15 giugno 2007 - E' deciso: il G8 del 2009, ospitato dall'Italia, si terrà alla Maddalena. Prodi: "...In Sardegna non si era mai tenuto: i leader si troveranno benissimo, e l'arcipelago, uno dei posti più belli del mondo, non avrà più basi militari..." Secondo il centrodestra, la ragione del provvedimento è legata alla facile controllabilità dell'isola. «Prodi è un bugiardo - commenta Fabrizio Cicchitto di Fi "sentiva solo l' esigenza di blindare la riunione per evitare l'assalto dei black block e degli estremisti» (...annotatevela, questa dichiarazione dell'ineffabile Cicchitto, perchè tornerà buona per capire gli atti successivi... NdR) [...]
Finita l'ultratrentennale presenza della Us Navy, potrebbe cominciare un altro processo di mobilitazione: quello necessario per rendere sicuro il vertice. Da una militarizzazione all'altra, insomma. Del tutto favorevole il presidente della giunta regionale, Renato Soru: «Abbiamo onorato un debito con La Maddalena: la Sardegna ha avanzato la candidatura avendo buone ragioni, l'ha spuntata grazie alla sensibilità del governo che le ha riconosciute» [...]
Tra i commercianti e molti abitanti, in questo paradiso diventato parco naturale, pronto a rafforzare sempre più la vocazione turistica, i contrari sono tuttavia parecchi. C'è chi teme incidenti. Ma tanti altri pensano in positivo. «Se hanno deciso una cosa del genere hanno intenzione d'investire e io sono contento - dice l'imprenditore Mario Mela - Basti pensare a cosa è stato fatto per la reggia di Caserta»
[...] Il G8 rappresenta un test impegnativo soprattutto per l' organizzazione. Ma anche un biglietto da visita per rilanciare l' immagine della perla del Mediterraneo [...] I commenti si accavallavano. Pier Giorgio Massidda, coordinatore regionale di Fi, teme un effetto tsunami: «Situazione drammatica senza ritorno economico: un sacrificio spaventoso». Diversa la valutazione di un altro forzista, il neosindaco di Olbia Gianni Giovanelli: «Enorme opportunità: lavoriamo subito per farci trovare pronti» [...] (...chissà cosa dice il Massidda, ora che la carastrofe si è materializzata, ma per ragioni del tutto opposte a quelle da lui ipotizzate... NdR)
(Piergiorgio Pinna)
24 aprile 2009 - Colpo di scena: il G8 di luglio non si terrà più alla Maddalena, ma all'Aquila, nel cuore della terra devastata dal terremoto, nella scuola della Guardia di Finanza, dove dalle prime ore del sisma ha sede il comando operativo della Protezione civile, e che Berlusconi ha eletto a quartier generale delle ormai numerose conferenze stampa governative. Ultima quella di ieri, al termine del Consiglio dei ministri che il capo del governo ha voluto riunire nel cuore dell'emergenza invece che a Palazzo Chigi, esattamente come aveva fatto a Napoli durante l'emergenza per la spazzatura (... ma non riesce mai ad inventare qualcosa di nuovo??? CdM a Napoli per la monnezza... CdN all'Aquila per il terremoto... CdM a Reggio per la mala... Ma perchè non convoca un bel CdM ad Haiti? Potremmo sempre sperare in una scossa di assestamento di 15 gradi Richter... altro che duomino di marzapane! NdR)
Incassato il via libera di Washington e Londra, individuata la sede, Berlusconi lancia la sua ennesima sfida [...] "...niente Maddalena, troppo bella e lussuosa in tempi di crisi..." (... e poi l'aveva scelta Prodi...) Niente blu profondo del Mediterraneo, ma il più severo e rupestre panorama del Gran Sasso, per di più contornato da paesi e chiese sfregiati dal terremoto. Ed è proprio questo uno dei motivi per cui Berlusconi avrebbe pensato di traslocare in Abruzzo il summit più importante dell' anno: infatti fra i temi del prossimo G8 c'è quello della prevenzione dei cataclismi naturali, e quindi "...quale sede è più appropriata di una terra ferita da un terremoto?...". E poi c'è la questione dei costi. Il G8 all'Aquila farebbe risparmiare un mucchio di soldi da destinare all'emergenza terremoto: "...abbiamo visto che per la gestione, per l'impegno delle forze dell'ordine e per una serie di altre opere ci sarebbe stata una spesa superiore ai 220 milioni di euro..." (ma come... Cicchitto "atto primo" non aveva accusato Prodi di voler fare il G8 all'Aquila per avere vita facile in termini di sicurezza? ma avere "vita facile" su questo tema sarebbe un peccato? superiore ai peccati del G8 del 2001 a Genova - quello della "macelleria messicana"? Ma tenete a mente anche la mirabile attenzione del nano ai costi... NdR) [...]
