Dopo i bambini messi a pane e acqua da una stronza "padana" di 38 anni, era arrivato il prode sindaco di Adro, che aveva ordinato di far uscire dalla scuola i bambini morosi durante le due ore della refezione. Su questo episodio, avevamo pubblicato [un post] dal titolo "La saga degli imbe-celtici", di cui riportiamo, per memoria, l'incipit:
Continua, implacabile, la "Saga degli Imbe-Celtici"
Ma con questa razza d'imbe-celtici non è mai finita. Non abbiamo ancora digerito l'episodio precedente, che ne arriva uno, se possibile, ancora peggiore. Protagonisti sempre questi stronzi che stanno avvelenando ciò che resta (e non è molto) di civiltà e di cultura dell'accoglienza e del sostegno ai ceti deboli. L'episodio ce lo racconta il Manifesto. La genìa d'imbecilli alla quale appartengono i "personaggi ed interpreti" è sempre la stessa: leghisti doc, cresciuti alla scuola di chi fa pisciare i maiali sul terreno dove dovrebbe nascere una moschea. Quelli del "brutt terun torna a cà tua"; quelli che le panchine dai giardinetti le togliamo, perchè altrimenti gli immigrati hanno un posto dove sedersi dopo il lavoro [...]
Ma poichè, per fortuna, ogni genìa d'imbecilli deve sopportare una certa quota di persone perbene (persino ad Adro), è saltato fuori, come nelle favole, un signore che, con un gesto tanto più nobile perchè anonimo, ha ripianato i debiti delle famiglie morose. accompagnando il gesto con una lettera che dovrebbe far riflettere tutti, ma soprattutto le sciurette di Adro che abbiamo visto ed ascoltato, con raccapriccio, in TV. Ecco il testo della lettera:
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
# Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
# So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro al mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala? E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta! I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
Ma poichè, per fortuna, ogni genìa d'imbecilli deve sopportare una certa quota di persone perbene (persino ad Adro), è saltato fuori, come nelle favole, un signore che, con un gesto tanto più nobile perchè anonimo, ha ripianato i debiti delle famiglie morose. accompagnando il gesto con una lettera che dovrebbe far riflettere tutti, ma soprattutto le sciurette di Adro che abbiamo visto ed ascoltato, con raccapriccio, in TV. Ecco il testo della lettera:
A scanso di equivoci, premetto che:
# Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
# So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro al mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala? E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta! I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto. Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce. Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
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Confesso che il rileggere questa lettera parola per parola, per impaginarla perbenino, mi ha creato momenti di commozione e di sensi di colpa, perchè mi ha costretto a chiedermi se DAVVERO io abbia SEMPRE fatto tutto ciò che avrei potuto fare per gli altri. Questa lettera è una grandissima lezione di civiltà. Dovrebbe essere letta, per disposizione del Ministro Gelmini, in tutte le scuole della Repubblica Italiana (Padania inclusa). La Gelmini non lo farà. Anzi, sono sicuro che farà discrete pressioni affinchè ciò non avvenga. Ed allora facciamolo noi. Facciamola circolare, questa lettera, che vale quanto un corso quinquennale di educazione civica.
Il seguito è, almeno in parte, noto. Le "brave mamme" di Adro hanno protestato. Poichè certamente fra i quaranta che non pagano la retta c'è certamente qualche furbetto, allora hanno espresso il proposito di smettere di pagare anche loro. Che questo stronzo di benefattore, che sporca la loro immagine di "itagliani bbrava ggente" paghi per tutti, o per nessuno. La cultura dell'egoismo del sindaco leghista di Adro ha fatto scuola, e ha fatto danni, irreversibili, nella testa della gente.
A queste stronze non è venuto in mente che la furbizia disonesta di alcuni non si pareggia con l'onesta indigenza di altri. La giustizia si rincorre scovando e denunciando al pubblico lulibrio ed alla più vicina sede della GdF i disonesti, non diventando TUTTI disonesti. I falli di reazione non sono ammessi, né nel calcio, né nella vita.
