Un'operazione per l'acquisto di immobile di pregio. L'interessato: tutto regolare. Bersani: verminaio senza fondo
ROMA (1° maggio) - Nell'inchiesta G8 dopo quello del ministro Claudio Scajola spunta un altro nome eccellente: Pietro Lunardi, ex ministro delle Infrastrutture, che secondo un testimone sarebbe stato il beneficiario di un'altra operazione targata Diego Anemone per la compravendita di un immobile di pregio. Dall'opposizione Bersani parla di verminaio senza fondo, mentre Di Pietro torna a chiedere le dimissioni di Scajola.
È stato un nuovo testimone a tirare in ballo Lunardi nell'inchiesta sugli appalti per le Grandi opere: si tratta del cittadino tunisino Laid Ben Hidri Fathi, indicato come l'ex autista tuttofare sia di Angelo Balducci, sia del costruttore Anemone. Interrogato il 25 marzo a Firenze, Fathi avrebbe riferito di una serie di contatti da lui avuti, per conto di Balducci e di Anemone, «con vari soggetti, alcuni dei quali ministri, a cui consegnava - si legge nelle carte - messaggi o buste di contenuto sconosciuto, per conto di Balducci e dello stesso Anemone».
Tra questi ministri il tunisino avrebbe fatto in particolare il nome di Lunardi, all'epoca titolare delle Infrastrutture. Sempre Fathi ha dichiarato di aver consegnato all'architetto Angelo Zampolini - secondo l'accusa un riciclatore della provvista nera di Anemone - 500 mila euro in contanti che, a suo dire, sarebbero dovuti servire all'acquisto di un immobile dietro il Colosseo: secondo i magistrati si tratterebbe dell'appartamento poi acquistato dal ministro Claudio Scajola.
E a proposito di Scajola e di Anemone, La Repubblica scrive oggi che il ministro, prima che io suo nome finisse sui giornali, inviò una nota alla Guardia di Finanza per chiedere notizie delle indagini su due società riconducibili al costruttore. Tutto ciò, «ai fini della adozione dei provvedimenti di propria competenza». Tra gli ultimi sviluppi dell'inchiesta di Perugia anche l'avvio di una rogatoria internazionale, poichè dalla Banca d'Italia sono arrivate segnalazioni che riguardano depositi all'estero riconducibili a Balducci e all'altro funzionario pubblico Claudio Rinaldi: la procura del Lussemburgo, in particolare, ha segnalato l'esistenza di conti correnti a favore di Rinaldi per 2 milioni e di Balducci per 3, mentre in Svizzera sarebbe stato acceso un conto da Rinaldi la cui entità non è stata accertata.
Lunardi: conosco Balducci, tutto regolare. «Adesso cercano di tirar dentro le persone che non c'entrano. Sono le cose che succedono in Italia». Così si difende Lunardi in un colloquio con l'Ansa, nel quale ammette i contatti con gli uomini-chiavi dell'inchiesta, Angelo Balducci - all'epoca provveditore alle opere pubbliche di Roma e poi presidente del Consiglio superiore Lavori pubblici - Diego Anemone, ma respinge tutte le accuse di illeciti: «I miei rapporti sono stati tutti regolari posso provarlo in qualsiasi momento. Sono pronto ad essere ascoltato dai magistrati».
Anche riguardo ad alcuni lavori che Anemone fece in una proprietà di Lunardi in campagna, a Parma, «è tutto regolare - prosegue Lunardi - ho i documenti che lo dimostrano». Così come per l'acquisti di un immobile a Roma di proprietà di Propaganda Fide. «Ho tutte le carte in regola», ribadisce Lunardi che nega di conoscere il cittadino tunisino tuttofare di Balducci, Laid Ben Fathi Hidri, ed è pronto a querelare i giornali che avrebbero fatto illazioni.
Bersani: un verminaio senza fondo. La vicenda degli appalti del G8 «mostra di essere un verminaio senza fondo collegato sempre a procedure straordinarie e senza trasparenza alcuna, questione che va affrontata come un nodo cruciale della democrazia italiana». Così il segretario del Pd a Empoli. A chi gli chiedeva un commento sull'ipotizzato coinvolgimento del ministro Scajola, il segretario del Pd ha ricordato che è stato chiesto al ministro di «riferire in Parlamento perchè dia la sua versione su quanto sta succedendo». Comunque, secondo il leader del Pd la questione della trasparenza va affrontata subito. «Promettono - ricorda - decreti anticorruzione che il governo mise, a suo dire, in Consiglio dei ministri due mesi fa e nessuno ha ancora visto nulla. Intanto assistiamo a ruberie indecenti».
