(di Alessandro Longo - l'Espresso)
Con la mitica chiavetta Internet andiamo ancora peggio. Una quasi-truffa sull'altra. "Fino a 7,2 Mbits", recita la pubblicità (io ho wind, ma mi dicono che per altre marche è ancora peggio...). Quando si arriva a 0,5 Mbits, è tutto grasso che cola. Ma per avere queste fantastiche velocità, si dev'essere in una zona con almeno il segnale UMTS, e con pochi aficionados all'opera. Il segnale GRPS lo si trova quasi ovunque, ma è meglio lasciar perdere... Con quel segnale, non si riesce neanche ad aprire la homepage del Tafanus, e si rimpiange il vecchio modem analogico a 58 k... I collegamenti, poi, sono una vera truffa. Si viaggi a blocchi minimi da 15 minuti. Se vuoi vedere solo se c'è posta, e ti colleghi per un minuto, ne paghi 15. Se mentre viaggi in autostrada la linea "cade" 5 volte in dieci minuti, ti vengono addebitati 75 minuti.
Infine, altre due perle: se vai all'estero, la "chiavata "wind" non accetta sim cards di altri operatori. Inoltre, se hai avuto la malaugurata idea di cambiare sul portatile il sistema operativo, passando a Windows 7, la chiavetta non funziona più. Solo dopo molti smanettamenti, e con un po' di culo, scopri che esiste un driver apposito, ma nessuno ti ha avvertito, così rischi di buttar via la tua fantastica chiavetta, E comunque spesso questo driver sparisce, ed ogni volta devi reinstallarlo. Insomma, una favola. Quello che segue è un documentato articolo di Alessandra Longo sull'Espresso. Tafanus
Sono solo due delle tante storie che stanno affollando le caselle delle associazioni dei consumatori. E che, via via, arrivano anche all'attenzione dell'Authority per le Comunicazioni. Fra i disservizi raccontati dagli utenti si incappa in vicende ai limiti dell'accettabile per tutti gli operatori mobili, nessuno escluso. Che cosa accade? Scavando dietro i fatti si scopre che l'accesso a Internet attraverso la rete di telefonia mobile è vittima del suo stesso successo. C'è un boom di italiani che vogliono navigare sul Web con le chiavette, con cellulari ultra-avanzati o con strumenti di nuovo tipo, come l'iPad, la tavoletta touch da poco lanciata dalla Apple. Tutti strumenti che utilizzano le stesse frequenze e, di conseguenza, finiscono per rimanere come intrappolati in una strada molto trafficata: vanno tutti lenti.
Secondo un rapporto realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, gli italiani che navigano attraverso la rete mobile alla fine dell'estate saliranno a 12 milioni, il doppio dei sei milioni di inizio 2009. Questo significa che, per gli operatori, vendere l'accesso a Internet attraverso la rete mobile sta diventando un business, stimato a fine 2009 in circa 1,24 miliardi di euro (più 30 per cento rispetto al 2008). Una miniera d'oro venuta alla luce in gran parte in tempo di crisi. E dove ogni stratagemma sembra buono per guadagnare quote di mercato, mettendo in secondo piano la qualità.
Velocità e costi reali, però, sono diventati punti dolenti. Finora se n'è avuto solo un assaggio, ma ora sono vicini alla pubblicazione alcuni studi che confermano la fondatezza delle lamentele. "L'espresso" è in grado di anticiparne i risultati. L'osservatorio SosTariffe.it ha raccolto 5.400 test e ha scoperto che la velocità media reale delle connessioni è di 1,1 Mbps (Megabit per secondo). La più veloce, Vodafone, è sui 2 Mbps, seguita da Tim attorno a 1,95 e da Wind a 1,5. Il quarto operatore, 3 Italia (noto al pubblico con il marchio "3"), non ha voluto che venissero resi noti i propri risultati (...chissà perchè... e chissà se è obbligatorio obbedirgli... In fondo, si tratta di uno studio comparativo, e gli studi comparativi già vengono fatti, per esempio. sulle tariffe reali della telefonia... NdR)
"Anche dai nostri test risulta nel complesso una velocità media reale inferiore a 2 Megabit al secondo", dice Cristoforo Morandini, di Between-Osservatorio Banda Larga. Eppure gli operatori pubblicizzano velocità di gran lunga superiori: "Fino a 7,2 Megabit" è uno slogan che risuona normalmente. Ma si vendono anche chiavette che annunciano di più, "Fino a 14,4" e "Fino a 28,8" Megabit.
