Non sono trascorsi molti giorni da quando ho pubblicato sul Tafanus, nello stesso giorno, due posts sul "Partito dell'Odio" contrapposto al "Partito dell'Amore". Era il 16 dicembre. Chi volesse rinfrescarsi la memoria può farlo:
-1) [Il "Partito dell'Amore", e il "mandante morale" dell'odio di rimessa]
-2) [Il repertorio degli insulti del "Popolo dell'Amore"]
Ora, sull'ultimo numero del "Venerdì" di Repubblica, mi viene in soccorso la memoria storica di Curzio Maltese, che mi ricorda chi - oltre all'attuale leader del "Partito dell'Amore", ha usato, nel corso degli ultimi 80 anni, l'espressione "campagna d'odio". Gli esempi riportati da Curzio Maltese non sono, purtroppo, molto edificanti. Ecco un estratto dall'articolo di Curzio Maltese:
"E' in atto una campagna d'odio contro di me, il fascismo e l'Italia»
(Benito Mussolini, discorso al Senato, 1932).
«Gli ebrei alimentano una campagna di odio internazionale contro il governo. Gli ebrei di tutto il mondo sappiano: questo governo non è sospeso nel vuoto, ma rappresenta il popolo tedesco. Chi lo attacca, offende la Germania»
(Adolf Hitler, programma nazionalsocialista, 1933).
Ho cominciato dalle citazioni per ricordare chi sono i due inventori della più fortunata formula del moderno vittimismo politico: «campagna di odio». In tempi più recenti, i razzisti degli Stati del Sud accusarono Martin Luther King di aver lanciato «una campagna d'odio contro i bianchi».
Osama bin Laden parla nei suoi messaggi della «campagna d'odio dell'Occidente contro l'Islam». Tutto questo per spiegare perché rabbrividisco ogni volta che sento l'espressione «campagna d'odio» in bocca a un politico. Non verrebbe mai in mente a una persona pacifica. Neppure in presenza di una vera campagna d'odio nei suoi confronti.
Martin Luther King per esempio non l'ha mai usata. La ragione è ovvia. Chi si sente non oggetto di una critica legittima, ma vittima di un'ondata di odio che minaccia la sua stessa vita, si autorizza immediatamente a qualsiasi rappresaglia. Per molti giorni, una campagna mediatica ha diffuso la demenziale equazione fra la critica politica e giornalistica al premier e l'aggressione di piazza del Duomo. Quasi che Pier Luigi Bersani o Repubblica fossero i mandanti di Massimo Tartaglia. Ora, fra l'uomo disturbato che ha aggredito Berlusconi e l'opposizione politica al premier - è ridicolo ma necessario precisarlo - non esiste alcuna relazione. Mentre ne esiste una strettissima, da mandante a esecutore, fra Silvio Berlusconi e Vittorio Feltri, uno che distrugge la vita delle persone, come nel caso Boffo, e dopo tre mesi dice che si trattava solo dí fesserie.
Sembra Johnny Stecchino: «D'accordo, gli ho ammazzato la moglie, ma poi gli ho chiesto scusa...». Questo a proposito del clima d'odio e di violenza. Eppure il Corriere della Sera o il TgUno non hanno dedicato una riga di commento a denunciare i responsabili della barbarie che avanza. Guarda caso. Chiunque svolga un'attività pubblica sa per esperienza personale che purtroppo il mondo è pieno di spostati. Questa era l'unica morale che si poteva onestamente trarre dall'episodio di Milano. Il resto è infamia.
(da Curzio Maltese - Venerdì di Repubblica)
Alla vigilia di Natale, con la faccia ancora mezza rotta, ha purtroppo ricominciato con la menata della "Campagna d'Odio". Inarrestabile. Ho il sospetto che le ferite riportate "nell'attentato" non fossero poi così gravi, se ha già ritrovato la forza di azzannare un microfono, e di ricominciare a sparare minchiate (o forse era il ventriloquo Cicchitto, compagno di P2?) Ecco il testo della breve performance:
Roma, 24 dic. "Tutti gli indicatori economici sono positivi", anche per questo "le fabbriche del disfattismo devono smetterla di produrre un'atmosfera di odio e pessimismo". Cosi' Silvio Berlusconi nel collegamento telefonico da Arcore con lo speciale di 'Radio Anch'io' in diretta dall'Aquila.
