E' durato lo spazio di un TG l'impegno di Berlusconi di varare ad horas un decreto tendente ad escludere dalle cariche pubbliche personaggi discussi, inquisiti, condannati. Perchè avrebbe forse dovuto iniziare col licenziare se stesso. Il CdM che doveva preparare un decreto sulla non candidabilità dei birbantelli, è prima slittato (come era prevedibile), e adesso è stato definitivamente ed ufficialmente affossato. Non da Berlusconi, per carità! Lui continuerà a predicare a retii unificate che il PdL è così bianco che più bianco non si può, neanche col candeggio! Ha mandato avanti il suo addetto alle pulizie, tale Angelino Alfano, che tanto non si vergogna di niente, e non arrossisce mai.
Ecco cosa ha detto Angelino:
"...no a legge sull'incandidabilità, scelgano i partiti. Tocca ai partiti compiere un «severo vaglio» dei candidati, evitando di mettere in lista coloro che hanno «curricula non brillanti»; diversamente, qualsiasi legge sull'incandidabilità rischia di essere inutile o, peggio, di affidare alla magistratura una indebita supplenza, sottolinea il ministro della Giustizia, ribadendo che il ddl anticorruzione, «arricchito delle proposte dei ministri Calderoli e Brunetta», tornerà presto all'esame del Consiglio dei ministri, forse già in settimana. Sulla questione "liste pulite" poi il ministro precisa: «Non credo che le leggi che determinano le incandidabilità siano strumenti efficacissimi. Men che meno - continua - filtri politici che fingono di trincerarsi dietro scelte legislative: le nostre carceri sono piene di innocenti e la nostra storia recente ci consegna tanti esempi di uomini accusati, poi assolti e nel frattempo politicamente finiti».
Alfano ha poi escluso che sia in atto una nuova tangentopoli: "... non è Tangentopoli 2. Quel sentimento di riprovazione verso la corruzione, «reato più odioso» che politici e amministratori possono commettere, resta «immutato» a distanza di 18 anni dalla "mazzetta" intascata da Mario Chiesa; tuttavia, quella di oggi «non è una nuova Tangentopoli» per diversi motivi, non escluso il fatto che le attuali «mele marce» rubano per finanziare non il partito ma «le tasche proprie», ha poi sottolineato il ministro della Giustizia..."
Dal che si deduce che secondo Angelino se si ruba in proprio anzichè per il partito, la cosa è meno grave.
E a chi gli chiede se non sia riduttivo parlare di «mele marce» dopo l'allarme lanciato dalla Corte dei Conti sul dilagare della corruzione, Alfano risponde che a costituire uno spartiacque rispetto al passato è stata la discesa in campo nel '94 di Silvio Berlusconi che «ha posto l'onestà come precondizione nell'attività politica, senza tuttavia che questa fosse di per se stessa esaustiva del canone del buon governante nel modo inconcludende che nel '93 professavano i sindaci carismatici alla Leoluca Olando. Berlusconi - aggiunge - ha rappresentato il fatto nuovo perché da uomo ricco e di successo non aveva bisogno di prendere "mazzette" e dunque era e resta insospettabile di tangenti».
A Z Z !!!
Insomma, questa faccia di palta sembra la casalinga di Voghera, improvvidamente nominata ministro. D'Altronde abbiamo fatto ministre la Carfagna, la Gelmini, la Brambilla... perchè escludere solo l'asino di Caligola?
I COMMENTI:
Bersani: i magistrati stabiliranno se sono solo "birbantelli". Mi viene da sorridere, perché sono mesi che assistiamo da parte del centrodestra ad un abbassamento dell'asticella della legalità; ora improvvisamente si sono convertiti e io ho qualche dubbio, anche se gradirei essere smentito». «Sarà la magistratura a dire se sono solo birbantelli o qualcos'altro», mentre il compito della politica è quello di ristabilire regole di trasparenza che sin'ora sono state «picconate» dal centrodestra, ha aggiunto il segretario del Pd.
