Goebbels aveva raggiunto una tale insofferenza per la cultura, da essere arrivato a pronunciare la famosa frase: "...se qualcuno mi parla ancora di cultura, io tiro fuori la pistola...". Io sto maturando la stessa insofferenza goebbelsiana non già per i "ggiovani", ma per il giovanilismo "a prescindere", che sembra diventato l'elisir che si vendeva nelle fiere di paese durante la festa del Santo Patrono, sulle bancarelle, e che serviva a curare tutti i mali (la gotta, la sciatica, la malaria, e persino il mitico "ginocchio della lavandaia"). Comincio a nutrire una certa insofferenza verso questo elisir, sia che a cercare di vendermelo siano dei signori piuttosto in età, sia che si tratti di "ggiovani".
Nella prima categoria rientra a pieno titolo l'amico Paolo Flores d'Arcais, che alla tenera età di 66 anni, come il professore dell'omonimo film, si innamora solo di Lolite e affini (si tratti di di girotondini, o di grillini del vaffanculo, o di "violini" dei vari No-Qualsiasicosa-Day).
Nella seconda categoria rientrano i "ggiovani themselves", che spesso, in pieno conflitto d'interessi, chiedono potere per se stessi, magari senza essersi prima preoccupati di fornire un accurato elenco dei propri "achievements".
Eppure l'obiezione a questo nuovo "razzismo di genere" mi sembra facile facile: Esistono anziani intelligenti ed anziani coglioni, esattamente come esistono giovani intelligenti e giovani coglioni. Insomma, nel mondo c'è posto (cito alla rinfusa), per la Montalcini e per Gustavo Selva, per la Serracchiani e per Caruso, per Vasco Errani e per Pili, per Pietro Ingrao e per Fitto... No, decisamente non credo che la giovane Irene Pivetti sia stata una Presidente della Camera lontanamente assimilabile a tale Nilde Iotti. Così come, specularmente, non credo che cambierei la Poli Bortone con Donna Assunta Almirante.
In questo quadro, provo un crescente fastidio per una parte della redazione del "Fatto" (giornale che peraltro globalmente apprezzo, e molto), per questa sorta di "lolitismo politico" senza se e senza ma, che si va affermando in una bella fetta di redazione. Niente paura. Non è il mio "solito articolo" contro grillini e sanprecari. E' qualcosa di molto specifico. Un articolo, ad esempio, della pur brava Wanda Marra, del 13 aprile, che ho tenuto in freezer in questi giorni, perchè altri fatti incalzavano. L'articolo, di cui pubblico ampi stralci, si intitola "Mille giovani per il PD". Chi sono questi mille salvatori della Patria? Chi li ha scovati? dove? come? cosa hanno dimostrato di saper fare, finora?
Vediamo di capirci qualcosa, intanto leggendo l'articolo della Marra:.
Mille giovani per scalare il Pd
(di Wanda Marra - Il Fatto - 13/04/2010)
Riusciranno i nostri eroi a inoculare il germe del cambiamento all’interno di quel Partito democratico che si mangia un leader dopo l’altro, che “tutto sommato” pensa sempre di non aver perso del tutto, e che continua a ripiegarsi sul dibattito interno? La domanda sorge spontanea di fronte all’iniziativa dei Mille. Un gruppo di giovani, capitanati da Giuseppe Civati, già noto per aver messo insieme i piombini (che poi lanciarono la candidatura di Ignazio Marino) e che solo un paio di settimane fa ha dichiarato al Fatto quotidiano: “Servono altri due Vendola per ripartire: uno al nord e sono io e l’altro al centro ed è il sindaco di Firenze Matteo Renzi”.
Classe 1975, consigliere regionale rieletto in Lombardia, Civati questa volta ci riprova partendo dalla Rete. Con un [blog], un gruppo Facebook, [Andiamo Oltre], e un indirizzo di posta elettronica. E Mille sono, appunto, quelli che si erano iscritti al gruppo Fb fino al 12 aprile (1800 circa ad oggi - NdR). Nell’era del lavoro precario, Civati e i suoi (tra loro, “giovane nell’anima”, anche l’ex Consigliere lombardo, Carlo Monguzzi, verde passato al Pd - secondo i maligni per avere una candidatura in lista alle Regionali, che poi non ha ottenuto) (...Carlo Monguzzi, un giovane di 59 anni - NdR) stabiliscono un curioso co.co.pro. Un progetto di 3 mesi, che si svolge lungo 3 direttrici: partire alla riconquista del Nord, cercando di rovesciare la disinformazione della Lega (...come? col blog? col gruppo facebook? il Civati sorvola. NdR) e ricominciando dal radicamento sul territorio; costruire un “partito dei giovani”, ma - niente paura per i vertici (almeno stando alle dichiarazioni ufficiali) - non dei “giovani dirigenti”; riscoprire il sud. (...meno male... si accontentano
di partire da militanti, questi ggiovani! Non pretendono mica di
partire da Amministratori Delegati! è già qualcosa. NdR)
Obiettivo, redigere il "Manifesto del Partito dei Giovani" (...oddio... NOOO!!!...) Partendo dal presupposto che gli under 40 votano sempre meno per il Pd. E senza prendere in considerazione le vicende interne del partito (...ma glielo hanno spiegato, al ggiovane Civati, che i partiti sono fatti al 90% dalle loro "vicende interne"?...) ma soltanto i progetti e le proposte da fare al paese. "La proposta di Prodi di un partito federale? È ragionevole, io la condivido, ma andava posto durante il congresso del Partito - dichiara Civati - io sono della scuola che meno se ne parla di rinnovamento e più ce la possibilità di farlo" (...non si direbbe, a giudicare dai comportamenti del Civati, che parla... parla proprio tanto. Fra lui e Renzi è una bella gara. NdR).
Il risultato di questo contratto a progetto, dunque, alla fine sarà consegnato al segretario. "Nel frattempo, sono diventato bersaniano", ci tiene a dire Civati. Per arrivare alla stesura del Manifesto, sarà utilizzata non solo la rete, ma anche momenti di incontro, aperti a chiunque voglia partecipare. Sabato scorso all’iniziativa "Andiamo oltre" a Milano si sono incontrati in 300-400 persone, di circa 30 anni (...caspita!...). Si replica sabato prossimo a Roma. (...il ggiovane Civati dimentica di raccontarci quali idee abbia prodotto il brain-storming di Milano. Pazienza. Magari farà un forfait con quello di Roma. NdR)
Si legge sul blog dei Mille, a proposito del Pd, che ci sono due opposte opinioni relative al partito: "La prima è che possa diventare un rivoluzionario meccanismo di cambiamento e rinnovamento della politica e della società italiane, avvilite da anni di pigrizie, egoismi e scarsa lungimiranza. La seconda è che rischi già di diventare invece ciò da cui si dovrebbe emancipare: la riproduzione di un sistema di autoconservazione di un establishment che ha avuto dei meriti e delle intelligenze, ma che ha smesso di trarne frutto da un pezzo". E dunque, "questo è il sito di quelli che non si sono ancora rassegnati a far prevalere la seconda opinione". (...tutti, appena mettono mano ad una tastiera, vogliono fare "rivoluzionari meccanismi di cambiamento". Nessuno si sforza di spiegarci in cosa consistano. "Sta per scoppiare la rivoluzione, e non so cosa mettermi...")
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Questo l'articolo del "Fatto". Ora passiamo alle nostre considerazioni, partendo da questa patetica frase del ggiovane Civati:
"...servono altri due Vendola per ripartire: uno al nord e sono io, e l’altro al centro ed è il sindaco di Firenze Matteo Renzi”.
Di Matteo Renzi ho già scritto l'anno scorso, un post che vi raccomando di rileggere, o di leggere se non lo avete fatto quando è stato pubblicato: [Matteo Renzi: La Scoria siamo noi]. Per comodità riporterò in parte, in calce, questo post.
