Rifiuti, che estate sarà? "Difficile, molto difficile". Nessuno dice di più. Il pessimismo si diffonde nel nuovo circuito politico, tra Regione e Provincia. Si comincia ad Acerra. La linea 1 delle tre è ferma da aprile, stop fino a giugno. Ma i tecnici sgonfiano il giallo dell'inceneritore: "Non c'è da preoccuparsi". Allarmano invece i debiti. Bertolaso sembrava avesse risolto tutto. Ma ha dimenticato di chiudere i conti. Il governo lascia debiti per oltre 20 milioni.
È stato un tema elettorale vincente. Decisivo in Campania. Chiuse le urne, riappare l'emergenza. Il primo punto critico è Acerra. Il sindaco Esposito ha sospeso i rappresentanti dell'Osservatorio per attriti con Roma. Nella relazione dell'11 marzo c'è una traccia. "Si è verificata una anomalia di misura per un guasto dello strumento di misura". Si scopre che il certificato della Commissione di collaudo attende "documenti afferenti analisi richieste". Ma "Partenope Ambiente" assicura che "è corretto il funzionamento dell'impianto".
L'inceneritore di Acerra
Ma la crisi è economica. Il credito supera i 5 milioni. "Discarica aperta finché regge la famiglia D'Amico", riferiscono i 50 dipendenti. La discarica da 150 mila tonnellate dovrà ingoiarne 850 mila. Opera in condizioni di sicurezza, con uno strato di terreno e disinfettante dopo ogni colata. "Non c'è cattivo odore, quindi Ibi lavora bene", confermano i tecnici. Ma tardano i soldi di governo e Provincia. Come a Terzigno, crocevia dell'emergenza. Il nuovo sindaco, Antonio Auricchio, ha giurato che vieterà l'apertura della seconda discarica, aspetta che sia colma la "Sari". Per la "Vitiello" c'è il suo patto d'onore con gli elettori. "Berlusconi mi deve un favore, e deve farmelo ora". Fu Auricchio a cedergli gratis il simbolo "Popolo della libertà".
Difficile reperire un'altra discarica in zone diverse, Terzigno è in credito di 2,6 milioni di euro, 5 Chiaiano, 8-9 gli Styr di Tufino e Giugliano. Si rifà Caivano con Acerra. Con altre forniture, il debito supera i 20. Fallisce il concetto di perimetro provinciale. Napoli con 3 milioni (3 mila tonnellate al giorno, 1400 nella sola città) ha l'8 per cento della Campania e il 65 della produzione rifiuti. Chiedono già a Caldoro di rivedere il sistema. Oggi consiglio provinciale straordinario. Ma l'estate è già qui.
(di Antonio Corbo - Repubblica/Napoli)
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