Oggi la rubrica della Posta è monotematica. Contiene solo la lettera di un giovane amico, che alcuni frequentatori del Tafanus hanno avuto modo di conoscere personalmente. Costoro non avranno molte difficoltà a capire di chi si tratti. Prego gli amici che volessero commentare di non violare, magari per distrazione, la privacy di questo nostro amico. Tafanus
Ciao caro Taf,
quanto tempo che non ci si sente. Da un po' non commento molto sul blog, ma continuo a leggerti con attenzione ed interesse.
Ti scrivo questa lettera perché voglio sfogare la mia rabbia, oggi davvero cosmica, e non so a chi altro scrivere. Prima, però, ti chiedo un favore: se deciderai di pubblicare questa lettera, per favore evita di mettere il mio nome e il mio nick in calce, perché potrebbe crearmi qualche problema... tanto, chi mi conosce (quasi) sicuramente capirà senza fatica chi è che sta scrivendo. Ecco, se anche voi che capirete evitate di fare commenti pubblici che possano ricondurre a me, preferisco. Tanto come contattarmi in privato penso lo sappiate.
Beh, forse è meglio se passo ai fatti... vedi, qualche giorno fa mi è capitata una cosa bellissima. Ho incontrato una persona, e tutti e due abbiamo cominciato a credere nei colpi di fulmine... beh, è finita che ci siamo fidanzati. Ho trovato una persona speciale, che mi fa sentire bene e con la quale sento una sintonia - caratteriale e, non lo nego, anche fisica - che credo di non avere mai provato. Questa persona è un uomo, come uomo sono io. Peccato che non posso vivere questa storia con tutta la serenità che vorrei. Perché dobbiamo stare attenti a camminare mano nella mano in piazza Duomo a Milano, perché se si scopre che lui sta con un ragazzo più giovane di 13 anni potrebbe avere qualche "casino" (ma la gente, una carrettata di ***** suoi no? Siamo tutti e due maggiorenni, possiamo decidere da soli?); così come potrei averlo io...
Perché nel posto dove, per motivi di studio, vivo, mi tocca già sorbirmi un bel repertorio di "frocio di merda" e di battute molto pesanti, e senza che nessuno sappia con certezza della mia omosessualità. E quando sono in camera mia, qui in studentato, al telefono con lui, meglio se parlo piano ed accendo anche la radio, le pareti sono sottili e hanno le orecchie. Perché innamorarsi non si fa... E se - saltando tra un treno mio e l'altro suo - io e il mio ragazzo vogliamo darci un bacio, ci tocca scendere nelle toilette di un bar con le orecchie tese per sentire se qualcuno scende le scale... perché altrimenti potrebbe succedere come domenica sera, mentre eravamo in metropolitana mano nella mano, che un grandissimo idiota si metta a sfottere ad alta voce, e ti tocca lasciar correre perché il vagone è quasi vuoto, sono le dieci di una domenica sera ancora invernale.
Basta, la smetto con gli sproloqui. D'altronde, io sono solo un giovane peccatore immerso nella via della perdizione, e il mio amore è solo un pedofilo, no? Chiedo scusa per lo sfogo, anche se spero che qualcuno si renda conto, leggendo, di quanto può pesare una situazione come questa sulla libertà di vivere normalmente un rapporto, una cosa bellissima come l'amore che mi è capitato. A me e ad E. dedico questa frase: "I don't care what they say, I'm in love with you..." (Non mi importa quello che dicono, io ti amo). Se però sai che potrebbe arrivarti una coltellata o uno sputtanamento, un po' di attenzione la fai. Un abbraccio a te, a Marisa, e a tutti i tafani, quelli che ho conosciuto e quelli che no.
(Lettera firmata)
Caro amico,
iniziamo dal facile. Mi scuso per il ritardo, ma le risposte difficili le rimando, di giorno in giorno, finchè arriva il giorno in cui DEVO rispondere. La tua lettera mi ha fatto male, per i motivi che puoi immaginare: non per aver appreso della tua omosessualità (sai che ho amici omosessuali, ho amiche trans, e che gli uni e le altre sono fra le persone che stimo di più). Mi ha fatto piacere, invece, perchè hai scelto me per scrivere questa lettera, per fare questo outing, e di questo - che leggo come un attestato di amicizia e, perchè no, di stima, ti sono grato. In fondo, la fatica che mi costa il mandare avanti questo blog, è in parte ripagata anche da queste manifestazioni di affetto e di fiducia, che superano, e di gran lunga, le delusioni che a volte ne ho ricavato. Ed ho trovato stupendo che per questo sfogo tu abbia scelto una persona così distante da te, per numero di decenni, anzichè qualche tuo coetaneo... Mi sono sentito, con emozione, ma anche con un certo sense of humour (al quale non rinuncio MAI), come può sentirsi un vecchio bacucco noiosamente saggio, che scopre di essere scelto, come depositario di questo sfogo, da un ragazzino di due generazioni più giovane...
