Un piccolo salto indietro nel tempo, per andare alle origini della rapida fortuna del giovane imprenditore romano Diego Anemone. Ve lo ricordate quel periodo terribile del panico per l’antrace e, poi dell’epidemia della Sars? È in quegli anni che la Protezione Civile fa il salto di qualità e, secondo Carlo Podda, segretario della Funzione pubblica Cgil , «viene eretto a sistema un modus operandi con queste modalità: assenza di controlli, deroga alle leggi italiane e europee, gestione dei grandi eventi». «Si può capire - aggiunge Podda - che i funerali di Papa Wojtyla non fossero prevedibili. Ma non c’è niente di più programmabile dei mondiali di nuoto o di quelli di ciclismo o le celebrazioni dell’anniversario dell’unità d’Italia».
Torniamo alla Sars: nel 2003 si decide che, per fronteggiare l’emergenza dell’epidemia e l’emergenza del bioterrorismo va costruita nell’area dell’ospedale per malattie infettive di Roma Spallanzani un nuovo edificio, una palazzina per il «massimo isolamento». La decisione è presa con decreto della presidenza del Consiglio del 23 marzo 2003, e l’ordinanza 3275/ 2003 designa come soggetto attuatore l’ingegnere Angelo Balducci. L’altro centro approntato in Italia per le emergenze sanitarie che possono insorgere a causa del bioterrorismo è il “Luigi Sacco” di Milano. I lavori dello Spallanzani vengono affidati al Diego Anemone, lo stanziamento per il costruttore è di 80 milioni (...sempre la stessa merda che riemerge... NdR)
I due centri per le malattie infettive compaiono di nuovo in un documento omnibus del 2005, “Disposizioni urgenti di protezione civile”, che, al punto 10 recita: «Interventi di manutenzione straordinaria ed adeguamento funzionale delle strutture e delle attrezzature dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e dell’azienda ospedaliera “Luigi Sacco” di Milano.
Il panico, poi ridimensionato, per l’antrace risale al 2001 (subito dopo l’attacco alle Torri gemelle). La paura per la Sars (la sindrome respiratoria severa che fece molte vittime in Cina, Vietnam) è del 2002. L’ingegner Balducci consegna il “Piano per l’emergenza Sars e bioterrorismo” quattro anni dopo, nella riunione della Protezione civile in data 26 gennaio 2005.
Ma le sorprese non sono finite: alla data di oggi, 17 gennaio 2010, la palazzina di «massimo isolamento» dello Spallanzani non è ancora finita. Diciamo che è quasi finita, non è stata ancora collaudata. C’è da chiedersi se sia valsa la pena di utilizzare procedure di urgenza, che scardinano le leggi dello Stato e le garanzie di trasparenza degli appalti, per scoprire che dopo sette anni l’emergenza è passata, i soldi pubblici sono stati usati ma la palazzina non è ancora terminata.«Predicavamo nel deserto», dice Carlo Podda. «Ora, invece, è chiara tutti la gravità della situazione». «Siamo contenti - aggiunge - se la SPA verrà archiviata». Ma il problema è che «lo scandalo che in questi giorni riempie i giornali è scoppiato prima della Spa, che altro non è che la ciliegia sulla torta».
Sono i Grandi Eventi a deformare, fino all’inverosimile, le finalità del Dipartimento presso la presidenza del Consiglio. Le disposizioni urgenti del 28 gennaio 2005, quelle citate prima che prevedono la palazzina allo Spallanzani, per esempio, al punto 8 l’emergenza idrica nel comune di Lipari. La cosa è così azzardata che abbisogna di spiegazione: «l’ingente flusso di turisti durante i mesi estivi rende assolutamente necessaria l’adozione di provvedimenti finalizzati a fronteggiare l’emergenza idrica». Le isole Lipari erano entrate nello spettro d’azione della Protezione civile nel 2002, per le esplosioni particolarmente violente e la frana dello Stromboli. Ma che c’entra l’acqua, che da decenni viene portata nelle isole dalle navi cisterna?.
Ancora più sorprendente è l’emergenza della «pre-regata di Trapani» in vista della coppa d’America del 2005. È un’emergenza che viene dichiarata con 13 mesi di anticipo, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale nel settembre 2004. La regatina di Trapani si fa in deroga a ben 25 leggi, fra cui: contabilità generale, appalti, pubblicità, procedure di aggiudicazione, forniture in materia di appalti pubblici, codice dei beni culturali, impatto ambientale, legge finanziaria 2003, codice civile per i contratti di locazione e comodato. Fra le norme derogate vi sono anche quelle che l’Unione Europea considera inderogabili anche nelle situazioni di emergenza sulla individuazione dei soggetti ammessi a gara; sulla dimostrazione dei requisiti. Violate anche le norme sulle modalità di pubblicazione e rispetto dei termini per la partecipazione alle gare di appalto e per la formulazione delle offerte e i criteri di aggiudicazione.
17 febbraio 2010
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