Reo di aver scritto che nel tennis italiano (in particolare in quello femminile), dopo Francesca e Flavia ci sarà il viaggio nel vuoto, ricevo su facebook, da un giovane 25nne di quelli che nascono imparati, tale Paolo Paoletti, la seguente lezioncina (per inciso, mi chiedo spesso perchè quando uno è giovane si sente quasi sempre obbligato ad essere anche presuntuoso):
"Smettetela di dire che non abbiamo nessuno dopo francesca e flavia glie lo dice lei a sara errani che è considerata nessuno o alla burnett o alle sorelle mayr o alla dentoni o alla giovine (nonche cugina di flavia) alcune di queste ragazze non erano al roland garros juniores per guadagnare punti SICURI negli itf e poi le nostre non sono le russe che sbocciano a 18 e poi sfioriscono subito ma come dimostrano flavia e francesca maturano piu tardi"
Sic. Senza un punto, senza una virgola, e senza un costrutto. In Saramago è arte, in Paoletti è solo semi-analfabetismo. Non che una perla così meritasse, di per se, un mio impegno di tempo - specialmente ove si consideri che non è mia abitudine perdere tempo con gente che inizia un commento con "smettetela". Abbiamo avuto, sul Tafanus, altri maitres-à-penser, e li abbiamo mandati tranquillamente a cagare. Ma questo è giovane, e voglio dargli una chance di imparare a parlare (in genere, e di tennis in particolare), ed anche a comportarsi. Ma voglio cogliere due piccioni con una fava, e dire anche alle persone educate perchè vedo nero il futuro del tennis italiano. E lo farò rispondendo puntualmente al maestrino di cui sopra, affrontando le sue ire per aver violato il suo veto.
Egregio,
inizio dall'analisi dei nomi fatti da lei. Sara Errani: è un'ottima giocatrice, molto volitiva, e molto intelligente. Ne stimo molto l'intelligenza tennistica, l'impegno, il lavoro. Ma ha due grossi limiti: la statura, e un servizio fra i peggiori del circuito. Con questi limiti, vorrei sbagliarmi, ma non si arriva ai vertici. Quando parlo di futuro del tennis, inoltre, non parlo di ragazze di 23/24 anni, ma di ragazzine che promettono bene. Forse lei non lo sa, ma allora glielo spiego io: quest'anno al Trofeo Bonfiglio (uno dei più grandi tornei under 18 al mondo) su 64 giocatrici non c'era UNA SOLA TESTA DI SERIE italiana. (neanche la sua Burnett, lo era).
L'anno scorso al Torneo dell'Avvenire (uno dei maggiori tornei under 16), c'erano due ragazzine italiane teste di serie: la Orlando (9) è uscita al secondo turno; la Acosta (15) è uscita al primo turno. L'avvenire del Tennis è li: nell'Avvenire, nel Bonfiglio. E noi siamo i fantastici assenti. E' nel Roland Garros Juniores, il futuro, e noi, su 128 maschietti e 128 femminucce (totale, se non erro, 256 giocatori in campo), avevamo 2 maschietti, subito usciti. Afferra?
No, non afferra, perchè altrimenti non mi avrebbe "spiegato" che non sono andate al Roland Garros juniores, a vedere e fare grande tennis ed esperienza internazionale, per andare a raccattare uno o due punticini al torneo di Galatina, di Ortisei o di San Severo. E' proprio una delle ragioni per la quale il tennis italiano del futuro è preoccupante. I nostri eroi preferiscono arrivare in semifinale a Galatina, piuttosto che nei sedicesimi al Roland Garros Juniores. Chieda a Flavia, chieda a Francesca, chieda a Sara quando hanno fatto il salto di qualità. Lo hanno fatto quando hanno lasciato perdere i tornei di fascia bassa, ed hanno iniziato a mettersi in gioco nei grandi tornei. E' con quelli che si cresce, non a San Severo.
E veniamo ai nomi da lei fatti (quelli che io avrei colpevolmente ignorato) come futuro del tennis italiano:
Burnett: a 17 anni era n° 366; quest'anno, a 18 anni, era retrocessa al n° 432. Brutto segno, amico, perchè nell'età della maturazione fisica e psichica si deve solo crescere. Lei l'ha vista giocare? Io si. Sa fare bene una sola cosa. Tirare forte, tirare tutto. Non basta, nel tennis. Ne sa qualcosa anche una tale Stosur. Nastassija Burnett a Milano ha giocato un orrendo primo set, un ottimo secondo, un inguardabile terzo. Quando entrerà nelle top 100, mi faccia un fischio.
Giovine: a 20 anni, è n° 343 al mondo. Che sia o non sia cugina di Flavia, non è un grandissimo risultato che mi faccia intravedere una nuova top-ten. A vent'anni Schiavone, Pennetta, Errani, erano tutte fra le top-100. Quindi potevano accedere di diritto ai tornei del Grande Slam. La Giovine deve giocare le qualificazioni anche per i tornei minori. C'è una certa differenza, non trova?
