...grande il can-can che aveva fatto "Silviu 'u Curtu" circa la presentazione del varo di una legge anticorruzione, che avrebbe dovuto escludere dalle cariche elettive tutti gli "impresentabili". Silviu prometteva tuoni e fulmini, ma i giorni passavano, e la legge "slittava". Intanto però ci pensava Gianfranco Fini, Lo Statista, a suonare la carica. Promettendo, nientemeno che una legge che avrebbe vietato per UNA LEGISLATURA cariche elettive, a fronte di condanne per reati corruttivi gravi, passati in giudicato. Brrr!!! che paura!!! Quando avremo il "processo breve - Anzi, brevissimo, quanti processi arriveranno a sentenza definitiva? Nessuno, credo! Eppure in questa barzelletta di decreto anti-corruzione non è passata neanche la terrificante ipotesi Fini. Tana Libera Tutti. Ecco quanto rileva nella sua inchiesta Enrico Fierro:
I codici etici li hanno chiusi nel cassetto. Le leggi anti-corruzione le hanno solo promesse. La pulizia l’hanno annunciata. Le liste per le elezioni regionali sono una carrellata di pregiudicati, rinviati a giudizio, gente in affari con i boss, corrotti. Il resto è fatto di professionisti della politica, trasformisti, figli e cognati, ex portaborse, igieniste dentali e veline varie. Tutti in corsa per una carica non da poco. E non per i ricchi emolumenti, ma per i compiti sempre più delicati che sono assegnati alle regioni. Qui passano le spese per lo sviluppo e il lavoro, i trasporti, l'istruzione, la cultura e la salute dei cittadini. Per questo non possiamo che indignarci di fronte al lungo elenco di candidati “impresentabili” che si propongono, a nord come a sud, a destra come a sinistra. I casi più eclatanti Campania e Calabria. Nella regione che fu di Bassolino c'è un signore, Nicola Cosentino, per il quale diversi giudici hanno chiesto l'arresto per Camorra, che da coordinatore del Pdl ha selezionato i futuri consiglieri. Sull'altro versante, Pd e centrosinistra, c'è un candidato presidente, Vincenzo De Luca, che tra marzo e aprile dovrà sedersi davanti a un Tribunale per rispondere di accuse pesanti, che ha fatto altrettanto. In Calabria non si candida l'ex consigliere coinvolto in fatti di mafia, ma il figlio. Il suo compare, invece, ci mette la faccia. E così tutti gli ex onorevoli regionali coinvolti nell'inchiesta Why Not?. Tutti insieme, allegramente. E' la futura classe dirigente.
BASILICATA
Diciotto liste, sei aspiranti governatori, 430 candidati per una delle regioni più piccole d'Italia dove si fronteggiano Vito De Filippo, governatore uscente del centrosinistra e Nicola Pagliuco, centro-destra. E qualche problema: solito trasformismo meridionale che tocca Italia dei Valori con la candidatura di Rosa Mastrosimone, ex segretara dell'Udeur, chiamata la “pasionaria” di Clemente. Problemi per la candidatura di Luigi Scaglione, capolista di Popolari uniti. Scaglione è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per la Calciopoli lucana.
