran Bretagna dal 43,3 al 55,5%, in Francia dal 63,8 al 67,4%, in Germania dal 65 al 65,9%.
L'intervento di Napolitano. Di economia parla anche il capo dello Stato in un messaggio all'assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa. "I segnali di ripresa che si vanno manifestando in questi mesi, seppure incoraggianti - scrive Giorgio Napolitano - non sono in grado di dissipare le preoccupazioni per la difficoltà di molti artigiani e piccole e medie imprese a proseguire la propria attività". Nel messaggio, Napolitano sottolinea che l'evento "offre l'opportunità di confermare la vitalità di questo settore imprenditoriale - così caratteristico del sistema economico-sociale italiano - per la ripresa del processo di crescita dell'economia e per la difesa dell'occupazione".
(da Repubblica.it)
BRUXELLES - Con la crisi tornano a salire deficit e debito pubblico in Europa. Non è una novità quella che emerge dai dati pubblicati oggi da Eurostat: il debito pubblico raggiunge il 69,3% del Pil nell'area euro, dopo il 66% del 2007, ed il 61,5% nell'Unione Europea (58,7% nel 2007). Quanto al deficit, l'Ufficio di statistica europeo indica un aumento in rapporto al Prodotto interno lordo (Pil) al 2,0% del 2008 rispetto allo 0,6% del 2007 e per l'Ue al 2,3% rispetto allo 0,8% dell'anno precedente. L'Italia, secondo i dati diffusi dall'ufficio di statistica che conferma con una seconda notifica quelli già diffusi in aprile, è passata dall'1,5% del 2007 al 2,7% dell'anno scorso
Per quanto riguarda il debito, l'Italia con un 105,8% (103,5%) detiene ancora il primo posto, seguita dalla Grecia (99,2%) mentre all'ultimo c'è l'Estonia che non supera il 4,6% (...questi komumisti...), seguita dal Lussemburgo (13,5%). Il debito pubblico è in aumento in tutti i principali paesi europei: in Spagna dal 36,1 al 39,7%, in Gran Bretagna dal 43,3 al 55,5%, in Francia dal 63,8 al 67,4%, in Germania dal 65 al 65,9%.
L'intervento di Napolitano. Di economia parla anche il capo dello Stato in un messaggio all'assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa. "I segnali di ripresa che si vanno manifestando in questi mesi, seppure incoraggianti - scrive Giorgio Napolitano - non sono in grado di dissipare le preoccupazioni per la difficoltà di molti artigiani e piccole e medie imprese a proseguire la propria attività". Nel messaggio, Napolitano sottolinea che l'evento "offre l'opportunità di confermare la vitalità di questo settore imprenditoriale - così caratteristico del sistema economico-sociale italiano - per la ripresa del processo di crescita dell'economia e per la difesa dell'occupazione".
(da Repubblica.it)
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