Il premier trascorre le serate a trovare il modo di chiudere le trasmissioni
La televisione conta poco o nulla nel consenso a Berlusconi? A parlare dei processi e degli scandali che riguardano il premier gli si fa soltanto un favore? Invece di rompere le tasche da anni a noi "antiberlusconiani", i professorini di liberalismo dovrebbero spiegare questi concetti al diretto interessato. Dalle intercettazioni pubblicate da Il Fatto e riprese da tutti, pare infatti che il Cavaliere non si occupi d'altro che di controllare la televisione e i suoi controllori.
È un concentrato nauseabondo di regime quello che emerge dai dialoghi al telefono. Un padrone ossessivo e dittatoriale che impartisce ordini pazzeschi a un branco di servi contenti. Nel novembre scorso, alla vigilia di una puntata di Santoro dove figura fra gli invitati, Maurizio Belpietro, classico giornalista da riporto, telefona al padrone per informarlo che si parlerà del caso Mills. Berlusconi diventa una furia, chiama il suo uomo all'Autorità delle Comunicazioni, Innocenzi, e gli affida la missione di impedire la messa in onda del programma. Innocenzi chiama il direttore generale della Rai che un po' si lamenta ("nemmeno in Zimbabwe") ma poi illustra allo sprovveduto censore il sistema per bloccare Santoro.
Ma qui nello Zimba, nemmeno Zimbabwe, si può tutto. Nessuno si scandalizza. Il direttore del Tg1 sostiene che sia normale per un giornalista prendere ordini dal presidente del Consiglio. "Altrimenti che giornalista sarei?". Quando si dice una domanda retorica. I professori di liberalismo invitano, come sempre quando si tratta di persone di rispetto, a non criticare (ovvero: "linciare") nessuno prima che siano provati i reati in maniera definitiva. Quindi, mai. In Italia infatti i processi a potenti da decenni non giungono a sentenza definitiva. In compenso la libera informazione italiana può sempre sfogarsi mettendo alla gogna mediatica qualsiasi anonimo poveraccio incappato in un'indagine su un delitto di periferia, senza suscitare le ire dei garantisti nostrani. Così com'è un costume diffuso in Europa, nel Nord America e finanche in molte democrazie africane e asiatiche, esprimere giudizi etici e politici sui comportamenti delle figure pubbliche addirittura - sebbene alcuni opinionisti indigeni non lo crederanno mai - in assenza di veri e propri reati.
Se dalle intercettazioni e dai comportamenti concreti del commissario Innocenzi e del direttore Minzolini, funzionario e dipendente pubblico, emerge una totale sottomissione a un capo politico, non c'è alcun bisogno di aspettare l'esito dell'inchiesta di Trani per dare un giudizio del loro operato. Almeno se si vuole continuare a fingere di essere un paese normale.
Peraltro, a volte queste cose accadono anche in paesi meno normali. Tanto per rimanere in tema, tre anni fa a Bulawayo l'arcivescovo Pius Ncube, anche in seguito alla protesta dei fedeli, rassegnò le dimissioni per potersi difendere "più liberamente e senza coinvolgere la Chiesa" in un processo per reati sessuali. Bulawayo è nello Zimbabwe.
(di Curzio Maltese - Repubblica)
Cosa c'è da aggiungere? tanto e niente... Stamattina, ascoltando gli interlocutori di Ominibus (fra cui il "liberista in camicia verde" Salvini, e l'esperto in MinCulPop Storace (un rèfuso della storia del fascismo), si è capito perfettamente quale sia "la linea" dettata dal padrone. Il tormentone del giorno, l'ordine di servizio, è questo: "scandalizzarsi per il fatto che a Trani ben quattro magistrati siano impegnati ad "auscultare" le telefonate di Berlusconi, mentre "ci sarebbe tanto da fare per combattere la criminalità organizzata.
Sfugge, ai criminali organizzati che usano e vorrebbero condizionare la TV di tutti, pagata da un canone obbligatorio, il piccolo particolare che il dominio organizzato e criminale sulla TV è la peggiore di tutte le forme di criminalità organizzata, proprio perchè è lo strumento che, regolando la distribuzione del consenso - e quindi del potere - tutte le altre forme di criminalità controlla, domina organizza.
Non mi sfugge il potenziale comunicativo, tutto basato sulla demagogia, di questo "ordine di servizo". Ma come, c'è la Sacra Corona Unita, e a Trani si occupano di Minzolini? Si, si occupano di Minzolini: perchè sono i Minzolini che, su ordine del padrone, cercano di convincere il popolo bue che le intercettazioni sono il male dell'Italia, non le porcherie che le intercettazioni svelano. E in tutto questo Sacro Porcaio Unito, quel coglione di Casini trova il modo di spiegarci che manifestando contro questo governo di merda "facciamo un favore a Berlusconi". Ma vaffanculo....
Tafanus
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