Mentre "privato è bello" ha portato al dissesto delle ferrovie in Inghilterra (una volta le migliori del mondo), e mentre, dopo 25 anni di esperienze fallimentari, in Francia tocca ad un governo liberista di destra riportare un bene primario come l'acqua nella sfera pubblica, i liberisti all'amatriciana italiana privatizzano la gestione dell'acqua ponendo la questione di fiducia. Ormai non si fidano neanche di se stessi. Leggiamo dal [Sole24Ore], noto foglio clandestino della sinistra extra-parlamentare:
"...il governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul "decreto Ronchi", già approvato dal Senato, e il cui cuore è la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua [...] Una decisione che ha provocato la dura reazione dell'opposizione. «Si sarebbe arrivati subito ad un voto unanime su questo provvedimento se il governo avesse stralciato dal decreto l'articolo sui servizi pubblici locali che non ha il coraggio di discutere nè di spiegare alla gente», è stato il commento di Marina Sereni del Pd. "Questa fiducia - spiega Sereni - non è certo motivata dall'ostruzionismo dell'opposizione ma dalla mancanza di fiducia del governo rispetto ai propri deputati".
Tra le norme più contestate la liberalizzazione dei servizi pubblici locali (prevista dall'articolo 15), che comprende la gestione dell'acqua. Anche se nel testo si precisa che la proprietà pubblica del bene acqua dovrà essere garantita. L'articolo in questione prevede che la gestione dei servizi pubblici locali sarà conferita "in via ordinaria" attraverso gare pubbliche e la gestione in house sarà consentita soltanto in deroga e «per situazioni eccezionali». Questa formulazione, secondo le opposizioni, apre la strada alle privatizzazioni [...]
Insomma, la gestione sarà, di default, privata. Poi qualche liberista all'amatriciana ci spiegherà il grande ed epocale successo delle ferrovie inglesi allo sfascio, col sistema misto "binari allo stato, treni ai privati". I quali, ovviamente, si occupano solo delle linee redditizie, lasciando allo stato (o lasciando andare in malora) le linee meno redditizie, ma pur sempre indispensabili.
E mentre in Italia ci avviamo, sorridenti, verso l'ennesimo regalo ai privati (che ringraziano, e troveranno il modo di essere riconoscenti), in Francia tocca ad un governo di destra lo scorno di arrendersi al fallimento dell'acqua privatizzata, dopo 25 anni, e tornare di corsa alla gestione privata del bene primario "acqua"
Leggiamo da [buonenotizie.it] del 10 novembre, a firma di Laura Pavesi:
Parigi : l’acqua ritorna pubblica - Dal 1° gennaio 2010 la gestione delle acque ritornerà pubblica al 100%, dopo 25 anni di disastrosa gestione privata.
Ancora poche settimane e l’intera gestione delle acque potabili parigine ritornerà nelle mani del Comune. Sin dallo scorso maggio il sindaco Bertrand Delanoë aveva annunciato alla cittadinanza la decisione di ritornare ad una gestione idrica pubblica e di non rinnovare i contratti di distribuzione e fatturazione delle acque parigine alle multinazionali francesi Veolia e Suez, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Dal 1° gennaio 2010 l’intero servizio idrico passerà nelle mani di un Ente di diritto pubblico che si chiamerà EAU DE PARIS e che si occuperà di ogni singola fase: dalla captazione delle fonti alla fatturazione. E’ stato calcolato che, grazie alla ri-municipalizzazione, il Comune risparmierà 30 milioni di euro l’anno, che serviranno sia a migliorare la rete idrica, sia a stabilizzare il prezzo di 2,77 euro al metro cubo fino al 2014.
