Le accuse e la difesa: i primi dieci giorni dello scandalo appalti - Nomi, legami, telefonate: radiografia dell’inchiesta. Oltre 20 mila pagine di atti giudiziari (di Fiorenza Sarzanini - Corsera)
Tre alti funzionari e un imprenditore in carcere per corruzione, ventisette persone indagate per lo stesso reato, una schiera di alti funzionari, politici intercettati indirettamente, dipendenti pubblici che al telefono mostrano dimestichezza con questo scambio tra appalti e favori che ha travolto la Protezione Civile. C’è tutto questo nelle oltre 20 mila pagine di atti giudiziari - dove le presunte violazioni penali si intrecciano con episodi di malcostume - che la procura di Perugia (che ha ereditato per competenza gli atti) sta adesso esaminando in attesa di decidere le prossime mosse. Un’attività parallela a quella dei magistrati fiorentini che attendono la decisione del giudice sulla richiesta di altre ordinanze presentata già da qualche settimana. A dieci giorni dagli arresti, si delineano le posizioni di accusa e difesa, e ci si prepara all’evoluzione di un’indagine che potrebbe avere a breve nuovi sviluppi.
GLI ARRESTATI
Angelo Balducci
Funzionario delegato alla gestione Grandi Eventi e poi presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici è accusato di aver concesso appalti a imprenditori amici - con un’attenzione particolare per il gruppo che fa capo a Diego Anemone - in cambio di numerosi benefit. In particolare: telefoni cellulari, viaggi in idrovolante e aerei privati, automobili, lavori di manutenzione delle sue case, arredi, assunzione del figlio e della nuora, pagamento dello stipendio ai domestici. I magistrati gli contestano anche di essere in società con Anemone visto che le mogli di entrambi detengono il 75 per cento della società Erretifilm che si occupa di produzioni cinematografiche. Al giudice ha detto che si è equivocato sulle parole pronunciate al telefono anche perché si trattava di conversazioni tra amici. Poi ha consegnato i contratti con le aziende che prevedono la concessione ai «controllori » di auto e cellulari.
Fabio De Santis
Funzionario delegato alla gestione Grandi Eventi e poi provveditore ai lavori Pubblici in Toscana avrebbe anche lui aiutato alcuni imprenditori - in particolare il gruppo Anemone - a ottenere gli appalti del G8 a La Maddalena, quelli per i Mondiali di nuoto a Roma e alcuni per le celebrazioni del 150˚ anniversario dell’Unità d’Italia. In cambio: cellulari, autovetture, arredi e alcune prestazioni sessuali in alberghi di Roma e Venezia messi a disposizione da Diego Anemone. Non ha risposto alle domande del giudice. Il suo avvocato Remo Pannain ha dichiarato che «potrà chiarire tutto perché i benefit erano previsti dal contratto e il resto riguarda soltanto la sfera privata».
Mauro Della Giovampaola
Funzionario delegato al controllo del G8 a La Maddalena avrebbe favorito l’imprenditore Anemone ricevendo in cambio l’uso di un immobile, arredi e prestazioni sessuali. Davanti al giudice si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Diego Anemone
A 39 anni è riuscito a far aggiudicare al suo gruppo una serie di appalti da milioni di euro: lo stadio del tennis e il nuovo museo di Tor Vergata, l’aeroporto di Perugia, tre lotti a La Maddalena. E gli contestano di averli ottenuti dopo aver elargito «favori e altre utilità» ai funzionari pubblici, compreso il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Anche lui non ha deciso finora se rispondere al giudice.
GLI INDAGATI
Guido Bertolaso
Il capo della Protezione Civile è accusato di corruzione: avrebbe accettato da Anemone «soldi contanti e prestazioni sessuali». Bertolaso ha negato in maniera categorica qualsiasi illecito, ma non è stato ancora interrogato. Nell’ordinanza del giudice sono riportate intercettazioni telefoniche dell’imprenditore arrestato che - in vista di un appuntamento con Bertolaso - chiede a un amico se può procurargli denaro contante. «Gli investigatori ritengono che abbia una certa fondatezza ritenere che detti incontri siano stati finalizzati alla consegna delle somme», scrive il giudice che evidentemente non vuole assumersi la paternità di questo sospetto. E in effetti al momento negli atti non si rintraccia riscontro alla dazione. Lo stesso magistrato ritiene invece «comprovata» la prestazione sessuale di una brasiliana di nome Monica all’interno del centro benessere del Salaria Sport Village (circolo sportivo di Anemone inserito nel circuito dei mondiali di nuoto) avvenuta il 14 dicembre e la ritiene una «contropartita».
Denis Verdini
Il coordinatore del Pdl è sospettato di aver favorito illecitamente la nomina di De Santis a provveditore della Toscana. Agli atti sono allegate numerose sue conversazioni, in particolare con Riccardo Fusi, patron dell’azienda toscana Btp, che gli chiede aiuto per ottenere gli appalti. Verdini dice più volte di essere a disposizione e utilizza per alcuni suoi spostamenti anche un elicottero messo a disposizione dall’imprenditore. Dopo aver appreso del suo coinvolgimento nell’inchiesta il parlamentare si è presentato ai pubblici ministeri. E ha dichiarato: «Fusi è un mio amico e gli ho presentato il mondo, ma certamente non per soldi. C’è un sistema, però non è illegale».
Riccardo Fusi
Sono decine le telefonate intercettate nelle quali l’imprenditore - con l’amministratore delegato Vincenzo Di Nardo - si attiva per ottenere i lavori. E riesce a essere inserito nel sistema. La ditta riesce ad aggiudicarsi la ricostruzione di una scuola a L’Aquila dopo il terremoto.
Antonio Di Nardo
Dipendente del ministero delle Infrastrutture, è uno degli uomini che mostra di poter gestire gli affari anche grazie ad alcune società nelle quali, secondo l’accusa, risulta essere gestore occulto. Ha rapporti diretti con i funzionari responsabili dei Grandi Eventi e segnala le ditte per gli appalti. I magistrati stanno anche valutando «i suoi rapporti con la criminalità organizzata campana e in particolare con soggetti vicini al clan camorristico dei Casalesi». Negli allegati ci sono sue conversazioni con Denis Verdini e con l’attuale presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro.
Francesco De Vito
È l’imprenditore che la notte del terremoto «rideva nel letto». Lui ha negato di aver mai pronunciato quella frase, attribuendola al cognato. Mostra grande attivismo per procurarsi appalti e riesce a ottenere alcuni lavori per i mondiali di nuoto. I magistrati stanno verificando se abbia ottenuto altre commesse, lui ha negato di aver mai goduto di favoritismi.
Mario Sancetta
Presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti della Campania è in continuo contatto con imprenditori e funzionari del ministero delle Infrastrutture e dopo il terremoto de L’Aquila sollecita i suoi amici imprenditori ad attivarsi insieme a lui per farsi aggiudicare gli appalti. Dalle telefonate si capisce che a settembre 2008 ha chiesto l’intervento di Di Nardo, attraverso il coordinatore del Pdl Denis Verdini, per farsi nominare capo di gabinetto dal presidente del Senato Renato Schifani.
I POLITICI
Altero Matteoli
Denis Verdini assicura a Riccardo Fusi di averlo contattato per risolvere una questione legata all’appalto della Scuola dei marescialli ed è stata intercettata anche una telefonata diretta tra il ministro delle Infrastrutture e lo stesso imprenditore che gli chiede aiuto, ma Matteoli lo informa che sta andando in ferie. Pubblicamente il ministro ha dichiarato «con serenità, e con una punta d’orgoglio, che i miei comportamenti e la mia azione alla guida del Dicastero sono stati e saranno sempre e solo improntati al rispetto delle leggi, delle regole e della massima trasparenza».
Guido Viceconte e Mario Pepe
Entrambi «sono interessati nel far aggiudicare lavori pubblici all’imprenditore Guido Ballari», ma nell’ordinanza viene anche sottolineato come «fino al dicembre 2003 Ballari e Pepe comparivano (il primo amministratore unico e il secondo socio) nella Eurogruppo servizi». In una telefonata Pepe parla pure di «far scorrere una graduatoria» con riferimento alla nomina di De Santis. Viceconte dice di aver fatto «solo un favore a un amico, basta questo per finire alla gogna?». Pepe afferma invece di aver soltanto comunicato al funzionario dei Grandi Eventi «che era stato fottuto. E per il resto posso dire che Ballari è mio amico dai tempi dell’università».
I COMPRIMARI
Giuseppe Tesauro
Il giudice della Corte Costituzionale viene intercettato più volte mentre parla con Antonio Di Nardo e lo aiuta a risolvere un contenzioso con il ministero delle Infrastrutture legato alla sua doppia veste di dipendente pubblico e imprenditore. I due si vedono più volte. Tesauro è socio, insieme a Di Nardo e al giudice della Consulta Sancetta, di una società chiamata «Il Paese del Sole Immobiliare, srl». Ma si difende: «È stato mio cliente quarant’anni fa e si è rifatto vivo da poco. La società? Era un piccolo investimento in Sardegna, l’avevo dimenticato».
Giancarlo Leone
Dirigente della Rai, nelle telefonate intercettate mostra di essere buon amico di Angelo Balducci e di Diego Anemone. Con quest’ultimo parla spesso anche della ristrutturazione del suo appartamento del quale l’imprenditore si sta occupando. E si interessa di far inserire in una fiction della televisione di Stato il figlio attore di Balducci. Lui stesso assicura di aver provveduto anche a risolvere un problema che rischiava di farlo estromettere dalla produzione.
Gaetano Blandini
Direttore Cinema del ministero dei Bene Culturali ha rapporti con Balducci e Anemone. L’indagine mira a verificare se li abbia agevolati la società delle loro mogli nell’erogazione dei fondi per le produzioni di film. Sarebbe riuscito a far assumere una persona di sua fiducia al dipartimento Grandi Eventi.
Ci scusiamo per non aver potuto pubblicare le altre foto del casellario giudiziario, ma sono misteriosamente sparite dalla rete. Tafanus
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