Furibonda la sinistra radicale. Bene, invece, per Franceschini, purché «non ostacoli né intralci l'emergenza e la ricostruzione» e il governo - aggiunge Bersani - «verifichi la fattibilità». Dubbioso Di Pietro: «Se fosse possibile, noi saremmo felici, ma temo sia difficile senza creare un ulteriore aggravamento dei problemi delle zone terremotate» (...si, anche noi abbiamo le nostre responsabilità. Chissà perchè Franceschini abbia trovato brillante l'idea, Bersani abbia sparato l'ovvietà del "si però verifichiamo la fattibilità", Di Pietro il suo deciso "...si però ma forse..." Nessuno che si sia alzato in piedi e abbia urlato che "la corazzata Potiemkin è una cagata pazzesca... eppure il grosso dei costi alla Maddalena era già stato consumato... NdR).
E' probabile che alcuni dei premier e presidenti decidano di dormire a Roma, nelle rispettive ambasciate, per poi spostarsi a L' Aquila in elicottero (...una favola, per i costi e la funzionalità e dei costi. NdR)
La sede: la scuola allievi della Guardia di Finanza, solo in parte danneggiata dal sisma, e che attualmente ospita la Protezione civile e la Prefettura. E' stata inaugurata il 10 dicembre 1992. E' dotata di un'area operativa completamente computerizzata. Dispone di un campo sportivo con pista di atletica, Il palazzetto dello sport interno, campo di basket e di pallavolo, poligono di tiro al coperto, e una palestra per arti marziali e pesistica [...] (...eccoli, i veri "plus-points" dell'Aquila! Brunetta potrà non interrompere le sue quotidiane attività nel basket, Bondi non perderà l'allenamento nella pesistica e nelle arti marziali, Berlusconi potrà mantenersi in allenamento nei 110 m. ad aggiramento ostacoli... NdR)
(Gianluca Luzzi)
ATTO TERZO: LA SOLA - L'Aquila tradita dai Paesi del G8: beni artistici lasciati senza restauri
21 novembre 2009 - Un summit solidale. Questo doveva essere il G8 di luglio per L'Aquila. I Grandi della Terra avrebbero dovuto finanziare la rinascita dei beni artistici distrutti dal sisma. E proprio con questo Silvio Berlusconi aveva voluto il trasferimento del vertice dalla Maddalena (dove già erano stati investiti diversi milioni di euro) alla città terremotata, definendolo «un soccorso verso la capitale del dolore italiano» (...ma non era per risparmiare, e perchè l'isola era diventata improvvisamente "indifendibile", mentre per Cicchitto Prodi voleva l'isola perchè "difendibilie"? a saperlo... NdR)
Si è detto allora che la "dote" dei Paesi stranieri per L'Aquila sarebbe stata di 300 milioni di euro, tanto che il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, reclamizzò anche una dettagliata "lista nozze" di 45 monumenti da far adottare agli Stati che partecipavano al G8. Una lista (datata 29 maggio 2009) ancora oggi pubblicata sul sito del dicastero, con schede sui danni e i costi per i restauri. E un totale preciso: 300 milioni, appunto. Ma al momento, dei soldi promessi non si vede nemmeno l'ombra. Solo quattro Paesi hanno risposto davvero all'appello, sottoscrivendo un protocollo d'intesa: Francia, Germania, Russia e Kazakistan (...questi komunistacci...).