Ispezione Acquedotto Parigi
La decisione del Comune di Parigi si iscrive nel movimento di ri-municipalizzazione dell’acqua in Francia e nella più ampia battaglia mondiale per il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e per la ri-pubblicizzazione dei servizi idrici. La Francia a suo tempo fu all’avanguardia nella corsa alla privatizzazione: il passaggio da una gestione idrica pubblica ad una privata delle acque parigine venne deciso sin dal 1984 da Jaques Chirac, all’epoca sindaco di Parigi, e diventò effettivo a partire dal 1° gennaio 1985, per una durata di 25 anni. La captazione dell’acqua alle fonti fu affidata ad una società mista, la SAGEP (diventata poi SEM-Eau de Paris) di cui facevano parte il Comune di Parigi, con una quota del 72%, Veolia e Suez, ciascuna col 14%. Compiti principali della SAGEP erano sia di monitorare la qualità dell’acqua, sia di controllare i gestori privati incaricati della distribuzione. E a chi venne affidato il servizio di distribuzione delle acque (insieme alla conseguente rendicontazione, tariffazione e fatturazione)? Al GIE, una società privata costituita da Veolia e Suez, che si divisero equamente la capitale: Veolia-Compagnie des Eaux de Paris sulla rive droite e Suez-Eau et Force-Parisienne des Eaux sulla rive gauche. In pratica i privati “controllati” dalla SAGEP erano i “controllori” stessi.
Da studi recenti si evince come la gestione privata delle acque parigine abbia generato in questi 25 anni solo un aumento sistematico dei prezzi, non accompagnato da un conseguente miglioramento dei servizi, bensì da una lunga serie di abusi, prezzi gonfiati, casi di corruzione e servizi obsoleti, perché modernizzarli avrebbe richiesto investimenti e, dunque, meno profitti. Le indagini dell’”Ufficio Servizio Pubblico 2000” hanno dimostrato come la differenza del costo dell’acqua tra Parigi e il resto della Francia non sia dipesa da un maggior consumo di acqua, ma alla presenza stessa del GIE, che ha generato un’ingiustificabile espansione dei costi, consentendo alle multinazionali di realizzare profitti enormi. Inoltre, è stato evidenziato come dietro ai lunghi ritardi nella liquidazione delle somme non dovute da parte del GIE, si nascondesse una vera e propria rendita finanziaria a favore del GIE stesso.
Nemmeno la società mista SAGEP-SEM-Eau de Paris, però, è stata immune da critiche. La Camera dei Conti dell’Ile de France, infatti, ha documentato come anch’essa si sia caratterizzata per la totale mancanza di trasparenza contabile, soprattutto nel periodo 1998-2000. Secondo l’Associazione dei consumatori “FC-Que Choisir”, infine, la gestione privata delle acque di Parigi ha vinto (nel 2006 e 2007) il primo premio della sovra-fatturazione, con un tasso di margine del 58,7%, che testimonia gli incredibili profitti di Veolia e Suez [...]
Ma nel corso dei grandi lavori di sventramento di Parigi, Haussmann ebbe il merito di cogliere questa grande occasione per costruire un reticolo di ben 1.600 chilometri di gallerie sotterranee, che servono egregiamente, ancora oggi, alla sorveglianza, manutenzione e ammodernamento della rete idrica (fogne ed acquedotto). A Parigi la minima perdita d'acqua dalla rete viene tempestivamente individuata ed eliminata, con grande facilità. Ecco spiegato il miracolo del 96% dell'acqua che parte dagli impianti di captazione e depurazione ed arriva, buona e copiosa, nelle case dei ricchi e dei poveri.
Ora, dopo un quarto di secolo di ubriacatura liberista (o di ubriacatura totu-court?) tocca ad un governo di destra (Sarkozy) rimettere insieme i cocci prodotti da un altro governo di destra (Chirac). Con buona pace dei nostri ronchi e dei nostri benedetti delle vedove.
Tafanus
"...il governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul "decreto Ronchi", già approvato dal Senato, e il cui cuore è la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua [...] Una decisione che ha provocato la dura reazione dell'opposizione. «Si sarebbe arrivati subito ad un voto unanime su questo provvedimento se il governo avesse stralciato dal decreto l'articolo sui servizi pubblici locali che non ha il coraggio di discutere nè di spiegare alla gente», è stato il commento di Marina Sereni del Pd. "Questa fiducia - spiega Sereni - non è certo motivata dall'ostruzionismo dell'opposizione ma dalla mancanza di fiducia del governo rispetto ai propri deputati".
