Come molti sanno, a me i fustigatori di costumi (altrui) proprio non piacciono. Specialmente quando, dopo aver ben bene fustigato a dritta e a manca, cadono in comportamenti che spesso hanno ferocemente stigmatizzato. Qualche volta è capitato a Grillo, di scivolare, da "predicatore ambientalista ed integerrimo combattente dell'evasione fiscale", su Ferrari, SUV, yacht a motore, ed anni di condoni tombali. Altre volte è capitato a Di Pietro di scivolare sul familismo (che nei comizi gli fa schifo), su candidature di impresentabili, su ambigue manovre in maschera col popolo viola...
Oggi tocca a Marco Travaglio, altro integerrimo fustigatore di costumi, embedded ai due sunnominati, di scivolare su una buccia di banana. Che "odora di soldi".
In proposito, ho già dato mandato ai miei legali di perseguire nelle opportune sedi giudiziarie questa pubblicazione non autorizzata. Ti invito a pubblicare, con ogni urgenza, questa mia precisazione, fatta salva ogni azione di legge. Cordialità
Elio Veltri - Roma 01/12/09
In questi giorni apprendo, da comunicati di due amici di "Democrazia e Legalità" (Roberta Anguillesi e Marco Ottanelli), quanto segue:
"Disposto il sequestro de "L'odore dei soldi" nella nuova edizione (integrata dal solo Marco Travaglio) e pubblicata da "Aringoldi Editori Associati srl" nel 2009"
Così come richiesto da Elio Veltri, co-autore della prima edizione dell'Odore dei Soldi del 2001, la sezione IX del Tribunale Civile di Roma ha disposto l'immediato ritiro della contestata nuova edizione del libro-simbolo "L'Odore dei Soldi", nella edizione uscita in libreria nel novembre 2009. Essa, come già documentato sul nostro giornale on line, era stata pubblicata senza alcuna autorizzazione da parte di Veltri stesso. Il Tribunale ha preso la decisione poichè "vi si menziona Elio Veltri come curatore degli aggiornamenti dell'opera", mentre tali aggiornamenti sono da attribuirsi per intero ed esclusivamente a Marco Travaglio, e che, quindi, la menzione appare non veritiera.
Insomma, Elio Veltri non aveva MAI autorizzato la pubblicazione della nuova edizione della sua opera, oltretutto rimpinguata da un centinaio circa di pagine delle quali non aveva MAI avuto precedente notizia, e si è ritrovato, nonostante questo, in commercio quello che non era più "suo" libro, in una nuova forma da lui non condivisa, ma con il suo nome in copertina.
Il Tribunale di Roma ha dunque riconosciuto una serie di violazioni ed irregolarità contrattuali e sostanziali da parte degli Editori Riuniti (editori del del libro in prima stesura), della Aringoli Editori e di Marco Travaglio stesso, disponendo, appunto, in difesa dei diritti di Veltri, il ritiro di tutte le copie della pubblicazione.
Lascio ogni valutazione su questa storia, che "odora di soldi", ma anche di pressappochismo, per non dire d'altro, allo stesso Marco Travaglio (dal quale mi piacerebbe avere una reazione), e agli adoratores "senza se e senza ma" di Travaglio stesso. A volte, come direbbe Marco, anche i migliori possono sbagliare.
Tafanus
Oggi tocca a Marco Travaglio, altro integerrimo fustigatore di costumi, embedded ai due sunnominati, di scivolare su una buccia di banana. Che "odora di soldi".
La storia è nota: per pigrizia, la riprendo da [dituttounblog], che l'ha sintetizzata con queste parole:
"...ricordate “L’odore dei soldi“? È il titolo del libro scritto da Elio Veltri e Marco Travaglio, pubblicato all'inizio del 2001, alla vigilia delle elezioni che vedranno poi trionfare il cavaliere di Arcore. Il libro tratta delle misteriose fortune economiche di Silvio Berlusconi, di capitali provenienti non si sa da dove, e dei quali il Cavaliere non chiarirà mai le vere origini. Un volume che divenne improvvisamente famoso dopo che Daniele Luttazzi ospitò l’allora sconosciuto (al pubblico televisivo) Travaglio nella sua trasmissione “Satyricon”. Durante la presentazione vennero letti alcuni passi del libro, con rivelazione di particolari mai resi noti prima in tv. La cosa fece particolarmente infuriare Berlusconi, tanto che, una volta divenuto premier, incluse Luttazzi nel suo famoso editto bulgaro, accusandolo di “uso criminoso” della tv pubblica insieme a Biagi e Santoro: vennero tutti e tre epurati di lì a poco. Quell’episodio e le polemiche che ne derivarono fecero la fortuna del libro, che ha venduto 350 mila copie, portando grande fama in particolare ad uno dei suoi autori: Marco Travaglio.