CALABRIA
Giuseppe Scopelliti, il sindaco di Reggio, fedelissimo di Maurizio Gasparri, che ora tenta la scalata alla poltrona di governatore della Calabria, di fronte a certe candidature ha preferito passare da sprovveduto. A liste già presentate, quando ogni passo indietro è praticamente impossibile, ha letto gli elenchi ed è diventato verde. “Mi giunge notizia che due liste minori della coalizione che mi sostiene avrebbero proposto nella provincia di Cosenza due candidature di persone sgradite a me e ai calabresi”. In Calabria i nomi degli impresentabili sono tanti. I due che hanno colpito il rinnovatotre Scopelliti, sono quelli già denunciati dalla deputata Angela Napoli: Tommaso Signorelli e il giovane rampollo di Franco La Rupa. Signorelli e La Rupa sono entrambi sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa per i collegamenti col clan di Tommi Gentile di Amantea. Per la procura antimafia di Catanzaro, Tommaso Signorelli, ora candidato in una lista socialista, “è il politico di riferimento del clan”. Dal 2004 al 2007 ha favorito il sodalizio mafioso nell'acquisizione di appalti e servizi e nella gestione del porto di Amantea”. Scopelliti non sapeva? A smentirlo è Saverio Zavettieri, l'uomo che ha voluto Signorelli in lista.“Il Pdl sapeva tutto, la proposta di candidare Signorelli è stata trasmessa via e-mail e via fax a tutti i componenti dell'ufficio nazionale di presidenza del Pdl senza alcuna risposta in merito”. Il giovane figlio di Franco La Rupa, ex Udeur, è invece candidato nella lista “Io Sud”. Il papà Franco è ritenuto “politico di riferimento del clan” e “socio occulto del boss Tommaso Gentile” nell'acquisto di una motonave da crociera. Nelle 8 liste che sostengono Scopelliti spicca il nome di Sergio Stancato, Nuovo Psi, fu arrestato mentre era assessore della giunta Nisticò per traffico di rifiuti, anni dopo ne uscì per prescrizione. Buona parte dei consiglieri coinvolti in "Why Not", la maxinchiesta di Luigi de Magistris, sono ricandidati. Agazio Loiero, il governatore uscente, ha chiesto il rito abbreviato e giurato che in caso di condanna si dimetterà. (...per la cronaca, è di oggi la notizia che Agazio Loiero è stato prosciolto. NdR)
CAMPANIA
Se Pd e il centro-sinistra hanno la grana De Luca (due processi da fare per reati gravissimi), il centro-destra non ride, tanto che persino il leader Udc Pierferdinando Casini definisce “squallide” le liste a sostegno di Stefano Caldoro Presidente. Ora nel centro destra è una corsa a prendere le distanze da Roberto Conte, coinvolto in quattro inchieste, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica e già arrestato due volte. Clemente Mastella ricandida la plurinquisita moglie Sandra Lonardo, presidente uscente del consiglio regionale, accusata di associazione per delinquere, peculato, tentata concussione, abuso d’ufficio, falso. E ancora Alberico Gambino, condannato in primo grado e pochi giorni fa in appello a un anno e cinque mesi per peculato, con l’accusa di aver speso quasi 22mila euro con la carta di credito del Comune di Pagani, di cui era sindaco sino a pochi mesi fa [...]
LAZIO
Le liste dei candidati consiglieri sono annodate dagli intrecci di parenti e poteri forti. Anche quelli già messi alla prova. Roma è tappezzata dal faccione di Francesco Storace, già presidente dal 2000 al 2005, già coinvolto nello scandalo Laziogate, alla regione ha lasciato una bella eredità: un buco nella sanità da 10 milioni di euro. A fianco di Renata Polverini anche Roberto Carlino, quello che “non vende case ma solide realtà".Guarda caso i suoi affari sono particolarmente affiatati con il costruttore Francesco Caltagirone, suocero del presidente Udc Pieferdinando Casini. Restando in tema di famiglia, nel listino della Polverini c'è pure Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno, il nipote del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, Carlo De Romanis [...]
LIGURIA
Otto liste per Claudio Burlando , presidente uscente della Liguria, otto per Sandro Biasotti , centrodestra. In quest'ultimo schieramento anche una lista dal nome curioso, "Gente d'Italia oltre la casta". Burlando ha giurato di non voler candidare indagati suscitando le ire del suo competitor che ha giudicato "strumentale" la proposta. Ma scorrendo le liste si trova qualche sorpresa. Marco Meligrati, architetto, è candidato nelle liste che sostengono il candidato Pdl a Savona, ex sindaco di Alassio ha subito una condanna in primo grado per concorso in lottizzazione abusiva. Sergio Catozzo, un ex Dc ora candidato col centrodestra, è stato condannato in primo grado per aver violato nel 2000 le norme che regolano la presentazione delle liste elettorali. Angelo Barbaro, centrodestra, è indagato per falso in atto pubblico. Non ricandidati dal Pd, invece, l'ex assessore Giancarlo Cassini e il consigliere Vito Vattuone per la vicenda dei 30 milioni del fondo regionale di sviluppo.
LOMBARDIA
Roberto Formigoni – in caricadal1995 – si candida per la quarta volta alla presidenza. Gianluca Rinaldin, il consigliere regionale del Pdl coinvolto in un’inchiesta giudiziaria a Como, con l’imputazione di truffa aggravata e falso in atto pubblico, sarà comunque ricandidato nonostante l’inchiesta in corso. E sarà in lista a Pavia, con il Pdl, Giancarlo Abelli, ras della sanità lombarda, non indagato ma assai chiacchierato per via delle disavventure giudiziarie della moglie Rosanna Gariboldi legate alla vicenda bonifiche del quartiere Santa Giulia.