Sulle tue pulsioni sessuali non ho assolutamente nulla da dire, come puoi immaginare. Della tua storia d'amore, invece, che improvvisamente ha riempito la tua vita, non posso che gioire. Vivila con pienezza, finchè dura (e spero che duri a lungo); senza né complessi di colpa, né, tanto meno, con senso di vergogna. Chi si deve vergognare sono coloro che che ancora si realizzano nell'insulto, senza capire che insultano se stessi, e la loro bestialità ed idiozia.
Un consiglio da vecchio bacucco? parlane con libertà con coloro che hai imparato a riconoscere come amici, ma stai al riparo da coloro dietro ai quali potrebbero nascondersi quintali di pregiudizi. Tu a loro non devi niente. Non hai chiesto niente della loro sessualità, quindi a loro non devi nulla circa la tua. Non sfidare inutilmente il mondo, perchè non tutto il mondo è pronto ad una accettazione che non sia solo di facciata di ciò che è spesso giudicato con un metro abbastanza farisaico.
Lo so, nascondersi non è bello, non è giusto, ma il mondo è fatto così. Negli anni settanta si poteva vivere o morire a seconda che si indossasse un monclair o un eskimo. Quindi non temere i pregiudizi, ma non cercare volontariamente lo scontro con essi. Sai bene che il tafanus, salvo lo sporadico passaggio di qualche idiota che ogni tanto capita anche qui, è un'isola di tolleranza. Se ti serve l'indirizzo di qualche vecchio amico o amica, chiedimelo.
Io questa lettera la pubblicherò, salvaguardando la tua privacy, perchè è una lettera che fa riflettere. Almeno così spero. Un abbraccio a te e ad E, che non conosco, da parte mia e di Marisa. E se per caso passate sa Milano... beh, avvertimi per tempo.
Antonio
Ciao caro Taf,
quanto tempo che non ci si sente. Da un po' non commento molto sul blog, ma continuo a leggerti con attenzione ed interesse.
Ti scrivo questa lettera perché voglio sfogare la mia rabbia, oggi davvero cosmica, e non so a chi altro scrivere. Prima, però, ti chiedo un favore: se deciderai di pubblicare questa lettera, per favore evita di mettere il mio nome e il mio nick in calce, perché potrebbe crearmi qualche problema... tanto, chi mi conosce (quasi) sicuramente capirà senza fatica chi è che sta scrivendo. Ecco, se anche voi che capirete evitate di fare commenti pubblici che possano ricondurre a me, preferisco. Tanto come contattarmi in privato penso lo sappiate.
Beh, forse è meglio se passo ai fatti... vedi, qualche giorno fa mi è capitata una cosa bellissima. Ho incontrato una persona, e tutti e due abbiamo cominciato a credere nei colpi di fulmine... beh, è finita che ci siamo fidanzati. Ho trovato una persona speciale, che mi fa sentire bene e con la quale sento una sintonia - caratteriale e, non lo nego, anche fisica - che credo di non avere mai provato. Questa persona è un uomo, come uomo sono io. Peccato che non posso vivere questa storia con tutta la serenità che vorrei. Perché dobbiamo stare attenti a camminare mano nella mano in piazza Duomo a Milano, perché se si scopre che lui sta con un ragazzo più giovane di 13 anni potrebbe avere qualche "casino" (ma la gente, una carrettata di ***** suoi no? Siamo tutti e due maggiorenni, possiamo decidere da soli?); così come potrei averlo io...