Il successo è stato tale da tentare di replicarlo. A più di otto anni di distanza, dal 30 novembre 2009 è in vendita la nuova edizione, che contiene una corposa integrazione di oltre 200 pagine, nuova prefazione e copertina colorata, con una foto di Berlusconi decisamente invecchiato e ceronato. Sembrerebbe una normale riproposizione editoriale. Le cose però non stanno esattamente così.
"...ricordate “L’odore dei soldi“? È il titolo del libro scritto da Elio Veltri e Marco Travaglio, pubblicato all'inizio del 2001, alla vigilia delle elezioni che vedranno poi trionfare il cavaliere di Arcore. Il libro tratta delle misteriose fortune economiche di Silvio Berlusconi, di capitali provenienti non si sa da dove, e dei quali il Cavaliere non chiarirà mai le vere origini. Un volume che divenne improvvisamente famoso dopo che Daniele Luttazzi ospitò l’allora sconosciuto (al pubblico televisivo) Travaglio nella sua trasmissione “Satyricon”. Durante la presentazione vennero letti alcuni passi del libro, con rivelazione di particolari mai resi noti prima in tv. La cosa fece particolarmente infuriare Berlusconi, tanto che, una volta divenuto premier, incluse Luttazzi nel suo famoso editto bulgaro, accusandolo di “uso criminoso” della tv pubblica insieme a Biagi e Santoro: vennero tutti e tre epurati di lì a poco. Quell’episodio e le polemiche che ne derivarono fecero la fortuna del libro, che ha venduto 350 mila copie, portando grande fama in particolare ad uno dei suoi autori: Marco Travaglio.
Il successo è stato tale da tentare di replicarlo. A più di otto anni di distanza, dal 30 novembre 2009 è in vendita la nuova edizione, che contiene una corposa integrazione di oltre 200 pagine, nuova prefazione e copertina colorata, con una foto di Berlusconi decisamente invecchiato e ceronato. Sembrerebbe una normale riproposizione editoriale. Le cose però non stanno esattamente così.
Nonostante il nome in copertina, Elio Veltri ha fatto sapere, dalle pagine del periodico online da lui diretto [Democrazia e Legalità] che la nuova edizione de “L’odore dei soldi” è avvenuta a sua insaputa, con modifiche ed aggiunte non certamente concordate. E' facile allora intuire chi ha inserito le novità. Veltri appare particolarmente irritato verso Marco Travaglio al punto da non nominarlo neppure: lo definisce semplicemente “l’altro autore“.
Il paradosso non è però finito qui. Elio Veltri scorre il numero del Fatto Quotidiano del 31 Novembre 2010 e non crede ai suoi occhi: si trova elencato fra i presentatori del libro del venerdì successivo, ma non è neppure stato invitato. Continua a leggere e scopre di essere l’ignaro autore di un articolo a pagina 4, altra toppa presa dalla redazione. Decide a quel punto di scrivere al direttore Antonio Padellaro una ferma nota di precisazione, preannunciando fra l’altro azioni legali al fine di perseguire la pubblicazione da lui non autorizzata del nuovo “Odore dei soldi“. Vedremo come andrà a finire, certamente qualcuno ha fatto davvero una serie di grosse porcate all’inconsapevole Elio Veltri..."
Elio Veltriè alquanto incazzato. Prende carta e penna, e scrive ad Antonio Padellaro, direttore de "Il Fatto":
Caro Padellaro,
apprendo con vivo stupore di essere uno degli autori del pezzo: “Imputato Berlusconi chi le ha dato quei soldi?…” pubblicato in data odierna a pag. 4 del giornale da te diretto: “Il Fatto Quotidiano”. Con altrettanto vivo stupore apprendo, sempre dal tuo giornale (pag. 4, ultime cinque righe dell’articolo “Nascita di Fininvest”), che venerdì prossimo, 4 dicembre, nella sala della Stampa Estera, presenterò la nuova edizione de “L’Odore dei soldi” insieme all’altro autore, a Furio Colombo ed a Carlo Freccero. Tanto premesso, ti comunico:
Il paradosso non è però finito qui. Elio Veltri scorre il numero del Fatto Quotidiano del 31 Novembre 2010 e non crede ai suoi occhi: si trova elencato fra i presentatori del libro del venerdì successivo, ma non è neppure stato invitato. Continua a leggere e scopre di essere l’ignaro autore di un articolo a pagina 4, altra toppa presa dalla redazione. Decide a quel punto di scrivere al direttore Antonio Padellaro una ferma nota di precisazione, preannunciando fra l’altro azioni legali al fine di perseguire la pubblicazione da lui non autorizzata del nuovo “Odore dei soldi“. Vedremo come andrà a finire, certamente qualcuno ha fatto davvero una serie di grosse porcate all’inconsapevole Elio Veltri..."
