C’è un filo di Arianna che unisce gli eventi che si accavallano in questi giorni e settimane. Anzi non si fa in tempo a prendere coscienza di qualcosa che già subito un altro fatto scoppia e tutto riparte. L’omertà è la condizione che si vuole porre a base delle riforme «accomodate» come lo stoccafisso:
Di fronte a questo sfacelo, viene la tentazione di tirare le reti e i remi in barca e di rintanarsi nel proprio particolare, nel proprio guscio, e scadere nella logica del don Giovanni: «Così fan tutti», oppure: «Non serve impegnarsi». Ecco, è questo il tempo in cui i credenti devono essere consapevoli che il magistero della loro testimonianza è una rivoluzione permanente. Non possiamo rintanarci nel nostro guscio, al contrario dobbiamo insistere, resistere e persistere perché anche se tutti fossero disonesti, io voglio e scelgo di essere onesto; anche se tutti sono furbi, io voglio essere corretto; anche se tutti sono ladri, io voglio essere libero da ogni sete di possesso; anche se tutti fanno finta di essere cattolici, io voglio essere cattolico e non me ne vergogno; anche se papi, cardinali e vescovi palandra nati e agghindati come maschere da carnevale sono affaristi e un impedimento all’incontro con Dio, io voglio essere orgoglioso di essere cattolico perché la mia fede non dipende da loro, ma da Dio della cui credibilità io sono responsabile. Per questo siamo convinti che «siamo nel mondo, ma non siamo del mondo» (Gv 17,5.11). Non abbiamo paura perché non siamo soli e noi crediamo in Dio.
Paolo Farinella, prete
-1) L’omertà della Chiesa che si preoccupa di tutelare il buon nome del papa e della istituzione «Chiesa», senza minimamente preoccuparsi delle macerie che la strage di pedofilia ha operato e opera: mi pare che nessuno si occupi e preoccupi delle vittime. Il papa va a Malta e dice che è disposto ad incontrarle, ma fuori dai riflettori del media. In tempi normali sarebbe giusto, ma in queste condizioni e circostanze, sarebbe doveroso che le ricevesse in pubblico perché tutti possano ascoltare le parole che ci si aspetta da un papa. Bertone va addirittura in Cile a fare affermazioni che non stanno né in cielo né in terra, perdendo così un’occasione d’oro per tacere. Bagnasco tace in omaggio al principio popolare che un bel tacer non fu mai scritto. Purtroppo chi tace non è detto che acconsenta, ma è certo che non dice niente.
-2) L’omertà cerca l’indegno e corrotto padrone del circo governativo e parlamentare che vuole che non si parli di mafia, perché a tenere i contatti ci pensa lui e i suoi scherani. Si sa gli amici bisogna tenersele buoni, altrimenti chi perde un amico non trova più un tesoro. Quest’uomo dice castronerie e bestialità degne solo di Bertone e resta impunito e coloro che lo ascoltano plaudono.
-3) La gerarchia catto-vaticana, ora che intravvede la possibilità che la Lega diventi determinante, sta facendo le operazioni di primavera per avvicinarsi ed eventualmente sponsorizzare il dio Odino e le valchirie pur di fare qualche sgambetto alla pillola RU e al testamento biologico. Questi indegni affaristi della religione amano contrattare con l’immoralità e la corruzione personificate piuttosto che porre qualche rimedio per impedire che l’Italia precipiti nel precipizio della dittatura mascherata da democrazia. I cattolici hanno fatto una scelta di campo, ora devono assumersene la responsabilità.
-4) Un imprenditore ha pagato le rette per l’asilo di Adro e le mamme lo hanno assalito perché era meglio vedere mortificati i bambini innocenti piuttosto che dare loro da mangiare. Allora si capisce che anche questo fatto intollerabile è un espediente per scaricare sugli immigrati ogni nefandezza, anche contro la verità e la decenza. Non ho sentito alcuna presa di posizione da parte del clero, dei vescovi o della Cei o del Vaticano. Sono questi i difensori dei «principi non negoziabili» che come novelli e indomiti cavalieri senza offesa e senza macchia, difendono la vita, senza sapere di cosa parlano.