Tra le norme più contestate la liberalizzazione dei servizi pubblici locali (prevista dall'articolo 15), che comprende la gestione dell'acqua. Anche se nel testo si precisa che la proprietà pubblica del bene acqua dovrà essere garantita. L'articolo in questione prevede che la gestione dei servizi pubblici locali sarà conferita "in via ordinaria" attraverso gare pubbliche e la gestione in house sarà consentita soltanto in deroga e «per situazioni eccezionali». Questa formulazione, secondo le opposizioni, apre la strada alle privatizzazioni [...]
Insomma, la gestione sarà, di default, privata. Poi qualche liberista all'amatriciana ci spiegherà il grande ed epocale successo delle ferrovie inglesi allo sfascio, col sistema misto "binari allo stato, treni ai privati". I quali, ovviamente, si occupano solo delle linee redditizie, lasciando allo stato (o lasciando andare in malora) le linee meno redditizie, ma pur sempre indispensabili.
E mentre in Italia ci avviamo, sorridenti, verso l'ennesimo regalo ai privati (che ringraziano, e troveranno il modo di essere riconoscenti), in Francia tocca ad un governo di destra lo scorno di arrendersi al fallimento dell'acqua privatizzata, dopo 25 anni, e tornare di corsa alla gestione privata del bene primario "acqua"
Leggiamo da [buonenotizie.it] del 10 novembre, a firma di Laura Pavesi:
Parigi : l’acqua ritorna pubblica - Dal 1° gennaio 2010 la gestione delle acque ritornerà pubblica al 100%, dopo 25 anni di disastrosa gestione privata.
Ancora poche settimane e l’intera gestione delle acque potabili parigine ritornerà nelle mani del Comune. Sin dallo scorso maggio il sindaco Bertrand Delanoë aveva annunciato alla cittadinanza la decisione di ritornare ad una gestione idrica pubblica e di non rinnovare i contratti di distribuzione e fatturazione delle acque parigine alle multinazionali francesi Veolia e Suez, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Dal 1° gennaio 2010 l’intero servizio idrico passerà nelle mani di un Ente di diritto pubblico che si chiamerà EAU DE PARIS e che si occuperà di ogni singola fase: dalla captazione delle fonti alla fatturazione. E’ stato calcolato che, grazie alla ri-municipalizzazione, il Comune risparmierà 30 milioni di euro l’anno, che serviranno sia a migliorare la rete idrica, sia a stabilizzare il prezzo di 2,77 euro al metro cubo fino al 2014.
Ispezione Acquedotto Parigi
La decisione del Comune di Parigi si iscrive nel movimento di ri-municipalizzazione dell’acqua in Francia e nella più ampia battaglia mondiale per il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e per la ri-pubblicizzazione dei servizi idrici. La Francia a suo tempo fu all’avanguardia nella corsa alla privatizzazione: il passaggio da una gestione idrica pubblica ad una privata delle acque parigine venne deciso sin dal 1984 da Jaques Chirac, all’epoca sindaco di Parigi, e diventò effettivo a partire dal 1° gennaio 1985, per una durata di 25 anni. La captazione dell’acqua alle fonti fu affidata ad una società mista, la SAGEP (diventata poi SEM-Eau de Paris) di cui facevano parte il Comune di Parigi, con una quota del 72%, Veolia e Suez, ciascuna col 14%. Compiti principali della SAGEP erano sia di monitorare la qualità dell’acqua, sia di controllare i gestori privati incaricati della distribuzione. E a chi venne affidato il servizio di distribuzione delle acque (insieme alla conseguente rendicontazione, tariffazione e fatturazione)? Al GIE, una società privata costituita da Veolia e Suez, che si divisero equamente la capitale: Veolia-Compagnie des Eaux de Paris sulla rive droite e Suez-Eau et Force-Parisienne des Eaux sulla rive gauche. In pratica i privati “controllati” dalla SAGEP erano i “controllori” stessi.
