Nei telegiornali di ieri sera si è molto parlato del processo al presunto stupratore seriale di Roma. Di fronte a fatti del genere tutti si sdegnano, ma pochi comprendono le origini profonde di tali gesti. E’ necessario, invece, comprenderne le motivazioni reali, e quindi impostare una politica di prevenzione, non soltanto attraverso meccanismi restrittivi e coercitivi, ma anche socio-educativi.
I provvedimenti annunciati dal Ministro Roberto Maroni sono corretti, ma non certo sufficienti. La sola idea che un uomo,o un gruppo di uomini stupri, o ammazzi di botte una donna, sia essa la propria moglie o un’estranea, è ,ovviamente, inaccettabile: ci piace infatti pensare di avere tutti il controllo delle nostre decisioni, e dei nostri comportamenti, e di non poter essere in balia di orribili pulsioni “primitive”.
Sembra che non ci possano riguardare, neppure lontanamente, ma non è così. La nostra cultura occidentale è cresciuta lungo due direttrici:quella ebraica e quella greca. La prima, seppur apparentemente solo patriarcale (Sacerdote, Re, Dio), ha sempre valorizzato elementi matriarcali più antichi, quali esistevano nelle cosiddette religioni “telluriche”(legate alla natura). Nella storia della Creazione noi troviamo l’uomo (Adamo) ancora in uno stato di “primitiva unità con il suolo”, senza necessità di lavoro. La donna è la più intelligente, attiva e audace dei due, e soltanto dopo il “peccato”, Dio proclama il principio che l’uomo comanderà sulla donna!
Eppure l’uomo (e la donna) sono stati creati a “somiglianza di Dio “, e quindi dovrebbero essere considerati uguali nelle loro capacità di ragionare e di “amare”. Non voglio pensare che il solo fatto di provenire da una “costola di Adamo” potesse rendere Eva dipendente da lui, né che Atena fosse meno importante di altre divinità, perché nata dalla testa di Zeus!
Nonostante la condizione femminile di “colpa”per il peccato originale, fu però un uomo, Caino, e non una donna, a uccidere il proprio fratello per affermare il suo primato. E sono sempre stati uomini, nei millenni successivi, a ricorrere alla violenza.
Scienza e tecnica continuano a progredire, le donne hanno ormai raggiunto posizioni eccellenti in ogni contesto pubblico , ma l’uomo medio, ancora oggi, è capace di regredire in nuove forme di violento autoritarismo. E la sua obiettività e la sua ragione sono devastate da questa “caduta”: la donna, ma talvolta anche uno straniero, diventano così “esseri inferiori “, e trattati in modo diverso da come vengono trattati i propri simili, appartenenti allo stesso “clan”.
La religione cattolica ha cercato, senza ottenerlo compiutamente, un superamento di questo “conflitto originale” attraverso il culto della Madonna, la Vergine Madre, che simboleggia l’amore ed il perdono. Purtroppo il culto di Maria (e quindi il rispetto delle donne) è meno sentito nelle culture ancora oggi più patriarcali, quali quelle contadine, o di piccoli centri. Ma ciò avviene anche nelle religioni protestanti e Calviniste , che tendono a rimuovere il concetto materno per poter “giustificare” l’onnipotenza dei “principi” e degli Stati. Tutte le donne stuprate, e picchiate, lo sono state un po’ anche per queste ragioni profonde… e lasciamo stare, per favore, inesistenti “patologie psicologiche”personali, che, sicuramente, saranno tirate in ballo dai consulenti della difesa.
Prof. Isabella De Martini
I provvedimenti annunciati dal Ministro Roberto Maroni sono corretti, ma non certo sufficienti. La sola idea che un uomo,o un gruppo di uomini stupri, o ammazzi di botte una donna, sia essa la propria moglie o un’estranea, è ,ovviamente, inaccettabile: ci piace infatti pensare di avere tutti il controllo delle nostre decisioni, e dei nostri comportamenti, e di non poter essere in balia di orribili pulsioni “primitive”.
Sembra che non ci possano riguardare, neppure lontanamente, ma non è così. La nostra cultura occidentale è cresciuta lungo due direttrici:quella ebraica e quella greca. La prima, seppur apparentemente solo patriarcale (Sacerdote, Re, Dio), ha sempre valorizzato elementi matriarcali più antichi, quali esistevano nelle cosiddette religioni “telluriche”(legate alla natura). Nella storia della Creazione noi troviamo l’uomo (Adamo) ancora in uno stato di “primitiva unità con il suolo”, senza necessità di lavoro. La donna è la più intelligente, attiva e audace dei due, e soltanto dopo il “peccato”, Dio proclama il principio che l’uomo comanderà sulla donna!
Eppure l’uomo (e la donna) sono stati creati a “somiglianza di Dio “, e quindi dovrebbero essere considerati uguali nelle loro capacità di ragionare e di “amare”. Non voglio pensare che il solo fatto di provenire da una “costola di Adamo” potesse rendere Eva dipendente da lui, né che Atena fosse meno importante di altre divinità, perché nata dalla testa di Zeus!
Nonostante la condizione femminile di “colpa”per il peccato originale, fu però un uomo, Caino, e non una donna, a uccidere il proprio fratello per affermare il suo primato. E sono sempre stati uomini, nei millenni successivi, a ricorrere alla violenza.
Scienza e tecnica continuano a progredire, le donne hanno ormai raggiunto posizioni eccellenti in ogni contesto pubblico , ma l’uomo medio, ancora oggi, è capace di regredire in nuove forme di violento autoritarismo. E la sua obiettività e la sua ragione sono devastate da questa “caduta”: la donna, ma talvolta anche uno straniero, diventano così “esseri inferiori “, e trattati in modo diverso da come vengono trattati i propri simili, appartenenti allo stesso “clan”.
La religione cattolica ha cercato, senza ottenerlo compiutamente, un superamento di questo “conflitto originale” attraverso il culto della Madonna, la Vergine Madre, che simboleggia l’amore ed il perdono. Purtroppo il culto di Maria (e quindi il rispetto delle donne) è meno sentito nelle culture ancora oggi più patriarcali, quali quelle contadine, o di piccoli centri. Ma ciò avviene anche nelle religioni protestanti e Calviniste , che tendono a rimuovere il concetto materno per poter “giustificare” l’onnipotenza dei “principi” e degli Stati. Tutte le donne stuprate, e picchiate, lo sono state un po’ anche per queste ragioni profonde… e lasciamo stare, per favore, inesistenti “patologie psicologiche”personali, che, sicuramente, saranno tirate in ballo dai consulenti della difesa.
Prof. Isabella De Martini
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