MARCHE
Nella coalizione ex centro-sinistra ora Pd-Idv-Udc-Verdi-Api: Dino Latini che da sindaco di Osimo invitava il fondatore di Forza Nuova Roberto Fiore e Udo Voigt segretario della formazione neonazista NPD, negando la Piazza alle forze antifasciste e l’ingresso in consiglio comunale al rappresentante degli extra-comunitari. Oltre a Mauro Gionni, Pd, difensore del boss Pippo Calò, il cassiere della mafia. Ovviamente anche i mafiosi hanno diritto alla difesa ma gli avvocati possono scegliere i loro clienti.
PIEMONTE
Angelo Burzi, attuale capogruppo del Pdl piemontese in Consiglio regionale. Ex assessore al bilancio della giunta Ghigo e oggi candidato a sostegno di Roberto Cota, Burzi, lo scorso 23 novembre, è stato rinviato a giudizio per una storia di tangenti e sanità.
Colpo di genio, però, pochi giorni fa: alla ripresa dell’udienza, il legale di Burzi ha chiesto al Tribunale un rinvio del dibattimento “per motivi elettorali”. Folta la schiera di ex socialisti in entrambi gli schieramenti. In lista con Cota figura Angelo Mastrullo, vecchia conoscenza del garofano: il suo nome si lega alle cronache degli anni ’80, quando fu arrestato (ma poi prosciolto) per una vicenda di tangenti su appalti e forniture a vari ospedali torinesi. Nel centrosinistra ecco Luigi Sergio Ricca, nominato da Mercedes Bresso assessore al commercio nel 2008, quando un rimpasto della Giunta permise alla “zarina” di superare le riserve sul suo conto suscitate a inizio mandato. Ricca, ex presidente della Provincia di Torino, si dimise nei primi anni ’90 dopo aver patteggiato una condanna per finanziamento illecito, confermando ai giudici di aver ricevuto 120 milioni di lire in contanti da un agente dell’Ina-Assitalia.
PUGLIA
Torna alla carica Cosimo Mele, detto Mimmo, l'ex deputato divenuto famoso – mentre era in Parlamento in forza all'Udc – per la notte brava all'hotel Flora di Roma e i successivi verbali rilasciati all'autorità giudiziaria. Era l'estate 2007 quando Mele affittò una suite in albergo, dove si trattenne con una escort, che però ebbe un malore, riconducibile all'uso di stupefacenti. Oggi Mele - che sostiene il candidato centrista Adriana Poli Bortone - si candida nella lista “Io Sud – Mpa”. Tato Greco , invece, supporta il candidato del Pdl Rocco Palese. Parliamo dello stesso Greco che, la procura di Bari, indaga per associazione a delinquere. I pm ritengono che sia stato socio occulto di GianpiTarantini, il re delle protesi sanitarie che portò Patrizia d'Addario da Berlusconi.
TOSCANA
A Prato il capolista è Alberto Magnolfi, ex assessore socialista alla Sanità ,che – accusato di corruzione nel 1994 per aver incassato una tangente da trenta milioni di vecchie lire – patteggiò la sentenza di condanna. Ora è al fianco della candidata a presidente Monica Faenzi, l’ex sindaco di Castiglione della Pescaia, resa famosa dai suoi attacchi a Romano Prodi, reo di passare le vacanze nel suo comune senza passare a salutarla. Nel Pd c’è il consigliere uscente Gianluca Parrini, indagato per abuso d’ufficio nella “appaltopoli” di Barberino del Mugello: grandi opere come la variante di valico e la terza corsia dell’Autosole. Nelle intercettazioni saluta con il proverbiale “ciao compagno” l’imprenditore che avrebbe aiutato nella ricerca di autorizzazioni per l’apertura di nuove cave.
UMBRIA
In lista con l’Udc l’ex presidente della provincia di Perugia (all’epoca nella Margherita) Giulio Cozzari, la cui giunta venne travolta due anni fa dallo scandalo dei presunti appalti pubblici truccati: ammise di aver pensato alle dimissioni, ma di averci anche ripensato per evitare la “distruzione totale dell’ente provincia”.
