...piangiamoci su...
...quando si dice la coerenza... qualcuno la ricorda ancora, la Pivetta armata di crocefissi modello "vade retro Satana", di tailleurs avvitati alla gola, all'anulare vistosa fede modello "non sciolga l'uomo ciò che Dio ha unito", ritratto benedetto di Monsignor Lefebvre sul comodino, non lo fo' pel piacer mio, ma per far piacere a Dio?... Bene: dimenticatela. La severissima, cattolicissima Irene, aveva già divorziato (pardon, annullato) da un primo matrimonio. Leggiamo dal Corriere della Sera dell'aprile 1997:
"Annullate le nozze della Pivetti - La Sacra Rota Romana scioglie il vincolo dell'ex presidente della Camera. Le probabili motivazioni: quando si sposarono lui era comunista militante e lei non ha voluto avere dei figli"
Irene Pivetti ha ottenuto l'annullamento del matrimonio dalla Rota Romana: la notizia non e' ufficiale, ma il fatto e' sicuro. Lei, l'Irene tutta d'un pezzo, non conferma e non smentisce. Chi la conosce bene dice che la causa ha superato tutti gli scogli: mancherebbe solo la formulazione della sentenza, che sarebbe positiva. E quanti la frequentano aggiungono che la "presidente" ha ancora la fede d'oro all'anulare della mano sinistra: per una cattolica rigorosa come lei, finche' non c'e' la sentenza, il "vincolo" e' valido e quella fede ne e' il segno. Agli amici ha detto piu' volte che la porterà finchè non avrà l'annullamento. Ormai è soltanto una questione di tempi tecnici. Che potrebbero essere brevi, se il chiasso della stampa non provvederà ad allungarli. Irene Pivetti sa bene che i tribunali ecclesiastici non amano il chiasso... [...]
La prima mossa l'ha fatta Il Tempo di Roma, ora diretto da Giampaolo Cresci: e pare che il tramite della "soffiata" sia stato proprio il direttore, antico frequentatore di ambienti ecclesiastici. Il suo quotidiano ha scritto in prima pagina: "La Chiesa annulla le nozze della Pivetti e di Carolina". E subito iniziano i guai: perche' le nozze di Carolina di Monaco con Philippe Junot furono dichiarate nulle, dopo una causa durata oltre un decennio, nel giugno del 1992. Ma il fatto che la notizia su Carolina sia ben stagionata, non toglie che quella sulla Pivetti possa essere esatta e freschissima, benchè forse prematura. Dal Vaticano e' venuto un "no comment" d'ordinanza. Ma questo non vuol dire nulla. Sappiamo dalla stessa Pivetti - lo disse nell'estate del 1994 a Famiglia cristiana - dell'introduzione della causa di nullità presso il tribunale romano:
"Ho chiesto l'annullamento alla Sacra Rota". Il marito spiega: "...la mancanza della volontà di avere figli da parte della mia ex moglie". Si chiama "esclusione del bonum prolis" e determina un "vizio di consenso". Il Tempo ha appunto scritto che la dichiarazione di nullita' sarebbe "motivata da vizio di consenso e, data la militanza comunista dell'epoca di Paolo Taranta, dal diverso atteggiamento sull'indissolubilita' del matrimonio".
Non è una fantastica baracconata da vaudeville? A non volere figli è la cattoliccissima Pivetti; as incazzarsi è il marito, "militante comunista". Non possono divorziare e basta? per il comunista, si. Per la cattolica, no: il divorzio è peccato. Si deve percorrere tutta la manfrina dell'annullamento.
Quanta bella gente... Il caso Pivetti andrà ad aggiungersi a un lungo elenco di personagg,i famosi e famosissimi, che hanno potuto risposarsi in Chiesa dopo aver ottenuto una sentenza di nullità. Oltre a Carolina di Monaco andrebbero ricordati - tra i principi e gli assimilati - l'ex regina Giuliana d'Olanda e il duca Amedeo d'Aosta. Tra i personaggi del bel mondo va citato Carlo Sama, che per sposare in chiesa - e addirittura in Vaticano - Alessandra Ferruzzi dovette aspettare la sentenza di nullità di un precedente matrimonio. Lo stesso era capitato alla contessa Alberica Filo Della Torre (giallo dell'Olgiata), ad Alberto Michelini, giornalista passato alla politica (altro super-cattolico)...