Dentoni: è inchiodata da tre anni fra il 140° ed il 200° posto. A 21 anni, Schiavone, Pennetta ed Errani avevano completato già, tutte, il loro secondo anno fra le prime 100. Afferra la differenza?
Evelyn Mayr: a 21 anni, è ancora oltre la 300ma posizione. Dov'è, esattamente, che dovrei emozionarmi?
Julia Mayr, a 19 anni, è già meglio: n° 279. Ma ha solo un anno, ancora, per fare il salto di qualità. In questi primi mesi del 2010 ha un record di 28 vittorie e 10 sconfitte. Bel record, ma ha guadagnato in tutto meno di 9.000 $ di premi. Sa cosa significa, per coloro che si intendono di tennis? (lei è escluso, da questo discorso): che le sue 28 vittorie è andata a cercarsele in torneini di infimo ordine. Ora aspettiamo che inizi a fare qualcosa di difficile, prima di inserirla di diritto nelle grandi promesse del tennis italiano.
Infine, lei ha le idee confuse sulle età alle quali si esplode o si esce di scena nel tennis. Ama, come tutti coloro che si formano al bar dello sport, le generalizzazioni. E' vero, le russe "esplodono" precocemente. La Kournikova vince il primo torneo importante a 14 anni, ed appende la racchetta al chiodo a 22. Durata totale della carriera, 8 anni. Smette perchè inizia a distrarsi troppo con altre cose (calendari, eccetera), non perchè nel DNA delle russe ci sia qualcosa che impedisca loro di continuare. E comunque iniziare a vincere presto non è una prerogativa delle russe. Anche Martina Hingis (non russa) vince il primo torneo importante a 16 anni, ed esce dal grande tennis a 22. Jennifer Capriati inizia la carriera professionistica a meno di 14 anni. Monica Seles entra nel professionismo a 16 anni. Caroline Wozniacki entra nel professionismo a 15 anni, e adesso, a 19 anni, è n° 3 al mondo. Non è russa.
E veniamo alla fola delle russe che - come dice lei? - "sbocciano a 18 anni e sfioriscono subito": la Zvonareva ha 26 anni, è professionista da quando ne aveva 16, e non si decide a sfiorire; non si decidono a sfiorire la Petrova (28 anni) e la Dementieva, che di anni ne ha 29 (più della Pennetta).
Mi consenta di darle non un ordine (come ha fatto lei col suo "smettetela di"), ma un semplice consiglio. Prima di avventurarsi con quei toni ultimativi in materie nelle quali le sue lacune sono più che evidenti, passi qualche giorno a studiare la materia. Leggere a volte è più formativo che scrivere. Ma ovviamente questo è un consiglio, non un ordine.
P.S.: Per darle un aiutino, le allego la tabella degli "achievements" delle nostre consolidate "sorelle d'Italia", e delle sue giovani ed improbabili stelle nascenti. Tanto per consentirle di vedere coi suoi occhi, per ogni età, chi ha fatto cosa.
Sic. Senza un punto, senza una virgola, e senza un costrutto. In Saramago è arte, in Paoletti è solo semi-analfabetismo. Non che una perla così meritasse, di per se, un mio impegno di tempo - specialmente ove si consideri che non è mia abitudine perdere tempo con gente che inizia un commento con "smettetela". Abbiamo avuto, sul Tafanus, altri maitres-à-penser, e li abbiamo mandati tranquillamente a cagare. Ma questo è giovane, e voglio dargli una chance di imparare a parlare (in genere, e di tennis in particolare), ed anche a comportarsi. Ma voglio cogliere due piccioni con una fava, e dire anche alle persone educate perchè vedo nero il futuro del tennis italiano. E lo farò rispondendo puntualmente al maestrino di cui sopra, affrontando le sue ire per aver violato il suo veto.
Egregio,
inizio dall'analisi dei nomi fatti da lei. Sara Errani: è un'ottima giocatrice, molto volitiva, e molto intelligente. Ne stimo molto l'intelligenza tennistica, l'impegno, il lavoro. Ma ha due grossi limiti: la statura, e un servizio fra i peggiori del circuito. Con questi limiti, vorrei sbagliarmi, ma non si arriva ai vertici. Quando parlo di futuro del tennis, inoltre, non parlo di ragazze di 23/24 anni, ma di ragazzine che promettono bene. Forse lei non lo sa, ma allora glielo spiego io: quest'anno al Trofeo Bonfiglio (uno dei più grandi tornei under 18 al mondo) su 64 giocatrici non c'era UNA SOLA TESTA DI SERIE italiana. (neanche la sua Burnett, lo era).
L'anno scorso al Torneo dell'Avvenire (uno dei maggiori tornei under 16), c'erano due ragazzine italiane teste di serie: la Orlando (9) è uscita al secondo turno; la Acosta (15) è uscita al primo turno. L'avvenire del Tennis è li: nell'Avvenire, nel Bonfiglio. E noi siamo i fantastici assenti. E' nel Roland Garros Juniores, il futuro, e noi, su 128 maschietti e 128 femminucce (totale, se non erro, 256 giocatori in campo), avevamo 2 maschietti, subito usciti. Afferra?