VENETO
Il candidato alla presidenza Luca Zaia non ha le idee chiare, nei giorni scorsi ha annunciato alla nazione: “Se vinco le regionali, mi dimetto dalla carica di ministro”. Dal momento che i due ruoli sono incompatibili non pare un grande sforzo. Intanto a Padova anche le firme di tre persone decedute sono comparse tra i sottoscrittori della lista provinciale del Pdl.
(da Enrico Fierro - L'AnteFatto)
(A cura di: Sandra Amurri, Giampiero Calapà, Stefano Caselli, Enrico Fierro, Vincenzo Iurillo, Antonio Massari e Paola Zanca)
I codici etici li hanno chiusi nel cassetto. Le leggi anti-corruzione le hanno solo promesse. La pulizia l’hanno annunciata. Le liste per le elezioni regionali sono una carrellata di pregiudicati, rinviati a giudizio, gente in affari con i boss, corrotti. Il resto è fatto di professionisti della politica, trasformisti, figli e cognati, ex portaborse, igieniste dentali e veline varie. Tutti in corsa per una carica non da poco. E non per i ricchi emolumenti, ma per i compiti sempre più delicati che sono assegnati alle regioni. Qui passano le spese per lo sviluppo e il lavoro, i trasporti, l'istruzione, la cultura e la salute dei cittadini. Per questo non possiamo che indignarci di fronte al lungo elenco di candidati “impresentabili” che si propongono, a nord come a sud, a destra come a sinistra. I casi più eclatanti Campania e Calabria. Nella regione che fu di Bassolino c'è un signore, Nicola Cosentino, per il quale diversi giudici hanno chiesto l'arresto per Camorra, che da coordinatore del Pdl ha selezionato i futuri consiglieri. Sull'altro versante, Pd e centrosinistra, c'è un candidato presidente, Vincenzo De Luca, che tra marzo e aprile dovrà sedersi davanti a un Tribunale per rispondere di accuse pesanti, che ha fatto altrettanto. In Calabria non si candida l'ex consigliere coinvolto in fatti di mafia, ma il figlio. Il suo compare, invece, ci mette la faccia. E così tutti gli ex onorevoli regionali coinvolti nell'inchiesta Why Not?. Tutti insieme, allegramente. E' la futura classe dirigente.
BASILICATA
Diciotto liste, sei aspiranti governatori, 430 candidati per una delle regioni più piccole d'Italia dove si fronteggiano Vito De Filippo, governatore uscente del centrosinistra e Nicola Pagliuco, centro-destra. E qualche problema: solito trasformismo meridionale che tocca Italia dei Valori con la candidatura di Rosa Mastrosimone, ex segretara dell'Udeur, chiamata la “pasionaria” di Clemente. Problemi per la candidatura di Luigi Scaglione, capolista di Popolari uniti. Scaglione è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per la Calciopoli lucana.
CALABRIA
Giuseppe Scopelliti, il sindaco di Reggio, fedelissimo di Maurizio Gasparri, che ora tenta la scalata alla poltrona di governatore della Calabria, di fronte a certe candidature ha preferito passare da sprovveduto. A liste già presentate, quando ogni passo indietro è praticamente impossibile, ha letto gli elenchi ed è diventato verde. “Mi giunge notizia che due liste minori della coalizione che mi sostiene avrebbero proposto nella provincia di Cosenza due candidature di persone sgradite a me e ai calabresi”. In Calabria i nomi degli impresentabili sono tanti. I due che hanno colpito il rinnovatotre Scopelliti, sono quelli già denunciati dalla deputata Angela Napoli: Tommaso Signorelli e il giovane rampollo di Franco La Rupa. Signorelli e La Rupa sono entrambi sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa per i collegamenti col clan di Tommi Gentile di Amantea. Per la procura antimafia di Catanzaro, Tommaso Signorelli, ora candidato in una lista socialista, “è il politico di riferimento del clan”. Dal 2004 al 2007 ha favorito il sodalizio mafioso nell'acquisizione di appalti e servizi e nella gestione del porto di Amantea”. Scopelliti non sapeva? A smentirlo è Saverio Zavettieri, l'uomo che ha voluto Signorelli in lista.“Il Pdl sapeva tutto, la proposta di candidare Signorelli è stata trasmessa via e-mail e via fax a tutti i componenti dell'ufficio nazionale di presidenza del Pdl senza alcuna risposta in merito”. Il giovane figlio di Franco La Rupa, ex Udeur, è invece candidato nella lista “Io Sud”. Il papà Franco è ritenuto “politico di riferimento del clan” e “socio occulto del boss Tommaso Gentile” nell'acquisto di una motonave da crociera. Nelle 8 liste che sostengono Scopelliti spicca il nome di Sergio Stancato, Nuovo Psi, fu arrestato mentre era assessore della giunta Nisticò per traffico di rifiuti, anni dopo ne uscì per prescrizione. Buona parte dei consiglieri coinvolti in "Why Not", la maxinchiesta di Luigi de Magistris, sono ricandidati. Agazio Loiero, il governatore uscente, ha chiesto il rito abbreviato e giurato che in caso di condanna si dimetterà. (...per la cronaca, è di oggi la notizia che Agazio Loiero è stato prosciolto. NdR)