E POI VENNE L'ERA DEL SIMIL-RAGIONIER ALBERTO BRAMBILLA...
Questa volta niente lungaggini, niente Sacra Rota... si divorzia e basta. Il mite Brambilla la Pivetti "New Deal", in formato sadomaso presenzialista, non la regge più. Si divorzia, e fine della storia. Benvenuta fra di noi, Santa Irene. Basta con questa minchiata del Peccato Mortale.
[da "newnotizie": febbraio 2010] Vivere il lavoro e per il lavoro fino in fondo ed in qualunque forma e stato si presenti è stato da sempre il motto di Irene Pivetti, una donna volitiva, dinamica ed intelligente ma probabilmente questo suo modo di affrontare la vita e imbarcarsi, barcamenandosi tra mille progetti, più o meno discutibili e tanto lontani tra di loro può aver costituito un’arma a doppio taglio che ha irrimediabilmente reciso il legame sentimentale con l’ormai ex marito, Alberto Brambilla ed archiviato un florido ed all’apparenza sereno matrimonio durato 12 anni.
Alle domande sui perchè e sui come poste dal settimanale Novella 2000, Alberto risponde a tono, senza risparmiarsi, argomentando la sua decisione di troncare la relazione con l’ex Presidente della Camera e fornendo una disamina lucida e distaccata sulle motivazioni della crisi che, pur essendo stata a più riprese scongiurata, è cresciuta divenendo insanabile per la coppia.
“Ha sempre desiderato apparire. Ce l’ha nel Dna. E quando ti senti privato dei riflettori, sfoghi lo scontento anche nel privato. Ci siamo lasciati e io non torno indietro. Non è stata la decisione di un momento, ma una sclta maturata nel tempo. Abbiamo avuto momenti difficili. Adesso però si va avanti. Per vie separate”.
Queste le parole a caldo di Alberto Brambilla a Novella 2000 che risaltano in modo particolare la vivacità caratteriale di Irene che, nelle sue mille avventure professionali ha fatto vedere davvero tutto della sua persona; un percorso politico invidiabile alle spalle, da deputato della Lega Nord a Presidente della Camera nel 1994 per passare all’Udeur, capolinea dell’ excursus politico. In seguito, televisione a gogò, tra apparizioni e programmi da lei stessa condotti, cambiando in continuazione l’ aspetto fisico; dalla partecipazione al programma condotto da Milly Carlucci “Ballando con le stelle” allo spot di una radio travestita da cat woman, dal format “Bisturi! Nessuno è perfetto” al programma d’ inchiesta “Tempi Moderni”. Insomma un risalto mediatico cercato ed appariscente che ha cozzato con l’indole schiva e riservata di Alberto.
Alle domande sui perchè e sui come poste dal settimanale Novella 2000, Alberto risponde a tono, senza risparmiarsi, argomentando la sua decisione di troncare la relazione con l’ex Presidente della Camera e fornendo una disamina lucida e distaccata sulle motivazioni della crisi che, pur essendo stata a più riprese scongiurata, è cresciuta divenendo insanabile per la coppia.
“Ha sempre desiderato apparire. Ce l’ha nel Dna. E quando ti senti privato dei riflettori, sfoghi lo scontento anche nel privato. Ci siamo lasciati e io non torno indietro. Non è stata la decisione di un momento, ma una sclta maturata nel tempo. Abbiamo avuto momenti difficili. Adesso però si va avanti. Per vie separate”.
Queste le parole a caldo di Alberto Brambilla a Novella 2000 che risaltano in modo particolare la vivacità caratteriale di Irene che, nelle sue mille avventure professionali ha fatto vedere davvero tutto della sua persona; un percorso politico invidiabile alle spalle, da deputato della Lega Nord a Presidente della Camera nel 1994 per passare all’Udeur, capolinea dell’ excursus politico. In seguito, televisione a gogò, tra apparizioni e programmi da lei stessa condotti, cambiando in continuazione l’ aspetto fisico; dalla partecipazione al programma condotto da Milly Carlucci “Ballando con le stelle” allo spot di una radio travestita da cat woman, dal format “Bisturi! Nessuno è perfetto” al programma d’ inchiesta “Tempi Moderni”. Insomma un risalto mediatico cercato ed appariscente che ha cozzato con l’indole schiva e riservata di Alberto.
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