Se la cosa vi è sfuggita a causa delle Italiche vicende calcistiche, sappiate che l’addetto stampa di Confindustria avrebbe riportato l’affermazione del presidente che afferma testualmente: “...siamo fuori dalla crisi...” e presenta un valore tendenziale di crescita nel 2010 pari all’1,6%, magnificando le mirabolanti imprese dell’esecutivo.
Giova sottolineare che l’Istituto Nazionale di Statistica (già di per sé alquanto ottimistico, in quanto unico al mondo valuta la pressione fiscale comprendendo una parte di PIL “non ufficiale”, eccellente eufemismo per non dire che si considera come PIL una parte di prodotto interno lordo in “nero”, giusto giusto per far quadrare i conti di un governo che “non mette le mani in tasca agli Italiani”) vede invece una crescita tendenziale allo 0,6%.
Appare interessante leggere il titolo del Corriere Online: ITALIA FUORI DALLA RECESSIONE, +1,6% NEL 2011.
Peccato che già il sottotitolo invece chiosi: “In 2 anni persi 528mila posti di lavoro. Il fisco pesa per il 51,4%, evasione in crescita a 124,5 miliardi. Cifre ottimistiche del centro studi nonostante l'impatto restrittivo (-0,4%) per effetto della manovra. Il rapporto deficit-Pil al 5,1% nel 2010.”
A parte che queste interessanti valutazioni sono apparse sul tafanus circa un anno fa (potenza della nostra palla di cristallo…) nell’articolo si dice esattamente il contrario: le stime di crescita sono basate sull’ipotetico miglioramento delle esportazioni grazie ad un tasso di cambio euro-dollaro migliorato (o peggiorato, a seconda di come lo si vede).
Al di là del fatto che gli effetti speculativi sull’euro vanno valutati anche in funzione del fatto che le stesse dinamiche che oggi hanno portato ad una discesa del tasso di cambio domani potrebbero farlo schizzare verso l’alto (e metto la mano sul fuoco per un incremento di valore esattamente a settembre, dove predico che il rapporto euro-dollaro tornerà a circa 1,35) il CSC dipinge un quadro assai più fosco della nazione: deficit al 5,1% nel 2011, circa 528.000 disoccupati in più.
Giusto per la cronaca, il centro studi Confindustria evidenzia che nel 2007 il dato di produzione industriale era pari a 108, mentre oggi langue a 88: nel caso si tratta di un lieve recupero da un crollo clamoroso avvenuto giusto giusto nel dorato periodo del sovrano Berlusca III e del suo ciambellano Tremontes IV.
Cioè quelli che dopo aver giurato per una perfetta tenuta del sistema Italia e della sua italianità ammanniscono una bella manovra da 25 miliardi di euro, in spregio assoluto della memoria degli italiani ed in perfetto accordo con “1984”. Quello di Orwell, naturalmente.
Ma da dove diavolo tirano fuori “l’incremento dell’1,6%” del PIL, stante che gli ultimi rapporti di previsione datano 2005? La frase esatta è la seguente, trovata spulciando fra documenti e documenti “…appare evidente che, nell’ipotesi di un miglior rapporto di cambio fra euro e dollaro ed al netto dell’effetto depressivo della manovra economica così come è stata presentata, l’obiettivo di un incremento di produzione italiana all’1,6% appare ragionevole”.
Quindi, niente PIL, e solo una ipotesi basata sul mantenimento di condizioni oggettivamente molto fragili.
Ora, egregio sig. De Bortoli, un paio di domandine facili facili:
# Ritiene davvero che l’articolo scritto (e furbescamente firmato “redazione online”) sia oggettivamente rappresentativo della realtà?
# Ritiene davvero che il titolo sia esattamente descrittivo del comunicato del centro studi di Confindustria?
# Ritiene davvero che questo pezzo sia giornalismo e non già bassa propaganda?
# Ritiene davvero che stante la storia centenaria di un quotidiano come il Corriere sia il caso di portarlo allo stesso livello del “Geniale”?
# Ritiene infine che la sua professionalità, dimostrata in anni precedenti in maniera devo dire indiscutibile, debba oggi venire devastata da questa perlomeno improvvida metodologia di comportamento servile nei confronti del potere?