Da studi recenti si evince come la gestione privata delle acque parigine abbia generato in questi 25 anni solo un aumento sistematico dei prezzi, non accompagnato da un conseguente miglioramento dei servizi, bensì da una lunga serie di abusi, prezzi gonfiati, casi di corruzione e servizi obsoleti, perché modernizzarli avrebbe richiesto investimenti e, dunque, meno profitti. Le indagini dell’”Ufficio Servizio Pubblico 2000” hanno dimostrato come la differenza del costo dell’acqua tra Parigi e il resto della Francia non sia dipesa da un maggior consumo di acqua, ma alla presenza stessa del GIE, che ha generato un’ingiustificabile espansione dei costi, consentendo alle multinazionali di realizzare profitti enormi. Inoltre, è stato evidenziato come dietro ai lunghi ritardi nella liquidazione delle somme non dovute da parte del GIE, si nascondesse una vera e propria rendita finanziaria a favore del GIE stesso.
Nemmeno la società mista SAGEP-SEM-Eau de Paris, però, è stata immune da critiche. La Camera dei Conti dell’Ile de France, infatti, ha documentato come anch’essa si sia caratterizzata per la totale mancanza di trasparenza contabile, soprattutto nel periodo 1998-2000. Secondo l’Associazione dei consumatori “FC-Que Choisir”, infine, la gestione privata delle acque di Parigi ha vinto (nel 2006 e 2007) il primo premio della sovra-fatturazione, con un tasso di margine del 58,7%, che testimonia gli incredibili profitti di Veolia e Suez [...]
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L'annotazione a margine: tutto questo avviene a Parigi, in un dipartimento dove il 96% dell'acqua che entra nell'acquedotto arriva nei rubinetti di casa, con dispersioni risibili. Per confronto, in Italia le "dispersioni" sono comprese in genere fra il 40% e il 60%, con punte fino al 90%, dove organizzazioni di gentlemen, comunemente note come mafia o 'ndrangheta, hanno interesse a creare un fabbisogno di acqua venduta ai privati, tramite autobotti, al prezzo di un discreto vino da tavola.Acquedotti: ricerca delle perdite in Italia
I parigini possono ringraziare, per questa efficienza, un signore vissuto nel XIX secolo, tale Georges Eugéne Haussmann - al quale è stato dedicato uno dei boulevards che si dipartono dall'Etoile. Haussman, entrato nel 1851 al servizio di Luigi Napoleone Bonaparte, fu per alcuni aspetti un grande figlio di puttana. I grandi boulevards rettilinei non erano stati pensati per ragioni di funzionalità o bellezza urbanistica, ma per rendere più controllabili le sommosse popolari. Solo per caso un progetto repressivo divenne anche un'opera urbanistica di gran pregio. Ma nel corso dei grandi lavori di sventramento di Parigi, Haussmann ebbe il merito di cogliere questa grande occasione per costruire un reticolo di ben 1.600 chilometri di gallerie sotterranee, che servono egregiamente, ancora oggi, alla sorveglianza, manutenzione e ammodernamento della rete idrica (fogne ed acquedotto). A Parigi la minima perdita d'acqua dalla rete viene tempestivamente individuata ed eliminata, con grande facilità. Ecco spiegato il miracolo del 96% dell'acqua che parte dagli impianti di captazione e depurazione ed arriva, buona e copiosa, nelle case dei ricchi e dei poveri.
Ora, dopo un quarto di secolo di ubriacatura liberista (o di ubriacatura totu-court?) tocca ad un governo di destra (Sarkozy) rimettere insieme i cocci prodotti da un altro governo di destra (Chirac). Con buona pace dei nostri ronchi e dei nostri benedetti delle vedove.
Tafanus
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