Così, pochi giorni fa, con una risoluzione urgente, il Consiglio regionale abruzzese ha chiesto al ministro per gli Affari esteri, Franco Frattini, «di far rispettare gli impegni» e «rappresentare, presso tutte le ambasciate e in ogni altra sede istituzionale, l'impellente necessità di intervenire tempestivamente per il recupero dell'inestimabile patrimonio storico artistico ed architettonico compromesso dal terremoto, e di sensibilizzare i governanti affinché assumano un concreto impegno per la ricostruzione dei monumenti del territorio aquilano». Un richiamo ai Grandi della Terra.
Eppure, durante il G8, L'Aquila aveva commosso il mondo. Decine di Capi di Stato, in tour tra le macerie, avevano annunciato aiuti di ogni tipo. «Seguo la vostra tragedia fin dal primo momento - disse Barack Obama l'8 luglio, visitando piazza Duomo assieme a Berlusconi - Vi sono vicino e vi assicuro che gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare l'Italia». Il giorno seguente Michelle Obama, al termine di una visita guidata da Mauro Dolce, responsabile dell'ufficio rischi sismici della Protezione civile, fece sapere che gli Stati Uniti avrebbero finanziato la ricostruzione della chiesa di Santa Maria Paganica: 4,5 milioni e4 anni di lavoro. Poche ore dopo, invece, trapelò che il presidente Usa preferiva finanziare borse di studio. Ma anche questa ipotesi poi cadde nel vuoto.
Fecero promesse (non ancora mantenute) Gordon Brown, primo ministro britannico, per l'Abbazia di San Clemente a Casauria, il premier spagnolo Zapatero per il recupero della Fortezza spagnola, il capo del governo canadese, Stephen Harper, che aveva annunciato un nuovo campus universitario, e l'allora capo di Stato giapponese, Taro Aso, che si era offerto per la costruzione di un centro sportivo e una nuova sala da musica e per la ricostruzione della chiesa di Sant'Agostino. L'Australia si era impegnata per l'oratorio di Sant' Antonio da Padova e la Cina per Palazzo Madama Margherita e palazzo dei Nobili. Tutti annunci caduti nel vuoto.
Perplesso Luciano Marchetti, vicecommissario della Protezione civile peri Beni culturali dell' Aquila. «Per L' Aquila servono 3 miliardi di euro e almeno dieci anni di lavoro. Solo le chiese danneggiate sono 1.062 e per riaprirle bisognerà spendere 1.150 milioni. Per i palazzi storici è necessario un miliardo e mezzo. Altri 200 milioni per interventi vari e ancora 150 per le tele e le statue». E il G8, almeno sulla carta, doveva servire a far fronte proprio a queste emergenze. «Invece per il nostro territorio - chiosa la presidente della Provincia dell' Aquila, Stefania Pezzopane - è stato solo un bluff».
(...più che un bluff, una prevedibilissima sòla. Eppure il "Più Grande Comunicatore Degli Ultimi 150 Anni" dovrebbe saperlo... la commozione crolla insieme al crollo dell'audience, ed alla partenza delle troupes TV... E adesso, a distrarre le telecamere e la commozione, ci si sono messi anche quegli stronzi di Haitiani... ma non potevano aspettare ancora un paio d'anni, per il loro maledetto "big-one"? NdR)
(Giuseppe Caporale)
ATTO QUARTO: IL FINALE SCONTATO (Cielo! mio marito!)
300 milioni buttati, zero posti di lavoro, soffitti crollati, cavi a vista e infiltrazioni d'acqua. Il flop della Maddalena, dal G8 all'abbandono. Vuoti due hotel a cinque stelle, nessuno li vuole. Uno è costato 742 mila euro a stanzadi
LA MADDALENA - C'era una volta l'isola che doveva essere e non è più. C'è ora la Maddalena usa e getta. Prima tirata a lucido in abito da festa e poi, dopo il G8 fantasma traslocato all'Aquila, lasciata sola con il suo sogno infranto e i suoi cocci da raccogliere. Trecentotrenta milioni investiti - presi in larga parte dal bilancio e dai contributi per la Regione Sardegna - e neanche un posto di lavoro. A casa, da tre giorni, anche i 23 guardiani maddalenini che sorvegliavano le belle e incompiute cattedrali sul mare. Dove adesso regnano l'abbandono, l'incuria e il degrado. Di chi è la colpa del flop?
