Di solito se ne sta nelle retrovie in silenzio e gratitudine. In fondo è uno dei tanti miracolati dal Cav.: proviene dalla Dc avellinese, ha girovagato tra Il Patto per l’Italia di Segni, i Popolari, i Cdu (i Cdu, do you remember?) fino a trovar casa sotto l’ombrello accogliente del Pdl, e diventare lui, avvocaticchio irpino, addirittura ministro.
Il giorno di Santo Stefano, digerendo i cappelletti, Rotondi però ha esternato. E ha detto che lui è molto preoccupato per quello che sta succedendo su Facebook.
Per carità, ognuno si sceglie le preoccupazioni che crede. Magari ci sarebbe gente che ha passato il Natale sui tetti o chiusa in fabbrica, o impiccandosi in un Cie o tentando di evadere da un altro: ma pazienza, il ministro Rotondi ha deciso che quest’anno il problema del paese è Facebook.
E va beh, ma starei abbastanza tranquillo. Non è un nuovo attacco del governo alla Rete, ma solo un ruttino dichiaratorio di Santo Stefano.
Adesso Rotondi è più contento e sta già tornando serenamente a casa, che c’è da preparare lo zampone.
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