CAMPANIA
Se Pd e il centro-sinistra hanno la grana De Luca (due processi da fare per reati gravissimi), il centro-destra non ride, tanto che persino il leader Udc Pierferdinando Casini definisce “squallide” le liste a sostegno di Stefano Caldoro Presidente. Ora nel centro destra è una corsa a prendere le distanze da Roberto Conte, coinvolto in quattro inchieste, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica e già arrestato due volte. Clemente Mastella ricandida la plurinquisita moglie Sandra Lonardo, presidente uscente del consiglio regionale, accusata di associazione per delinquere, peculato, tentata concussione, abuso d’ufficio, falso. E ancora Alberico Gambino, condannato in primo grado e pochi giorni fa in appello a un anno e cinque mesi per peculato, con l’accusa di aver speso quasi 22mila euro con la carta di credito del Comune di Pagani, di cui era sindaco sino a pochi mesi fa [...]
LAZIO
Le liste dei candidati consiglieri sono annodate dagli intrecci di parenti e poteri forti. Anche quelli già messi alla prova. Roma è tappezzata dal faccione di Francesco Storace, già presidente dal 2000 al 2005, già coinvolto nello scandalo Laziogate, alla regione ha lasciato una bella eredità: un buco nella sanità da 10 milioni di euro. A fianco di Renata Polverini anche Roberto Carlino, quello che “non vende case ma solide realtà".Guarda caso i suoi affari sono particolarmente affiatati con il costruttore Francesco Caltagirone, suocero del presidente Udc Pieferdinando Casini. Restando in tema di famiglia, nel listino della Polverini c'è pure Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno, il nipote del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, Carlo De Romanis [...]
LIGURIA
Otto liste per Claudio Burlando , presidente uscente della Liguria, otto per Sandro Biasotti , centrodestra. In quest'ultimo schieramento anche una lista dal nome curioso, "Gente d'Italia oltre la casta". Burlando ha giurato di non voler candidare indagati suscitando le ire del suo competitor che ha giudicato "strumentale" la proposta. Ma scorrendo le liste si trova qualche sorpresa. Marco Meligrati, architetto, è candidato nelle liste che sostengono il candidato Pdl a Savona, ex sindaco di Alassio ha subito una condanna in primo grado per concorso in lottizzazione abusiva. Sergio Catozzo, un ex Dc ora candidato col centrodestra, è stato condannato in primo grado per aver violato nel 2000 le norme che regolano la presentazione delle liste elettorali. Angelo Barbaro, centrodestra, è indagato per falso in atto pubblico. Non ricandidati dal Pd, invece, l'ex assessore Giancarlo Cassini e il consigliere Vito Vattuone per la vicenda dei 30 milioni del fondo regionale di sviluppo.
LOMBARDIA
Roberto Formigoni – in caricadal1995 – si candida per la quarta volta alla presidenza. Gianluca Rinaldin, il consigliere regionale del Pdl coinvolto in un’inchiesta giudiziaria a Como, con l’imputazione di truffa aggravata e falso in atto pubblico, sarà comunque ricandidato nonostante l’inchiesta in corso. E sarà in lista a Pavia, con il Pdl, Giancarlo Abelli, ras della sanità lombarda, non indagato ma assai chiacchierato per via delle disavventure giudiziarie della moglie Rosanna Gariboldi legate alla vicenda bonifiche del quartiere Santa Giulia.
MARCHE
Nella coalizione ex centro-sinistra ora Pd-Idv-Udc-Verdi-Api: Dino Latini che da sindaco di Osimo invitava il fondatore di Forza Nuova Roberto Fiore e Udo Voigt segretario della formazione neonazista NPD, negando la Piazza alle forze antifasciste e l’ingresso in consiglio comunale al rappresentante degli extra-comunitari. Oltre a Mauro Gionni, Pd, difensore del boss Pippo Calò, il cassiere della mafia. Ovviamente anche i mafiosi hanno diritto alla difesa ma gli avvocati possono scegliere i loro clienti.