Dunque, Civati: con grande sprezzo del ridicolo, indica innanzitutto se stesso come uno dei candidati-salvatori dell'Italia. Gli altri sono il giovane Renzi al Centro, ed il giovane Vendola al Sud. Così. Ha scelto Civati. Si è fatto le primarie nel tinello di casa sua, ed ha vinto.
Vendola, Renzi e Civati. Quando si dice la democrazia partecipativa. Vorrei solo ricordare al giovane "talent-scout" di se stesso, il giovane Civati (classe 1975) che Vendola ha già provato di essere qualcuno, e di avere palle ed esperienza. Vendola, nonostante il viso fresco, ha 52 anni. Lo sapeva, Civati? Fa politica attiva - iniziata dalla gavetta, e non da salvatore dell'Italia - da quando i Civati e i Renzi non erano ancora nati. L'altro ggiovane sodale di Civati, Monguzzi, di anni ne ha 59.
Tanto per confronto fra ggiovani e ggiovani: il ggiovane Vendola (che, per inciso, stimo moltissimo), ha 52 anni; Barack Obama è stato eletto Presidente a 49 anni; Bill Clinton a 46 anni; Tony Blair e Zapatero a 44 anni; Aznar a 43. Dunque, d'accordo ggiovani, ma allora Vendola e Monguzzi cosa c'entrano?
Ma per restare ai ggiovani propriamente detti, ed in particolare al Civati, auto-nominatosi "ggiovane per il Nord": classe 1975, nato a Monza, laureato in Filosofia nel 1998, consigliere comunale a Monza a 22 anni, poi segretario monzese dei DS, dal 2005 consigliere regionale dei DS. Insomma, per il momento, sembra aver ricevuto dai DS e dal PD più di quanto lui non abbia dato, visto che né il monzese, né la Lombardia in generale, possono definirsi delle roccaforti della sinistra. Ma ecco l'atout formidabile: "...dal 2004 gestisce un seguitissimo blog in cui affronta prevalentemente tematiche connesse con il dibattito politico..." (...caspita... mi viene in mente il Pancho Pardi dell'autunno 2007, che andava in tutti i talk-show sul grillismo a spiegare che i girotondi erano morti perchè non avevano un blog, mentre il grillismo sarebbe durato in eterno perchè "dietro aveva un blog". NdR)
Wikipedia ci informa che "...dopo le dimissioni di Walter Veltroni del 17 febbraio 2009 dalla presidenza del PD, Civati è risultato a sorpresa il secondo più votato dai partecipanti al sondaggio online del settimanale l'Espresso per la scelta del nuovo leader del partito. Viene considerato uno degli esponenti di punta tra i cosiddetti "trentenni" che potrebbero guidare il ricambio generazionale del Partito Democratico. (...da chi "venga considerato" non è dato sapere. né l'Espresso, né Civati, né Wikipedia, né Il Fatto ce lo spiegano. NdR)
Nel luglio del 2009 diventa il coordinatore nazionale della Campagna Elettorale di Ignazio Marino in vista del Primo Congresso e della Primarie del Partito Democratico. Come è noto, a quelle primarie, nonostante il mio voto, e l'apporto del cervello di Civati, Marino alle primarie arriva ultimo (e me ne dispiace) ben lontano sia da Bersani che da Franceschini.
Comunque la entusiasta Wanda Marra ci spiega che Civati i "Mille" li ha trovati in rete, ed esattamente su Facebook, e sono gli aderenti alla sua fan-page; che gestisce dal 2004 un blog molto frequentato, e che ha persino in indirizzo email online.
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MA ALLORA MI POSSO CANDIDARE ANCH'IO A GUIDARE IL PD! (...magari falsificando leggermente la data di nascita sulla carta d'identità...). Vediamo: il gruppo di Civati oggi raccoglieva non Mille aderenti, ma 1800. Ma anch'io amministro dei gruppi da me creati, ed ho una "fan-page"... Vediamo se posso competere con Civati alla per la guida del PD.
Iniziamo da Facebook: quanto a numero di "amici", mi batte: io ne ho poco più di 4000, lui ne ha quasi 5000. Poi, come abbiamo detto, [Andiamo Oltre] (peccato che non ci dica oltre cosa), con circa 1800 iscritti.
Anch'io ho dei "gruppi" e una fan-page. La fan-page "Tafanus" ha 840 fans; poi ci sono i "followers del nostro blog sull'applicazione di facebook (Networkedblogs), che sono circa 400; Poi ci sono i "Gruppi": "Italia Mostra" (circa 100 iscritti), "Paolo Farinella for Secretary (chiuso, circa 200 iscritti), "Minzolini Direttore della Gazzetta di Cocomaro di Cona" (circa 200 iscritti), "Amici del Tafanus" (circa 900 iscritti), "Il Partito del Non-Amore" (oltre 1200 iscritti), "Giù le mani da RaiTre" (oltre 4200 iscritti). Ecco, potrei fare un merger della fan-page e dei vari gruppi, e concentrare il tutto in un bel gruppetto da 8.000 iscritti, e guadagnarmi la considerazione di Pancho Pardi e di Wanda Marra come credibile candidato alla guida del PD. Peccato quel maledetto handicap dell'età... secondo i parametri civatiani, sono abbondantemente fuori target! Sarà per la prossima vita.
Però ho un blog! anch'io, come Civati! Il suo è un po' più frequentato del Tafanus (3500 accessi contro 2800), ma è anche più datato come nascita, e gode di maggiori supporti: datemi ancora un paio d'anni, un appoggino da MicroMega, un sostegnino dal "Fatto", e forse anch'io ce la posso farcela, a competere col Civati!
Ma bando agli scherzi: è ovvio che "non ho l'età", non ho la voglia, non ho la forza. Ma, adottando i parametri nella "New Web Generation", alla Pardi, alla San Precario, alla Civati, ...basta un blogghe e un par de scarpe nove, e poi girà tutto er monno... e m'accompagno da me...
Esticazzi! Se questi sono quelli che dovrebbero tirarci fuori dalle sabbie mobili, siamo conciati proprio male! Questa deificazione della rete sta producendo danni. Ma davvero questa gente è convinta che basti un click su una fan-page per essere DAVVERO fan di chicchessia? O che il lavoro sul territorio, nelle fabbriche, nelle scuole, possa essere sostituito dal cazzeggio in rete o da un blog? E davvero si pensa che avere trent'anni sia un valore per se? E con questo ritorno al tema iniziale: ci sono giovani coglioni e giovani intelligenti, ci sono vecchi ai quali l'età ha portato solo rincoglionimento (prendiamo come esempio il sottoscritto, per non offendere nessuno), ed altri ai quali l'età ha dato saggezza, accumulo d'esperienza, forza interiore. Ne potrei citare decine senza fare scavi archeologici su Wikipedia).
Consiglio a tutti (anziani e ggiovani) di abbandonare l'idea che la rete possa sostituire tutto, anche le gambe, le scarpe, le scale a pioli, le sezioni). E di non dirci che "hanno un blog". Lo può avere chiunque. Ci dicano quale apporto loro abbiano dato alla società, dentro e fuori dal blog. Quali sono le loro idee. Perchè sono giuste. Come intendono portarle avanti. Col supporto di chi. Se davvero il Civati pensa che sia sufficiente un blog da 3500 accessi ed un Gruppo da 1800 iscritti su facebook per entrare a far parte (col giovane Renzi e con Vendola) del Triumvirato Italiano del PD, ha veramente capito poco, molto poco, della politica italiana.