No, non afferra, perchè altrimenti non mi avrebbe "spiegato" che non sono andate al Roland Garros juniores, a vedere e fare grande tennis ed esperienza internazionale, per andare a raccattare uno o due punticini al torneo di Galatina, di Ortisei o di San Severo. E' proprio una delle ragioni per la quale il tennis italiano del futuro è preoccupante. I nostri eroi preferiscono arrivare in semifinale a Galatina, piuttosto che nei sedicesimi al Roland Garros Juniores. Chieda a Flavia, chieda a Francesca, chieda a Sara quando hanno fatto il salto di qualità. Lo hanno fatto quando hanno lasciato perdere i tornei di fascia bassa, ed hanno iniziato a mettersi in gioco nei grandi tornei. E' con quelli che si cresce, non a San Severo.
E veniamo ai nomi da lei fatti (quelli che io avrei colpevolmente ignorato) come futuro del tennis italiano:
Burnett: a 17 anni era n° 366; quest'anno, a 18 anni, era retrocessa al n° 432. Brutto segno, amico, perchè nell'età della maturazione fisica e psichica si deve solo crescere. Lei l'ha vista giocare? Io si. Sa fare bene una sola cosa. Tirare forte, tirare tutto. Non basta, nel tennis. Ne sa qualcosa anche una tale Stosur. Nastassija Burnett a Milano ha giocato un orrendo primo set, un ottimo secondo, un inguardabile terzo. Quando entrerà nelle top 100, mi faccia un fischio.
Giovine: a 20 anni, è n° 343 al mondo. Che sia o non sia cugina di Flavia, non è un grandissimo risultato che mi faccia intravedere una nuova top-ten. A vent'anni Schiavone, Pennetta, Errani, erano tutte fra le top-100. Quindi potevano accedere di diritto ai tornei del Grande Slam. La Giovine deve giocare le qualificazioni anche per i tornei minori. C'è una certa differenza, non trova?
Dentoni: è inchiodata da tre anni fra il 140° ed il 200° posto. A 21 anni, Schiavone, Pennetta ed Errani avevano completato già, tutte, il loro secondo anno fra le prime 100. Afferra la differenza?
Evelyn Mayr: a 21 anni, è ancora oltre la 300ma posizione. Dov'è, esattamente, che dovrei emozionarmi?
Julia Mayr, a 19 anni, è già meglio: n° 279. Ma ha solo un anno, ancora, per fare il salto di qualità. In questi primi mesi del 2010 ha un record di 28 vittorie e 10 sconfitte. Bel record, ma ha guadagnato in tutto meno di 9.000 $ di premi. Sa cosa significa, per coloro che si intendono di tennis? (lei è escluso, da questo discorso): che le sue 28 vittorie è andata a cercarsele in torneini di infimo ordine. Ora aspettiamo che inizi a fare qualcosa di difficile, prima di inserirla di diritto nelle grandi promesse del tennis italiano.
Infine, lei ha le idee confuse sulle età alle quali si esplode o si esce di scena nel tennis. Ama, come tutti coloro che si formano al bar dello sport, le generalizzazioni. E' vero, le russe "esplodono" precocemente. La Kournikova vince il primo torneo importante a 14 anni, ed appende la racchetta al chiodo a 22. Durata totale della carriera, 8 anni. Smette perchè inizia a distrarsi troppo con altre cose (calendari, eccetera), non perchè nel DNA delle russe ci sia qualcosa che impedisca loro di continuare. E comunque iniziare a vincere presto non è una prerogativa delle russe. Anche Martina Hingis (non russa) vince il primo torneo importante a 16 anni, ed esce dal grande tennis a 22. Jennifer Capriati inizia la carriera professionistica a meno di 14 anni. Monica Seles entra nel professionismo a 16 anni. Caroline Wozniacki entra nel professionismo a 15 anni, e adesso, a 19 anni, è n° 3 al mondo. Non è russa.
E veniamo alla fola delle russe che - come dice lei? - "sbocciano a 18 anni e sfioriscono subito": la Zvonareva ha 26 anni, è professionista da quando ne aveva 16, e non si decide a sfiorire; non si decidono a sfiorire la Petrova (28 anni) e la Dementieva, che di anni ne ha 29 (più della Pennetta).
Mi consenta di darle non un ordine (come ha fatto lei col suo "smettetela di"), ma un semplice consiglio. Prima di avventurarsi con quei toni ultimativi in materie nelle quali le sue lacune sono più che evidenti, passi qualche giorno a studiare la materia. Leggere a volte è più formativo che scrivere. Ma ovviamente questo è un consiglio, non un ordine.
P.S.: Per darle un aiutino, le allego la tabella degli "achievements" delle nostre consolidate "sorelle d'Italia", e delle sue giovani ed improbabili stelle nascenti. Tanto per consentirle di vedere coi suoi occhi, per ogni età, chi ha fatto cosa.
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