PIEMONTE
Angelo Burzi, attuale capogruppo del Pdl piemontese in Consiglio regionale. Ex assessore al bilancio della giunta Ghigo e oggi candidato a sostegno di Roberto Cota, Burzi, lo scorso 23 novembre, è stato rinviato a giudizio per una storia di tangenti e sanità.
Colpo di genio, però, pochi giorni fa: alla ripresa dell’udienza, il legale di Burzi ha chiesto al Tribunale un rinvio del dibattimento “per motivi elettorali”. Folta la schiera di ex socialisti in entrambi gli schieramenti. In lista con Cota figura Angelo Mastrullo, vecchia conoscenza del garofano: il suo nome si lega alle cronache degli anni ’80, quando fu arrestato (ma poi prosciolto) per una vicenda di tangenti su appalti e forniture a vari ospedali torinesi. Nel centrosinistra ecco Luigi Sergio Ricca, nominato da Mercedes Bresso assessore al commercio nel 2008, quando un rimpasto della Giunta permise alla “zarina” di superare le riserve sul suo conto suscitate a inizio mandato. Ricca, ex presidente della Provincia di Torino, si dimise nei primi anni ’90 dopo aver patteggiato una condanna per finanziamento illecito, confermando ai giudici di aver ricevuto 120 milioni di lire in contanti da un agente dell’Ina-Assitalia.
PUGLIA
Torna alla carica Cosimo Mele, detto Mimmo, l'ex deputato divenuto famoso – mentre era in Parlamento in forza all'Udc – per la notte brava all'hotel Flora di Roma e i successivi verbali rilasciati all'autorità giudiziaria. Era l'estate 2007 quando Mele affittò una suite in albergo, dove si trattenne con una escort, che però ebbe un malore, riconducibile all'uso di stupefacenti. Oggi Mele - che sostiene il candidato centrista Adriana Poli Bortone - si candida nella lista “Io Sud – Mpa”. Tato Greco , invece, supporta il candidato del Pdl Rocco Palese. Parliamo dello stesso Greco che, la procura di Bari, indaga per associazione a delinquere. I pm ritengono che sia stato socio occulto di GianpiTarantini, il re delle protesi sanitarie che portò Patrizia d'Addario da Berlusconi.
TOSCANA
A Prato il capolista è Alberto Magnolfi, ex assessore socialista alla Sanità ,che – accusato di corruzione nel 1994 per aver incassato una tangente da trenta milioni di vecchie lire – patteggiò la sentenza di condanna. Ora è al fianco della candidata a presidente Monica Faenzi, l’ex sindaco di Castiglione della Pescaia, resa famosa dai suoi attacchi a Romano Prodi, reo di passare le vacanze nel suo comune senza passare a salutarla. Nel Pd c’è il consigliere uscente Gianluca Parrini, indagato per abuso d’ufficio nella “appaltopoli” di Barberino del Mugello: grandi opere come la variante di valico e la terza corsia dell’Autosole. Nelle intercettazioni saluta con il proverbiale “ciao compagno” l’imprenditore che avrebbe aiutato nella ricerca di autorizzazioni per l’apertura di nuove cave.
UMBRIA
In lista con l’Udc l’ex presidente della provincia di Perugia (all’epoca nella Margherita) Giulio Cozzari, la cui giunta venne travolta due anni fa dallo scandalo dei presunti appalti pubblici truccati: ammise di aver pensato alle dimissioni, ma di averci anche ripensato per evitare la “distruzione totale dell’ente provincia”.
VENETO
Il candidato alla presidenza Luca Zaia non ha le idee chiare, nei giorni scorsi ha annunciato alla nazione: “Se vinco le regionali, mi dimetto dalla carica di ministro”. Dal momento che i due ruoli sono incompatibili non pare un grande sforzo. Intanto a Padova anche le firme di tre persone decedute sono comparse tra i sottoscrittori della lista provinciale del Pdl.
(da Enrico Fierro - L'AnteFatto)
(A cura di: Sandra Amurri, Giampiero Calapà, Stefano Caselli, Enrico Fierro, Vincenzo Iurillo, Antonio Massari e Paola Zanca)
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