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APPENDICE: sul "ggiovane Renzi", che sembra essere un altro "punto cospicuo" del pensiero politico di Civati, avevo scritto un post nel marzo del 2009, quando, sull'onda del ggiovanilismo, sembrava che la salvezza del PD fosse da ricercare nel ggiovane Renzi stesso, sul quale si facevano dibattiti TV. Qualcuno si era spinto fino al punto di non ritorno, parlandone come "dell'Obbbama 'de noantri". Non ero molto d'accordo su questa ondata d'entusiasmo (presto esauritasi) e l'ho scritto, spiegando anche il perchè. Non pretendo che la gente si ricordi di ciò che ho scritto, quindi riporto il post stesso, che riscriverei ancora oggi, senza cambiare altro che la data. Tafanus
Matteo Renzi: La Scoria siamo Noi
Dopo la disfatta elettorale in Sardegna, e le dimissioni di Veltroni,
molti - incluso il Sig. Viegi, che ha sostituito Mentana alla guida di
Matrix - si erano lanciati alla ricerca dell'Obama italiano, al quale
affidare la salvezza della sinistra in Italia. Ricerca disperata, per il
semplice motivo che in Italia un Obama non c'è. Tanto è vero che cerca,
cerca, alla fine viene fuori un Carneade, tale Matteo Renzi da Firenze, sul quale
si scatena l'interesse non solo di tale Viegi su "Time", ma anche de
"La7", area Omnibus.
Il
can can che si solleva per non meno di un paio di giorno su questo
novello "Obbbama de noantri" è tale, che alcuni lettori del Tafanus
scoprono , quasi con un senso di colpa, di non saperne niente, e
chiedono lumi. Il Tafanus. per sapere chi sia questo fenomeno nuovo
della politica, non deve fare molta strada, o scavare faticosamente nel
suo passato. Gli basta andare nel posto più facilmente raggiungibile (il
sito web dello stesso Renzi), per smascherarne la tronfia
self-consciousness, fondata su qualche palla di troppo, e su un marcato
spirito da leaderino da oratorio parrocchiale. Sui commenti agli
off-topics del 22 febbraio, alle domande di alcuni lettori, rispondevo
con questi commenti:
"...Renzi
l'ho sentito qualche giorno fa in un dibattito. Credo che accostarlo ad
Obama sia quanto meno un'imprudenza... Io mi sono fatto un giudizio,
che ieri mattina ho sentito condividere da diversi giornalisti, sulla
trasmissione antelucana de "La7": Renzi è un giovane che dice bene, con
verve ed irruenza, cose di assoluta banalità. Se proprio dovessi
esprimermi basandomi sul poco che ho visto... pollice verso! [...]
scusate, ma io faccio sempre fatica ad entusiasmarmi troppo e troppo
alla svelta di chi non conosco. L'articolo di Time su Renzi è scritto da
tale Viegi, meglio noto come fotografo che come giornalista e/o
analista politico. Dal sito dello stesso Renzi traggo delle notizie che
mi lasciano, a dir poco, "perplesso". Eccone un pot-pourri:
-1) [E’ dirigente
d’azienda: nel 1994 ha fondato la Chil srl, società di Marketing Diretto
di cui ha poi ceduto le quote, azienda che ad oggi ha quattro sedi
(Bologna, Genova, Roma, Rignano sull’Arno) e una quindicina di
dipendenti, con un fatturato di 3 milioni di euro. In Chil si occupa di
coordinamento e valorizzazione della rete, nella gestione di oltre
duemila collaboratori occasionali in tutta Italia]
-2) [Il 7 giugno del
2003 dopo la campagna di tesseramento si è svolto il I° Congresso
Provinciale de La Margherita, che lo ha visto rieletto, al termine di un
duro scontro interno, con una maggioranza del 90% ]
-3) [Renzi è impegnato
anche nel settore dell’Associazionismo Cattolico, in particolar modo
nell’Agesci, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani]
-4) [Ha scritto,
insieme a Lapo Pistelli, il testo di formazione politica “Ma le giubbe
rosse non uccisero Aldo Moro” (1999) ed è uno dei coautori, sempre
assieme a Lapo Pistelli, di “Mode – Guida agli stili di strada e in
movimento”]
Ed ecco i miei "cattivi pensieri":
-1)
E' "dirigente d'azienda"??? perchè ha fondato, a 19 anni, un'"azienda",
che poi ha ceduto? ("poi" quando, a chi? perchè? per quanti euri?) E'
iscritto all'INPDAI come dirigente d'azienda? e con tre milioni di euro
di fatturato mantiene quattro sedi? ed oltre che mantenere quattro sedi
paga quindici dipendenti, e si avvale di "oltre duemila collaboratori
occasionali"??? Tenendo conto che con quei tre milioni deve pagare anche
costi fissi per quattro sedi e quindici dipendenti, quanto cazzo potrà
dare, all'anno, agli "oltre duemila collaboratori esterni"? Un bancomat da 250 euri?
