Così si sarebbe espresso Arrigo Miglio (rigorosamente senza Mons!), vescovo di Ivrea e responsabile Cei per i problemi sociali e del lavoro.
Tirar fuori il peccato originale di fronte all'arrivismo carrieristico e senza regole degli arrampicatori chiesiastici, o di fronte al fenomeno della pedofilia di un certo clero, o anche ( per allargare il discorso) di fronte agli stupri, alle violenze, alle guerre imperiali, agli stermini di massa, è come dire che siamo nella normalità: visto che normalmente tutti abbiamo il peccato mortale! Sarebbe come dire che chi non è drogato, chi non è un pedofilo, chi non stupra e non ammazza, chi non fa carriera passando sul cadavere del colleghi, tutti costoro sono né uomini né donne! O almeno non sono membri di questo genere umano soggetto alla tirannia del peccato originale! Ma si può essere tanto imbecilli?
Si può essere tanto ignoranti e tanto infingardi da non avere né l'intelligenza né il coraggio di dare nome e cognome e paternità ai mali di oggi, quelli storicamente datati?
Ora ne cominciamo a pagare lo scotto. Se non fosse triste, tremendamente triste, tutta questa storia che ha reso la chiesa una landa deserta su cui scorazzano allegramente movimenti intimistico-spiritualistico-trafficanti come CL e consorteria varia, ci sarebbe da intenerirsi per il candore bambino di questo papa, anche lui frutto maturo di una carriera non sempre limpida, che bolla lo spirito arrivista dei curiali richiamando tutti al principio evangelico del servizio...!
Stiamo messi male, molto male: socialmente ed ecclesialmente, economicamente e politicamente.
Sento dentro di me scoppiarmi il grido: chi mi libererà da questo mondo di morte?
don Aldo Antonelli
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