"Fare sesso a pagamento con una donna è moralmente più grave che fare sesso a pagamento con una trans?". Credo che se si facesse questa domanda alla gente, soprattutto dopo l'ultima incresciosa nota vicenda, non pochi risponderebbero che pagare una trans in cambio di sesso è cosa più grave. E credo anche che se la domanda fosse posta a vescovi e cardinali (i semplici sacerdoti di norma si affidano un poco più al vangelo e alla ragione), non pochi risponderebbero che sì, è cosa più grave, e sicuramente ne spiegherebbero il motivo: frequentare una trans è contro natura. Molti ecclesiastici, infatti, sono persuasi, non perché glielo suggerisca la ragione o il vangelo, che la distinzione tra ciò che è secondo natura e ciò che è contro natura (stabilirlo non è cosa facile) sia un sicuro criterio etico: naturale = morale; innaturale = immorale. Stranamente però Gesù nel vangelo non mostra nessuna intolleranza verso gli eunuchi, anzi addirittura elogia chi, ovviamente in senso spirituale, si rende eunuco da sé. Ecco il passo: "Egli disse loro: «Non tutti comprendono questo discorso, ma soltanto coloro ai quali è dato. Vi sono infatti eunuchi che nacquero così dal seno della madre, e vi sono eunuchi i quali furono resi tali dagli uomini, e vi sono eunuchi che si resero tali da sé per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda» (Mt 19, 11-12). Ma nascere eunuchi o rendersi eunuchi è secondo natura o contro natura?
Renato Pierri
Renato Pierri
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Sull’ultimo numero di Vero, dove si parla, per la gioia delle lettrici e dei lettori, del grande amore di Belen Rodriguez e Fabrizio Corona, leggo: “«Se Fabrizio Corona dovesse tornare dietro le sbarre, resto con lui. Non lo mollo» ha detto al settimanale Oggi la modella argentina. E Fabrizio rilancia: «La prigione non ci impedirà di avere un figlio e di sposarci»". Ed ecco il commento della giornalista che scrive il pezzo: "Vero, il bambino lo possono fare subito e le nozze non sono impossibili”. Bravo Fabrizio e brava la giornalista. Solo che i bambini non sono pagnotte di pane che si possono “fare subito” in qualsiasi circostanza. Io neppure un cagnolino vorrei, se avessi la prospettiva di andare in prigione.
Elisa Merlo
Francesca Ribeiro
Occorrono competenza, esperienza e prudenza, altrimenti si corre il rischio di scivolare nel qualunquismo, nei luoghi comuni di prendere serie cantonate. Ora vorrei capire, in base a cosa il sottosegretario Giovanardi arriva alla diagnosi di tossicodipendenza? Lo sa il sottosegretario che non tutte le persone che assumono sostanze stupefacenti, automaticamente sono tossicodipendenti? E ancora? Che idea ha il sottosegratario Giovanardi dei “tossicodipendenti”? E' rimasto fermo allo stereotipo delle larve e degli zombi, magari HIV sieropositivi, che camminano con lo sguardo perso per le stazioni chiedendo qualche spicciolo alle persone cosiddette normali?
Non lo sa il sottosegretario Giovanardi che oggi, quelli che lui definisce “drogati” sono per lo più persone che lavorano, hanno una famiglia, delle relazioni sociali “normali”? E che l'infezione a HIV oggi non è più una prerogativa dei “tossici” ma è una malattia sessualmente trasmessa, che riguarda tutti, magari anche tanti bravi padri di famiglia, tutti casa e chiesa che “svolazzando” di fiore in fiore s'infettano e poi infettano le mogli? Se non lo sa, vada a farsi un giretto in un SERT e si renderà conto che non è proprio come andare allo zoo a vedere gli animali strani.
Oggi di fronte a simili castronerie, proprio non ce la faccio a stare zitto, soprattutto se, un rappresentante delle istituzioni, che dovrebbe avere a cuore il bene di tutti i cittadini, dimostra di non saper guardare la realtà con una visione sufficientemente ampia. Mi scuso e concludo. Non voglio esprimere alcuna considerazione sulle cause della morte di Stefano Cucchi, per questo ci sono indagini incorso e ci penserà la Magistratura ad accertare le responsabilità. Dico solo che in quindici anni di lavoro al SERT, personalmente non ho mai riscontrato fratture ossee dovute alla droga.