Casini: c'è una corruzione che fa paura. Nella sfera pubblica, afferma, «sta emergendo uno spaccato di corruzione e disinvoltura che fanno paura, e il premier sbaglia ad attaccare la magistratura perché una delegittimazione costante è il miglior ricostituente della corruzione...»
L'Idv: peggio di Tangentopoli. «In Italia c'è un sistema di corruzione diffuso e ramificato, come denuncia anche la Corte dei Conti. Una situazione peggiore di tangentopoli», afferma il presidente dei deputati dell'Italia dei Valori, Massimo Donadi. «Berlusconi e il governo hanno un'enorme responsabilità politica, e non crediamo al lavacro delle liste pulite nel Pdl, che è solo una mossa elettorale. Governo e Pdl non hanno alcuna intenzione di combattere la corruzione e il malaffare, altrimenti non porterebbero avanti un ddl sulle intercettazioni che è un colpo di spugna sui reati contro la pubblica amministrazione. Quel testo appartiene a buon diritto alla categoria delle leggi vergogna e va ritirato».
(dal Messaggero)
L'AUTOREGOLAMENTAZIONE delle LISTE PULITE secondo il Centro-Destra:
(dati tratti da un nostro articolo su "La Voce d'Italia del Settembre 2007)
Sono 60 i condannati e gli inquisiti ospitati in Parlamento. Per brevità, riportiamo solo i nomi. La parte del leone la fa Forza Italia. Il partito del plurinquisito Silvio Berlusconi, infatti, schiera tra le sue fila il maggior numero di condannati:
Marcello Dell’Utri, Alfredo Biondi, Giorgio La Malfa, Enrico La Loggia, Gianpiero Cantoni, Luigi Grillo, Mario Malossini, Giuseppe Firrarello, l’ex questore di Napoli Franco Malvano, Pasquale Nessa, Totò Cuffaro, Roberto Formigoni, Michele Iorio, Egidio Sterpa, Francesco Storace, Francesco Proietti (ex segretario di Fini e deputato), Gianni Alemanno, Altero Matteoli, Carlo Vizzini, Domenico Nania, Ugo Martinat, Marcello De Angelis, Massimo Maria Berruti, Aldo Brancher, Paolo Romani, Gaspare Giudice, Alfredo Vito, Romano Comincioli, Pietro Franzoso, Mauro Pili, Lino Jannuzzi, Giampiero Catone, Lorenzo Cesa, Giuseppe Drago, Teresio Delfino, Saverio Romano, Umberto Bossi, Alessandro Patelli, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Matteo Brigandì, Francesco Proietti, Giuseppe Buzzanca, Antonio Buonfiglio, Silvano Moffa, Calogero Mannino, Paolo Cirino Pomicino, Gianni De Michelis,
...insomma, il gotha della politica italiana... NdR
Marcello Dell’Utri, Alfredo Biondi, Giorgio La Malfa, Enrico La Loggia, Gianpiero Cantoni, Luigi Grillo, Mario Malossini, Giuseppe Firrarello, l’ex questore di Napoli Franco Malvano, Pasquale Nessa, Totò Cuffaro, Roberto Formigoni, Michele Iorio, Egidio Sterpa, Francesco Storace, Francesco Proietti (ex segretario di Fini e deputato), Gianni Alemanno, Altero Matteoli, Carlo Vizzini, Domenico Nania, Ugo Martinat, Marcello De Angelis, Massimo Maria Berruti, Aldo Brancher, Paolo Romani, Gaspare Giudice, Alfredo Vito, Romano Comincioli, Pietro Franzoso, Mauro Pili, Lino Jannuzzi, Giampiero Catone, Lorenzo Cesa, Giuseppe Drago, Teresio Delfino, Saverio Romano, Umberto Bossi, Alessandro Patelli, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Matteo Brigandì, Francesco Proietti, Giuseppe Buzzanca, Antonio Buonfiglio, Silvano Moffa, Calogero Mannino, Paolo Cirino Pomicino, Gianni De Michelis,
...insomma, il gotha della politica italiana... NdR
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