Ma la cultura di queste stronze si è formata anche sugli insegnamenti del LORO giornale, quel "Libero" che fu già di Littorio Feltri, e che oggi è caduto, se possibile, ancora più in basso, sotto la direzione della iena ridens Maurizio Belpietro, che oggi pubblica un osceno articolo, di cui trascrivo l'incipit:
"...debbo confessare ai lettori l’estremo imbarazzo che provo in questi giorni: vedere gli articoli dedicati ad Adro, paesotto bresciano balzato agli onori della cronaca perché il sindaco leghista ha sospeso la mensa scolastica a chi non paga, mi dà un senso di repulsione. Non verso il primo cittadino o gli abitanti del piccolo comune, ma nei confronti di molti miei colleghi giornalisti, i quali seduti comodi alla loro scrivania commentano fatti che appena conoscono, emettendo sentenze di razzismo e intolleranza contro un’intera comunità, la quale non ha alcuna colpa, se non quella di pretendere il rispetto delle regole [...]
Qui nessuno ce l’ha con gli stranieri in quanto tali, che sono centinaia, spesso ben inseriti e ormai sfiorano il dieci per cento della popolazione. Non c’entra niente la stella gialla sul braccio degli ebrei, come qualcuno ha scritto cercando di approfittare del caso per sistemare vecchie beghe locali. Semplicemente la gente del posto non ci sta a farsi prendere per il naso: se c’è un servizio a pagamento, è giusto che tutti paghino [...]
L'articolessa di questo esimio rappresentante del "Partito dell'Ammmore" prosegue spiegando urbi et orbi che il provvedimento del semianalfabeta di Adro avrebbe addirittura un alto valore formativo, perchè è bene che i bambini imparino da subito, e se ne facciano una ragione, che le diseguaglianze esistono, fanno parte della vita, e che (ma questa è una mia arbitraria interpretazione) chi ha i piedi al caldo se li tenga al caldo, e gli altri si fottano. E meglio se imparano questa regola fin da subito. Chi ha i piedi al freddo, è meglio che impari che queste cose accadono din dall'asilo o dalle elementari. Da grandi, saranno certamente leghisti migliori, più trucidi rappresentanti del partito dell'amore. Per i soldi e per i privilegi.
A Belpietro non viene in mente che, se è vero (e non ho motivo di dubitarne) che fra i quaranta ci siano alcuni figli di benestanti furbetti, la cura non consiste nell'umiliare i bambini, ma nello scovare ed umiliare i grandi.Libero non è nuovo a questi metodi. E' un giornale - non dimentichiamolo - che ha messo i piazza i nomi di "affittopoli" (solo quelli di sinistra, però scordandosi dei Tatarella padre e figlio, dei Buttiglione...), ed ha messo in piazza, con nome, cognome, indirizzo, i nomi di PRESUNTI pedofili, rovinando la vita a molti che poi sono risultati innocenti.
Per un grande giornale come Libbbero non dovrebbe essere difficile, in un piccolo paese come Adro, avere l'elenco degli insolventi. E' un atto pubblico, visto che la notifica di morosità è stata consegnata alla luce del sole ai bambini interessati, marchiandoli d'infamia. I prodi giornalisti di Libbbero non avranno difficoltà ad accedere (anche quelli sono atti pubblici) alle dichiarazioni dei redditi degli insolventi, e neppure ad indagare, in una piccola comunità, sul mestiere, la macchina, la casa, le vacanze dei sospetti furbetti. Lo faccia, Belpietro. Si spenda, per una volta, in favore di una causa non classista, non belluina, non da "servente" al suo donatore di poltrona. Forse allora potrà sfoggiare il suo sorriso da parèsi facciale.
Faccia, per una volta, un'azione d'informazione vera, di cui non debba vergognarsi lui, e di cui non dobbiamo vergognarci noi.