Giorgio Bianchini
Elisa Merlo
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Caro direttore, Rosita Celentano ha iniziato a scrivere su Playboy, e ai lettori di Playboy ha confidato che lei nulla vorrebbe di più da un uomo che essere "accudita" (le virgolette sono sue, di Rosita); poi disinvoltamente generalizzando ha spiegato che le donne moderne non sono più "femmine" (le virgolette sono sempre sue), giacché (trascrivo le sue parole): «Alla femminilità hanno sostituito l’aggressività, il cinismo e l’arroganza; tutte prerogative di un tipo di uomo fondamentalmente insicuro e bisognoso di certezze. Questo ribaltamento ha fatto in modo che si perdesse la lucidità dei “ruoli” fondamentali nei rapporti di coppia». Non spiega quali sarebbero i ruoli (fra virgolette) fondamentali, e sempre disinvoltamente generalizzando spiega che il maschio moderno « è più attento e sensibile (almeno ci prova) alla sua donna ma anche più spaventato di lei ». Così i lettori di Playboy sanno che una donna arrogante aggressiva e cinica, è moderna ma non più “femmina”. Sarà questo che spinge ogni tanto gli uomini moderni più attenti e sensibili e spaventati ad ammazzarne una?Francesca Ribeiro
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Le affermazioni del sottosegretario Carlo Giovanardi in merito alla morte di Stefano Cucchi mi lasciano sconcertato. Se non ho capito male, la morte del ragazzo sarebbe da attribuirsi alla profonda debilitazione fisica dovuta alla sua condizione di tossicodipendenza. Quindi, semplificando, la droga sarebbe la causa di tutto, come del resto avviene, si spinge oltre Giovanardi, per migliaia di persone ridotte a larve e zombie. Di fronte a tali esternazioni, vorrei ora esprimere alcune mie idee. Io non sono un politico, non sono sottosegretario, non ho scritto libri né sono mai andato in TV a discettare di tossicodipendenza, ma ho, per così dire, una “ruspante” esperienza sul campo che viene dal mio lavoro quotidiano di medico presso un servizio pubblico per le tossicodipendenze.Vorrei dire al sottosegretario che diagnosticare la tossicodipendenza non è poi così semplice e scontato, ci sono percorsi diagnostici ben precisi, codificati, rigorosi.Occorrono competenza, esperienza e prudenza, altrimenti si corre il rischio di scivolare nel qualunquismo, nei luoghi comuni di prendere serie cantonate. Ora vorrei capire, in base a cosa il sottosegretario Giovanardi arriva alla diagnosi di tossicodipendenza? Lo sa il sottosegretario che non tutte le persone che assumono sostanze stupefacenti, automaticamente sono tossicodipendenti? E ancora? Che idea ha il sottosegratario Giovanardi dei “tossicodipendenti”? E' rimasto fermo allo stereotipo delle larve e degli zombi, magari HIV sieropositivi, che camminano con lo sguardo perso per le stazioni chiedendo qualche spicciolo alle persone cosiddette normali?
Non lo sa il sottosegretario Giovanardi che oggi, quelli che lui definisce “drogati” sono per lo più persone che lavorano, hanno una famiglia, delle relazioni sociali “normali”? E che l'infezione a HIV oggi non è più una prerogativa dei “tossici” ma è una malattia sessualmente trasmessa, che riguarda tutti, magari anche tanti bravi padri di famiglia, tutti casa e chiesa che “svolazzando” di fiore in fiore s'infettano e poi infettano le mogli? Se non lo sa, vada a farsi un giretto in un SERT e si renderà conto che non è proprio come andare allo zoo a vedere gli animali strani.
Oggi di fronte a simili castronerie, proprio non ce la faccio a stare zitto, soprattutto se, un rappresentante delle istituzioni, che dovrebbe avere a cuore il bene di tutti i cittadini, dimostra di non saper guardare la realtà con una visione sufficientemente ampia. Mi scuso e concludo. Non voglio esprimere alcuna considerazione sulle cause della morte di Stefano Cucchi, per questo ci sono indagini incorso e ci penserà la Magistratura ad accertare le responsabilità. Dico solo che in quindici anni di lavoro al SERT, personalmente non ho mai riscontrato fratture ossee dovute alla droga.
Giorgio Bianchini
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