Devo dirlo francamente? non mi piacciono gli organizzatori, non mi piacciono le parole demenziali che già viaggiano nell'aria, non mi piace il tentativo di vendere questa manifestazione come nata dal basso, trovo assolutamente velleitario che un'altra piazzata in puro "Piazza Navona Style" possa spingere Berlusconi a lasciare. Non ha lasciato sotto la valanga di puttanopoli (sotto la quale Marrazzo ha lasciato in 48 ore); non ha lasciato sotto il peso delle critiche per 18 leggi ad personam; non ha lasciato sotto quintali di atti giudiziari. Non lascerà perchè alcuni capocomici ed alcune spalle saliranno su un palco a vomitare scemenze. per un paio d'ore. Non lascerà perchè 20.000 persone si riuniranno da qualche parte ad ascoltare capocomici e spalle.
Qualcuno è di memoria corta. C'è già stato, "il No B Day". Piazza Navona, 8 Luglio 2008 (esattamente 16 mesi fa), e si chiamava "No Cav. Day". Qualcuno se ne ricorda ancora? Anche allora si disse che la manifestazione era nata "dal basso", dai "girotondi". Dai "girotondi"? E chi sono, delle entità astratte? Io, che sono di memoria lunga, credo di ricordare che il "dal basso" avesse nomi e cognomi: Flores d'Arcais, MicroMega, Di Pietro, Grillo, Travaglio, Sabina Guzzanti ed altri. Niente nasce "dal basso", mai. A mia memoria, l'unica manifestazione che io ricordi, nata "dal basso", senza neanche il tam-tam della rete, è stata quella nata a Milano, al Palazzo di Giustizia, contro il decreto salvaladri di Biondi: ritirato con perdite.
Cosa resta, di Piazza Navona 2008? Il ricordo degli insulti di Flores a Napolitano, tanto che un parlamentare IdV (avete capito bene) si sente in dovere di leggere un comunicato in difesa di Napolitano dagli insulti di Flores; Di Pietro, che prima dell'exploit della Guzzanti sui "succhiamenti di uccello", scolpisce in un megafono: "...qui è di casa la politica, non l'antipolitica...".; Furio Colombo, che aveva aderito, che si dissocia da questa piazzata con un pesante editoriale sull'Unità; Di Pietro che minaccia: "...aboliremo queste leggi ad personam con un grappolo di referendum..."
Referenda, Di Pietro, non referendum. Poi si sa com'è finita. Di Pietro ha fatto un mucchietto di tavoli per raccogliere firme, e TV-opportunities. Tutti (e lui per primo), sapevano come sarebbero finiti gli eventuali referenda. A sconfitte sonore e pernacchie. Lo sapeva tanto bene, che dopo aver raccolto le firme, non ha spinto più di tanto per il voto referendario. I tavolini richiamano tifosi e cronisti. Le sconfitte si consumano nel silenzio. Poi, si sa com'è finita. Oggi il Lodo Alfano non c'è più, non grazie a Di Pietro ed alle sue chiassate tavolinare senza esito, ma grazie al lavorio sotterraneo, alla moral suasion del "vile Napolitano" sulla Corte Costituzionale.
Resta l'immancabile capocomico di Genova, che straparla di psiconano, di Morfeo Napolitano, di pdmenoelle, e promette sfracelli, ieri come oggi. Non riesce ormai neanche a cambiare lessico.
Resta Marco Travaglio, che al "No Cav. Day" trova più parole contro il PD e Napolitano che non contro l'obiettivo della manifestazione. Travaglio, che dal settembre 2007 è ormai una fotocopiatrice ad alta definizione di Grillo e Di Pietro.
Resta la "piazza nata dal basso" stracolma delle bandiere e delle magliette di Tonino. Si vedono, in pratica, solo quelle. E' chiaro che per un fenomeno di telepatia alcune migliaia di persone abbiano sognato e realizzato la stessa T-shirt. Io credo nella telepatia...