-5) Sant’Ambrogio (Commento al Vangelo di Luca 3, 17-23) definisce la chiesa «casta et meretrix": la casta, con i tempi che corrono, lasciamola da parte; non ci resta che la meretrice, la quale continua imperterrita a cercare favori illeciti e immorali, lasciando il popolo in agonia e abbandonalo in mano di lupi rapaci. Non è forse un lupo rapace l’alieno incostituzionale che vuole distruggere lo Stato democratico per affermare l’esaltazione oscena della sua personalità come punizione ad una Italia che egli disprezza dal profondo del cuore? Non sono forse colpevoli la parte di gerarchia e la parte di cattolici che collaborano, sostengono e alimentano questo indegno e virulento virus che distrugge la nostra Nazione? Di loro Gesù ha detto: «Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Mt 15,14) e la loro condanna è pari alla loro superbia e pervicace recidìvia: «Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane» (Gv 9,41).
-2) L’omertà cerca l’indegno e corrotto padrone del circo governativo e parlamentare che vuole che non si parli di mafia, perché a tenere i contatti ci pensa lui e i suoi scherani. Si sa gli amici bisogna tenersele buoni, altrimenti chi perde un amico non trova più un tesoro. Quest’uomo dice castronerie e bestialità degne solo di Bertone e resta impunito e coloro che lo ascoltano plaudono.
-3) La gerarchia catto-vaticana, ora che intravvede la possibilità che la Lega diventi determinante, sta facendo le operazioni di primavera per avvicinarsi ed eventualmente sponsorizzare il dio Odino e le valchirie pur di fare qualche sgambetto alla pillola RU e al testamento biologico. Questi indegni affaristi della religione amano contrattare con l’immoralità e la corruzione personificate piuttosto che porre qualche rimedio per impedire che l’Italia precipiti nel precipizio della dittatura mascherata da democrazia. I cattolici hanno fatto una scelta di campo, ora devono assumersene la responsabilità.
-4) Un imprenditore ha pagato le rette per l’asilo di Adro e le mamme lo hanno assalito perché era meglio vedere mortificati i bambini innocenti piuttosto che dare loro da mangiare. Allora si capisce che anche questo fatto intollerabile è un espediente per scaricare sugli immigrati ogni nefandezza, anche contro la verità e la decenza. Non ho sentito alcuna presa di posizione da parte del clero, dei vescovi o della Cei o del Vaticano. Sono questi i difensori dei «principi non negoziabili» che come novelli e indomiti cavalieri senza offesa e senza macchia, difendono la vita, senza sapere di cosa parlano.
-5) Sant’Ambrogio (Commento al Vangelo di Luca 3, 17-23) definisce la chiesa «casta et meretrix": la casta, con i tempi che corrono, lasciamola da parte; non ci resta che la meretrice, la quale continua imperterrita a cercare favori illeciti e immorali, lasciando il popolo in agonia e abbandonalo in mano di lupi rapaci. Non è forse un lupo rapace l’alieno incostituzionale che vuole distruggere lo Stato democratico per affermare l’esaltazione oscena della sua personalità come punizione ad una Italia che egli disprezza dal profondo del cuore? Non sono forse colpevoli la parte di gerarchia e la parte di cattolici che collaborano, sostengono e alimentano questo indegno e virulento virus che distrugge la nostra Nazione? Di loro Gesù ha detto: «Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Mt 15,14) e la loro condanna è pari alla loro superbia e pervicace recidìvia: «Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane» (Gv 9,41).
Di fronte a questo sfacelo, viene la tentazione di tirare le reti e i remi in barca e di rintanarsi nel proprio particolare, nel proprio guscio, e scadere nella logica del don Giovanni: «Così fan tutti», oppure: «Non serve impegnarsi». Ecco, è questo il tempo in cui i credenti devono essere consapevoli che il magistero della loro testimonianza è una rivoluzione permanente. Non possiamo rintanarci nel nostro guscio, al contrario dobbiamo insistere, resistere e persistere perché anche se tutti fossero disonesti, io voglio e scelgo di essere onesto; anche se tutti sono furbi, io voglio essere corretto; anche se tutti sono ladri, io voglio essere libero da ogni sete di possesso; anche se tutti fanno finta di essere cattolici, io voglio essere cattolico e non me ne vergogno; anche se papi, cardinali e vescovi palandra nati e agghindati come maschere da carnevale sono affaristi e un impedimento all’incontro con Dio, io voglio essere orgoglioso di essere cattolico perché la mia fede non dipende da loro, ma da Dio della cui credibilità io sono responsabile. Per questo siamo convinti che «siamo nel mondo, ma non siamo del mondo» (Gv 17,5.11). Non abbiamo paura perché non siamo soli e noi crediamo in Dio.
Paolo Farinella, prete
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