Il cumulo delle poltrone politiche è esplicitamente vietato dall'art. 122 della Costituzione. Eppure molti, troppi (esattamente in 22), alle passate elezioni si sono candidati contra legem a cariche alle quali non avrebbero potuto candidarsi, per legge. Ma la legge, a destra, è come il semaforo a Napoli: un consiglio, non una prescrizione. Di questi legalisti immaginari, la metà (undici) continuano a non voler schiodare il culo dalla (o dalle) poltrone di troppo, attendendo impavidi di essere cacciati. A cacciarli dovrebbe essere la Giunta per le Elezioni, organismo che però non riesce mai a riunirsi. C'è sempre un numero insufficiente di membri pidiellini e leghisti che hanno altri, improrogabili impegni.
Per marinare la riunione del 27 Maggio, il celeberrimo Stracquadanio, Re delle interruzioni nei talk-shows TV, ha detto: "abbiamo una riunione con Berlusconi". Poi si è scoperto che la "riunione con Berlusconi" era di sera, mentre la giunta sarebbe stata nel pomeriggio. Ma non pretenderete anche che lavorino prima di una "riunione con Berlusconi"?
Prendete Roberto Rosso, PdL: 50 anni, da 31 anni in politica. Ha iniziato giovane. DC, Forza Italia, Popolo delle Libertà. Consigliere Regionale e Assessore in Piemonte, una settimana fa salta "per gravi ragioni di salute" una riunione del Consiglio. Deve curarsi. Peccato che mentre "era in cura", lo abbiano beccato alla Camera, a pigiare bottoni, come Deputato, per conto del PdL. Non c'è male: assessore, consigliere regionale, deputato.
Mara Carfagna, PdL: è un altro preclaro esempio di correttezza istituzionale. Di se ha sempre detto "Dio, Patria e Famiglia". Forse ha dimenticato "letto"? Certamente ha dimenticato "poltrona". O poltrone, al plurale. Ministra per Grazia Ricevuta, deputata, ed anche consigliera regionale in Campania. Per il momento sembra che abbia rifiutato un altro incarico come Vigile Urbano a Salerno, e Guardia Forestale nel Cilento.
Alessandra Mussolini, invece, ha candidamente confessato di "aver dato disposizioni" (a chi, non è dato sapere) di devolvere il suo "secondo stipendio" (quello da consigliere regionale), ai bambini napoletani poveri. Ottimo. Generosa idea, molto redditizia sul piano propagandistico. Alla Mussolini nessuno ha insegnato a donare in silenzio, con discrezione. E soprattutto nessuno ha spiegato che non può né incassare, né dare disposizioni su un secondo stipendio che non le spetta, che è anzi vietato per legge.
Anche per Caldoro, PdL, neo-governatore della Campania (mestieri accessori: fustigatore dei costumi altrui, e parlamentare), non è riuscito ancora a farsi cacciare dalla Giunta. Colpa della Giunta, che non riesce a riunirsi. E andarsene da solo? Non ci pensa neppure.
Anche Cota, Lega, neogovernatore piemunt, triplo incarico: fustigatore, parlamentare, governatore. Anche lui vittima della incapacità della Giunta a riunirsi (anche perchè i leghisti non si presentano mai in giunta).
Sempre un leghista, tale Gianluca Buonanno, detiene però il record di "culo extra-large": Deputato per la circoscrizione Vercelli, Consigliere Regionale in Piemonte, Sindaco di Varallo Sesia, Vice-Sindaco di Borgosesia. Insomma, un poltronista irrinunciabile. Ed irrinunciante. Ma, sembra dire, "non lo fò per piacer mio, ma per far piacere a Dio". Infatti, si giustifica così: "Sono sul territorio, sempre e comunque. Come vuole Bossi". Avete capite bene. Bossi, il Senatur, l'inventur dello sloga "Roma Ladrona, la Lega non perdona"
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