# Ritiene davvero che il titolo sia esattamente descrittivo del comunicato del centro studi di Confindustria?
# Ritiene davvero che questo pezzo sia giornalismo e non già bassa propaganda?
# Ritiene davvero che stante la storia centenaria di un quotidiano come il Corriere sia il caso di portarlo allo stesso livello del “Geniale”?
# Ritiene infine che la sua professionalità, dimostrata in anni precedenti in maniera devo dire indiscutibile, debba oggi venire devastata da questa perlomeno improvvida metodologia di comportamento servile nei confronti del potere?
Egregio direttore De Bortoli, se è vero che i turaccioli come altri oggetti galleggiano sempre, rammenti quello che diceva un signore che le dovrebbe aver insegnato qualcosa (e che rispondeva al nome di Indro Montanelli) “…raccontare è il mestiere del giornalista. Che prima di farlo è tenuto a mettersi gli occhiali che gli servono per raccontare quello che vede, non quello che gli fanno vedere gli altri...”
Ci pensi, signor De Bortoli.
Axel
Solo delle brevi note in aggiunta al chiarissimo articolo di Axel:
# appena i mercati finanziari si accorgeranno che speculare al ribasso sull'euro non paga più, perchè il debito americano non è messo meglio di quello europeo, si inizierà il percorso inverso: nel frattempo persino un minimo di tassazione concordata sulle speculazioni finanziarie, e persino sulla mitissima Tobin Tax, è stata respinta dagli statisti europei di destra (tutti in ordine sparso, a seconda di convenienze e promesse elettorali);
# la storiaccia di calcolare il PIL includendo il nero è iniziata col craxismo, quando Bettino voleva per forza che l'Italia "salisse in classifica": ad un certo punto grazie ai giochini statistici eravamo diventati quinti, ma eravamo già in scia per il quarto posto. Trema, Giappone, stiamo arrivando!
# perchè il buon Ferruccio non va a raccontarlo (magari a braccetto con la Marcegaglia e con Marchionne) agli operai di Pomigliano, che siamo fuori dal tunnel?
# ammesso e non concesso che ci sia un incremento del PIL dell'1,6%, cani e porci sanno che tassi di sviluppo inferiori al 3% non creano occupazione, perchè gli aumenti di produttività corrono più in fretta;
# la manovra è fatta per quasi metà di ragli alle amministrazioni locali, che dovranno mettere le mani nelle tasche eccetera; per un altro quarto da cose campate in aria, come la solita voce "recupero da evasione fiscale". Peccato che sotto i governi (ed i segnali) berluscon-tremontiani l'evasione sia sempre aumentata, non diminuita;
# Ciò che si verificherà sarà una diminuzione netta (e forte) di reddito spendibile da parte delle famiglie per i consumi interni che, unici, potrebbero generare una inversione di tendenza nelle aziende.
# la storiaccia di calcolare il PIL includendo il nero è iniziata col craxismo, quando Bettino voleva per forza che l'Italia "salisse in classifica": ad un certo punto grazie ai giochini statistici eravamo diventati quinti, ma eravamo già in scia per il quarto posto. Trema, Giappone, stiamo arrivando!
# perchè il buon Ferruccio non va a raccontarlo (magari a braccetto con la Marcegaglia e con Marchionne) agli operai di Pomigliano, che siamo fuori dal tunnel?
# ammesso e non concesso che ci sia un incremento del PIL dell'1,6%, cani e porci sanno che tassi di sviluppo inferiori al 3% non creano occupazione, perchè gli aumenti di produttività corrono più in fretta;
# la manovra è fatta per quasi metà di ragli alle amministrazioni locali, che dovranno mettere le mani nelle tasche eccetera; per un altro quarto da cose campate in aria, come la solita voce "recupero da evasione fiscale". Peccato che sotto i governi (ed i segnali) berluscon-tremontiani l'evasione sia sempre aumentata, non diminuita;
# Ciò che si verificherà sarà una diminuzione netta (e forte) di reddito spendibile da parte delle famiglie per i consumi interni che, unici, potrebbero generare una inversione di tendenza nelle aziende.
Che brutta fine, per il povero, e una volta stimato De Bortoli, che accetta a pié fermo questo sciocchezzaio, e ci fa pure un articolo lecca-lecca! Come direbbero a Napoli: "...ah Ferrù... ta putive sparagnà, sta figura 'e mmerda!..."
Tafanus
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