Era già tutto deciso
(di Fabrizio Gatti - l'Espresso)
Nel 2007 un ufficiale anticipò i vincitori degli appalti. E sigillò i nomi. Il 7 dicembre 2007 a Palazzo Chigi sanno già tutto. Qualcuno sa con quasi due anni di anticipo che la Triumph di Maria Criscuolo, 47 anni, avrà l'appalto pubblico da milioni di euro per l'organizzazione del G8-2009. E sa con quattro mesi di anticipo che Angelo Balducci, 62 anni, arrestato il 10 febbraio scorso, avrà un incarico: il 19 marzo 2008 verrà infatti nominato soggetto attuatore delle opere alla Maddalena e in giugno coordinatore dei grandi appalti della Protezione civile di Guido Bertolaso.
Tra i nomi indovinati c'è anche Marcello Fiori, 50 anni, che nel 2009 viene effettivamente incaricato come referente responsabile di tutta la gestione del G8 trasferito a L'Aquila, con poteri di firma e di spesa, anche se a "l'Espresso" risulta che non ci sia nessuna nomina ufficiale. Sono nomi che girano già nel 2007.
Un alto ufficiale dell'esercito, in servizio alla presidenza del Consiglio, scrive al computer l'elenco di quei nomi. Un po' per gioco, un po' per rabbia. Poi stampa due copie in formato A4, le chiude in due buste, le avvolge con nastro adesivo, le timbra, le firma, le fa firmare al suo autista e le plastifica. Una copia, secondo il racconto degli autori, nella primavera 2009 sarebbe stata consegnata attraverso la sua segreteria al capodipartimento Innovazione e Tecnologie, il ministero di Renato Brunetta. La seconda busta, ancora sigillata, è stata invece consegnata a "L'espresso": [Ecco il video dell'apertura della busta]
La busta profetica Il documento è diviso in quattro punti.
Al primo è scritto: "Ditta congressuale Triumph di Maria Criscuolo (G8/Genova; inchiesta della Gdf per sapere tra l'altro da chi era stata scelta)".
Il secondo punto è intitolato "Pacchetto Bertolaso". Tra i cognomi sono elencati Ettore Figliolia, avvocato dello Stato e consulente di Bertolaso per 80 mila euro che, secondo l'incarico, "su richiesta del capo dipartimento esprime pareri e fornisce indicazioni in particolare su questioni di diritto comunitario e internazionale", Marcello Fiori, Angelo Balducci e Claudio Rinaldi che il 13 giugno 2008 diventerà però commissario delegato per i Mondiali di nuoto 2009 al posto di Balducci. Altri due nomi indicati sono "dott. Molinari" e "Malfatto per allestimenti".
Il terzo punto riguarda i lavori per il parcheggio sotterraneo di Olbia.
Al quarto è indicato: "Recupero beni acquistati con fondi G8 difficile specie per quelli utilizzati dalla società congressuale".
LA PRECISAZIONE: In merito all'articolo di Fabrizio Gatti il capo Dipartimento per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renzo Turatto dichiara: "Presso il protocollo del Dipartimento da me diretto non risulta alcuna missiva, o altro documento, con le caratteristiche descritte né tantomeno alcun mittente"
LA RISPOSTA DI FABRIZIO GATTI: Il dottor Turatto conferma che la lettera non è stata protocollata F. G.
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Un G8 da 500 milioni
[di Primo di Nicola - l'Espresso]
Tra la Maddalena e L'Aquila speso oltre mezzo miliardo per tre giorni di vertice. Con appalti affidati ai soliti amici. Ecco la lista di tutti gli sprechi della megalomania del premier Il vertice G8 più caro della storia: oltre mezzo miliardo di euro per soli tre giorni di riunioni. Una follia mediatica per assicurare una platea tra i grandi della Terra al capo del governo Silvio Berlusconi nel momento di massima crisi per lo scandalo Noemi. Cinquecentododici milioni 474 mila euro, per la precisione, è la somma finale pagata dagli italiani per quel summit trasferito a L'Aquila dall'8 al 10 luglio 2009.
E, mentre i terremotati abruzzesi soffrivano nell'afa delle tendopoli, gli uomini di Guido Bertolaso spendevano 24 mila euro in asciugamani, 22 mila 500 euro in ciotoline Bulgari d'argento, altri 350 mila per televisori Lcd e al plasma e 10 mila euro per i bolliacqua del the. Alla faccia degli intenti frugali, che avevano convinto a rinunciare alle strutture della Maddalena per testimoniare la solidarietà dei Grandi alle vittime del sisma, non si è risparmiato su nulla.
Il gran banchetto - Eppure per dotare l'isola sarda di alberghi, sale conferenze, porti e giardini erano già stati bruciati 327 milioni 500 mila euro. Fondi che ora gli atti dell'inchiesta della Procura di Firenze rileggono in una chiave diversa, descrivendoli come il banchetto di una "cricca" tutta presa dalla spartizione di appalti senza concorrenza e senza trasparenza. I magistrati hanno arrestato i protagonisti di quelle opere: Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola, ai vertici della struttura di Bertolaso che ha gestito l'affare, e il costruttore rampante Diego Anemone, dominus di queste opere. Ma lo stesso numero uno della Protezione Civile è sotto inchiesta, come altri tecnici e imprenditori impegnati nei cantieri sardi. Tutte le opere della Maddalena sono diventate inutili quando il premier ha deciso di cambiare scenario e spostare la riunione internazionale all'Aquila, tra le macerie e i senzatetto. Una mossa di grande effetto mediatico, che ha ridotto a zero il rischio di manifestazioni no global e ha anche azzerato l'agenda dei lavori, sottraendo in nome del lutto il premier al rischio di insuccessi diplomatici o di imbarazzi per lo scandalo di escort e festini presidenziali.
Il tutto a carissimo prezzo: altri 184 milioni 974 mila euro bruciati per le tre giornate abruzzesi. In tutto, appunto, oltre mezzo miliardo: il tributo dei contribuenti italiani al vertice più folle, costoso e inutile della storia recente. E come nell'assegnazione delle opere della Maddalena, anche scorrendo la lista dei lavori per l'Aquila le sorprese abbondano.
Ci sono anzitutto i soliti noti del ristretto giro di Palazzo Chigi e che tra i clienti privilegiati di tutti gli eventi internazionali non mancano mai. Come Relais le Jardin", che per oltre un milione di euro si è aggiudicata la fornitura del servizio di catering per i banchetti organizzati per i capi di Stato. Solo che Relais non è una società qualsiasi: appartiene alla famiglia di Stefano Ottaviani, sposato con Marina Letta, figlia di Gianni, l'onnipotente sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
O come la Triumph dell'immancabile Maria Criscuolo, incaricata dei materiali per giornalisti e delegazioni estere e del servizio di interpretariato con un compenso di un milione 250 mila euro.
Colpo Grosso - Altro caso in cui i legami con la presidenza del Consiglio contano eccome è quello di Mario Catalano. Famoso come scenografo di "Colpo Grosso", la prima scollacciatissima trasmissione andata in onda sulle tv private negli anni Ottanta, Catalano è già stato premiato dal Cavaliere a inizio legislatura con una ricca consulenza a Palazzo Chigi dove cura l'immagine del premier e gli eventi pubblici in cui è coinvolto. Ma evidentemente la prebenda non basta, ed ecco infatti Catalano accorrere tra le macerie dell'Aquila per le performance del presidente. Con l'incarico di verificare, vai a capire perché proprio lui, la piena applicazione della legge 626 che regola la sicurezza sul lavoro. Il tutto per altri 92 mila euro.
Chi invece ha conquistato a sorpresa la vetrina del G8 è Giulio Pedicone, titolare della Pedicone Holding e della Las Mobili, azienda abruzzese che fabbrica attrezzature per uffici. Imprenditore venuto dal niente, Pedicone ha visto la sua carriera coronata dal vertice dove la Las è stata chiamata direttamente e senza alcuna gara a fornire mobili per circa 300 mila euro. Gli uomini di Bertolaso non ammettono dubbi sul fatto che ciò è avvenuto «dopo un'approfondita indagine di mercato». Altrettanto sicuro però è che della Pedicone Holding, titolare del 64 per cento della Las, dal 2007 è sindaco supplente Gianni Chiodi, commercialista con studio a Teramo in società con Carmine Tancredi (a sua volta cugino di Paolo, senatore del Pdl), ma soprattutto presidente della Regione Abruzzo dal dicembre 2008 e commissario delegato all'emergenza terremoto e alla ricostruzione.
In alto le bandierine Il legame con il governatore è solo una delle note singolari in una lista della spesa sterminata. Dei circa 185 milioni divorati dal summit, 52 milioni 666 mila euro sono stati utilizzati da Bertolaso in parte per investimenti in «infrastrutture tecnologiche» e il resto in «spese di funzionamento » ossia per forniture e servizi, dalla ristorazione alle bandierine per le auto. Altri 43 milioni 807 mila euro se ne sono andati invece per rimborsare gli interventi fatti da altre amministrazioni, come la Guardia di Finanza che ha ospitato la sede del G8, o il Provveditorato alle opere pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna che ha curato l'adeguamento della scuola sottufficiali e del minuscolo aeroporto di Preturo assieme alla realizzazione della strada per Coppito. Infine ulteriori 88 milioni 500 mila euro sono stati stanziati dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti ai dicasteri della Difesa e degli Interni, oltre alle Capitanerie di porto, per finanziare la cupola protettiva che ha difeso quei tre giorni di incontri: una triplice barriera di sicurezza in cielo, mare e terra.
