che si apre con questa bella foto in cui si vedono i poliziotti, in assetto da "Terminators", intenti, come dice il titolo del post, a dare ignobili "mazzate di stato" a degli indifesi lavoratori della Alcoa che manifestano per non finire in mezzo a una strada. La foto, a sua volta, porta ad un truculento filmato, che si inizia con un manifesto dell'IdV "Dalla parte dei Cittadini", prosegue con un comizietto del deputato dell'IdV Federico Palomba, che prima di finire nell'IdV, aveva iniziato a fare politica con "L'Alleanza dei Progressisti" di Achille Occhetto (in pratica, tutta la sinistra).
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Ma il problema non si esaurisce qui: anzi, siamo appena all'inizio. E' da anni che a chi mi chiede ragione della mia distanza ormai siderale da Di Pietro, rispondo che una delle molte ragioni è il suo atteggiamento nei confronti dei "macellai messicani" del G8 di Genova. Leggiamo dal [Corsera del 30/10/2007]:
"Nuova crepa nella maggioranza per la mancata attuazione di uno dei punti del programma elettorale dell'Unione: la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta per accertare le responsabilità istituzionali nei fatti del G8 di Genova. La commissione affari costituzionali della Camera, con un voto di parità, 22 a 22, ha infatti negato al relatore il mandato di riferire favorevolmente in aula sull'istituzione della commissione d'inchiesta. «Con la Cdl - spiega Graziella Mascia (Prc) - hanno votato Idv e Udeur e i socialisti erano assenti. È un fatto di grande gravità che impedisce di attuare il programma proposto agli elettori». La finalità della commissione di inchiesta sarebbe quella di fare luce sulla gestione dell'ordine pubblico durante i giorni del G8 del luglio 2001, caratterizzati da violenze che culminarono nella morte del giovani Carlo Giuliani, nelle devastazioni compiute da alcuni gruppi di manifestanti e nelle brutalità da parte di agenti di polizia contro alcuni dimostranti che dormivano in due scuole della città [...]"
Passano due o tre giorni, e Di Pietro è già un "pentito". Però intanto il contadino ha ottenuto due risultati: quello di dare un colpo mortale alla coalizione di cui fa parte, e da cui trae non lievi benefici, e quello di far si che i torturatori di Genova non solo non conosceranno un solo giorno di galera - perchè la prescrizione è praticamente data per scontata persino dai magistrati più scrupolosi - ma non conosceranno neanche la censura morale che una relazione di minoranza della commissione d'inchiesta avrebbe potuto rappresentare per questi massacratori di innocenti, e per i loro mandanti politici (Berlusconi, Fini, Scajola, Castelli). Tana libera tutti. E questa volta la tana ha le sembianze di Mastella & Di Pietro.
Sul pentito Antonio Di Pietro vedi [La Stampa" del 2/11/2007], Di Pietro è pentito, ma troppo tardi: i buoi sono ormai scappati dalla stalla.
Ieri, vedendo questo post contro le "mazzate di stato", sono afferrato da una botta di insofferenza e, tradendo i miei buoni propositi rispettati per anni, provo a mandare un commento a Tonino il Democratico (quello che - ricordate piazza Navona? - si batteva come un leone, con Grillo ed altri censuratori della rete, contro la censura in rete. Faccio tutto comme il faut. Nome, Cognome, email, URL del blog. Tutto autentico, tutto vero. Commento breve e non offensivo. Gli chiedo (vado a memoria, e poi capirete perchè) se il Di Pietro che scrive il post contro le "mazzate di Stato" è lo stesso che nel 2007 ha affossato la commissione d'inchiesta sulla "macelleria messicana" di Genova votando insieme ai dirigenti-massacratori di Forza Italia, Lega e AN, o se si tratta si un caso di omonimia. Tutto qui.
Schiaccio "invia", e una minacciosa scritta rossa mi invita a convalidare il commento cliccando su un link che trovo su una email di verifica che mi è stata appena inviata. Però quando clicco "invia" il testo del commento sparisce, la email non arriva. Sono fuori casa, con portatile e chiavetta Internet. Lascio perdere.
Riprovo più tardi da casa, e dopo un paio di tentativi (forse in un momento di distrazione dei "pastori molisani" di guardia al blog, la cosa passa. Appare persino il comunicato "Complimenti! Il tuo commento è stato pubblicato con successo". Lo vedo, persino, il mio commento! Sono felice. Tonino non è un censore. Come potrebbe esserlo, uno che non si salta neanche una manifestazione sulla "democrazia in rete"? Pero....
Però stamattina, spinto da un presentimento, riapro il blog di Tonino il Democratico e... surprise!!!! i commenti degli adoratores ci sono ancora tutti. Il mio è sparito...
P.S.: Dedico questo post a tutti coloro che ancora oggi, domani e dopo si indigneranno con me perchè non capisco che ormai l'unica vera risorsa per la democrazia si chiama Antonio di Pietro. Anche adesso ho mandato un post secondo i crismi. Ho chiesto: "come mai è stato rimosso il mio commento di ieri?". Anche adesso sono stato informato che "LA CONFERMA DEL TUO COMMENTO E' AVVENUTA CON SUCCESSO" (ma come parla?). Questa volta il commento non è "apparso e scomparso". Semplicemente, non è apparso proprio. C'est plus facile.
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P.S./2: per coloro che trovano strano che io trovi strano il blog di Di Pietro, ecco l'ultima "stranezza": nel filmato di Di Pietro che ho linkato, e che appare in un post del blog di Di Pietro del 26 novembre, appare questo frame:
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