Secondo le promesse pubblicitarie, le chiavette dovrebbero essere ormai più veloci rispetto alla classica linea fissa Adsl, in genere venduta con una velocità fino a 7 Megabit. Anche qui, per essere onesti, non è tutto oro quel che luccica: le velocità medie reali delle Adsl italiani si fermano attorno a 4 Megabit, come risulta da numerosi e recenti test. (...magari!...) Pur con questi limiti, tuttavia, si tratta di prestazioni quasi doppie rispetto alle connessioni mobili reali. La beffa è che sotto i 2 Megabit diventa difficile usare numerosi servizi Internet, come i video o la tivù on line.
In realtà già l'anno scorso qualcuno aveva lanciato l'allarme: un esperto come Francesco Caio, in un rapporto commissionato dal governo, aveva scritto infatti che la banda larga mobile era a rischio saturazione e che era urgente liberare nuove risorse nello spettro delle frequenze radio per stare dietro all'esplosione della domanda.
Il governo, però, ha fatto orecchie da mercante. A differenza di quanto già avvenuto in Norvegia, Svezia, Finlandia, Olanda, Germania e Danimarca, non ha liberato ulteriori frequenze. Né ha fissato il termine per effettuare l'asta attraverso la quale dovrebbero essere assegnate, come hanno fatto Francia, Regno Unito e Svizzera. La linea politica, in Italia, è poco sorprendentemente quella di privilegiare le emittenti televisive, invece degli operatori a banda larga, nella destinazione delle frequenze. E così alle compagnie non resta che investire sulla rete esistente per ottimizzare le (poche) risorse disponibili.
"Stiamo introducendo nuove tecnologie che consentono un uso più efficiente della rete", dice Stefano Nocentini, responsabile network Telecom Italia. L'operatore dice inoltre che in base a suoi test la velocità media è più alta, vicina a 3 Mbps. Aggiunge però che, per la natura stessa della rete mobile, "le prestazioni avranno sempre una maggiore variabilità rispetto all'Adsl". "Spendiamo 300 milioni l'anno in qualità della rete mobile. E in media le nostre chiavette danno una velocità superiore a un Megabit", dice Maximo Ibarra, direttore della business Unit Mobile di Wind, che quindi non smentisce i valori dei due osservatori. (...si, ma il problema è che te ne promettono "fino a 7,2...) "Stiamo acquistando banda da Ericsson. Entro fine anno sarà sei volte quella che era a metà 2009", dicono da 3 Italia.
Rimedi che, nel lungo periodo, rischiano di non essere sufficienti. "Di questo passo ho calcolato che le risorse di banda larga mobile saranno sature in due anni", osserva Stefano Quintarelli, uno dei massimi esperti in Italia. Così, al momento è questione di fortuna: se ci si trova in una zona con pochi utenti si viaggia in modo decente. Altrimenti, tocca pazientare.
Si va lenti ma almeno si risparmia? È qui il secondo inghippo. A fare luce è un'inchiesta che Altroconsumo pubblicherà a luglio, condotta su 120 punti vendita dei quattro principali operatori. Esperti dell'associazione si sono finti clienti, chiedendo un prodotto per la navigazione mobile. Deludenti le risposte. Il 77 per cento dei negozianti ha avanzato proposte inadatte alle esigenze degli utenti. I risultati dicono che dando retta al negoziante si rischia di spendere dai 130 ai 328 euro più del necessario in un anno (rispetto al costo di un'offerta adatta alle esigenze di chi paga). E ci sono insidie anche nell'acquisto delle chiavette. Solo un terzo dei negozianti, infatti, ha ammesso di vendere chiavette bloccate, utilizzabili solo con la sim di quell'operatore.
C'è poi il problema delle bollette choc. Colpiscono gli utenti che navigano più di quanto previsto dal contratto. "Entro luglio emaneremo un provvedimento per obbligare gli operatori ad avvisare gli utenti che hanno speso, nel mese, più di 50 euro", dice Remigio Del Grosso, del Consiglio nazionale degli utenti presso l'Authority. Sarà solo un palliativo, però, se a causa di negozianti frettolosi gli utenti continueranno a non essere sufficientemente informati e a usare offerte poco adatte".
...e ora spero che le associazioni di consumatori aprano una battaglia per la tariffazione "al secondo", cosa che all'estero è la norma, e non al "quarto d'ora", che la linea regga o non regga tanto tempo. NdR
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