Di Pietro: Scajola immorale, dimissioni. «In un paese normale un ministro che non vuole e non sa dare giustificazioni delle ragioni per cui riceve ottanta assegni circolari deve dimettersi immediatamente». Così Antonio Di Pietro a Campobasso. «La giustizia - ha aggiunto il leader Idv - farà il suo corso, ma è immorale che un governo si regga su un presidente del Consiglio che è acclarato corruttore di testimoni giudiziari, un sotto segretario che ha un provvedimento di cattura in corso per fatti di criminalità organizzata e adesso, addirittura, un ministro che è accusato di fare interessi privati, anzi di prendere soldi nell'esercizio delle sue funzioni».
L'Udc: aspettiamo Scajola in Parlamento. «Noi siamo garantisti e non abbiamo da esprimere alcuna presunzione di colpevolezza verso il ministro Scajola. Proprio per questo lo aspettiamo in Parlamento, perchè è giusto che tutte le ombre vengano diradate, a tutela di un sano rapporto tra i cittadini e la politica», afferma il portavoce dell'Udc Antonio De Poli.
(dal Messaggero del 1° Maggio)
Tra questi ministri il tunisino avrebbe fatto in particolare il nome di Lunardi, all'epoca titolare delle Infrastrutture. Sempre Fathi ha dichiarato di aver consegnato all'architetto Angelo Zampolini - secondo l'accusa un riciclatore della provvista nera di Anemone - 500 mila euro in contanti che, a suo dire, sarebbero dovuti servire all'acquisto di un immobile dietro il Colosseo: secondo i magistrati si tratterebbe dell'appartamento poi acquistato dal ministro Claudio Scajola.
E a proposito di Scajola e di Anemone, La Repubblica scrive oggi che il ministro, prima che io suo nome finisse sui giornali, inviò una nota alla Guardia di Finanza per chiedere notizie delle indagini su due società riconducibili al costruttore. Tutto ciò, «ai fini della adozione dei provvedimenti di propria competenza». Tra gli ultimi sviluppi dell'inchiesta di Perugia anche l'avvio di una rogatoria internazionale, poichè dalla Banca d'Italia sono arrivate segnalazioni che riguardano depositi all'estero riconducibili a Balducci e all'altro funzionario pubblico Claudio Rinaldi: la procura del Lussemburgo, in particolare, ha segnalato l'esistenza di conti correnti a favore di Rinaldi per 2 milioni e di Balducci per 3, mentre in Svizzera sarebbe stato acceso un conto da Rinaldi la cui entità non è stata accertata.
Lunardi: conosco Balducci, tutto regolare. «Adesso cercano di tirar dentro le persone che non c'entrano. Sono le cose che succedono in Italia». Così si difende Lunardi in un colloquio con l'Ansa, nel quale ammette i contatti con gli uomini-chiavi dell'inchiesta, Angelo Balducci - all'epoca provveditore alle opere pubbliche di Roma e poi presidente del Consiglio superiore Lavori pubblici - Diego Anemone, ma respinge tutte le accuse di illeciti: «I miei rapporti sono stati tutti regolari posso provarlo in qualsiasi momento. Sono pronto ad essere ascoltato dai magistrati».
Anche riguardo ad alcuni lavori che Anemone fece in una proprietà di Lunardi in campagna, a Parma, «è tutto regolare - prosegue Lunardi - ho i documenti che lo dimostrano». Così come per l'acquisti di un immobile a Roma di proprietà di Propaganda Fide. «Ho tutte le carte in regola», ribadisce Lunardi che nega di conoscere il cittadino tunisino tuttofare di Balducci, Laid Ben Fathi Hidri, ed è pronto a querelare i giornali che avrebbero fatto illazioni.
Di Pietro: Scajola immorale, dimissioni. «In un paese normale un ministro che non vuole e non sa dare giustificazioni delle ragioni per cui riceve ottanta assegni circolari deve dimettersi immediatamente». Così Antonio Di Pietro a Campobasso. «La giustizia - ha aggiunto il leader Idv - farà il suo corso, ma è immorale che un governo si regga su un presidente del Consiglio che è acclarato corruttore di testimoni giudiziari, un sotto segretario che ha un provvedimento di cattura in corso per fatti di criminalità organizzata e adesso, addirittura, un ministro che è accusato di fare interessi privati, anzi di prendere soldi nell'esercizio delle sue funzioni».
L'Udc: aspettiamo Scajola in Parlamento. «Noi siamo garantisti e non abbiamo da esprimere alcuna presunzione di colpevolezza verso il ministro Scajola. Proprio per questo lo aspettiamo in Parlamento, perchè è giusto che tutte le ombre vengano diradate, a tutela di un sano rapporto tra i cittadini e la politica», afferma il portavoce dell'Udc Antonio De Poli.
(dal Messaggero del 1° Maggio)
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