E queste stesse parole le ripeto con forza, di fronte all'ennesima provocazione di personaggi tutta faccia e zero coscienza, quali la sindaca di Milano e il ministro della "(in)cultura". Non scrivo i loro nomi per non infettare il mio e il vostro computer. I balordi ormai fanno scuola e creano trend. Gli affiliati del partito dell'amore iniettano veleno e intossicano i cittadini. Gli inquilini della Casa delle libertà abbattono ponti ed erigono muri, chiudono porte e finestre a chi non è dei loro, e si chiavistellano nei loro ermafroditismi idioti.
Per il ministro dell'incultura l'astio personale, che lo rende nemico verso una cittadina, sovrasta di molto il legame istituzionale che lo chiama a rappresentare uno stato e milioni di cittadini. E' questa, appunto, la sua incultura, che gli fa percepire la sua presenza come un cadeau personale, più che come un dovere istituzionale. Siamo di fronte all'asservimento dell'istituzione alla logica del commercio clientelare. D'altra parte la lezione gli viene dall'alto, dal suo Patrono e Padrone; dal Bulldozer dell'oscenità secondo il quale per i nemici le leggi si "applicano", mentre per gli amici si "interpretano".
Secondo i dati del US Public Health Service, per esempio, otto consumatori di droga su dieci sono bianchi, ma su dieci detenuti per droga solo uno è bianco! La sindaca di Milano vede solo da una parte, vede solo delinquenza. Io vedo delinquenza da altre parti, anche e soprattutto là dove lei con suoi compagni di merende siedono a dare lezione di legalità: a capo del governo c'è un delinquente che si è circondato di mafiosi e delinquenti, a partire dai vari Dell'Utri, Previti, Mangano, giù giù fino a Scajola. E' questa loro illegalità e delinquenza che mi fa rabbia. Perché bisogna pur saper leggere dietro e dentro le varie delinquenze, non essendo tutte uguali. La delinquenza dei ricchi non è la stessa che quella dei poveri. La delinquenza dei satolli mi preoccupa e mi fa rabbia molto più che quella dei morti di fame. Così come la violenza dei primi è assai più grave e immorale e perniciosa della violenza dei secondi.
Il ministro e la sindaca, si troveranno pure in buona compagnia con il filosofo di Atene, Aristotele, che non si vergognava di scrivere: "L'utilità deglianimali domestici e quella degli schiavi è pressappoco la stessa: ci aiutano con la loro forza a soddisfare i bisogni dell'esistenza".
Personalmente preferisco altre compagnie, tipo Rousseau, che scrisse: "Nel vedere la quarta parte dei miei figli mutata in bestie al servizio degli altri, ho pianto del fatto di essere uomo"! Un altro mondo, che postula un'altra rivoluzione.
Aldo
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