-2)
Come si fa ad essere rieletto con "oltre il 90% dei voti" dopo un "duro
scontro interno"? Dopo un duro scontro, in genere si viene eletti con
una maggioranza risicata (sintomo del duro scontro), e non con una
maggioranza bulgara.
-3)
Preferisco i cattolici impegnati nella Caritas, che non quelli
impegnati nello scoutismo. Mi è sempre rimasta impressa una definizione
dello scoutismo, di cui non ricordo l'autore: "...i boy scouts sono dei
bambini vestiti da cretini, condotti da un cretino vestito da
bambino..."
-4)
Lapo Pistelli... Lapo Pistelli chi? quello inquisito per le telefonate
"strane" con Romeo?
Insomma, più che un novello Obama (quanta fretta, Viegi...) mi sembra
uno che fin dai tempi del liceo (o forse dell'asilo?) si è "iscritto
giovanissimo alla direzione del Partito", come qualcuno diceva
malignamente di D'Alema...
Ora,
alla prima prova neanche troppo impegnativa, l'obbbama de noantri
rivela tutta la sua statura da micro-ex-democristiano. E' bastato che
qualcuno proponesse di dare a Beppino Englaro la cittadinanza onoraria
di Firenze, ed il democristiano che è in Matteo Renzi è saltato fuori
con inusitata rapidità e violenza. Mi ha riportato alla memoria certe
piccole bare-giocattolo, ricordo d'infanzia: si apriva la piccola bara,
facendo scorrere il coperchio, e all'improvviso si rizzava, spinto da
una potente molla, un cazzo di proporzioni ciclopiche. Il cazzo del
morto.
Ecco,
il piccolo uomo nominato dalla componente DC del Partito Democratico
Presidente della Provincia di Firenze, al primo scoglio ideologico
apparso nel suo limitato orizzonte, ha preso la mira ed è andato a
sbattere. Gli obbbama non nascono attorno al calcio-balilla degli
oratori. Nascono nelle Università di prestigio, nel lavoro a favore
delle classi disagiate, nella palestra degli studi legali. Nascono dalla
lotta politica che si conduce per conquistare un seggio al Senato:
seggio che non viene regalato dalla Margherita di turno, come la
poltrona di Presidente della Provincia, ma che ci si deve conquistare
voto per voto, casa per casa.
E' vero. La proposta di dare la cittadinanza onoraria a Beppino era
"solo" una provocazione. Ma proprio per questo non ci sarebbero state
ragioni serie per mettersi di traverso, se non quella, di puro stampo
post-democristiano, di non dispiacere al proprio "donatore di poltrone",
il Prode Cicoria.
Per
i dettagli su questa squallida storia si politica da sacrestia rinviamo
all' articolo
del Corsera
P.S.: mentre
terminiamo di scrivere queste poche, sconfortate e sconfortanti righe,
apprendiamo che Obama (quello vero, con una sola "b") ha appena ottenuto
l'approvazione della legge che riapre i finanziamenti alla ricerca
sulle cellule staminali, fregandosene nella maniera più assoluta dei
grugniti dell'Osservatore Romano. Tafanus____________________________________________________________________________
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