Processo breve? No! brevissimo!!! "...processo appena cominciato, e già finiiiiiito..."
Come appare evidente ai tecnici, questa soluzione risolve in primis le difficoltà del cavaliere che si troverebbe condannato per concussione oltre che per qualche altra cosetta (tipo evasione fiscale et similia) nei processi attualmente in cottura, e probabilmente per un paio di irregolarità varie nella gestione politica attorno al 1992, ma effettivamente genera un paio di effetti collaterali che nessuno degli intelligentoni della politica ha compreso bene... (N.B.: quando Alex ha inviato puesto articolo, non si sapeva ancora dell'ultima incriminazione - quella per l'affaire Mediatrade - nel quale sono coinvolti anche Piersilvio e il fedele Confalonieri. NdR)
Ai geni della lampada sfuggono infatti un paio di elementi interessanti che sarebbe ora di chiarire ai personaggi che continuano a votarli, di cui questo modesto articoletto vorrebbe parlare.
Dal sito del ministero della giustizia si evince che la durata media dal momento del rinvio a giudizio per reati fiscali è pari a 44 mesi circa: se si tiene conto del fatto che ad oggi spesso in casi simili si preferisce abbandonare la procedura in quanto si raggiunge un accordo con l'agenzia delle entrate, lascio a voi intuire come sia facilmente possibile ora raggiungere i famosi 36 mesi di durata del processo in primo grado, tempo dopo cui lo stesso si prescriverebbe. I legali a questo punto si fregano le mani: con un paio di certificati medici, due richieste di perizia ad arte e la sostanziale spoliazione della giustizia (dal punto di vista delle risorse disponibili) basterebbe per un paio di volte presentarsi e non trovare la carta su cui scrivere il verbale di una qualunque parte della procedura per raggiungere la sospirata prescrizione agognata dal cliente, che rende perfettamente inutile qualsiasi richiesta di pagamento di tasse non pagate.
Capite bene che in una tale situazione non appena i commercialisti si renderanno conto della ghiotta occasione cominceranno a suggerire ai clienti di "dimenticarsi" il pagamento delle imposte e contestualmente delle fatture che improvvidamente i fornitori decideranno di emettere dopo la fornitura di beni e/o servizi. Eh si, perché dovete sapere che allo stato attuale delle cose in Italia già è difficile farsi pagare normalmente, ma se questa intelligentissima trovata troverà applicazione sarà estremamente semplice da parte dei debitori evitare totalmente il pagamento.
Ma, direte voi, a questo punto basterà inviare una ingiunzione di pagamento per vedere soddisfatto il proprio credito... eh no, miei cari, le cose non stanno in questi termini, come ben sanno gli imprenditori italiani: infatti una semplice ingiunzione già oggi non è sufficiente per esigere il pagamento dei crediti: se infatti il debitore non provvede, si è costretti a procedere con una ulteriore comunicazione (generalmente una raccomandata A.R.) detta "messa in mora". Se nemmeno così il debitore paga, si procede dando mandato ad un legale che procederà con un atto che tecnicamente si chiama decreto ingiuntivo, che segna l'inizio della vera e propria attività legale.
Ora, a parte il fatto che l'analisi tecnica del cosiddetto "processo breve" non è stata ancora sviluppata completamente, pare proprio che all'interno del testo non vi sia alcuna differenziazione fra processo civile o penale, per cui capite bene che in linea teorica (e salvo variazioni del testo che però ad oggi non sarebbero più possibili senza una ripetizione dell'iter parlamentare, esattamente ciò che il presidente del coniglio - non è un errore - vuole evitare, se non vuole che l'esito scontato del processo Mills lo inchiodi) i due processi sono perfettamente identici dal punto di vista degli eventuali tempi di prescrizione.
Cosa significa? beh, è facile: se ad un decreto ingiuntivo oppongo una serie di argomentazione anche totalmente invalide ma che mi permettono di prendere tempo, dopo 36 mesi si ottiene il risultato di far prescrivere il processo e quindi si evita di pagare la fattura contestata. Attenzione, questo vale ovviamente per qualunque tipo di procedura che decidessi di intentare: se considerate che una classica causa di tipo ereditario ha una durata media di dieci anni per ogni grado di giudizio vedete chiaramente che il primo che si appropria di un bene ha la garanzia automatica di mantenerne la proprietà.
Un esempio ? Se io occupo una casa dichiarando che la stessa è di mio utilizzo esclusivo da 25 anni ed il proprietario mi intima di lasciarla immediatamente, capite bene che ottenere da un giudice un decreto di rilascio sarebbe alquanto giusto, ma sostanzialmente impossibile stanti i termini di prescrizione definiti dal cosiddetto "processo breve". In pratica succederebbe questo: io Mr. A richiedo il rilascio dell'immobile a Mr. B che si oppone dichiarando tramite testimoni compiacenti che risiede in quella casa da 25 anni senza alcuna richiesta. Io mr. A contesto questo fatto, quindi il giudice decide di richiedere una perizia ad un tecnico terzo, e di acquisire anche il parere di due tecnici di parte: a questo punto sono passati dal momento in cui io ho chiesto il rilascio dell'immobile circa 12 mesi.
Credete che sia interesse della controparte accelerare la conclusione della causa ? Ovviamente il legale di Mr. B farà in modo che il suo cliente risulti misteriosamente malato e che sia sostanzialmente impossibile per un paio di volte la ricezione della chiamata testimoniale, e che magari sopravvengano in concomitanza con le date di udienza "impegni improrogabili" che allunghino artificiosamente la durata della causa.
Totale: il processo si prescrive e quindi tutto resta come prima, salvo il fatto che io Mr. A proprietario dell'immobile non posso entrare in casa mia, e che Mr. B, che la casa l'ha occupata, rischia addirittura di trovarsi proprietario per usucapione.
Vogliamo fare un altro esempio ? il sig. X viene investito sulle strisce pedonali dal sig. y riportando gravi ferite ed una invalidità permanente pari al 100%, quindi si rivolge ad un legale per farsi liquidare il danno secondo le normative vigenti. A questo punto l'assicurazione del sig. y decide di offrire al sig. x una cifra pari ad un decimo di quanto previsto: il legale del sig. x cita l'assicurazione richiedendo il pagamento integrale di quanto dovuto, che ovviamente deve venire valutato in funzione della effettiva invalidità del sig. X.
Tenete conto che mediamente una valutazione simile dura circa un anno, e come sopra risulta relativamente semplice fare in modo che il tempo passi senza una sentenza che, se arriverà dopo i 36 mesi, obbligherà il sig. x ad accettare quanto deciso in prima istanza dall'assicurazione.
Capite bene che a questo punto gli esempi possibili sarebbero migliaia, ma il senso complessivo è sempre lo stesso: il disastro economico italiano sarebbe garantito. Infatti, nessun imprenditore sano di mente procederebbe ad investire alcunché, posto il rischio mortale che qualunque fornitura in Italia non venga pagata, e che la qualità di qualunque prodotto sarebbe totalmente esente da rischi con il comprensibile crollo della sicurezza di qualunque fornitura.
Meditate: tutto ciò perché un solo reuccio non paghi per ciò che ha fatto. E questa sarebbe una legge che difende le ragioni dei cittadini?
Axel
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