LE GRANDI INCOMPIUTE - Sono le due mega-opere costruite nell'ex Arsenale e nell'ex ospedale militare: una, la grande area dove si sarebbe dovuto svolgere il vertice dei grandi del mondo - andata in gestione per 40 anni a prezzo di saldo alla Mita Resort di Emma Marcegaglia, l'unica che da questa storia ci ha davvero guadagnato e guadagnerà - ; l'altra, l'hotel cinque stelle plus, costato, solo quello, 75 milioni, 742 mila euro a stanza; e però nessun imprenditore ne vuole sapere. Uno scenario desolante che Repubblica ha documentato con [un video esclusivo]: un viaggio dentro una delle più grosse "incompiute" nella storia delle opere pubbliche (progettata, appaltata, eseguita e consegnata in poco più di un anno). E sulla quale sono aperte due indagini.
Cosa ha lasciato in eredità alla Maddalena il G8 mancato? Quanto è costato? Chi ci ha speculato trasformando quello che doveva essere un volano per la stagnante economia dell'isola - già penalizzata da mezzo secolo di monocultura militare - in un affare per pochi? Quale futuro avranno le strutture tirate su in fretta e furia, che ora languono nel silenzio generale e nell'imbarazzo di molti?
DOPO LA BEFFA, I DANNI - Ci sono fantasmi che producono fantasmi. E i fantasmi costano. Anche solo per tenerli in vita. Era il 23 aprile 2009 quando Berlusconi annunciò lo spostamento del G8 nell'Abruzzo colpito dal terremoto. Nove mesi e 327 milioni dopo (tanto sono costati, stando ai dati della Protezione civile, i lavori alla Maddalena) la scena sull'isola "scippata" - come ripetono i 12.000 abitanti e il sindaco Pd Angelo Comiti - è desolante. Il problema non sono i cantieri ancora aperti (sul lato est dell'ex Arsenale) e le ruspe che lavorano per ampliare un'area che Berlusconi aveva candidato ad ospitare una decina di incontri internazionali (finora ci hanno fatto solo il vertice italo-spagnolo). E nemmeno la nuova corsa contro il tempo per la Louis Vuitton Cup, a maggio, che tutti aspettano come un cerotto per curare le ferite. Il problema è che le strutture che dovevano accogliere Obama e gli altri sette capi di Stato versano, oggi, in condizioni penose.
TUTTO IN MALORA - Entri nella hall dell'albergo 2, quello che avrebbe ospitato Barack Obama e la delegazione americana. Cammini sul pavimento di marmo bianco intarsiato che i potenti della terra non hanno mai calpestato. Piove dentro. L'acqua scende dal tetto dove hanno costruito la piscina. Il vento e le infiltrazioni hanno provocato danni: parti di soffitti crollati, tubi e cavi a vista perché i pannelli che li contenevano sono venuti giù. Dei tappeti disegnati da Antonio Marras - lo stilista sardo che ha curato tutti gli interni delle aree ospitalità dell'ex Arsenale militare - tra un po' si avrà traccia solo sull'ambizioso catalogo delle opere della struttura della missione G8 (affidata all'ingegner Mauro della Giovampaola). Lo stesso vale per i quadri fotografici "navali" di Luca Cittadini. Pareti scrostate per l'umidità, calcinacci, attrezzi lasciati lì in attesa che qualcuno li riprenda in mano: così appare oggi la hall dell'hotel con vista sulla darsena, che può ospitare 700 barche. "Lo stato di queste strutture è una delle tante vergogne e ora qualcuno dovrà risponderne" dice Pio Palazzolo, memoria storica dell'isola e già componente del Comitato paritetico per le servitù militari in Sardegna.