Immergersi nella lunga catena di 145 fatture saldate dalla Protezione civile per l'evento fa scoprire più di una nota stonata. Lussi e sprechi che poco si addicono a un vertice spostato tra i terremotati in nome della sobrietà e della solidarietà. In una regione che aveva pianto almeno 308 morti per il sisma e doveva restituire una vita dignitosa a 80 mila senzatetto, i gadget delle grandi occasioni paiono affronti. Trascurando le ciotoline d'argento Bulgari gentile omaggio per i capi di Stato, si va dalle 60 penne "edizione unica" fornite da Museovivo al costo di 26 mila euro e utilizzate dai leader solo per apporre il loro prezioso autografo sui trattati. Ci sono poi la fornitura di poltrone Frau per le sedute di quei tre giorni e costate 373 mila euro; gli addobbi floreali per 63 mila euro; la pellicola protettiva per il rivestimento degli ascensori (9 mila); i portablocchi notes forniti dalla rinomata Pineider al prezzo di 78 mila euro.
Premier in primo piano E non è finita. Si possono forse trascurare le grosse commesse nelle quali primeggiano Selex e Seicos (Finmeccanica) per le forniture tecnologiche relative alla sicurezza (oltre 18 milioni di euro) con la centrale di coordinamento delle forze schierate, Telecom per gli apparati telefonici(12 milioni) e Limelite per la realizzazione dell'area giornalisti (altri 2 milioni)? E poi: Studio Ega per l'accoglienza e prenotazioni alberghiera delle delegazioni (2 milioni e mezzo); Tecnarr per l'allestimento della sala conferenze (quasi 2 milioni); Semeraro per gli arredi (1 milione 700 mila euro); Composad per i frigoriferi e altri arredamenti (1 milione 500 mila euro); Per le prenotazioni e il trasporto delle delegazioni (1 milione 200 mila euro). Per non parlare della "D and D lighting & truck", sponsorizzatissima a Palazzo Chigi per soddisfare tutte le esigenze sceniche e televisive del premier: al G8 è stata premiata con una commessa di un milione 700 mila euro per la fornitura di attrezzature tecniche.
Insomma, una vera abbuffata. Nella quale si sommano pure le spese per il logo della manifestazione (22 mila euro); le prese elettriche; i pennoni portabandiere e le bandiere (155 mila); 30 distruggi-documenti come nei film di 007 (13 mila euro); asciugamani elettrici; stampe (126 mila); tessuto e divise per steward e hostess (18 mila euro); altre divise non meglio specificate (54 mila euro) e persino lafornitura di tessuto e adesivi per personalizzare le transenne dentro e fuori la caserma di Coppito e i contenitori per la raccoltadifferenziata. Altra follia da oltre 20 mila euro [...]
Scuola modello - Singolare anche la sorte dei quasi 29 milioni rimborsati dalla Protezione civile per le spese di "investimento" eseguite da altre amministrazioni pubbliche. Ben 23 milioni se ne sono andati per gli interventi nella scuola sottufficiali delle Fiamme Gialle. In questa caserma serrata da alte mura che si sviluppano su oltre due chilomentri per 45 ettari si sono concentrati i lavori per creare gli ambienti del vertice inclusa la ristrutturazione di 1.090 stanze nelle quali hanno soggiornato i leader e i loro staff. Sono stati ritinteggiati la decina di edifici che la compongono; è stata installata una rete in fibra ottica; sono stati sistemati oltre 120 mila metri quadrati di verde; piantati alberi ad alto fusto; le camere sono state arredate al top, dotandole di tv, telefoni e ogni altro tipo di comfort (di cui adesso godrebbero i senzatetto del sisma). Ma ci sono stati pure i lavori radicali negli impianti: l'adeguamento della rete di distribuzione dell'energia elettrica, la manutenzione delle apparecchiature da cucina e persino la messa a punto della pressione dell'acqua.
Soldi ben spesi? I restauri in genere valorizzano gli investimenti immobiliari. Ma qui è diverso. La caserma non è di proprietà dello Stato: con le cartolarizzazioni volute dal vecchio governo Berlusconi per reperire denaro fresco per le casse pubbliche, è stata venduta nel2004 e appartiene ora a un pool di banche e istituzioni finanziarie come Immobiliare Sgr spa, Imi, Barclays Capital, Royal Bank of Scotland e persino Lehman Brothers. A loro lo Stato paga ogni anno 13 milioni di euro di affitto. Un canone ragguardevole, che nel 2009 si è arricchito anche dei vantaggi conseguenti ai faraonici lavori di adeguamento pretesi dall'impresa B&B Berlusconi-Bertolaso sulla struttura.