Perché nel posto dove, per motivi di studio, vivo, mi tocca già sorbirmi un bel repertorio di "frocio di merda" e di battute molto pesanti, e senza che nessuno sappia con certezza della mia omosessualità. E quando sono in camera mia, qui in studentato, al telefono con lui, meglio se parlo piano ed accendo anche la radio, le pareti sono sottili e hanno le orecchie. Perché innamorarsi non si fa... E se - saltando tra un treno mio e l'altro suo - io e il mio ragazzo vogliamo darci un bacio, ci tocca scendere nelle toilette di un bar con le orecchie tese per sentire se qualcuno scende le scale... perché altrimenti potrebbe succedere come domenica sera, mentre eravamo in metropolitana mano nella mano, che un grandissimo idiota si metta a sfottere ad alta voce, e ti tocca lasciar correre perché il vagone è quasi vuoto, sono le dieci di una domenica sera ancora invernale.
Basta, la smetto con gli sproloqui. D'altronde, io sono solo un giovane peccatore immerso nella via della perdizione, e il mio amore è solo un pedofilo, no? Chiedo scusa per lo sfogo, anche se spero che qualcuno si renda conto, leggendo, di quanto può pesare una situazione come questa sulla libertà di vivere normalmente un rapporto, una cosa bellissima come l'amore che mi è capitato. A me e ad E. dedico questa frase: "I don't care what they say, I'm in love with you..." (Non mi importa quello che dicono, io ti amo). Se però sai che potrebbe arrivarti una coltellata o uno sputtanamento, un po' di attenzione la fai. Un abbraccio a te, a Marisa, e a tutti i tafani, quelli che ho conosciuto e quelli che no.
(Lettera firmata)
Caro amico,
iniziamo dal facile. Mi scuso per il ritardo, ma le risposte difficili le rimando, di giorno in giorno, finchè arriva il giorno in cui DEVO rispondere. La tua lettera mi ha fatto male, per i motivi che puoi immaginare: non per aver appreso della tua omosessualità (sai che ho amici omosessuali, ho amiche trans, e che gli uni e le altre sono fra le persone che stimo di più). Mi ha fatto piacere, invece, perchè hai scelto me per scrivere questa lettera, per fare questo outing, e di questo - che leggo come un attestato di amicizia e, perchè no, di stima, ti sono grato. In fondo, la fatica che mi costa il mandare avanti questo blog, è in parte ripagata anche da queste manifestazioni di affetto e di fiducia, che superano, e di gran lunga, le delusioni che a volte ne ho ricavato. Ed ho trovato stupendo che per questo sfogo tu abbia scelto una persona così distante da te, per numero di decenni, anzichè qualche tuo coetaneo... Mi sono sentito, con emozione, ma anche con un certo sense of humour (al quale non rinuncio MAI), come può sentirsi un vecchio bacucco noiosamente saggio, che scopre di essere scelto, come depositario di questo sfogo, da un ragazzino di due generazioni più giovane...
Sulle tue pulsioni sessuali non ho assolutamente nulla da dire, come puoi immaginare. Della tua storia d'amore, invece, che improvvisamente ha riempito la tua vita, non posso che gioire. Vivila con pienezza, finchè dura (e spero che duri a lungo); senza né complessi di colpa, né, tanto meno, con senso di vergogna. Chi si deve vergognare sono coloro che che ancora si realizzano nell'insulto, senza capire che insultano se stessi, e la loro bestialità ed idiozia.
Un consiglio da vecchio bacucco? parlane con libertà con coloro che hai imparato a riconoscere come amici, ma stai al riparo da coloro dietro ai quali potrebbero nascondersi quintali di pregiudizi. Tu a loro non devi niente. Non hai chiesto niente della loro sessualità, quindi a loro non devi nulla circa la tua. Non sfidare inutilmente il mondo, perchè non tutto il mondo è pronto ad una accettazione che non sia solo di facciata di ciò che è spesso giudicato con un metro abbastanza farisaico.
Lo so, nascondersi non è bello, non è giusto, ma il mondo è fatto così. Negli anni settanta si poteva vivere o morire a seconda che si indossasse un monclair o un eskimo. Quindi non temere i pregiudizi, ma non cercare volontariamente lo scontro con essi. Sai bene che il tafanus, salvo lo sporadico passaggio di qualche idiota che ogni tanto capita anche qui, è un'isola di tolleranza. Se ti serve l'indirizzo di qualche vecchio amico o amica, chiedimelo.
Io questa lettera la pubblicherò, salvaguardando la tua privacy, perchè è una lettera che fa riflettere. Almeno così spero. Un abbraccio a te e ad E, che non conosco, da parte mia e di Marisa. E se per caso passate sa Milano... beh, avvertimi per tempo.
Antonio
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