Berlusconi, dopo il lodo Alfano torna ad essere, almeno teoricamente, un cittadino come gli altri e come tutti deve essere processato e assolto o condannato con una sentenza inappellabile. Non possiamo tollerare ancora una volta una legge che lo salvi impunemente, anche in presenza di sentenze in corso. Non possiamo assistere inattivi, inermi e complici di una immoralità e indegnità di questa portata.
Usiamo la rete non solo per resistere, ma per reagire, per impedire che ancora una volta il corrotto, corruttore, compratore di giudici, di sentenze e di testimoni, il predatore fiscale che con le sue evasioni e i suoi conti esteri ha rubato a tutti noi e a ciascuno di noi. Una leggina riguarda Mediaset che deve al fisco circa 200 milioni di euro e se la caverà con un misero 5%. Come è possibile che i pensionati, i lavoratori a stipendio fisso, i precari, i cassintegrati, le donne, i senza lavoro, possano ancora votarlo e vederlo come un modello?
Come è possibile che assistiamo rassegnati alla vivisezione della Costituzione e della sopravvivenza di uno scampolo di dignità? Siamo calpestati ogni giorno nei nostri diritti e derisi nella nostra dignità e non siamo in grado di reagire come si conviene ad un popolo di gente che ogni giorno si ammazza per vivere onestamente del proprio lavoro e nel rispetto della Legge.
Non possiamo tollerare più che un uomo disponga dello Stato, delle sue Istituzioni, che ordini alla Rai di firmare un contratto di 6 milioni di euro al suo maggiordomo Bruno Vespa perché è bravo a fargli il bidet. Non possiamo tollerare che un suo dipendente, Minzolini, pontifichi a suo nome dalla tv di Stato; non possiamo più tollerare che sia smantellata Rai anche se aumenta ascolti e fatturato solo perché indigesta al satrapo senza statura. Non possiamo più tollerare che ci domini a suo piacimento e a suo uso e consumo. Se lui è l’utilizzatore finale delle prostitute a pagamento, noi vogliamo essere le sue mignotte «a gratis»?
Mettiamo in moto una rivoluzione e riportiamo il treno dentro i binari della Legge, delle Istituzioni, della Legalità, della Giustizia, della Dignità e del nostro Onore. E’ ora il tempo di scendere in piazza non per rivendicare un aumento di stipendio, ma per rivendicare un sussulto di dignità e di orgoglio di essere Italiani e Italiane che non vogliono essere scaricati come spazzatura. Berlusconi sta imperando e sta distruggendo tutto perché noi lo permettiamo o quanto meno lo tolleriamo.
Alziamoci in piedi e non pieghiamo la testa, chiedendo a gran voce, se necessario con uno sciopero generale ad oltranza, le dimissioni di Berlusconi, dei suoi avvocati pagati da noi e la conclusione dei suoi processi perché in Italia nessuno può essere più uguale degli altri e tutti, nessuno escluso, devono sottostare alla Maestà del Diritto.
Mi appello alle organizzazioni sindacali, ai partiti, alle associazioni nazionali e internazionali, ai gruppi organizzati, all’Onda lunga della scuola, ai blogger, alle singole persone di buona volontà con ancora una coscienza integra perché «el pueblo unido jamás será vencido».
Paolo Farinella, prete - Genova, 12 novembre 2009
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Caro Paolo, credo anch'io che il tempo della lotta civile sia scaduto. Per discutere civilmente - scusa per l'affermazione lapalissiana, ci sarebbe bisogno di un interlocutore civile, che non abbiamo. Ora forse è giunto il momento di passare ad azioni legali ma devastanti. Nessuna istigazione a delinquere. Lungi da me l'idea di bloccare i binari, o di incendiare i cassonetti...
Ma mettiamo (è una ipotesi di scuola che ho fatto molte volte) che trenta macchine una mattina partano dall'estremo nord della superstrada Lecco - Milano, e si mettano in viaggio rispettando rigorosissimamente il codice della strada. Tutti a 90 all'ora, poi si arriva verso Vimercate, e per 4 chilometri c'è il limite dei 60. E noi, che siamo cittadini rispettosi delle leggi, ci mettiamo tutti rigorosamente a 60 all'ora. Poi ci sono nuovi tratti da 90, da 80, da 60, e persino da 40. E noi, cittadini modello, rispettiamo tutto alla lettera.
Posso assicurarti che 30 automobilisti rispettosi delle leggi possono inchiodare la Brianza per mezza giornata. Possiamo andare alla ASL, e PRETENDERE di leggere, come da nostro diritto, fino all'ultima riga in corpo 5 dei moduloni per il consenso informato, per la privacy, e quant'altro. Con tutto il tempo che ci serve per leggere, capire, chiedere gli opportuni chiarimenti. Abbiamo il diritto di arrivare in cento, 10 minuti prima della chiusura, alla posta centrale di Milano, per fare un versamento di un c/c da un euro alla Caritas? Se non vado errato, l'ufficio postale ha l'obbligo di servire fino all'ultimo cliente che è entrato negli uffici prima (non importa quanto prima) dell'orario di chiusura. Ho reso l'idea?
Il problema è quello di trovare i trenta automobilisti, o i cento aspiranti correntisti postali,che una mattina alle 8 si diano appuntamento all'inizio della superstrada, o che alle 13,50 si diano appuntamento ai conti correnti della Posta di Milano.. Qualcuno ha un'idea? Tafanus
Ma mettiamo (è una ipotesi di scuola che ho fatto molte volte) che trenta macchine una mattina partano dall'estremo nord della superstrada Lecco - Milano, e si mettano in viaggio rispettando rigorosissimamente il codice della strada. Tutti a 90 all'ora, poi si arriva verso Vimercate, e per 4 chilometri c'è il limite dei 60. E noi, che siamo cittadini rispettosi delle leggi, ci mettiamo tutti rigorosamente a 60 all'ora. Poi ci sono nuovi tratti da 90, da 80, da 60, e persino da 40. E noi, cittadini modello, rispettiamo tutto alla lettera.
Posso assicurarti che 30 automobilisti rispettosi delle leggi possono inchiodare la Brianza per mezza giornata. Possiamo andare alla ASL, e PRETENDERE di leggere, come da nostro diritto, fino all'ultima riga in corpo 5 dei moduloni per il consenso informato, per la privacy, e quant'altro. Con tutto il tempo che ci serve per leggere, capire, chiedere gli opportuni chiarimenti. Abbiamo il diritto di arrivare in cento, 10 minuti prima della chiusura, alla posta centrale di Milano, per fare un versamento di un c/c da un euro alla Caritas? Se non vado errato, l'ufficio postale ha l'obbligo di servire fino all'ultimo cliente che è entrato negli uffici prima (non importa quanto prima) dell'orario di chiusura. Ho reso l'idea?
Il problema è quello di trovare i trenta automobilisti, o i cento aspiranti correntisti postali,che una mattina alle 8 si diano appuntamento all'inizio della superstrada, o che alle 13,50 si diano appuntamento ai conti correnti della Posta di Milano.. Qualcuno ha un'idea? Tafanus
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