Lo scandalo del Lambro, di cui nessuno parla più
Con estremo tempismo, gli scarichi inquinanti erano stati depenalizzati, da questo governo del fare e del malaffare, esattamente un mese e mezzo fa, tre settimane prima che qualcuno decidesse di sversare l'equivalente di 80 autobotti di olio combustibile nel Lambro, e quindi nel Po, e quindi nell'Adriatico.
Questo governo delle depenalizzazioni, del fare e del malaffare, il 2 febbraio scorso, infatti, aveva varato una modifica al codice ambientale (la legge delega voluta dal precedente governo Berlusconi, la 152 del 2006) che indebolisce le sanzioni. La norma prevede infatti che può essere perseguito penalmente solo chi scarica inquinanti ad altissima tossicità, come mercurio, cadmio e gli stessi idrocarburi “oltre i valori limite” consentiti dalla legge. Gli altri – quelli sotto i valori limite dei veleni - se la cavano con una multa che va da 3.000 a 30.000 euro, così come quelli che scaricano sostanze meno tossiche anche se inquinanti.
I criminali dormono sonni tranquilli. Non solo probabilmente non verranno beccati mai, ma anche qualora fossero beccati, se la caverebbero con qualche migliaio di euro di multa. A voler essere un po' maliziosi, c'è da pensare che abbiano approfittato della depenalizzazione; a voler essere di molto maliziosi, che la depenalizzazione sia stata implementata proprio per dare una mano a chi doveva risolvere certi noiosi problemucci.
Intanto la ministra Prestigiacomo smentisce indignata, ma non si vede come si possa smentire l'esistenza di una norma. Semmai si può discuterne le sfumature, ed è quello che fa GreenReport, per gli appassionati di codicilli.
Questa notizia, assolutamente ignorata da RaiMerdaset, mi è stata segnalata da R,E., che ringrazio, ed è stata denunciata dal giornale "Terra" e ripresa dal sito [Antemafia Duemila]
"...il fondo del Lambro è ricoperto di idrocarburi pesanti,e per dragarlo serviranno 100 milioni di euro. È la stima del Dipartimento di riqualificazione fluviale, l'ente regionale che da anni gestisce la rinascita del fiume. «Attendiamo gli esiti delle analisi chimiche - dice il presidente Daniele Giuffrè - se la concentrazione di inquinanti sarà elevata, bisognerà smuovere il fondo».I campioni di fango prelevati dagli operatori sono allo studio dell' Arpa di Monza, e i risultati si avranno mercoledì.
Ma Dante Spinelli, capo dello staff tecnico del Parco della Valle del Lambro, mette in guardia: «Sono morti molluschi e larve, non è un buon segnale». Sul costo dell'intervento, Giuffrè spiega che «la stima è indicativa e per stabilire l'importo servono studi approfonditi. Speriamo che il dragaggio non sia l'unica soluzione possibile, vista la complessità dell'operazione». Se si dovrà smuovere il fango, sarà infatti necessario mettere il Lambro in secca, un tratto per volta, deviando l' acqua su canali laterali. Un'opera quasi faraonica. Se per la bonifica servirà tempo, l'urgenza ora è evitare che le acque del fiume possano infettare i campi. Confagricoltura parla di «rischio di danni ingentissimi» e informa che fra due settimane sarà necessario irrigare i terreni per la semina del mais e del grano. Non potendo attingere al fiume, si pensa di prelevare l'acqua dal canale Muzza..."
(da Repubblica.it)
Questo governo delle depenalizzazioni, del fare e del malaffare, il 2 febbraio scorso, infatti, aveva varato una modifica al codice ambientale (la legge delega voluta dal precedente governo Berlusconi, la 152 del 2006) che indebolisce le sanzioni. La norma prevede infatti che può essere perseguito penalmente solo chi scarica inquinanti ad altissima tossicità, come mercurio, cadmio e gli stessi idrocarburi “oltre i valori limite” consentiti dalla legge. Gli altri – quelli sotto i valori limite dei veleni - se la cavano con una multa che va da 3.000 a 30.000 euro, così come quelli che scaricano sostanze meno tossiche anche se inquinanti.
I criminali dormono sonni tranquilli. Non solo probabilmente non verranno beccati mai, ma anche qualora fossero beccati, se la caverebbero con qualche migliaio di euro di multa. A voler essere un po' maliziosi, c'è da pensare che abbiano approfittato della depenalizzazione; a voler essere di molto maliziosi, che la depenalizzazione sia stata implementata proprio per dare una mano a chi doveva risolvere certi noiosi problemucci.
Intanto la ministra Prestigiacomo smentisce indignata, ma non si vede come si possa smentire l'esistenza di una norma. Semmai si può discuterne le sfumature, ed è quello che fa GreenReport, per gli appassionati di codicilli.
Questa notizia, assolutamente ignorata da RaiMerdaset, mi è stata segnalata da R,E., che ringrazio, ed è stata denunciata dal giornale "Terra" e ripresa dal sito [Antemafia Duemila]
"...il fondo del Lambro è ricoperto di idrocarburi pesanti,e per dragarlo serviranno 100 milioni di euro. È la stima del Dipartimento di riqualificazione fluviale, l'ente regionale che da anni gestisce la rinascita del fiume. «Attendiamo gli esiti delle analisi chimiche - dice il presidente Daniele Giuffrè - se la concentrazione di inquinanti sarà elevata, bisognerà smuovere il fondo».I campioni di fango prelevati dagli operatori sono allo studio dell' Arpa di Monza, e i risultati si avranno mercoledì.
Ma Dante Spinelli, capo dello staff tecnico del Parco della Valle del Lambro, mette in guardia: «Sono morti molluschi e larve, non è un buon segnale». Sul costo dell'intervento, Giuffrè spiega che «la stima è indicativa e per stabilire l'importo servono studi approfonditi. Speriamo che il dragaggio non sia l'unica soluzione possibile, vista la complessità dell'operazione». Se si dovrà smuovere il fango, sarà infatti necessario mettere il Lambro in secca, un tratto per volta, deviando l' acqua su canali laterali. Un'opera quasi faraonica. Se per la bonifica servirà tempo, l'urgenza ora è evitare che le acque del fiume possano infettare i campi. Confagricoltura parla di «rischio di danni ingentissimi» e informa che fra due settimane sarà necessario irrigare i terreni per la semina del mais e del grano. Non potendo attingere al fiume, si pensa di prelevare l'acqua dal canale Muzza..."
(da Repubblica.it)
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