ATTENZIONE! Questo è un blog dedicato alla politica pornografica, o alla pornografia politica! Aprire con cautela!
« dicembre 2009 | Principale | febbraio 2010 »
Scritto il 15 gennaio 2010 alle 10:03 | Permalink | Commenti (25)
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E la chiamano "opposizione" Tafanus
Scritto il 14 gennaio 2010 alle 16:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (2)
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antò come va? leggi qua, il perché sono sparita.
s
La storia
Scritto il 14 gennaio 2010 alle 12:00 nella Tafanus | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 14 gennaio 2010 alle 01:36 | Permalink | Commenti (3)
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Pronto intervento della Chiesa
«Vedo finalmente
questa chiesa piena, sono contento che moltissimi tra voi sono tornati. Ma vedo
anche che manca qualcuno". Don Pino sospira, si rivolge ai bambini. "Lo vedete
anche voi. Non c'è John. Vi ricordate di lui? Veniva ogni domenica". I bambini
annuiscono. I genitori, dietro, restano in silenzio. Tesi e consapevoli.
"Mancano anche Christian, Luarent. E Didou, il piccolo Didou. Mancano i suoi
genitori. Erano come voi, con la pelle più scura, venivano dall'Africa. Non ci
sono perché li hanno cacciati … Mi rivolgo ai più grandi, ai genitori. Perché
loro hanno un ruolo importante, formativo. A voi dico: non vi fate trascinare
verso ragionamenti e reazioni che non sono da cristiani. E' facile dire: abbiamo
ragione noi. Quando siete nati, Dio è stato chiaro: questo è mio figlio. Lo
siamo tutti. Tutti abbiamo diritto alla vita, una vita dignitosa, che non ci
umili. Anche quelli di un altro colore, anche quelli che sbagliano sempre. Se
vogliamo essere cristiani noi non possiamo avere sentimenti di odio e di
disprezzo …
Possiamo anche dire che abbiamo sbagliato. Che i miei fratelli,
bianchi e neri hanno sbagliato. Ma lo dobbiamo dire sempre. Non solo quando
qualcuno ci sfascia la macchina. Lo dobbiamo sostenere con forza anche quando
altri fanno delle cose ancora più gravi. Cose terribili. Dobbiamo avere il
coraggio di gridare e denunciare … [indicando il presepe] Non avrebbe senso aver
allestito questa opera. Non avrebbe senso festeggiare il Natale. Meglio
distruggerlo e metterlo sotto i piedi. Dobbiamo celebrarlo convinti dei valori
che lo rappresentano. Perché crediamo nella misericordia e nella solidarietà. Se
invece non abbiamo la forza di ribellarci ai soprusi e alle ingiustizie e siamo
pronti alle violenze nei confronti dei più deboli, allora non veniamo più in
chiesa. Dio saprà giudicare. Saprà chi sono i suoi figli».
PROPONGO UNO SCIOPERO
GENERALE DI TUTTI GLI IMMIGRATI
SU TUTTO IL
TERRITORIO NAZIONALE,
APPOGGIATO DA TUTTI I
LAVORATORI E LE LAVORATRICI
DI TUTTI I
SINDACATI, SPECIALMENTE DELLA CGIL
PER AFFERMARE IL
DIRITTO AL LAVORO
CHE STA
DIVENTANDO UNA CONCESSIONE IN ITALIA,
DOVE IL GOVERNO CREA,
FOMENTA E SI SERVE DELLA PRECARIETÀ
PER
DOMINARE E CONDIZIONARE.
FERMIAMO L’ECONOMIA
NAZIONALE E VEDIAMO SE SENZA IMMIGRATI
L’ITALIA
TIRA LO STESSO O SE FA FLOP
SU SE STESSA E SUL
GOVERNO DELLA VOLGARITA’.
I dimostranti calabresi avrebbero dovuto protestare insieme agli immigrati perché questi hanno difeso non una, cento, mille cassette di frutta, ma il diritto al lavoro e alla dignità del lavoro: quel diritto e quella dignità che il governo (assaggio di Brunetta) vuole depennare già dall’art. 1 della Costituzione. Alla indecenza non c’è fine.
Il cervello del
30%
Sapevamo che la ministra Gelmini non avesse un cervello sfolgorante, anche perché per avere l’abilitazione statale all’esercizio dell’avvocatura ha dovuto travestirsi da «extracomunitaria padana» ed emigrare nel profondo sud calabrese dove finalmente, pagando, buon peso, è riuscita ad avere lo straccio di carta abilitante. Purtroppo, però, l’abilitazione non abilita il cervello al 100% perché a quanto pare è rimasto fermo alla basse aliquote originarie.
Classi con inquinamento di immigrati massimo al 30% per tutelare gli alunni italiani, altrimenti poverini non ce la fanno: il metro Gelmini, come se tutti in Italiana fossero come lei. Le statistiche ministeriali dicono che solo il 2% delle classi hanno immigrati sopra il 30%, ma uno studio della sua predecessora Moratti che per prima aveva avuto la bella pensata delle quote immigrati a scuola, ha dimostrato esattamente il contrario: nelle classi dove abbondano gli immigrati, gli studenti italiani sono più stimolati e rendono meglio. Detto fatto: poiché l’indagine non era secondo le premesse, è stata insabbiata.
Qualcuno deve avere informato la ministra che la maggior parte dei bambini che vanno a scuola sono nati in Italia e sono figli di immigrati addirittura di quarta generazione e quindi ha dovuto escluderli, per cui si passa alle classi con lo 0,001% da riformare, chiudere o spostare «nei quartieri vicini». Vorrei spostare la ministra e metterla nella villa di Sardegna, quella del suo capo e benefattore, e metterla al sicuro a curare cactus, dove possa fare meno male.
E’ tornato il miracolato a far
danni e favori: fisco con due aliquote: 23% e 33%
PD: prove autoctone di
distruzione di partito
Il Pd ce la mette tutta e si sforza anche a farsi male da solo. Si vede che la Binetti ha fatto scuola e il cilicio è diventato uno strumento personale di ogni dirigente o dei dintorni. Si disse che le primarie dovevano essere il toccasana; ora non vanno bene. Si disse che contavano programmi e persone; ora prima vengono le beghe, poi le persone assetate di potere e infine il programma è solo un optional. In Puglia il PD ha promesso a Berlusconi che gli avrebbero ceduta la regione e ci stanno riuscendo alla grande. Vendola avrebbe dovuto ritirarsi dopo l’infortunio di mezza giunta dimessa per corruzione; invece no: come lui non c’è nessuno e parla e parla e parla. Il Pd per rimediare e mettere una pezza manda un esploratore scout per trovare una soluzione soddisfacente e chi sceglie uno che si chiama “Boccia”, così tanto per essere coerenti.
Nel Lazio, l’indecisione è totale. Infine spunta Emma Bonino. Nulla da eccepire, ma fa parte di quel partito radicale che ha una politica di estrema destra su tutto, specialmente in economia (più a destra di Berlusconi: ci vuole poco per la verità), tranne che per i diritti civili, sui quali però un governatore ha poca competenza. Invece di trovare una candidatura «condivisa» con le varie anime, ne propongono una di rottura. Insomma, sembra che siano stanchi di governare. Come fanno volere e a fare le «riforme condivise» con Berlusconi, se non sono in grado di scegliere una candidatura condivisa al suo interno? Mi pare che sia diventato il partito delle anime perse. Papa Ratzinger dovrebbe ripristinare il Limbo e riservarlo ai Pidini.
Egitto: la religione
omicida
All’uscita dalla
funzione del Natale che per i cristiani di rito copto (circa 10 milioni in
Egitto), i musulmani hanno sparato sulla folla e ammazzato 9 cristiani nella
chiesa di San Giovanni a Nag Hamadi, nella provincia di Qena, 64 km circa da
Luxor, luoghi importantissimi per le scoperte archeologiche (1945) di interesse
universale (13 papiri cristiani di natura gnostica, tra i quali il più
importante il Vangelo di Tommaso). Non si consoce ancor ala dinamica, ma una
cosa è certa: o si comincia da qualche parte del mondo a smettere di considerare
le religioni come strumenti di guerra e contemporaneamente si cessa di
alimentare e fomentare il razzismo e la xenofobia o andremo da alcuna parte,
perché distruggeremo solo noi stessi.
Diamo noi l’esempio che onoriamo tutte le religioni, senza rinunciare alla propria, rispettiamo tutti i cittadini e le cittadine del mondo non perché di questa o quella religione perché uomini e donne, abitanti e cittadini di questo mondo e quindi meritevoli di rispetto e dignità, salvo che non delinquono in materia leggera, perché se dovessero delinquere in materia grave, come il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, noi gli daremo un lasciapassare speciale di sicurezza e di illegalità.
Paolo Farinella, prete
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Carissimo Paolo,
vedo che le feste di Natale, nonostante per i preti prevedano non il riposo ma gli straordinari, ti hanno fatto bene... Non ho niente da aggiungere. Ho scritto qualche giorno fa che uno sciopero di 24 ore non serve a nulla. Persino la Santanchè potrebbe resistere 24 ore senza badante, ammesso che ne abbia una. Devono METTERCI IN GINOCCHIO. Devono lasciarci in braghe di tela almeno per una settimana, e farci del male. Perderanno quattro soldi, ma i sindacati, la chiesa, il volontariato, i privati, i bloggers, possono cercare di supplire.
Per quanto mi riguarda, se con la tua autorevolezza riesci a farti motore di una iniziativa in tal senso, non mancherà bé l'apporto personale, né l'apporto che il blog può dare come stimolo verso pigri, incerti ed indecisi. Per ora appoggio la tua idea, che è anche la mia. Se la cosa andrò avanti, farò tutto ciò che sarà necessario, o anche semplicemente utile fare. Tafanus
Scritto il 13 gennaio 2010 alle 20:00 nella Razzismo, Tafanus | Permalink | Commenti (21)
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E così, quando nelle redazioni arriva la notizia che Letta è indagato, come è accaduto nella primavera scorsa, nessun direttore ha il coraggio di dire: "Si stampi". La congiura del silenzio grottesca e imbarazzante è stata rotta da "Il Fatto Quotidiano" il giorno della sua nascita, il 23 settembre scorso. Quel giorno, chi scrive fu invitato alla trasmissione "Omnibus" su La7 per presentare il giornale che titolava in prima pagina "Letta indagato".
Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri si lanciò in una difesa d'ufficio, dicendo : "Tutte sciocchezze. Tutti gli italiani affiderebbero i loro soldi a Gianni Letta" (...io NO, caro Gasparri. Non le consento di parlare anche a nome mio. NdR).
Forse Gasparri ha ragione. Ma questa reputazione di poco inferiore a quella del Papa si è consolidata grazie alle lunghe paginate zeppe di saliva e omissis che i cronisti politici hanno dedicato al loro collega. Mentre i direttori dei maggiori quotidiani nascondevano la notizia dell'indagine su Letta (che nel libro è ben raccontata) il giornalista più potente d'Italia è stato addirittura premiato dall'Ordine dei giornalisti e invitato a tenere una lectio magistralis all'Auditorium di Roma.
Ora finalmente due giornalisti veri (Giusy Arena e Filippo Barone lavorano nella redazione di Anno zero, con Michele Santoro) cercano di ristabilire la dignità della categoria regalandoci questa "Biografia non autorizzata di Gianni Letta" che cerca di raccontare il lato B del gran ciambellano della seconda repubblica.
Dai fondi neri dell'Iri, all'inchiesta sul piano frequenze, dalle mazzette al Psdi all'inchiesta oscurata del pm Woodcock sul business degli immigrati. Arena e Barone inseriscono i verbali e i documenti nel contesto politico rendendo il clima delle tante epoche attraversate da questo galantuomo per tutte le stagioni. Quelli che seguono sono due estratti tratti dai capitoli dedicati al caso dei fondi neri Iri e alle mazzette pagate da Fininvest al Psdi». Il libro costa 15 €, può essere acquistato anche online [da "Libreria Universitaria]
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Insomma, un libro da non perdere, e da regalare a qualche amico italoforzuto (tutti ne abbiamo qualcuno, no?) Il Tafanus aveva pubblicato un post sulle [indagini su Gianni Letta] già nel giungo 2009, e un altro post, pochi giorni fa, sui guai giudiziari della sorella, [Maria Teresa Letta]
Ma già il 29 maggio dell'annp scorso era uscito, su Gianni Letta, un articolo pubblicato da [La Voce delle Voci].
Fragoroso, su questi argomenti, il silenzio dei grandi media. Beneficiati dal "lettismo"? Non riesco a formulare altre ipotesi. Una ragione in più per non perdersi questa lettura, e per non comprare da costui neanche una bicicletta usata.
Scritto il 13 gennaio 2010 alle 16:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (8)
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Scritto il 13 gennaio 2010 alle 11:39 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (15)
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"Col ritorno della normale programmazione, fin dal mattino si è visto che,
almeno, qualcuno tra i giornalisti presenti ai vari talk show era così
inorridito per i fatti e le immagini di Rosarno, che, qualunque fosse il tema
del dibattito, finiva per tornare lì, a quella improvvisata caccia all’uomo che
ha rivelato il paese a se stesso, ma non al governo.
Unico sereno era il buon Salvini della Lega, che partecipava a Omnibus da Milano continuando a vantare il lavoro fatto dal ministro Maroni. Un lavoro di cui Rosarno è invece il frutto, se non addirittura il coronamento. Perché a considerare una vittoria della legalità la cacciata degli immigrati tra due ali di folla urlante possono essere solo le mafie locali e i leghisti al governo. Il nord e il sud uniti finalmente nella lotta ai diritti umani e alla civiltà. Così, mentre i lavoratori immigrati vengono cacciati, le arance rimangono sui rami e il partito dell’amore si organizza in vista di un altro pogrom."
Scritto il 13 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (41)
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Fatto sta che mi sono lasciato fregare da Vito Crimi, candidato Governatore, e da due giovani bustocchi (Ivan Catalano e Debora Crespi). Non credo che ce l’avrei fatta, comunque, contro questi candidati. Vito Crimi è un palermitano, addirittura impiegato presso il tribunale di Brescia. Di Debora Crespi e Ivan Catalano – mi scuso – ma so solo che sono di Busto Arsizio, recenti acquisti del locale meetup.
Il meetup di Busto è molto attivo. Dal 4 Dicembre ad oggi ha organizzato ben 7 incontri:
4 Dicembre: “Rifiuti: trasformiamoli in risorse” – 1 presenti
5 Dicembre: “No B-Day a Milano” - 6 presenti
5 Dicembre: “No B-Day” – 1 presenti
6 Dicembre: “Bacheca Informativa Lista Regionale 5 Stelle” – 1 presenti
13 Dicembre: “Firma-Day: Firme per la presentazione della Lista Regionale Lomnardia del Movimento 5 Stelle” – 4 presenti
9 Gennaio: “Via a Craxi? No! Via i corrotti” – 2 presenti
9 Gennaio: “Lombardia 5 Stelle” – 3 presenti
Credo che TUTTE queste sette riunioni siano state di grande rilievo, anche se la TV di Stato le ha, com’era prevedibile, ignorate. Ma io sono particolarmente incuriosito dalle tre riunioni con il presenti: cosa si sarà detto, questo presenti? Avrà ricevuto un ampio consenso? Avrà presentato una mozione di maggioranza, e anche una di minoranza? La relazione di maggioranza sarà stata approvata col 100% dei consensi? Insomma, non stiamo parlando di cose di poco conto. Stiamo parlando del “Movimento 5 Stelle”, l’avvenimento politico più di-rompente degli ultimi anni. Forse ho davvero perso l’occasione politica della mia vita: quel famoso treno che non passa una seconda volta. Tafanus
Scritto il 12 gennaio 2010 alle 21:00 nella Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (10)
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Scritto il 12 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (29)
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Scritto il 12 gennaio 2010 alle 07:00 nella Guerra | Permalink | Commenti (6)
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Ahimé, non era una replica, un simil-blob su "come eravamo" dieci anni fa...! Era una discussione attualissima. Ho spento la TV
Scritto il 11 gennaio 2010 alle 14:00 nella Tafanus | Permalink | Commenti (14)
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Minniti ad Omnibus: qualcuno spieghi al ministro Maroni che il problema a Rosarno non è costituito dalla presenza degli immigrati, ma dalla presenza della 'ndrangheta.
Piccoli mentecatti crescono: "...il disturbatore della tv Gabriele Paolini trascina e fa cadere la giornalista Sonia Sarno durante una diretta notiziario delle 13,30. Paolini non si è limitato a pronunciare frasi in diretta ma, mentre un tecnico del Tg1 cercava di allontanarlo, si è aggrappato alla giornalista trascinandola per terra. L'episodio è avvenuto sotto Palazzo Grazioli..."
Ora spero sinceramente che non salti fuori, sul Tafanus, qualcuno che affermi che il Paolini (che tanti epigoni iniziano ad imitare, (per poi alimentare youtube e blogs) sia uno dei pochi che fanno opposizione vera.
Scritto il 11 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (38)
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Scritto il 11 gennaio 2010 alle 07:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 10 gennaio 2010 alle 12:48 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (16)
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Scritto il 10 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (19)
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Scritto il 10 gennaio 2010 alle 00:30 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (12)
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Sarebbe troppo facile, oggi, affrontare l'argomento "Rosarno" dalla riproposizione di giornali di sinistra. Abbiamo invece scelto di fare riferimento alla pacata voce di Giuliano Ferrara, da oltre 15 anni fedele servitore del Mago di Arcore. Dopo essersi convertito alla difesa dell'embrione ed all'adorazione della icona della destra razzista, la Oriana Fallaci ultima maniera, versione KKK, Il Foglietto di Giuliano Michelin riscopre la differenza fra umanità e maialità. Leggi il Foglietto di oggi, e sembra di essere finiti nel giornale della Caritas.
Oggi, chissà perchè, continuano ad affiorare nella mia testa le parole di Max Frisch:
Ieri a Rosarno, cittadina di 15 mila abitanti nella Piana di Gioia Tauro, sembrava fosse tornata la calma dopo l’incontro tra prefetto, questore e comitato civico, seguito a quello tra commissario prefettizio (il comune è sciolto da tempo per infiltrazioni mafiose) e delegazione di extracomunitari. In serata, però, altri quattro immigrati sono stati feriti, due gambizzati con armi da fuoco e due presi a sprangate, e tutti finiti all’ospedale di Polistena. Nessuno dunque sa quale piega prenderà la rivolta, scoppiata giovedì, quando centinaia di immigrati, per lo più clandestini, allarmati alla notizia, rivelatasi poi falsa, della morte di quattro di loro in uno scontro a fuoco con locali, sono usciti dai lori tuguri per dar sfogo alla violenza. In realtà, c’erano stati solo alcuni colpi sparati da una pistola ad aria compressa, con pallottole di gomma, ma la provocazione ha acceso la miccia.
Trecento extracomunitari, concentrati all’Opera Sila, una fabbrica in disuso in località Spartimento, armati di spranghe, bastoni, e circondati da una barriera di pneumatici in fiamme, hanno iniziato a fermare le auto su quel tratto popoloso della Statale 18, tra Gioia e Rosarno, prendendole d’assalto, spaccando i vetri dei negozi circostanti, seminando terrore. “Io cercavo di scattare alcune foto”, racconta al Foglio Domenico Mammola, giornalista di “Calabria ora”. “Mi sono trovato alle spalle del corteo e sono stato subito assalito dai migranti, che hanno preso a sassate parabrezza e lunotto posteriore. Mi è andata bene: dietro di me, una donna veniva costretta a scendere di forza, e ad assistere all’incendio della sua vettura”. Di fronte alla violenza, la polizia ha caricato. “Erano 30 contro 400” dice sempre Mammola. Intanto, nel centro di Rosarno, scoppiava la rivolta alla Rognetta, altro luogo di inumana residenza per circa 250 extracomunitari. E la popolazione reagiva: “Ho tirato via un nero che veniva preso a bastonate dai miei compaesani”, dice il rosarnese Giacomo Giacovazzo, dirigente della regione, che fa un quadro desolante della mancanza di lavoro e della miseria nera nel settore ortofrutticolo, dove un chilo di arance rende 6 centesimi e a raccoglierlo ne costa 10. Venerdì all’alba, Domenico Fazzari, vicepresidente della Valle del Marro, una cooperativa agricola che coltiva 120 ettari di uliveto confiscati alle famiglie ndranghetiste della Piana, dei Mammoliti, dei Piromalli, degli Alvaro, era pronto col suo furgone carico di pentole, bombole del gas, fornelli e gazebo, per andare a preparare la colazione agli extracomunitari di Rosarno, ma ha dovuto rinunciare.
Dal 15 dicembre, ogni mattina, gruppi di volontari che fanno capo alla Caritas e a don Pino De Masi,
parroco polistenese di Santa Marina, si alzano alle quattro del
mattino, per servire biscotti e latte caldo agli ultimi della terra.
“All’Opera Sila vivono in 700, in condizioni disumane” racconta Giacomo
Zappia, che lavora con Fazzari e fa parte dei volontari della Piana.
“Giacigli di cartone, ruote bruciate per riscaldarsi, bagni alla turca
all’aperto, sotto una tettoia una sorta di macelleria dove ammazzano
cani, pecore, tutto quello che trovano, e intorno un mare di
spazzatura. Tutti sanno come vivono, ma nessuno interviene”. Un anno
fa, il 13 dicembre 2008, dopo una sparatoria per motivi di estorsione,
gli africani dell’ex cartiera, chiusa poi per un incendio, sfilarono
per le strade di Rosarno, mostrando in silenzio cartelli con su scritto
“Non sparateci contro”. I calabresi pensarono: questi extracomunitari
stanno dando una lezione di ribellione alla ’ndrangheta. Oggi invece
domina la paura e la violenza rischia di dilapidare il cordone di
solidarietà e il sogno di integrazione sociale all’insegna della
legalità.
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...bene, ora anche Giuliano, il Difensore dell'Embrione, lo sa, come vivono. Ne parli col suo padrone. Lo spieghi a lui, che noi una certa idea già ce l'eravamo fatta. Faccia del giornalismo d'inchiesta (alla Gilioli, alla Gatti). Poi ritorni, e ci racconti i risultati. E nel frattempo offra a Vincino, a carico dell'azienda, una serie di sedute psico-terapeutiche. Dev'essere durissima, per un padre fondatore di "Cuore", stare in un giornale dove non riesce più a ritrovare una identità, ma alle cui prebende non riesce a rinunciare. Tafanus
(continua)
Scritto il 09 gennaio 2010 alle 12:30 nella Razzismo | Permalink | Commenti (7)
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Scritto il 09 gennaio 2010 alle 00:01 | Permalink | Commenti (36)
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Scritto il 08 gennaio 2010 alle 18:25 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (35)
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Scritto il 08 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (26)
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La
diaspora. Le porte sbattute in faccia. Le defenestrazioni per chi osa
dissentire. E un familismo dilagante, cui si accompagna l'occupazione
spinta delle cariche amministrative nelle istituzioni. Ecco il volto
truce de "L'Italia dei Valori", con tutta la geografia completa, in questo nuovo, impietoso dossier.
Uno spettro s'aggira per l'Italia dei Valori. La ribellione. Nata nei circoli dell'IdV, si sta diffondendo sulla Rete, alimentata dalle cronache delle espulsioni e sospensioni che i vari colonnelli dipietristi infliggono a chiunque metta in discussione la gestione autoritaria e affaristica del partito. I ribelli si sono gia' dati un coordinamento nazionale, che cerchera' di organizzare la protesta in vista dei congressi provinciali di dicembre e di quello nazionale di febbraio.
A sollevarsi non sono colonnelli delusi da mancate candidature, o
gerarchetti di provincia detronizzati dal capriccioso e volubile Di
Pietro, ma giovani che hanno scelto l'Idv perche attratti dal mito di
un partito di duri e puri e che invece hanno poi scoperto essere simile
a tutti gli altri, forse anche peggio. Sono militanti che non vogliono
controllare pacchetti di voti e tessere fasulle o sistemare figli,
mogli e amanti, ma che contestano un partito ormai pieno di gente che
fa politica alla ricerca di poltrone e indennità, proprio per piazzare
mogli, figli e amanti. Un partito che poi riesce a ricrearsi una falsa
verginità grazie ai salotti tv dove il personaggio Antonio Di Pietro
va a recitare la fortunata parte del politico antisistema. (...è un copione che conosciamo bene...NdR)
Ormai però questa truffa mediatica è stata svelata, e la scaltra doppiezza di Tonino, un cuore mastelliano ricoperto da una ingannevole coltre movimentista, è diventata il bersaglio polemico dei rivoltosi, i quali hanno anche capito che le promesse di rinnovamento profuse dopo l'inchiesta di Micromega saranno da lui puntualmente disattese.
Per rendersene conto basta scorazzare per l'Idv lungo la penisola. A Roma, ad esempio, il partito di Di Pietro fa la voce grossa contro le leggi ad personam del Cavaliere. Ma contemporaneamente a Campobasso il consigliere regionale IdV, Nicandro Ottaviano, propone e fa approvare una sanatoria regionale per le abitazioni costruite su terreni agricoli utilizzando il piano casa di Berlusconi. Ottaviano e' proprietario di una villa costruita a Venafro proprio su un terreno agricolo, non registrata al catasto, per la quale non paga tasse nè al comune, nè allo stato. Sempre in Molise, l'IdV ha perso oltre 30 tra i suoi uomini migliori (se ne sono andati il senatore Giuseppe Astore e il consigliere regionale Massimo Romano) per far posto a cinque fuoriusciti del Pdl, due dei quali provengono da Forza Italia. Il tutto per garantire a Cristiano Di Pietro una candidatura tranquilla alle regionali senza il suo nemico Astore tra i piedi.
CRAXIANI PORTE APERTE
DA PALADINI A PORCINO
A favore della fusione Iridenia e, dunque, della privatizzazione dell'acqua, si e' schierato a Torino anche il deputato Gaetano Porcino, che ha appena ottenuto da Di Pietro il via libera alla candidatura alle regionali per un giovane esordiente di 21 anni: suo figlio. Ecco le facce nuove di cui parla Di Pietro. Nel partito dell'ex eroe di Mani Pulite, d'altra parte, il familismo si intreccia a privilegi e discrezionalita'. Al consigliere regionale emiliano, Paolo Nanni e' stato concesso da Di Pietro di mantenere la poltrona di consigliere provinciale, doppio incarico a tutti proibito.
MURA DI GOMMA
A proposito della neo tesoriera emiliana Sonia Milani, si tratta della
figlia del coordinatore IdV della provincia di Varese, Alessandro
Milani, autore insieme al plenipotenziario lombardo Sergio Piffari di
una serie di espulsioni e sospensioni di militanti che contestavano la
sua gestione familistica del partito. Milani, che nega ai dissidenti
gli elenchi degli iscritti e che ha fornito tre cifre diverse a chi gli
chiedeva quanto paghi d'affitto per la sede IdV, ha nominato tesoriera
una ex portinaia e ha candidato alle provinciali sua moglie Wilma
Borsotti, poi eletta consigliere.
Di Milani - che ha per mesi ossessionato la consigliera provinciale IdV Valentina Sessa perche' si dimettesse al fine di far subentrare il primo dei non eletti (che era lui, lo stesso Milani) - un folto gruppo di iscritti ha chiesto in un'assemblea le dimissioni, ma la loro mozione non e' stata posta in discussione. Milani ha fatto sparire gli interventi dei dissidenti dai verbali della riunione. All'indomani dell'assemblea i firmatari della mozione di sfiducia sono stati sospesi dal partito. Piffari ha fatto persino ricorso allo stratagemma di chiedere ai ribelli di rivelare i propri nomi in un documento pubblico e, una volta conosciuti, ha negato loro l'iscrizione al partito. Come premio Milani sara' candidato alle regionali insieme all'ex leghista Alessandro Ce', un altro dei prestigiosi acquisti di Di Pietro. (...meno male che Sandro Cé...)
In
fatto di familismi e' da citare il caso di Viviana Fuoco. La Fuoco e'
segretaria personale dell'assessore regionale laziale IdV, Vincenzo Maruccio
(a sua volta assistente dell'avvocato di Di Pietro, Sergio
Scicchitano), e' consigliera comunale di Acquafondata nonche'
coordinatrice provinciale di Frosinone. Suo marito e' coordinatore
cittadino di Acquafondata e la loro figlia e' responsabile dei giovani
IdV nel Lazio.
Passiamo in Basilicata dove per le regionali l'IdV schierera' la
consigliera uscente ex Udeur, Rosa Mastrosimone. In Puglia invece ad
essere accolto e' stato il consigliere regionale Giacomo Olivieri, ex Forza Italia e Margherita,
pronto anche lui ad essere ricandidato. E sempre sul fronte ingressi, a
Benevento ha abbracciato l'IdV Nicola Lisi, assessore comunale ex Forza Italia e Ds, mentre a Napoli ha scelto Di Pietro un controverso personaggio, Stefano Buono, capogruppo in consiglio regionale dei Verdi,
che ha pensato bene di aderire all'IdV senza dimettersi dalla sua
carica. Qualcuno sospetta l'abbia fatto per non perdere l'indennita'.
Ma lui tranquillo, precisa: serve a non tradire gli elettori, che mi
hanno votato come ambientalista. Per il neodipietrista, prossimo
candidato alle regionali, le appartenenze d'altra parte sono sempre
state mobili, visto che ha fatto nominare al Corecom Campania Brunella Cimadomo, ex area An, poi Udeur, gia' collaboratrice di Libero.
Per qualcuno che entra c'e' qualcun altro che esce. Vedi Ciro
Borriello, sindaco della giunta di centrodestra di Torre del Greco, ex Forza Italia e Udeur,
ora tornato dall'Idv al Pdl. Borriello da tempo si era pronunciato
pubblicamente a favore della candidatura di Nicola Cosentino a
governatore campano e ciononostante l'IdV non lo aveva espulso, ne'
aveva aderito alla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata
dall'opposizione di centrosinistra. In sostanza e' stato Borriello a
sfiduciare l'Idv e non il contrario.
In compenso a Venafro e a Civitavecchia Italia dei Valori
continua ad appoggiare giunte di centrodestra e a Sciacca Ignazio
Messina continua a flirtare con il Pdl, con cui ha governato fino a
pochi mesi fa. Alle comunali del giugno scorso il fedelissimo deputato
dipietrista voleva schierarsi ancora con il centrodestra uscente e
Angelino Alfano lo avrebbe anche accettato, se a impedire l'alleanza
non fosse intervenuto Gianfranco Micciche'. Allora Messina, che per
rancori personali non ne voleva sapere di appoggiare il centrosinistra,
ha fatto correre l'Idv con un candidato solitario, il quale ha pero'
raccolto in tutto 150 voti, lo 0,5%, subendo l'onta della vittoria dei
suoi nemici del centrosinistra e il tradimento di due dei suoi tre
assessori uscenti, passati con il centrodestra.
Con
il centrodestra sono tornati anche uomini di primo piano dell'IdV
romano, tra questi il consigliere comunale Gilberto Casciani, ex Psdi,
Ccd e Udeur, che ha fondato con un altro consigliere del Pdl un gruppo
consiliare ispirato, ha detto, ai valori di “Dio, patria famiglia”. Sempre nella capitale e' successo che il segretario cittadino IdV, Roberto Soldà, si sia accodato alla strumentale polemica di Francesco Storace contro il Museo della Shoah a Villa Torlonia, definito dall'esponente de La Destra «uno sperpero». Il segretario dell'IdV ha aggiunto che, certo, «è giusto ricordare, ma con oculatezza».
Intanto ad Ancona, nei giorni in cui Micromega pubblicava la sua inchiesta e Di Pietro prometteva che avrebbe fatto pulizia nel partito, il leader locale Davide Favia, ex Forza Italia e Udeur, minacciava di far cadere la giunta comunale di centrosinistra, da 100 giorni al governo, perche' il Pd non gli voleva più concedere la poltrona di presidente del Teatro Stabile delle Marche pattuita prima delle elezioni. Ne sono seguite settimane di convulse trattative dalle quali l'IdV e' uscito con un posto di consigliere del Cda del Teatro Stabile per Favia e con la poltrona di presidente di Anconaentrate ad un consigliere comunale IdV.
Di
Pietro dice di essere l'unica opposizione ma, se lo è, lo è soprattutto al Pd. A Bologna la Mura sta premendo per avere uomini dei
cda di Hera, (in affari con Cosentino in Campania), Atc, Aeroporto Marconi
e Fiera. Appena si e' sentita rispondere picche da Vasco Errani e dal
sindaco Flavio Del Buono, ha chiesto le primarie di coalizione per le
regionali.
A Modena Di Pietro ha scelto la strada della rottura col partito di Pierluigi Bersani, chiedendo l'impossibile (il vicesindaco e due assessorati importanti) ed imbarcando tre fuoriusciti del Pd: Ubaldo Fraulini, Eugenia Rossi e Isabella N'Siala Massamba. L'obiettivo alle comunali del giugno scorso era succhiare voti al Pd per spingerlo al ballottaggio col Pdl e poi, come un novello Ghino di Tacco, “ricattarlo” con il proprio pacchetto di voti. Gli e' andata male: per 150 voti il Pd ha vinto al primo turno.
A questo punto la Mura, strigliata da Di Pietro, se l'è presa a sua volta con la Rossi e per punirla le ha rimborsato solo una piccola parte delle ingenti spese sostenute in campagna elettorale.
Il partito in Emilia l'onorevole tesoriera, lo governa così, bastone
e carota. Ad un fedelissimo di Forliì ad esempio, Giancarlo Biserna,
ha concesso un appannaggio di assistente parlamentare, (24.000 euro
l'anno, meno i 400 euro che versa al partito ogni mese) per premiarlo
della lunga e mansueta militanza. A chi le coccole a chi i cazziatoni:
il consigliere comunale bolognese Salvatore Lumia, ad esempio, è stato
convocato a Roma e severamente redarguito per non aver firmato il
documento contro il coordinatore dissidente, Domenico Morace. A Ravenna
la coordinatrice delle donne Idv e' stata rimossa non appena ha chiesto
piu' trasparenza (...ma come si permette?... NdR) A Rimini Karen Visani, eletta in consiglio comunale a
23 anni, ha dovuto lasciare il partito dopo aver subito pressioni
insopportabili (anche telefonate anonime) perche' rinunciasse a fare
l'assessore lasciando il posto, tra i tanti nomi fatti, alla figlia del
consigliere regionale Nanni.
Di fronte a questo spettacolo, gli europarlamentari Luigi De Magistris e Sonia Alfano, riferimenti morali della rivolta, anzichè rompere, rinnovano il proprio appoggio a Di Pietro. A rompere sono stati invece i parlamentari centristi Pino Pisicchio, Aurelio Misiti, Peppino Astore e Giacinto Russo. Temevano una deriva “girotondina”. Una paura infondata perchè Di Pietro si guarderà bene dal correggere la rotta scelta da tempo: radicale a parole, democristiano nei fatti. Se l'Idv resta in piedi è perchè non sa da che parte cadere.
Scritto il 07 gennaio 2010 alle 20:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 07 gennaio 2010 alle 16:00 nella Sport | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 07 gennaio 2010 alle 12:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 07 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (36)
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ha posto a Di Pietro dieci domande imbarazzanti. Le "Dieci Domande" ormai sono un classico, quasi come i "Dieci Comandamenti". Però se a fare a Di Pietro domande imbarazzanti è MicroMega, da tre anni tifoso di tutti i popuulismi (da Grillo, a Di Pietro, a San Precario), allora la cosa si fa interessante. Le dieci domande, come si può vedere dal post, occupano ad occhio una paginetta word. Di Pietro ha risposto. Settimane dopo, sul suo blog, con una sorta di romanzo popolare più lungo di Anna Karerina. Una arrampicata a mani nude su uno specchio inclinato e insaponato.
Ora che sembra che Di Pietro sia una sorta di Salvatore Potenziale Unico della Patria, vale la pena di riproporre le dieci domande, non tanto ad usum di Di Pietro (al quale abbiamo chiesto una risposta inferiore alle 1.200 pagine), quanto ad usum di coloro che domande non pongono, e non si pongono. Staremo a vedere. Tafanus
Le domande di Salvatore Borsellino
Le domande di Andrea Scanzi
10) L’Italia dei Valori prospera per la risibile debolezza del Pd e perché il bipolarismo italiano è drammaticamente atipico: non centrosinistra e centrodestra, ma berlusconiani e antiberlusconiani. Questa radicalizzazione avvantaggia un partito di lotta come l’Idv: di lotta, ma non di governo. Cosa farà l’Italia dei Valori quando Berlusconi non ci sarà più? Non è un partito che, paradossalmente, per prosperare ha bisogno anzitutto del Nemico?
[Le Dieci Domande di Micromega]
Scritto il 06 gennaio 2010 alle 23:58 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (9)
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Scritto il 06 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (62)
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Scritto il 05 gennaio 2010 alle 23:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (17)
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Scritto il 05 gennaio 2010 alle 16:14 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (4)
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Scritto il 05 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (39)
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“Perde la vita in una sciagura d’auto lo scrittore francese Albert
Camus”: questo il titolo dell’articolo di Carlo Bo, pubblicato nella terza
pagina del Corriere della Sera il 5 gennaio 1960.
La sera del 4, una Facel Vega sfrecciava nei dintorni di Auxerre, diretta a Parigi: era guidata dall’editore Michel Gallimard, al suo fianco il premio Nobel per la letteratura (1957) Albert Camus. In località Yonne-Villeblevin il destino bussò alla porta della vita di Camus: lo scoppio di uno pneumatico, l’auto che va a schiantarsi contro il tronco di uno degli alberi che costeggiano la strada, il contachilometri che schizza via dal cruscotto e viene ritrovato a decine di metri di distanza con la lancetta che indica i 165 km/h.
Ho voluto cominciare dalla fine nella mia personale celebrazione del cinquantenario della morte di Albert Camus (7 novembre 1913 - 4 gennaio 1960).
La fine assurda di un romanziere, filosofo, drammaturgo che aveva posto al centro del proprio pensiero l’assurdità del destino umano. Una celebrazione personale che mi offre anche innumerevoli spunti di riflessione sulla società in cui viviamo.
Chi oggi sarebbe disposto a leggere i saggi de “L’uomo in rivolta” o “Lo straniero” o ancora “La peste”, tanto per citare tre titoli di Camus? Eppure questi furono tre libri che riscossero un enorme successo alla loro uscita. Gli addetti ai lavori di oggi, la critica, hanno secondo me una comprensione parziale e stucchevole dell’opera di Camus, il quale viene sì considerato un protagonista della letteratura del ‘900, ma è ormai avviato verso il lido della scomodità.
“Per definizione, lo scrittore non può mettersi oggi al servizio di quelli che fanno la storia: egli è al servizio di quelli che la subiscono”: ve lo immaginate uno scrittore di oggi che, nel discorso di conferimento del Nobel, pronunci tali parole? Io faccio una certa fatica a immaginarmelo.
L’unico scopo del vivere umano è per Camus nella lotta, nella ribellione, nel combattere le ingiustizie sociali e le manifestazioni di scarsa o inesistente umanità (per esempio, riguardo alla pena di morte disse: “Se la natura condanna a morte l’uomo, che almeno l’uomo non lo facesse…”)
Ma i nostri tristi tempi, nascosti dietro insensate risate isteriche, tramite i media, ci impongono tutti i giorni di non riflettere, di non avere contatti con la realtà, di non togliere il velo che ricopre le inquietudini dell’animo umano.
Insomma, bisogna essere come i modelli che propone la TV, e moltissimi –ahimè- ci sono cascati. Al giorno d’oggi, certa bella gente brillante come lo sterco, certi individui intelligenti quanto un’incudine, dinanzi a certe considerazioni si comportano come quei selvaggi ai quali si mostravano per la prima volta uno specchio, una forchetta, un fiammifero; solo che, mentre questi ultimi si incuriosivano di certi semplici manufatti e cercavano di apprenderne l’utilizzo, la bella gente alla moda e simpatica nutre quasi esclusivamente un senso di ostilità verso ciò che potrebbe portare un beneficio al proprio pensiero, e lo rifugge.
L’intera opera di Camus (ma naturalmente anche di altri grandi come lui) pone in luce il vuoto spaventoso che s’è impadronito delle menti e dei cuori nella nostra epoca. Epoca in cui è apparsa un’altra forma di analfabetismo, oltre a quella riconosciuta, che impedisce di identificare i segni e di dar loro un senso: mi sto riferendo a quell’analfabetismo che consente di leggere solo le prime sillabe di una grande opera letteraria, e che poi intima la resa a quel lassismo cerebrale senza speranza che porta a chiudere il libro capitato per caso fra le mani e ad accendere la TV. Il rigore intellettuale è ormai divenuto una chimera.
Questi alcuni aforismi di Albert Camus, per il quale la strada maestra dell'uomo che pensa è quella di combattere contro l'assurdo e la mancanza di senso dell'esistere. Un assurdo che non è nella natura dell'uomo in quanto tale, ma nei “modi” con cui l'uomo struttura negativamente il proprio esistere e il proprio convivere. Far fronte alla Peste (che nella sua opera simboleggia anche la dittatura) è possibile nella solidarietà e nella collaborazione. Gli uomini, se uniti da ideali positivi perseguiti con determinazione e forza, devono sempre rimanere vigili in attesa che “...la peste torni ad inviare i suoi ratti”.
(Postilla: in questi giorni in cui si discute se intitolare una via a Craxi, volevo ricordare che a Milano c’è un Largo Alberto Camus…)
Barbara X, 3 gennaio 2010
Scritto il 04 gennaio 2010 alle 20:34 | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 04 gennaio 2010 alle 12:07 | Permalink | Commenti (15)
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Potere assoluto La Protezione civile al tempo di Bertolaso |
Scritto il 04 gennaio 2010 alle 07:00 nella Tafanus | Permalink | Commenti (8)
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LA SORELLA DI GIANNI LETTA DENUNCIATA PER ILLECITI AMMINISTRATIVI DA UN MARESCIALLO DELLA C.R.I. MA STRANAMENTE TUTTO TACE
Intervista di Pierfrancesco Proietti - (dal sito newsphera.it)
Il Maresciallo Vincenzo Lo Zito, dipendente della Croce Rossa Italiana da ventisei anni, è stato destituito dall'incarico di funzionario amministrativo al Comitato Regionale Abruzzo e trasferito, per la seconda volta d’Autorità, presso la regione Umbria ad Assisi, dopo aver denunciato presunti illeciti amministrativi dell'attuale presidente Maria Teresa Letta, sorella del segretario alla presidenza del Consiglio del Governo Berlusconi.
Abbiamo intervistato il Maresciallo Lo Zito, il quale ci ha fornito la documentazione comprovante
le sue affermazioni.
Maresciallo, sappiamo dalle numerose dichiarazioni da lei rese attraverso interviste a giornali e pubblicazioni sul suo blog,
che è stato trasferito ad Assisi, e messo nella condizione di non poter svolgere il lavoro precedente.
Quale motivazione le è stata ufficialmente data per essere stato allontanato dal servizio?
«La motivazione data dall’Ispettore del Corpo Militare della Croce Rossa su richiesta dell’attuale Commissario Rocca è stata:
INCOMPATIBILITA’ AMBIENTALE, nonostante il Direttore regionale non avesse concesso il Nulla Osta al Trasferimento».
Quali sono gli illeciti amministrativi che lei ha denunciato?
«Prima di rispondere mi preme ricordare quanto recita lo Statuto Nazionale dell’Associazione all’art. 32 comma 4:
I direttori regionali esercitano tutti i poteri di gestione e di
organizzazione delle risorse umane e strumentali adottano tutti i
provvedimenti che impegnano l'ente verso l'esterno che non siano
espressamente riservate all'organo di indirizzo politico.
Ed inoltre il Regolamento di Amministrazione all’Art. 48 comma 2: I direttori regionali esercitano tutti i poteri di gestione e di organizzazione delle risorse umane e strumentali adottano tutti i provvedimenti che impegnano l'ente verso l'esterno che non siano espressamente riservate all'organo di indirizzo politico».
Gli illeciti amministrativi che ho scoperto e denunciato sono gravissimi ma per i vertici della Croce Rossa sembrerebbe di no. La presidente Letta firmava senza alcun titolo tutti i mandati di pagamento, e tutto ciò che era movimentazione di denaro arbitrariamente e all’insaputa del Direttore Regionale… Inoltre sempre la Presidente Letta svolgeva la totale gestione contabile del regionale, avendo il Conto Corrente della Croce Rossa regionale, a sua firma, in una banca compiacente nella sua città di residenza Avezzano e non all’Aquila, sede del regionale. Inoltre sempre la Presidente Letta era anche Responsabile Amministrativo di un’unità sott’ordinata, tale Comitato Locale di Avezzano, dove svolgeva abusivamente anche quella gestione, con il titolo di responsabile Amministrativo. Sempre con un’altra firma, depositata presso la stessa banca, gestiva anche quest’amministrazione a suo nome. Era dunque “controllore” di se stessa, come evidenziato anche dalla nota del servizio Ispettivo della Croce Rossa centrale che le intima di interrompere tale illegalità. La gestione FAI DA TE non era solo limitata a questo ma gestiva anche le assunzioni, quindi la firma dei contratti presso le agenzie interinali, dove assumeva a suo piacimento e all’insaputa del Direttore personale a lei comodo».
Quante e quali persone, sono secondo lei responsabili dei presunti illeciti?
«Gli illeciti commessi sono da addebitare alla Presidente Letta, alla
sua impiegata personale e amica compiacente Giuseppina Angelino e al
Presidente Comitato Locale Avezzano Cristiana Mancini. La Angelino,
nonostante fosse impiegata da diversi anni a tempo determinato con
contratto che stranamente si rinnovava di anno in anno, apponeva la sua
firma nella contabilità del Regionale come Responsabile Amministrativo.
Quindi, abusivamente e senza alcun titolo, la contabilità del regionale
era gestita ILLEGALMENTE dalla sig. Letta e dall’impiegata Giuseppina
Angelino, nonostante in sede fossero presenti sia il Direttore
Regionale che due impiegati di Ruolo. Mentre il sig. Cristian Mancini
nonostante fosse un Volontario e con carica di Presidente locale
percepiva regolari compensi per le sue prestazioni in Croce rossa, le
quali avrebbero dovuto invece essere svolte – come tutti – senza alcuna
retribuzione».
Perché
l'incarico da lei svolto come funzionario amministrativo l'ha messa in
condizione di poter accertare gli illeciti cui lei si riferisce?
«Il mio incarico mi portava a visionare la contabilità e la gestione
finanziaria del comitato regionale, e non mi quadrava niente. Infatti,
nella sede dell’Aquila non erano presenti le fatture o i documenti
contabili che erano tenuti dalla sig. Letta presso Avezzano, unitamente
ad un Protocollo parallelo e carta intestata con numero telefonico
fisso del regionale illegale, mentre il numero del fax, creato per
sviare i documenti, era quello della sede di Avezzano dove la Sig.
Letta gestiva tutto, tanto da spingermi ad approfondire e scoprire i
gravissimi illeciti».
Quale documentazione è in grado di produrre a sostegno delle denunce fatte?
«Ci sono i mandati di Pagamento, le Riversali d’incasso, i contratti d’assunzioni e le firme in banca.
Inoltre ci sono le denunce fatte NON solo da me, ma anche dal Direttore regionale, che scopre anche delle gare d’appalto eseguite senza regole».
In ventisei anni di servizio nella CRI lei deve aver "sperimentato" varie vicissitudini.
L'associazione della Croce Rossa Italiana in tanti anni è stata di frequente in primo piano,
spesso in modo positivo e talvolta associata a qualche scandalo. Secondo lei,
ci sono stati cambiamenti di condotta dei vertici rispetto a cinque/dieci anni fa?
«A mio avviso assolutamente no, come si apprende anche dai giornali e dalle varie Ispezioni e interrogazioni parlamentari.
Ognuno ha usato la Croce Rossa per i propri fini».
Le denunce che lei ha fatto l'hanno messa contro i poteri più forti in assoluto: che cosa l'ha convinta ad agire in tal senso?
«La
mia Onestà e la sfacciataggine di questa Signora che ha preteso uno
scambio di favore con il mio Comandante per trasferirmi, e dopo molti
anni trascorsi ad attendere un cambiamento che non è mai arrivato, ho
detto basta a tutto questo».
La situazione che sta vivendo le crea, come lei stesso ha dichiarato in un'intervista,
timore per la sua incolumità, pensa davvero di correre qualche pericolo?
«Sì. Lo credo fermamente perché ho toccato il potere forte. È impossibile che la magistratura taccia,
nonostante sia stata informata con le mie denunce.
E come ha dichiarato la signora Letta nell’intervista da voi citata ad Agoravox,
sicuramente mi farà mettere in galera senza motivo pur di sbarazzarsi di uno scomodo come me.
Ormai mi aspetto di tutto da questi signori e VOI siete la mia Assicurazione… informate su quanto mi sta accadendo».
I
mezzi di comunicazione più importanti sono i grandi giornali e la
televisione. Lei ha provato a contattarne qualcuno? Con quali esiti?
«Ho contattato TUTTI. I giornali importanti, tipo La Stampa, Il Fatto,
Il Tempo, Il Centro, Il Messaggero, non hanno voluto scrivere niente.
Repubblica ultimamente ha fatto un articolo, forse perché iniziano
realmente a vedere che la cosa è seria. Le televisioni neanche a
parlarne. Sono riuscito a fare un video-denuncia su una tv Siciliana
che è andata in onda su SKY, mentre la tanto acclamata Striscia la
Notizia per mano del sig. Max Laudario si è defilata una volta avuti i
documenti e capito di chi si trattava… LA SORELLA DI GIANNI LETTA...
mentre Le Iene e la Redazione di Mi Manda Rai Tre, stessa cosa…
disinteressamento totale».
Le risulta che gli ultimi avvenimenti della tragedia del terremoto in Abruzzo hanno coinvolto i personaggi da lei denunciati?
«Certamente. Nonostante le mie denunce, la signora Maria Teresa Letta è stata nominata Commissario ad Acta per il sisma Abruzzo
con la gestione di tutto: uomini, mezzi e denaro».
Da un’intervista telefonica, effettuata dal giornale Agoravox, alla Presidente Maria Teresa Letta, circa la sua denuncia, lei ha così commentato: « [...] Il Maresciallo Lo Zito ce l’ha con me perché si faceva segnare 148 ore di straordinario al mese e dodici notturne… e ancora ... anche perché approfittava di un direttore regionale Sorride Ioffredi che aveva il vizio del vino, loro lo portavano a fare colazione con pizza e vino e lui firmava tutto. Firmava straordinari, rimborsi spese a favore di Lo Zito e due amici [...]».
Le accuse della Presidente Letta, abbastanza pesanti, sono in qualche modo corrispondenti o totalmente inventate?
«Posso assicurare che sono totalmente inventate e prive di fondamento, giacché nel
mio blog ho anche prodotto i documenti
che non attestano assolutamente le ore dichiarate, e specie le notturne che non sono MAI state effettuate.
Guarda caso le uniche ore effettuate sono state richieste anche dalla stessa Signora Letta.
Comunque ho querelato la signora per quelle assurdità, come la mia finta malattia certificata da
una cartella clinica che riporta diciotto ore d’intervento al cuore».
Quali azioni ha fatto lei per rispondere a queste accuse?
«Come le ho detto prima ho denunciato e sto querelando ma come si vede
dall’evidenza dei fatti… stranamente è tutto fermo!».Inoltre nonostante
sia stato giudicato idoneo dalla Commissione Medica della Croce Rossa a
riprendere servizio dopo Lunga malattia ma solo nella mia zona di
residenza e con le dovute esenzioni, La Croce Rossa…. O meglio i Poteri
Forti… insistono nel inviarmi per punizione in Umbria creandomi
notevoli danni soprattutto alla salute…
Vedi il verbale della commissione medica
Per concludere, che cosa si aspetta per il futuro?
«Nulla di particolare, se non l’intervento della magistratura per far chiarezza e condannare chi ha sbagliato…
e una maggiore solidarietà dai miei colleghi e dalla gente di Croce Rossa
che mi hanno quasi schifato per essermi opposto a questo sistema clientelare».
_____________________________________________________________________________________
Su [libero.video] esistono diverse video interviste al maresciallo Lo Zito, sullo stesso argomento. Inoltre, è il caso di leggere il post sul sito [La Voce delle Voci], che riguarda invece ilo "fratello famoso", Gianni Letta, braccio destro del fondatore del "Partito dell'Amore", che pubblicherò per esteso, integrandolo con altre notizie sullo stesso argomento, dopo che avrò fatto gli opportuni accertamenti. Per il momento - e solo in funzione di teaser, pubblico l'incipit dell'articolo:
"...l'alter ego di Silvio Berlusconi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e' indagato dalla procura di Potenza per una sfilza di reati che vanno dalla turbativa d'asta alla corruzione (articoli 416, 110, 353, 354 e 640 bis del codice di procedura penale). Altri inquisiti eccellenti il casertano Mario Morcone, capo dipartimento per le Liberta' Civili e la Immigrazione al ministero degli Interni, e i fratelli Chiorazzo, Angelo e Pietro Francesco, potentini, a capo di una vera e propria holding che ha fatto della "solidarieta" (trovando ora la manna nei centri d'accoglienza per immigrati) il suo grande business..."
Col tempo, sarà anche il caso, dicono alcune indiscrezioni, di approfondire la natura della "resistibile ascesa" di un medico infettivologo trasformato in numero uno del settore "Catastrofi" in Italia... Tafanus
Scritto il 03 gennaio 2010 alle 19:00 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (8)
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Scritto il 03 gennaio 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (16)
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Il Capodanno del silenzio, con l'incubo dello sfratto
(Repubblica.it)
Scritto il 02 gennaio 2010 alle 18:43 nella Politica, Tafanus | Permalink | Commenti (4)
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Scritto il 02 gennaio 2010 alle 13:39 | Permalink | Commenti (14)
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Scritto il 02 gennaio 2010 alle 00:10 nella Media , Tafanus | Permalink | Commenti (42)
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Scritto il 01 gennaio 2010 alle 10:00 | Permalink | Commenti (26)
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