L'ARCHISTAR DELUSO - Accanto alla hall c'è un edificio che doveva essere un teatro. Le porte sono scardinate, così come quelle della "Casa sull'acqua" - o sala conferenze - la strabiliante scatola di vetro posata sul mare progettata dall'architetto Stefano Boeri. Il vero gioiello dell'ex Arsenale, costo, comprensivo dell'area delegati, 52 milioni e 100. "Gli edifici vanno usati, altrimenti deperiscono", ragiona Boeri. Dice di aver lavorato - assieme a 1600 operai impiegati giorno e notte - "per garantire una doppia vita a queste strutture: per il G8 e per il dopo G8. Ma io non ci vado da un mese... Com'è la situazione adesso?". Magari quello che chiamano hotel Obama, al centro dell'Arsenale, in futuro ospiterà flussi ininterrotti di convegnisti e di ricconi che approderanno qui coi loro megayacht.
Ora però ha un aspetto desolante. Comunque lontano dall'aggettivo "affascinante" usato da Vasco De Cet, dirigente della Mita Resort di Emma Marcegaglia. A piano terra la zona spa è completamente abbandonata: tutto, gli hammam, le saune, la grande vasca idromassaggio al centro della sala, parquet e vista mozzafiato sul mare, i lettini per i messaggi, quelli della zona relax, i bagni, gli spogliatoi, tutto è in balia del freddo e dell'umidità. Poi c'è la "stecca", un edificio basso e lungo e stretto. Dovevano essere piccoli appartamenti. Ma i pavimenti non ci sono ancora, un colpo di maestrale ha scoperchiato una parte del tetto e chissà con l'aria che tira che fine faranno gli intarsi in finto marmo - in realtà polistirolo - che decorano gli angoli delle pareti esterne...
CATTEDRALE NEL DESERTO - A che cosa servirà questo paradiso di cemento, pietra e vetro costruito alla velocità della luce? Centocinquantamila metri quadrati e un futuro incerto: la Louis Vuitton Cup a primavera, e poi? "Io spero che diventi un polo nautico e multifunzionale, così com'era stato pensato", dice ancora Boeri, "ottimista" ma forse non fino in fondo. Il vero problema, però, l'opera che davvero preoccupa di più, è l'ex ospedale militare. Sedicimila e 800 metri quadri trasformati in un hotel di lusso. Facciata bianca che corre lungo la strada, con il mare di fronte ma non accessibile perché nessuno ha pensato di fare un accesso all'acqua cristallina, una banchina, una spiaggia. (L'albergo è diviso dal mare da una strada a traffico intenso, che avrebbe dovuto, nei piani originari, essere "imbucata" in un sottopasso, in modo da offrire continuità, in superficie, fra l'albergo e il mare. NdR)
Un'opera da 75 milioni, 101 camere costate ognuna 742.000 euro. Spettrale. Una scatola vuota - questa sì riscaldata tutto il giorno e illuminata di notte con livide luci violette che sbattono sulla facciata. Nessuno lo vuole l'hotel. Il bando di gara, il 23 settembre 2009, è andato deserto. "A quale imprenditore conviene prendersi una struttura così, con questi costi e con tutte le pecche che presenta"?
Bertolaso promise che sarebbe stata fatta una nuova gara - stringe le spalle l'assessore Zanchetta - e che c'era una catena alberghiera interessata. Ma, ad oggi, tutto tace". Intanto è cresciuta l'erba davanti alla facciata che a prima vista ricorda un po' la Casa Bianca. C'è un guardiano. Potrebbe restare lì a lungo. Se e fino a quando qualcosa si muoverà. Chi ha il dovere politico di prendere in mano il "pacco" dell'hotel e levare le castagne dal fuoco? "La proprietà è ancora della Marina militare (a differenza dell'ex Arsenale già ceduto alla Regione) - informa il sindaco Comiti - Potrebbero anche decidere di riprendersela loro e farci qualcosa. A meno che a breve diventi anche questo della Regione" (...Berlusconi ancdrà col cappello in mano dal Cappellacci, e dopo 5 minuti con partenza da fermo, la sòla - l'ennesima - per i sardi, allegri elettori del Cappellacci, sarà compiuta. NdR)
CONTI ALLE STELLE - I costi. Tutto iniziò il 28 maggio 2008 e tutto finì, con la bella favola spezzata, il 31 maggio 2009. "Volevamo rilanciare quest'isola, farla decollare come una Davos mediterranea - dice l'ex presidente della Regione Renato Soru - e invece, se va bene, ci ritroveremo con un grande villaggio turistico avulso dalla città". E se invece andasse male, visto che l'aria non sembra delle più elettrizzanti? "Non ci voglio nemmeno pensare. Siamo sardi e non permetteremo che queste opere, costate uno sproposito, molte anche inutili, rimangano lì a marcire dopo che il governo ha avuto la non brillante idea di dirci che eravamo su "Scherzi a parte". Il non-G8 alla Maddalena è costato 327 milioni (il conto finale era 377 ma 50 sono stati risparmiati dopo il trasferimento all'Aquila). 209 milioni sono stati spesi per demolire, bonificare (era pieno d'amianto, 22 milioni solo per questo) e ristrutturare l'Arsenale. Dice Soru: "Il colmo è che sono costruzioni compiute e inutilizzate. Nella fretta è stato speso più del necessario, e nella fretta è stato svenduto - praticamente regalandolo alla Mita Resort - l'Arsenale. La Regione, proprietaria della struttura, è stata tagliata fuori, e oggi è totalmente immobile".