Tafanus
Il seguito è, almeno in parte, noto. Le "brave mamme" di Adro hanno protestato. Poichè certamente fra i quaranta che non pagano la retta c'è certamente qualche furbetto, allora hanno espresso il proposito di smettere di pagare anche loro. Che questo stronzo di benefattore, che sporca la loro immagine di "itagliani bbrava ggente" paghi per tutti, o per nessuno. La cultura dell'egoismo del sindaco leghista di Adro ha fatto scuola, e ha fatto danni, irreversibili, nella testa della gente.
A queste stronze non è venuto in mente che la furbizia disonesta di alcuni non si pareggia con l'onesta indigenza di altri. La giustizia si rincorre scovando e denunciando al pubblico lulibrio ed alla più vicina sede della GdF i disonesti, non diventando TUTTI disonesti. I falli di reazione non sono ammessi, né nel calcio, né nella vita.
Ma la cultura di queste stronze si è formata anche sugli insegnamenti del LORO giornale, quel "Libero" che fu già di Littorio Feltri, e che oggi è caduto, se possibile, ancora più in basso, sotto la direzione della iena ridens Maurizio Belpietro, che oggi pubblica un osceno articolo, di cui trascrivo l'incipit:
Qui nessuno ce l’ha con gli stranieri in quanto tali, che sono centinaia, spesso ben inseriti e ormai sfiorano il dieci per cento della popolazione. Non c’entra niente la stella gialla sul braccio degli ebrei, come qualcuno ha scritto cercando di approfittare del caso per sistemare vecchie beghe locali. Semplicemente la gente del posto non ci sta a farsi prendere per il naso: se c’è un servizio a pagamento, è giusto che tutti paghino [...]
L'articolessa di questo esimio rappresentante del "Partito dell'Ammmore" prosegue spiegando urbi et orbi che il provvedimento del semianalfabeta di Adro avrebbe addirittura un alto valore formativo, perchè è bene che i bambini imparino da subito, e se ne facciano una ragione, che le diseguaglianze esistono, fanno parte della vita, e che (ma questa è una mia arbitraria interpretazione) chi ha i piedi al caldo se li tenga al caldo, e gli altri si fottano. E meglio se imparano questa regola fin da subito. Chi ha i piedi al freddo, è meglio che impari che queste cose accadono din dall'asilo o dalle elementari. Da grandi, saranno certamente leghisti migliori, più trucidi rappresentanti del partito dell'amore. Per i soldi e per i privilegi.
A Belpietro non viene in mente che, se è vero (e non ho motivo di dubitarne) che fra i quaranta ci siano alcuni figli di benestanti furbetti, la cura non consiste nell'umiliare i bambini, ma nello scovare ed umiliare i grandi.Libero non è nuovo a questi metodi. E' un giornale - non dimentichiamolo - che ha messo i piazza i nomi di "affittopoli" (solo quelli di sinistra, però scordandosi dei Tatarella padre e figlio, dei Buttiglione...), ed ha messo in piazza, con nome, cognome, indirizzo, i nomi di PRESUNTI pedofili, rovinando la vita a molti che poi sono risultati innocenti.
Per un grande giornale come Libbbero non dovrebbe essere difficile, in un piccolo paese come Adro, avere l'elenco degli insolventi. E' un atto pubblico, visto che la notifica di morosità è stata consegnata alla luce del sole ai bambini interessati, marchiandoli d'infamia. I prodi giornalisti di Libbbero non avranno difficoltà ad accedere (anche quelli sono atti pubblici) alle dichiarazioni dei redditi degli insolventi, e neppure ad indagare, in una piccola comunità, sul mestiere, la macchina, la casa, le vacanze dei sospetti furbetti. Lo faccia, Belpietro. Si spenda, per una volta, in favore di una causa non classista, non belluina, non da "servente" al suo donatore di poltrona. Forse allora potrà sfoggiare il suo sorriso da parèsi facciale.
Faccia, per una volta, un'azione d'informazione vera, di cui non debba vergognarsi lui, e di cui non dobbiamo vergognarci noi.
Tafanus
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