Elio Veltriè alquanto incazzato. Prende carta e penna, e scrive ad Antonio Padellaro, direttore de "Il Fatto":
Caro Padellaro,
apprendo con vivo stupore di essere uno degli autori del pezzo: “Imputato Berlusconi chi le ha dato quei soldi?…” pubblicato in data odierna a pag. 4 del giornale da te diretto: “Il Fatto Quotidiano”. Con altrettanto vivo stupore apprendo, sempre dal tuo giornale (pag. 4, ultime cinque righe dell’articolo “Nascita di Fininvest”), che venerdì prossimo, 4 dicembre, nella sala della Stampa Estera, presenterò la nuova edizione de “L’Odore dei soldi” insieme all’altro autore, a Furio Colombo ed a Carlo Freccero. Tanto premesso, ti comunico:
-1) non sono l’autore delle righe che hai pubblicato;
-2) non ho alcuna notizia di una mia presentazione de “L’Odore dei soldi”;
-3) la nuova edizione de ”L’Odore dei soldi” è avvenuta a mia insaputa, con modifiche e capitoli aggiunti, non concordati con me.
-2) non ho alcuna notizia di una mia presentazione de “L’Odore dei soldi”;
-3) la nuova edizione de ”L’Odore dei soldi” è avvenuta a mia insaputa, con modifiche e capitoli aggiunti, non concordati con me.
In proposito, ho già dato mandato ai miei legali di perseguire nelle opportune sedi giudiziarie questa pubblicazione non autorizzata. Ti invito a pubblicare, con ogni urgenza, questa mia precisazione, fatta salva ogni azione di legge. Cordialità
Elio Veltri - Roma 01/12/09
In questi giorni apprendo, da comunicati di due amici di "Democrazia e Legalità" (Roberta Anguillesi e Marco Ottanelli), quanto segue:
"Disposto il sequestro de "L'odore dei soldi" nella nuova edizione (integrata dal solo Marco Travaglio) e pubblicata da "Aringoldi Editori Associati srl" nel 2009"
Così come richiesto da Elio Veltri, co-autore della prima edizione dell'Odore dei Soldi del 2001, la sezione IX del Tribunale Civile di Roma ha disposto l'immediato ritiro della contestata nuova edizione del libro-simbolo "L'Odore dei Soldi", nella edizione uscita in libreria nel novembre 2009. Essa, come già documentato sul nostro giornale on line, era stata pubblicata senza alcuna autorizzazione da parte di Veltri stesso. Il Tribunale ha preso la decisione poichè "vi si menziona Elio Veltri come curatore degli aggiornamenti dell'opera", mentre tali aggiornamenti sono da attribuirsi per intero ed esclusivamente a Marco Travaglio, e che, quindi, la menzione appare non veritiera.
Insomma, Elio Veltri non aveva MAI autorizzato la pubblicazione della nuova edizione della sua opera, oltretutto rimpinguata da un centinaio circa di pagine delle quali non aveva MAI avuto precedente notizia, e si è ritrovato, nonostante questo, in commercio quello che non era più "suo" libro, in una nuova forma da lui non condivisa, ma con il suo nome in copertina.
Il Tribunale di Roma ha dunque riconosciuto una serie di violazioni ed irregolarità contrattuali e sostanziali da parte degli Editori Riuniti (editori del del libro in prima stesura), della Aringoli Editori e di Marco Travaglio stesso, disponendo, appunto, in difesa dei diritti di Veltri, il ritiro di tutte le copie della pubblicazione.
Lascio ogni valutazione su questa storia, che "odora di soldi", ma anche di pressappochismo, per non dire d'altro, allo stesso Marco Travaglio (dal quale mi piacerebbe avere una reazione), e agli adoratores "senza se e senza ma" di Travaglio stesso. A volte, come direbbe Marco, anche i migliori possono sbagliare.
Tafanus
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