Tutto si consuma tra due pazzie, ma con una differenza. L’uomo malato è in cura psichiatrica da dieci anni; il folle sul palco è al governo dell’Italia. Il Malato è armato solo di un duomo souvenir, il folle al governo è ricco e circondato da un servizio d’ordine da sceicco con trenta persone super-pagate che non hanno saputo nemmeno fermare un oggetto volante: soldi pubblici sprecati inutilmente. Soldi nostri. Il malato fantastica nel suo mondo di frustrazione e cerca una rivincita. Il folle grida contro tutti e contro tutto, accreditandosi come «unico», «migliore», «vittima sacrificale». Pretende la salvezza giudiziaria a furor di popolo solo perché lui è «il capo». Ha avuto la risposta: un uomo malato, ascoltandolo, lo ha preso di parola e ha messo in atto il suo insegnamento: abbattere il «nemico». Sì, un malato ha riconosciuto il folle «ufficialmente» come vittima, trasformandolo in vittima. Non c’è vittima senza sangue. Il volto botulinato e rifatto cento volte, sanguinante e trasformato in maschera, svela davanti a tutti la vera consistenza della pazzia: lo sguardo sperso, terrorizzato, lui che ha sempre creduto di essere in cima ai sogni degli Italiani, ma specialmente delle Italiane, è stato costretto a svegliarsi da un colpo secco, sferrato con un souvenir «religioso». Si era accreditato come «Messia» per ritrovarsi detronizzato da un malato con un colpo secco di «Tempio», quasi a dire: «Tu sei spurio, sacrilego». L’uomo oscenamente ricco, per furto, evasione, riciclaggio è atterrato da un oggetto dozzinale da pochi euro. Nèmesi violenta. Nèmesi trasparente.
La Storia, che è una maestra che non insegna nulla, ha mandato un uomo malato a fermare la ferocia omicida di un pazzo folle che non esita a trascinare la sua parte politica e succube a dichiarare guerra preventiva con invettive di violenza inaudita contro la Costituzione, contro il Capo dello Stato, contro la Corte Costituzionale, contro il Consiglio Superiore della Magistratura, contro i giudici chiamati a giudicarlo per delitti eversivi, contro la Legge, contro tutti coloro che pretendono che sia «uguale» a tutti i cittadini, sottoposto alla Sovranità della Legge. Pur di salvare se stesso da crimini che ha commesso in tutta la sua vita con la complicità di servi, schiavi e manutengoli,non esita a distruggere il tessuto civile dell’intero Paese, vittima egli stesso della sindrome di Sansone: «Muoia Sansone con tutti i Filistei». Il giudice Sansone però uccise se stesso per salvare il suo popolo. La maschera di uomo invece non esita a uccider eil popolo pur di salvare se stesso. Eppure c’è una giustizia insita nelle cose: per la mano forte di un uomo debole di mente, il potente, ubriaco di sé e della sua megalomania, ha sbattuto contro il muro della realtà. Ora deve sapere che chi semina vento raccoglie tempesta.
Le truppe a libro paga del Napoleotto brianzolo sono ignoranti, ma sanno far di conto quanto a mistificazione. Un esempio per tutti: Spatuzza accusa Silvio Berlusconi di fare affari con la mafia, ancora prima di diventare presidente del consiglio. Anzi, diventa presidente del consiglio in forza di quell’accordo e per onorare quell’accordo, secondo il quale la mafia è la “mamma” da amare secondo il comandamento cristiano: «Onora il padre, ma specialmente mamma santissima». Il giorno dopo due capibastone si presentano davanti ai giudici: uno, Filippo Graviano, mai nominato da Spatuzza, parla e dice che lui non conosce B. Apriti cielo: il mafioso diventa l’oracolo, la trasparenza della verità. Peccato! Pochi si accorgono che Spatuzza parla di Giuseppe Graviano, il quale, in puro stile mafioso, manda a dire al B., attraverso i giudici, davanti alle tv: «Io non parlo. Se devo proprio parlare lo farò quando dico io, per cui chi ha orecchi da intendere intenda». La corte brianzola, in trasferta permanente a fare da piedistallo al capo «a prescindere», lo assolve per ieri, per oggi e per domani e invoca la salvezza definitiva per legge, per sempre.
Ora avviene che lo sceneggiato si ripete: un uomo malato ha colpito col duomo volante il presidente del consiglio? I mandanti morali sono la sinistra e Di Pietro. La sinistra la vedono solo loro, perché non ci pare che all’orizzonte vi sia qualche segnale di fumo di sinistra; Di Pietro ha detto una lapalissiana verità: «E’ lui l’istigatore». Chi può contestarlo? Solo chi è in malafede e su questo piano, il più pulito ha la rogna. Occorre una legge retroattiva che dichiari Di Pietro «assassino consecutivo». In queste ore assistiamo alla corsa della marcia longa per dichiarare solidarietà al colpito, cioè al potente caduto dal predellino. Viene voglia di dire: chi di predellino colpisce, da predellino sbatte in terra.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio: il brianzolo che si crede il Messia, infatti, colpito a sangue e ancora col botulino disfatto, ma con i capelli perfettamente incollati, sogna per un momento di essere il papa. Infatti non era ancora giunto in ospedale che dichiara, come Giovanni Paolo II, dopo l’attentato di Ali Agca (1981), di essere «miracolato», lui il prescelto dal Signore per schiavizzare i sodomizzare l’Italia. Questa ce la poteva risparmiare. Cosa ci aspetta? L’inimmaginabile! Da capo di governo perseguitato, diventa capo di governo martire della libertà e vittima della sinistra sempre più comunista e violenta che non vuole le riforme e lo scudo illegale e fiscale, una sinistra (che solo lui vede) antidemocratica che impedisce all’Unto del Signore di raggiungere il trono di Dio in terra, in mare e in cielo. Seconda tappa: appena si sarà fatto e rifatto, prima che scada il tempo delle emozioni, andrà in pompa magna in qualche santuario a ringraziare qualche Madonna disponibile e qualche chilo di clero servile e, giuro, farà incastonare il duomo che lo ha colpito nella corona dalla Madonna a perpetua memoria. Intanto l’Italia piange il suo destino, mentre i cani, i randagi, i coyotes e le iene imperversano e infestano le foreste e le piazze cercando di spaventare chi non ha perso la lucidità per dare ai fatti il senso misurato dei fatti: un pazzo ha colpito un folle e se misuriamo il quoziente di pazzia/follia, siamo certi che il secondo supera di gran lunga il primo.
P.S. 1. Vogliono chiudere alcuni siti di Facebook perché l’indignazione incontrollata fa paura e senza controllo loro non possono e non sanno governare. Hanno bisogno di popolo osannante, ingannato, ma osannante. Tutti coloro che inneggiano a «Meno male che Silvio c’è…» sono da ricoverare con diagnosi disperata. Napoleonetto non sa perché «lo odiano»: venga, «sciur» che glielo spiego io, con un disegnino.
P.S. 2. Ricoverato al San Raffaele dal suo amico di intrallazzi, don Verzè, è stato subito accudito e assistito come si conviene con medici personali e il pellegrinaggio ininterrotto di tutti gli essere inutili che popolano la Nazione e si credono importanti. Intanto in Italia, negli ospedali si muori di parto e per negligenza; chi ha bisogno di una tac deve aspettare un anno, chi va al pronto soccorso aspetta ore e anche giorni, salvo che non abbia la carta di credito in bocca come lasciapassare. Allora tutte le emergenze si risolvono. Tutte. Non ho mai chiesto un dono a Gesù Bambino, ma quest’anno faccio un’eccezione e chiedo che quel Bambino nato di straforo e di nascosto, extracomunitario senza permesso di soggiorno, irregolare e per giunta palestinese ebreo, possa liberarci una volta per tutte dalla peste civile e politica che si chiama Silvio Berlusconi. Anzi Shilviush Berluskonijad. Grazie Gesù e non avere paura di avere pietà di noi!
Paolo Farinella, prete
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