CHI CI HA GUADAGNATO - La Mita Resort, dunque. Alla società di Emma Marcegaglia è andata di lusso. La base di gara per l'assegnazione della gestione dell'Arsenale prevedeva una quota minima una tantum di 40 milioni (da versare sul conto del soggetto attuatore, responsabile per conto di Bertolaso per contratti e pagamento dei lavori) e la proposta di un canone annuale di concessione destinato alla Regione Sardegna. Si è presentata solo la Mita Resort: 41 milioni una tantum e canone da 600 mila euro l'anno alla Regione spalmato su 40 anni (50 mila euro al mese). In tutto 68 milioni. Niente male come affitto per 30 anni più 10 (indennizzo post-trasferimento all'Aquila). Che cosa ci faranno ancora all'Arsenale non è dato sapere (a parte la Louis Vuitton). "Questa struttura a regime potrà ospitare più di 5.000 persone, sarà uno snodo cruciale per la nautica da diporto", promette il manager Vasco De Cet.
(...fatti i conticini? 68 milioni di euri su 40 anni, pari a 4.722 € al giorno. Per 5.000 posti letto. Se li occupassero tutti, il costo degli immobilizzi a persona/giorno sarebbero di ben 0,94 € pro-capite pro-die. Ma diciamo, pessimisticamente, che l'occupazione media sarà solo del 10%. Allora i costi saliranno, eccome se saliranno!!! A ben 9,40 € a persona. Ce la farà a farcela, La Marcegallina? NdR)
ACCAMPATI IN TENDA - Chiarissima è invece la situazione per i maddalenini che speravano, con le opere del G8, di trovare un lavoro. A fronte del maxi-investimento, oggi, non c'è nemmeno un assunto. Gli unici che avevano avuto uno stipendio (molto precario) erano i 23 guardiani della Nautilus, una subappaltata per la sorveglianza dell'Arsenale. Domenica notte sono stati liquidati con una stretta di mano da De Cet della Mita Resort. Che faranno, adesso? Sono ancora accampati fuori dai cancelli, al freddo e con le tende sollevate dalle raffiche di vento. Dicono che non se ne andranno. Ma il piatto resterà vuoto. "Con opere da 330 milioni, in proporzione, si dovevano creare almeno 500 posti di lavoro. E invece niente". Luigi Plastina, guardiano licenziato, dorme da una settimana in tenda con la moglie, un forno da campeggio e l'acqua sotto i piedi. "Questo è il mio G8".
(Paolo Berizzi e Fabio Tonacci - Repubblica)
Quello che lascia stupefatti, delusi, sconfitti, è che una storia così - che avrebbe dovuto allarmare la stampa, il web, l'oponione pubblica, in 48 ore è già sparita persino dalla home-page di Repubblica, che pure l'aveva meritoriamente lanciata. Allora non ci resta che sperare che qualcuno, fra i bloggers e facebook, voglia riprenderla, al fine di evitare che finisca a tarallucci e vino, spinta fuori dal tubo catodico - dove peraltro non è mai entrata - magari da una storiella di bancomat di un sindaco di sinistra. Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus