La storia imbarazzante e sconcertante di Renata Polverini, candidata dal centro-destra a guidare la Regione Lazio, scoppia all'improvviso l'8 Gennaio, grazie ad un giovane giornalista di "Europa", giornale della Margherita. Il merito va a Gianni Del Vecchio, un trentenne napoletano col gusto delle inchieste giornalistiche, e con la tenacia del... mastino napoletano.
Arriva al giornalismo grazie alla passione per il basket: durante gli anni universitari ha seguito per giornali, radio e tv locali le vicende delle squadre campane. Ma è grazie ad un master in giornalismo economico che decide di fare della scrittura il suo lavoro. Il corso infatti gli dà la possibilità di lavorare al Denaro prima e al Manifesto poi, per finire con i primi passi mossi a Europa. Attualmente collabora anche con L’Espresso e con In Mezzora di Lucia Annunziata.
Questo dossier, ove non diversamente indicato, attinge all'inchiesta condotta da Gianni Del Vecchio. E' un documento da copiare ed incollare, a perenne ricordo del "nuovo che avanza" nella destra italiana. Per una volta, Feltri - seppure, forse, non con l'obiettivo giornalistico della ricerca della verità, ma con quello di "servente" del Cavaliere nella sua battaglia contro Fini, da giorni attacca la Polverini. Ma Feltri è sempre Feltri. E mentre Feltri attacca la Polverini su un presunto, eccessivo "sindacalismo sinistrorso", il giovanissimo napoletano (che disdoro!) trova invece la piaga giusta nella quale rigirare il coltello: l'enorme, indecente giochino delle tessere decuplicate. Più tessere, più potere di rappresentanza, più poltrone di sottogoverno.
In una certa misura, forse così fan tutti. Ma moltiplicare i pani e i pesci per dieci, supera i confini dell'indecenza, per entrare a piedi uniti nel recinto del codice penale. Per ora la Polverini non risponde alle domande, ma ovviamente, se dovesse giustificarsi, saremo pronti a riportare anche la sua versione. Nel dossier una sintesi dei passaggi più significativi dell'inchiesta.
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8 gennaio 2010 - [Polverini e il grande bluff della sua UGL]
La candidatura di Renata Polverini alla regione Lazio per il centrodestra è stata salutata con favore anche dall’altro lato della barricata. Non a caso la stessa Unità ieri ha parlato di «gran bella partita» con la Bonino, sottolineando come la leader dell’Ugl «piaccia molto anche a sinistra». Del resto, la storia della Polverini, come ci è stata raccontata finora, legittimerebbe gli entusiasmi. Alla sindacalista romana tutti riconoscono la capacità, nei tre anni e mezzo di leadership, di aver sdoganato il vecchio sindacato vicino all’Msi prima e An poi, portandolo nell’olimpo della concertazione, a trattare a pari titolo con Cgil, Cisl, Uil e governo nelle vertenze più importanti. Tanto che si è cominciato a parlare sempre più di “quadruplice”, a dimostrazione della grande ascesa del sindacato “nero”.
Il problema, però, è che questa storia è più mediatica che reale. I numeri infatti non solo bocciano la Polverini ma dimostrano come la sua fortuna sia stata pompata dal palazzo e dai media. Partiamo dall’ultimo rapporto Censis. Lì è riportato il numero degli iscritti ai sindacati nel 2007 e 2008. Ebbene, l’Ugl è l’unico che in controtendenza perde colpi: –4,2 per cento, passando dai 2 milioni e 145mila del 2007 ai 2 milioni e 54mila dell’anno successivo. Tuttavia non è questa flessione a smentire l’effetto Polverini. Bensì il fatto che i due milioni di cui si parla (che portano l’Ugl a giocarsi la terza piazza con la Uil) non trovano riscontri concreti nei numeri ufficiali. I dati sulle tessere infatti sono autodichiarati dalle singole sigle, che spesso li gonfiano ad arte. Tuttavia ci sono due indicatori, uno nel pubblico e uno nel privato, tramite cui ricavare i rapporti di forza fra i sindacati e il reale numero degli iscritti.
Partiamo dal pubblico impiego. In questo settore la rappresentatività sindacale è certificata ufficialmente dall’Aran, perché possono partecipare alla contrattazione solo quelle organizzazioni che superano il 5 per cento dei voti. Ebbene, secondo gli ultimi numeri disponibili del 2007, l’Ugl è riuscita a superare questa soglia, tutto sommato molto bassa, solo in un caso: per quanto riguarda i lavoratori della presidenza del consiglio (...che combinazione... NdR)
Per sanità, scuola, ministeri e tutto quello che è pubblico impiego il sindacato della Polverini è sotto. Quindi rappresenta quattro gatti. Tanto che l’anno scorso l’Ugl (assieme alla Cisal) ha intimato all’Aran di non pubblicare i dati sui voti effettivamente presi, a differenza di tutte le altre organizzazioni che invece hanno dato il loro consenso. (due sindacati "reticenti", entrambi "vicini ad AN. Che combinazione!) Europa, consultando fonti sindacali, è riuscita comunque a ricavare la cifra. Ed effettivamente fa drizzare i capelli: circa lo 0,7 per cento, ovvero più o meno diecimila persone su un totale di due milioni di lavoratori sindacalizzati.
Per quanto riguarda il privato, un buon indicatore è il numero di trattenute sindacali che pensionati e disoccupati delegano all’Inps. Ebbene, anche in questo caso i numeri per l’Ugl sono impietosi. «Può contare su 67mila pensionati e duemila disoccupati, più o meno l’uno per cento del totale», ci dice Marco Paolo Nigi, segretario della Confsal
Altro che quadruplice, quindi. I numeri parlano di una Ugl quanto meno “sopravvalutata”. Con un leader che è riuscito a strappare una candidatura pesante grazie ad altre doti. Come un’intelligenza tattica nello stringere alleanze: prima con Epifani che la sdogana e poi, adesso, con Bonanni e Angeletti con cui fa da sponda a Sacconi. (...la cazzonaggine di Bonanni & Angeletti è nota, fin dai tempi del mitico "Patto per l'Italia"; ma Epifani??? davvero era il delfino di Cofferati???? Non ci posso credere!
Come la sua bravura mediatica in quel Ballarò che l’ha lanciata nel circuito politico. E come la capacità di mettersi sotto l’ombrello finiano, ritagliandosi il ruolo di donna di destra ma antiliberista e, cosa che conta di più, antiberlusconiana. Gianni Del Vecchio - Europa, 8 Gennaio 2010
9 gennaio 2010 [Il potere secondo Polverini]
Come l’Ugl ha gonfiato le tessere per entrare nei consigli di Inps e Inpdap. Il miracolo di Renata Polverini, che in poco più di tre anni e mezzo ha portato la sua Ugl a essere considerata il quarto sindacato italiano, nasconde qualche scorciatoia. Come quella che l’ha portata a gonfiare i dati sui propri iscritti per avere più posti nei consigli di vigilanza degli enti previdenziali, come Inps e Inpdap. Più posti che, tradotto dal sindacalese, significa più rappresentanza e quindi più forza contrattuale nelle vertenze con le imprese e con la politica.
A svelare il meccanismo dell’Ugl ci pensano due atti giudiziari, una sentenza del Tar del 2006 e un ricorso amministrativo del sindacato Confsal. Quest’ultimo descrive con precisione come le tessere dell’Ugl sul pubblico impiego siano in realtà molto superiori a quelle che si desumono dai dati ufficiali dell’Aran. Mettendo così in discussione i tre posti all’Inpdap conquistati l’anno scorso. La sentenza invece racconta di come il sindacato della Polverini abbia preferito perdere un posto all’Inps pur di non fornire dati aggiornati e certi sugli iscritti.
9 gennaio 2009 - [I numeri fasulli dell'UGL]
[...] Cifre, però, molto più alte se confrontate con quelle ufficiali dell’Aran. Qualche esempio per far capire la sproporzione fra i numeri: per quanto riguarda gli statali, l’Ugl ha comunicato al ministero 12.887 iscritti contro i 6mila che si ricavano dalle tabelle dell’Aran; per i dipendenti degli enti locali, la forbice è ancora più grossa, 54.309 contro 16.400; per il settore della sanità, infine, la differenza maggiore, 42.124 contro 3.600. Insomma, due realtà completamente diverse, per una divaricazione che addirittura potrebbe essere ancora più evidente. I dati dell’Aran infatti non riguardano solo l’Ugl ma anche la Cisal. E questo perché queste due organizzazioni sono le sole che non hanno dato l’autorizzazione alla pubblicazione dei propri iscritti. Gli avvocati della Confsal infatti hanno calcolato quelle cifre sottraendo dal totale degli iscritti quelle che tutti gli altri sindacati non hanno avuto problemi a dichiarare.
[...] Ad avvalorare la tesi per cui l’Ugl avrebbe un rapporto “conflittuale” con i dati sui propri iscritti è una sentenza del Tar del 2006. Anche in quel caso la questione era molto simile a quella attuale: la contestazione della nomina di un rappresentante della Polverini nel consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps. Ma quella volta l’Ugl si superò. Invitata a fornire i numeri che riguardano la propria rappresentatività, «non risponde alla richiesta di dati aggiornati», scrivevano i giudici amministrativi. E quindi, si legge nella sentenza di accoglimento del ricorso, l’impossibilità di valutarne la consistenza «avrebbe dovuto portare alla sospensione di ogni giudizio circa l’ascrivibilità dell’Ugl alle associazioni sindacali maggiormente rappresentative ». [...]
12 Gennaio 2010 [La vera forza della Polverini: due milioni? no: 200.000]
[...] Dieci volte tanto. Come se il Partito democratico dichiarasse otto milioni di tessere invece delle 800mila ufficiali. Il bluff di Renata Polverini sul numero degli iscritti all’Ugl pian piano si sta svelando in tutta la sua interezza. E le proporzioni lasciano di stucco.
Cominciamo dai numeri che il sindacato di destra ha dichiarato ai ricercatori del Censis.
Nell’ultimo rapporto dell’istituto di ricerca, gli iscritti del 2008 si attestano poco sopra i due milioni. Per l’esattezza due milioni e 54mila tessere. Un numero, questo, dieci volte più grande rispetto al dato che emerge da un lavoro fatto dalla Cisl assieme a Uil e Confsal. Secondo gli altri sindacati, infatti, gli iscritti Ugl non supererebbero le 203 mila unità, lasciando l’organizzazione della Polverini lontana anni luce da Cgil (5 milioni e 734 mila), Cisl (4 milioni e mezzo) e Uil (2 milioni e 100mila). E non solo: con poco più di 200mila tessere l’Ugl si fermerebbe al settimo posto nella classifica delle sigle italiane, dietro alla Cisal, a Confsal e addirittura ai Cobas.
Per avere un’idea più precisa di quanto poco rappresentativo sia il sindacato di via Margutta, basta spulciare il documento della Cisl nella parte in cui fornisce le cifre divise per categoria. A partire dai metalmeccanici, che messi assieme fanno circa un milione e mezzo di lavoratori. In questo settore la Fiom-Cgil la fa da padrone con 360mila iscrizioni mentre Fim e Uilm assieme arrivano attorno alle 300mila. E l’Ugl? Più o meno 4.200 iscritti e 150 delegati di fabbrica. Stesso andamento marginale se dagli altoforni si passa ai cantieri. Qui il sindacato della Polverini è presente solamente in quattro casse edili sulle cento totali che sorgono in quasi ogni provincia italiana. Altri numeri sparsi confermano tutti i limiti dell’Ugl: fra gli elettrici conta 215 iscritti, 1.716 nel settore delle telecomunicazioni, 6.279 in agricoltura e 4.809 fra i bancari. E ancora: 500 fra gli assicurativi, altrettanti nel credito cooperativo, 7.500 fra i postali , 400 fra i lavoratori autonomi (soprattutto tassisti) (..i celeberrimi "tascisti" della guerra a Bersani. NdR)
12 gennaio 2010 [La polverini prova a dire "così fan tutti, ma la cosa non funziona]
La Triplice contro Renata: «Provi le accuse» Cgil, Cisl e Uil unite contro la Polverini. Ai tre sindacati non è piaciuto il metodo utilizzato dalla leader dell’Ugl per tirarsi fuori dalla polemica sulle tessere gonfiate. Tanto da ritornare per un giorno la “triplice” e parlare con una sola voce: «Tirasse fuori quello che sa, non abbiamo nulla da nascondere. Provi le accuse». E le accuse della Polverini sono pesanti, visto che in un’intervista a Libero, domenica scorsa, ha alluso a una sorta di sistema generalizzato di “sopravvalutazione” degli iscritti. Una sorta di chiamata di correo nei confronti degli altri sindacati.
13 gennaio 2010 [Sotto attacco del PdL Lenher su Libero: "Perchè la Polverivi tace e non smentisce"?]
13 gennaio 2009 [Perchè la confederazione internazionale non li ha voluti]
La bocciatura per le tessere gonfiate e per il collateralismo con l’estrema destra. Polverini e l’Ugl timbrati: inadatti al mercato estero
Non solo a Roma ma anche a Bruxelles sapevano da tempo della “soluzione dieci per cento”, il sistema tramite cui Renata Polverini riesce a gonfiare di dieci volte il numero degli iscritti all’Ugl. Lo dimostra il fatto che due anni fa la Confederazione sindacale internazionale, organismo che raccoglie 311 sindacati di 155 paesi diversi, bocciò senza appello la richiesta del sindacato di via Margutta di entrare a farne parte per raggiungere Cgil, Cisl e Uil, le sigle italiane tuttora affiliate. Una bocciatura dovuta alla mancanza di trasparenza nel numero degli iscritti e alla mancata comunicazione di dati dettagliati sulle tessere. Insomma, quel meccanismo che ha fatto la fortuna dell’Ugl in Italia, l’ha poi privata della consacrazione a livello internazionale. Le tessere gonfiate, però, non sono l’unico motivo del gran rifiuto brussellese. Secondo Luigi Angeletti, leader della Uil, a pesare nella decisione della Csi sarebbero state anche «serie motivazioni politiche». Ovvero il fatto che l’Ugl è diretta discendente della Cisnal, organizzazione legata a doppio filo al vecchio Msi e quindi priva dell’autonomia politica richiesta dal sindacato internazionale ai suoi membri. (...semplifichiamo? non li hanno voluti perchè imbroglioni e perchè fascisti. O no?)
13 gennaio 2010 [Obbediscono tutti a Velardi?]
[...] La notizia è che... non c’è notizia. Tranne Libero, in minima parte il Giornale (per motivi di competition interna) e il sito Dagospia, nessun quotidiano e nessun politico ritiene finora interessante andare a verificare i records della Polverini sindacalista. Soprattutto, niente sulla stampa di sinistra e centrosinistra, neanche una parola dai partiti. Emma Bonino ha deciso per ora di non attaccare l’avversaria, e va bene. Così il suo partito le sta dietro, nonostante decenni di lotte contro il malcostume sindacale.
13 gennaio 2010 [Polverini: qualcosa coomincia a cambiare sulla stampa] - La nostra inchiesta sulla sindacalista dell'Ugl viene ripresa dagli altri giornali e cambia la campagna elettorale nel Lazio.
te che riguarda il suo sindacato va avanti da giorni [...]
14 gennaio 2010 [Iscritti gonfiati: la Polverini non risponde]
Eccezione invece nel panorama dei giornali di centrosinistra è il Riformista. Il quotidiano arancione fa un’appassionata difesa della Polverini, sostenendo che in fondo sono tutti i sindacati a truccare le tessere, magari l’Ugl ha un po’ esagerato. E ancora: «Sostenere che il presunto o vero aumento dei tesserati Ugl abbia giocato un ruolo determinante nella scelta della Polverini come candidata Pdl è una tesi azzardata. La verità è che non è il sindacato ad aver lanciato la Polverini ma il contrario. Tanto più la sua successione sarà una sfida ardua, a via Margutta». Ad avvertire il cambiamento di tono nella campagna elettorale è anche il Giornale di Feltri, che a dire il vero è stato l’unico quotidiano, assieme a Europa, ad aver messo in dubbio le virtù sindacali della segretaria Ugl. Il giornale milanese racconta come Renata Polverini per molti, inclusa l’Unità, «fino a giovedì scorso era quasi una “compagna” da difendere dalla “ferocia dei giornali berlusconiani”», e ora qualcosa è cambiato: «L’apripista – sostiene il giornale di Feltri – è stato il quotidiano Europa» [...]
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