"No Cav Day"? ... no... si tratta del "Si Tonino Day". Fra due settimane, si replica. Manifestazione nata dalla "Rete"???? e che cazzo è, la rete? la Rete è Di Pietro, è Grillo, è Flores, ma è anche il Tafanus, e tutti i bloggers che detestano la demagogia, che intendono non come "antipolitica", ma come la peggior forma possibile di politica. Quella che distrugge, ma della quale sfugge la parte costruttiva. Fare un viaggio a Roma per gridare in coro, ancora una volta, vaffanculo Berlusconi? e poi? e insieme a chi? e per ottenere quale risultato, tranne l'ennesimo DVD di Grillo, e l'ennesimo comizio di Di Pietro pro domo sua e contro gli "alleati"?. No, grazie, è un copione già visto.
La rete è il Tafanus, che non cede alle "pressioni" di un primario e ben attrezzato studio legale, ma è anche Piero Ricca, che baratta il suo orgoglio di aver dato del buffone a Berlusconi, per l'elemosina di 500 euro, ripiegando dal buffone ad un più innocuo (ed economico) puffone.
Tutto regolare? No, oggi tutto come ieri. Stessi protagonisti, stesso armamentario di parole d'ordine... un po' più stantìe, un po' più inutili, un po' più stanche... Ora si ricomincia: altro giro, altra sosta... Non cambia niente, neanche il linguaggio. Il capocomico scrive [sul suo blog] :
"...Il 5 dicembre pomeriggio a Roma in piazza della Repubblica è stato organizzato dalla Rete un giorno di caloroso commiato allo psiconano: il "No B day". Io ci sarò. 250.000 persone hanno già dato la loro adesione. Il PDmenoelle ha rifiutato, alla piazza preferisce l'inciucio. Invito i Meet up a partecipare e a diffondere l'iniziativa. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure..."
Inutile dire che il capocomico, nello stesso, esatto momento in cui sul suo blog sta conducendo una feroce campagna contro D'Alema Mr. Pesc (ha persino predisposto un bombardamento di emails in tutte le lingue per boicottare D'Alema, alla stessa stregua di Renato Brunetta), si meraviglierà e si indignerà perchè il PD non lo segue - anzi, si dissocia - dalla sua ennesima campagna promozionale di se stesso.
En passant, Grillo organizza la fronda contro D'Alema, ma dimentica di dirci chi sia il suo candidato ideale come Mr. Pesc, e perchè... [Capita, ai comici in declino...]. Ma forse Grillo appoggia il candidato nuovo di zecca (ma vecchio di tangenti) Felipe Gonzales, sponsorizzato da uno che, per il ruolo istituzionale che ricopre, dovrebbe non fare campagna per nessuno: Barroso. Perchè questo potrebbe essere l'esito della campagna del comico contro D'Alema: il ritrovarci un socialista che nel '94 - travolto da "Manos Limpias" - consegnò il governo spagnolo alla destra di Aznar.
Di Pietro, anche questa volta, all'idea del DDL sul processo breve, ha subito straparlato di referendum. Poi gli abbiamo spiegato che se tutto filasse liscio come l'olio, il suo minacciato referendum si svolgerebbe a metà 2010, e non raggiungerebbe il quorum. Spiegato, e motivato con la Costituzione in una mano, e la calcolatrice nell'altra. Coi numeri. Ora di referendum non parla più. Parla di piazza, coi soliti. Potrei stilare già da adesso l'elenco dei partecipanti, ma non lo farò. Leggete l'elenco dell'anno scorso, togliete Furio Colombo, ed avete un elenco dei "personaggi e interpreti" pressocchè esatto.
Nel frattempo il capocomico non è cambiato in nulla (neanche nel linguaggio: lo psiconano, il pdmenoelle... ma gli sono crepati tutti gli autori? non ha più nessuno che gli scriva una frasetta nuova?); Di Pietro nel frattempo è peggiorato, ed è arrivato al "Napolitano vile".
No grazie. Conserverò democraticamente intatta la stima per chi non la pensa come me, ma al "No-B-Day" io non ci sarò, e non ci sarà neanche il Tafanus. E grazie a Bersani per aver declinato cortesemente l'invito. Ha, per quello che serve, tutta la mia approvazione. Tafanus
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