-1) [Il "Partito dell'Amore", e il "mandante morale" dell'odio di rimessa]
-2) [Il repertorio degli insulti del "Popolo dell'Amore"]
Ora, sull'ultimo numero del "Venerdì" di Repubblica, mi viene in soccorso la memoria storica di Curzio Maltese, che mi ricorda chi - oltre all'attuale leader del "Partito dell'Amore", ha usato, nel corso degli ultimi 80 anni, l'espressione "campagna d'odio". Gli esempi riportati da Curzio Maltese non sono, purtroppo, molto edificanti. Ecco un estratto dall'articolo di Curzio Maltese:
"E' in atto una campagna d'odio contro di me, il fascismo e l'Italia»
(Benito Mussolini, discorso al Senato, 1932).
«Gli ebrei alimentano una campagna di odio internazionale contro il governo. Gli ebrei di tutto il mondo sappiano: questo governo non è sospeso nel vuoto, ma rappresenta il popolo tedesco. Chi lo attacca, offende la Germania»
(Adolf Hitler, programma nazionalsocialista, 1933).
Ho cominciato dalle citazioni per ricordare chi sono i due inventori della più fortunata formula del moderno vittimismo politico: «campagna di odio». In tempi più recenti, i razzisti degli Stati del Sud accusarono Martin Luther King di aver lanciato «una campagna d'odio contro i bianchi».
Osama bin Laden parla nei suoi messaggi della «campagna d'odio dell'Occidente contro l'Islam». Tutto questo per spiegare perché rabbrividisco ogni volta che sento l'espressione «campagna d'odio» in bocca a un politico. Non verrebbe mai in mente a una persona pacifica. Neppure in presenza di una vera campagna d'odio nei suoi confronti.
Martin Luther King per esempio non l'ha mai usata. La ragione è ovvia. Chi si sente non oggetto di una critica legittima, ma vittima di un'ondata di odio che minaccia la sua stessa vita, si autorizza immediatamente a qualsiasi rappresaglia. Per molti giorni, una campagna mediatica ha diffuso la demenziale equazione fra la critica politica e giornalistica al premier e l'aggressione di piazza del Duomo. Quasi che Pier Luigi Bersani o Repubblica fossero i mandanti di Massimo Tartaglia. Ora, fra l'uomo disturbato che ha aggredito Berlusconi e l'opposizione politica al premier - è ridicolo ma necessario precisarlo - non esiste alcuna relazione. Mentre ne esiste una strettissima, da mandante a esecutore, fra Silvio Berlusconi e Vittorio Feltri, uno che distrugge la vita delle persone, come nel caso Boffo, e dopo tre mesi dice che si trattava solo dí fesserie.
Sembra Johnny Stecchino: «D'accordo, gli ho ammazzato la moglie, ma poi gli ho chiesto scusa...». Questo a proposito del clima d'odio e di violenza. Eppure il Corriere della Sera o il TgUno non hanno dedicato una riga di commento a denunciare i responsabili della barbarie che avanza. Guarda caso. Chiunque svolga un'attività pubblica sa per esperienza personale che purtroppo il mondo è pieno di spostati. Questa era l'unica morale che si poteva onestamente trarre dall'episodio di Milano. Il resto è infamia.
(da Curzio Maltese - Venerdì di Repubblica)
Alla vigilia di Natale, con la faccia ancora mezza rotta, ha purtroppo ricominciato con la menata della "Campagna d'Odio". Inarrestabile. Ho il sospetto che le ferite riportate "nell'attentato" non fossero poi così gravi, se ha già ritrovato la forza di azzannare un microfono, e di ricominciare a sparare minchiate (o forse era il ventriloquo Cicchitto, compagno di P2?) Ecco il testo della breve performance:
Roma, 24 dic. "Tutti gli indicatori economici sono positivi", anche per questo "le fabbriche del disfattismo devono smetterla di produrre un'atmosfera di odio e pessimismo". Cosi' Silvio Berlusconi nel collegamento telefonico da Arcore con lo speciale di 'Radio Anch'io' in diretta dall'Aquila.
...ElleKappa, mi vuoi sposare?...
ULTIMO MINUTO: Il TgUno di Mingiolini ha intervistato Silvio sull'attentato al Natzinger. Ovviamente Silvio ha detto che questa è una prova ulteriore dell'esistenza di una "Fabbrica dell'Odio". A quando la istituzione di veri e propri "Masters dell'Odio" post-laurea?
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