Opere dispendiose a fronte delle quali la proprietà non si è lasciata intenerire. Il pool ha preteso dalla Protezione civile due regali polizze assicurative. Una per la completa copertura dei rischi infortuni dei partecipanti al vertice (Ati Willis spa, 50 mila euro): non fosse mai che Obama scivolasse dalle scale. L'altra polizza per risarcire gli eventuali attacchi terroristici alla caserma nonostante caccia supersonici, missili terra-aria e migliaia di uomini in armi. Non solo, a G8 terminato hanno ottenuto il totale ripristino dei luoghi, ossia il ritorno delle sale da summit al loro compito di scuola militare costato altri 4 milioni di euro. Con tanti saluti ai terremotati aquilani che continuano a protestare per le carenze della ricostruzione e vogliono rimuovere da soli le macerie.
Gli amici di Balducci, tra Rai e Vaticano
(di Lirio Abbate)
Il ruolo di Marco Simeon tra Geronzi, politici e cardinali. E le garanzie dello Ior I funzionari delegati alla gestione dei Grandi Eventi e gli imprenditori che si aggiudicavano gli appalti del G8 a La Maddalena il caffè lo andavano a prendere in un ufficio di Mediobanca, in piazza di Spagna a Roma. Ma in quell'edificio non c'era un bar. L'appuntamento nella sede dell'istituto presieduto da Cesare Geronzi era con il pupillo del cardinale Bertone e allievo di monsignor Barabino, il genovese Marco Simeon, 33 anni, da pochi mesi direttoredelle relazioni istituzionali della Rai. E a questo giovane ligure, che è stato "l'ambasciatore di Mediobanca presso la Santa Sede", si rivolgevano alcuni degli indagati dell'inchiesta di Firenze per risolvere problemi e spianare la strada a funzionari dello Stato. Come
Angelo Balducci, presidente del Consiglio dei lavori pubblici accusato di aver concesso lavori ad imprenditori amici, e Fabio De Santis, delegato alla gestione dei Grandi Eventi e provveditore ai lavori pubblici in Toscana. E fra gli altri, anche l'imprenditore Valerio Carducci.L'inchiesta fiorentina è approdata a Perugia dopo il coinvolgimento dell'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, accusato di essere la talpa della "cricca" che pilotava i lavori della Protezione civile. E in questa indagine si fa largo il rapporto fra alcuni degli indagati e uomini del Vaticano. A parte Balducci, che già nel 1995, dieci anni prima di Gianni Letta, fa parte del circolo più esclusivo del mondo, quello dei galantuomini di Sua Santità, l'indagine individua Marco Simeon come il "diplomatico felpato" che riesce ad appianare divergenze e risolvere problemi facendo leva sulle sue amicizie nel mondo finanziario, politico ed ecclesiastico. Al neo direttore dellerelazioni istituzionali della Rai viene chiesto da De Santis - per gli inquirenti in maniera "allusiva" - di fare da mediatore per un incontro chiarificatore con Gian Michele Calvi, il "soggetto attuatore" che lo aveva sostituito nell'incarico per i lavori a La Maddalena ricevendo da Bertolaso la mission di verificare se le spese dei cantieri per il G8 erano congrue. "Ecco, io volevo farti una preghiera, sempre d'accordo con l coach", dice De Santis a Simeon, "siccome i toni del contrasto si sono alzati con quella persona che tu sai, diciamo in questo momento il salvatore della patria" aggiunge il funzionario, "servirebbe, ad altissimo livello, un chiarimento, ma vis a vis".Simeon assicura che provvederà a combinare l'appuntamento: "Ho capito, cerchiamo di organizzarti un incontro, lo faccio senz'altro".
I contatti con il Vaticano non finiscono qui. Nell'inchiesta fiorentina sbuca anche lo Ior, la banca vaticana che viene accostata al commercialista siciliano, Pietro Di Miceli, accusato in passato di legami con Cosa nostra. Con l'amministratore di Btp, Riccardo Fusi,
Di Miceli puntava sul nuovo aeroporto di Frosinone, e a garanzia del siciliano viene citato lo Ior. Ma è la figura di monsignor Francesco Camaldo, già segretario del cardinale Poletti, a intrecciare i destini di alcuni protagonisti dello scandalo. Già coinvolto in altre inchieste, la sua posizione è stata sempre archiviata. Balducci dalle intercettazioni sembra conoscere bene monsignor Camaldo, come pure don Pietro Vergari, responsabile della basilica di Sant'Apollinare dove è stato tumulato il boss della Magliana Enrico De Pedis.Le carte dello scandalo:
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