Il sociologo Dal Lago attacca lo scrittore. Con argomentazioni confuse e accuse a tutto campo
In parole povere: uno studioso, altrimenti appagato, mobilita Platone, Aristotele, Auerbach, Foucault, Weber, Marx e Hannah Arendt (tutti citati) per attaccare un giovane scrittore, colpevole di credere troppo alla forza della parola: perché è questa, a essere benevoli, l'accusa principale mossa a Saviano, con il corollario di essere culturalmente di destra. Ben altro ci vuole, sostiene Dal Lago per più di 150 pagine, per descrivere e trasformare la società, di quanto si racconti in "Gomorra": "Ci sono altre mafie", dice: "Ci sono gli operai che bruciano negli altiforni (...). Ci sono i migranti che annegano a centinaia davanti a Lampedusa...", e continua. La sindrome è vecchia come la sinistra stessa e si chiama "benaltrismo": benaltro ci vuole... Peccato che la nascita della figura dell'intellettuale come simbolo e riferimento sociale sia proprio legata al rifiuto di questo modo di pensare.
A fine '800 la società francese fu scossa dall'affaire Dreyfus: un ufficiale ebreo accusato di essere una spia dei tedeschi. Lo scrittore Emile Zola insorse in sua difesa. Una parte dei socialisti disse allora: il nostro compito è combattere la borghesia, non difendere un militare borghese, uguale ai suoi accusatori. Un'altra parte invece capì che la posta in gioco non era solo la testa dell'ufficiale, ma l'esistenza della Repubblica, il valore della verità e il rispetto per la parola. Un'analogia troppo spinta?
A me sembra che la sua opera attinga a piene mani alla retorica di cui sopra". Saviano come l'altra faccia del berlusconismo. Ma è davvero così? Il caso (o l'editore) ha voluto che insieme al libro di Dal Lago, "manifestolibri" abbia pubblicato il volume di un suo collega, Pierfranco Pellizzetti, intitolato "Fenomenologia di Antonio Di Pietro". La tesi di Pellizzetti (anche lui collaboratore di "MicroMega", insofferente alla troppa personalizzazione e spettacolarizzazione della politica di sinistra): Di Pietro è un uomo di destra che ha lanciato un'opa sulla sinistra. E ci sono analogie con il fenomeno Berlusconi. Dice a "L'espresso" Pellizzetti: "Il mio amico Dal Lago non ha capito che Saviano non è un personaggio alla Di Pietro. È un simbolo". E spiega la differenza: "Il personaggio vuole ammirazione, non azione. Saviano invece in quanto simbolo, sprigiona energie sociali e politiche. Dà vita a un movimento".
Basta così? No. Per Dal Lago Saviano è di destra anche per altri motivi. Il primo: è fautore di "un'estetica revanscista" e prigioniero di un "infantilismo reazionario". Il corpo del reato: un articolo del 2007 su questo settimanale e titolato "Gli spartani di George Bush", in cui Saviano parla del film "300" di Zack Snyder. Lo scrittore si sarebbe macchiato del seguente reato: ha esaltato gli spartani, il loro eroismo e lo spirito di sacrificio di uomini liberi che combattono contro gli schiavi dell'imperatore persiano Serse, facendo un'analogia tra quest'ultimo e Ahmadinejad. E già che ci siamo, è di destra ed elitaria la sua visione della società: i pochi buoni contro la massa di cattivi; il mondo che descrive ricorda quello semplificato di Eugène Sue, l'autore del feuilleton "I misteri di Parigi" e non il complesso universo di Bertolt Brecht, dove si spiega invece che tutto il capitalismo è criminale, e non solo le mafie. Infine la prosa di Saviano ricalcherebbe lo stile di Curzio Malaparte.
(di Wlodek Goldkorn - l'Espresso)
____________________________________________________________________________
Quando Dal Lago scopre che Di Pietro ha lanciato un'OPA sulla sinistra, scopre l'acqua calda. Noi rivendichiamo la priorità nella scoperta dell'acqua calda. La nostra "scoperta" risale alla primavera del 2008, quando il contadino, furbescamente, chiese ed ottenne dall'imbelle Veltroni di entrare nel PD, ma col proprio simbolo. Richiesta accolta, anche se rifiutata ad altri (sinistra). Marchio conservato e rinforzato, grazie ai portatori d'acqua del PD. Conservazione del trade-mark propedeutica alla successiva discesa dal taxi PD, ed al lancio dell'OPA.
Il parallelo etico e metodologico fra Saviano e Di Pietro, oltre che idiota, lo trovo osceno. E' facile dire OGGI che anche Saviano ha tratto successo e fama dal suo "savonarolismo". E' senno di poi, perchè nel momento in cui ha scritto Gomorra, e si è messo alla busca di un editore, aveva solo due certezze: la prima, che come sconosciuto autore di un'opera prima, avrebbe comunque dovuto sottostare alle condizioni di un editore che si sarebbe accaparrato la polpa dell'eventuale successo editoriale dell'opera; la seconda, è che comunque denunciare la camorra a Napoli non ti allunga la vita, e non te la rende più gradevole. Saviano ha denunciato personaggi vari, senza prima chiedersi cosa ciò avrebbe comportato. O meglio, forse se lo è chiesto, si è dato una non difficile risposta, ed è andato avanti ugualmente.
No, Saviano non è Di Pietro. Tonino, come già scritto in mille circostanze, deve ancora delle risposte. A parte delle quali (vedi recente polemica con Imarisio del Corsera) pensa di poter rispondere inviando i pdf di sentenze e di provvedimenti di non luogo a procedere. Ci saremmo aspettati risposte più profonde, più calate nel "merito etico", anzichè solo nel formalismo giuridico. Le domande di MicroMega (e nostre) per il momento non hanno avuto risposte soddisfacenti.
A Saviano non abbiamo mai rimproverato di aver pubblicato la sua opera prima presso Mondadori. Un giovane scrittore pubblica con l'editore che trova, meglio se grande, e pazienza se si tratta di Berlusconi. Il fatto che Saviano abbia trovato da pubblicare in Mondadori, piuttosto che altrove, va a disdoro degli altri. Ammesso che Saviano cogli altri ci abbia provato, ed abbia ricevuto dei rifiuti. A Saviano abbiamo rimrpoverato (e lo rifacciamo) di aver incluso, in una certa occasione, anche il Governo fra i "ringraziati" per la protezione accordata. La protezione non è (o non dovrebbe essere) un atto politico, ma un provvedimento di polizia, preso non su considerazioni politiche, ma di ordine pubblico. Non si può ringraziare un tizio che mentre si prende il merito di averti dato una scorta, continua a difendere a spada tratta i Cosentino e i Dell'Utri. Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus